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Bici e telai
Carbonio
Colnago tarocco??
Testo
<blockquote data-quote="EliaCozzi" data-source="post: 7223527" data-attributes="member: 89446"><p>Ricapitolando, giusto per capire:</p><p>- hai due bici, di cui una certamente Colnago, l'altra sospettata di essere un falso semplicemente perché ha il marchio UCI adesivo;</p><p>- le hai fatte smontare per controllare se anche dentro fossero identiche</p><p>- risultato è che dentro sono identiche</p><p></p><p>Da questo deduci che anche il secondo è originale Colnago.</p><p></p><p>Da quanto intuisco dal tuo messaggio, hai poi guardato un Colnago certamente falso e internamente è molto diverso dai tuoi due.</p><p></p><p>Mi chiedo cosa ti saresti aspettato da un'ispezione interna? Che un "falso" visto dentro fosse meno curato di un originale?</p><p></p><p>Detto questo, faccio un po' l'avvocato del diavolo. </p><p>Premetto un fatto vissuto personalmente: nel 2019 mi presento alla crono della GFTreValli Varesine, gara UCI, con una bici cinese che non ha il marchio UCI. Ho un certo timore che non mi facciano partire.</p><p>Prima di entrare nel recinto della partenza c'è una dima a cui sottopongono tutte le bici per verificare la rispondenza delle geometrie alle norme UCI. Giusto per correttezza, quando è il mio turno dichiaro immediatamente che il mio è un telaio cinese che non è marcato UCI. La risposta del tecnico è tanto semplice quanto ... devastante: " la dima la portiamo perché ci sono in giro talmente tanti falsi marchiati UCI, che la presenza del bollino o del nome di un costruttore famoso non significa nulla, anzi una bici non marcata è meno sospetta delle altre".</p><p></p><p>Da cui deduco che tutto può essere falsificato e non è facile accorgersene. Se il "vero" si capisce da un'ispezione interna del telaio, mi chiedo perché sia così difficile riconoscere un falso. Non parlo di un tarocco palese, che non viene nemmeno denunciato per falso, ma di un falso in tutto e per tutto.</p><p></p><p>Se ti facessi vedere l'interno del mio telaio cinese Workswell 226, probabilmente resteresti stupito perché è liscio e pulito come all'esterno, con le sedi di movimento centrale, serie sterzo, pinze freno che sono state rettificate dopo lo stampaggio. Se alla workswell decidessero di fare un clone di una pinarello/bmc/sworks, certamente quella dell'interno del telaio non sarebbe una carta vincente per determinare quale sia il falso.</p><p></p><p>Pur con la mia poca esperienza, mi pare di capire che il costo di un telaio, vero o falso che sia, si aggiri intorno a 600-800 euro, facciamo pure che uno curato al minimo particolare possa arrivare a 1000, ce ne va per arrivare ai 4000 di un telaio "originale", che sarà costruttivamente identico a uno da 1000 euro, ma che costa 4 volte tanto solo perché ha un nome noto verniciato sul diagonale.</p><p></p><p>Per me è come una banconota falsa: l'unica titolata a dire che sia vera o falsa è la Banca d'Italia, per cui se hai dei sospetti gli unici a poter dire che sia vero o falso sono i tecnici della Colnago.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="EliaCozzi, post: 7223527, member: 89446"] Ricapitolando, giusto per capire: - hai due bici, di cui una certamente Colnago, l'altra sospettata di essere un falso semplicemente perché ha il marchio UCI adesivo; - le hai fatte smontare per controllare se anche dentro fossero identiche - risultato è che dentro sono identiche Da questo deduci che anche il secondo è originale Colnago. Da quanto intuisco dal tuo messaggio, hai poi guardato un Colnago certamente falso e internamente è molto diverso dai tuoi due. Mi chiedo cosa ti saresti aspettato da un'ispezione interna? Che un "falso" visto dentro fosse meno curato di un originale? Detto questo, faccio un po' l'avvocato del diavolo. Premetto un fatto vissuto personalmente: nel 2019 mi presento alla crono della GFTreValli Varesine, gara UCI, con una bici cinese che non ha il marchio UCI. Ho un certo timore che non mi facciano partire. Prima di entrare nel recinto della partenza c'è una dima a cui sottopongono tutte le bici per verificare la rispondenza delle geometrie alle norme UCI. Giusto per correttezza, quando è il mio turno dichiaro immediatamente che il mio è un telaio cinese che non è marcato UCI. La risposta del tecnico è tanto semplice quanto ... devastante: " la dima la portiamo perché ci sono in giro talmente tanti falsi marchiati UCI, che la presenza del bollino o del nome di un costruttore famoso non significa nulla, anzi una bici non marcata è meno sospetta delle altre". Da cui deduco che tutto può essere falsificato e non è facile accorgersene. Se il "vero" si capisce da un'ispezione interna del telaio, mi chiedo perché sia così difficile riconoscere un falso. Non parlo di un tarocco palese, che non viene nemmeno denunciato per falso, ma di un falso in tutto e per tutto. Se ti facessi vedere l'interno del mio telaio cinese Workswell 226, probabilmente resteresti stupito perché è liscio e pulito come all'esterno, con le sedi di movimento centrale, serie sterzo, pinze freno che sono state rettificate dopo lo stampaggio. Se alla workswell decidessero di fare un clone di una pinarello/bmc/sworks, certamente quella dell'interno del telaio non sarebbe una carta vincente per determinare quale sia il falso. Pur con la mia poca esperienza, mi pare di capire che il costo di un telaio, vero o falso che sia, si aggiri intorno a 600-800 euro, facciamo pure che uno curato al minimo particolare possa arrivare a 1000, ce ne va per arrivare ai 4000 di un telaio "originale", che sarà costruttivamente identico a uno da 1000 euro, ma che costa 4 volte tanto solo perché ha un nome noto verniciato sul diagonale. Per me è come una banconota falsa: l'unica titolata a dire che sia vera o falsa è la Banca d'Italia, per cui se hai dei sospetti gli unici a poter dire che sia vero o falso sono i tecnici della Colnago. [/QUOTE]
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