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Come riconoscere un bravo preparatore ?
Testo
<blockquote data-quote="Ale Ciava" data-source="post: 5701955" data-attributes="member: 72885"><p>Visto che siamo a fine stagione e più di qualcuno inizia già a pensare alla nuova avventura, sarebbe interessante affrontare questo argomento, per capire, magari esperienze alla mano, quali sono le qualità che un preparatore deve necessariamente avere (e quali quelle che proprio non deve avere).</p><p>Personalmente, credo che una delle doti più importanti per un preparatore - oltre alla competenza (e già qui si potrebbero scrivere fiumi) - sia il lato umano, ossia l'essere da stimolo, nel senso di immedesimarsi nell'atleta e comprenderne le sue esigenze e necessità (e sulla base di queste pianificare un programma per il raggiungimento di un det. obiettivo). </p><p>Ultimamente, e sempre più spesso, sto leggendo di preparatori assai autoreferenziali (es. "<em>massimo un contatto al mese, via email</em>", "<em>no telefonate</em>", etc. etc.), che esaltano solo l'aspetto tecnico, tralasciando quello che a mio modo di vedere è il vero valore aggiunto che il preparatore può fornire: la motivazione. </p><p>Non parlo della motivazione ad allenarsi e gareggiare (quella, diciamo, o ce l'hai o non ce l'hai), ma piuttosto la motivazione intesa come <em>plus </em>psicologico verso l'obiettivo che ci si è prefissati.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ale Ciava, post: 5701955, member: 72885"] Visto che siamo a fine stagione e più di qualcuno inizia già a pensare alla nuova avventura, sarebbe interessante affrontare questo argomento, per capire, magari esperienze alla mano, quali sono le qualità che un preparatore deve necessariamente avere (e quali quelle che proprio non deve avere). Personalmente, credo che una delle doti più importanti per un preparatore - oltre alla competenza (e già qui si potrebbero scrivere fiumi) - sia il lato umano, ossia l'essere da stimolo, nel senso di immedesimarsi nell'atleta e comprenderne le sue esigenze e necessità (e sulla base di queste pianificare un programma per il raggiungimento di un det. obiettivo). Ultimamente, e sempre più spesso, sto leggendo di preparatori assai autoreferenziali (es. "[I]massimo un contatto al mese, via email[/I]", "[I]no telefonate[/I]", etc. etc.), che esaltano solo l'aspetto tecnico, tralasciando quello che a mio modo di vedere è il vero valore aggiunto che il preparatore può fornire: la motivazione. Non parlo della motivazione ad allenarsi e gareggiare (quella, diciamo, o ce l'hai o non ce l'hai), ma piuttosto la motivazione intesa come [I]plus [/I]psicologico verso l'obiettivo che ci si è prefissati. [/QUOTE]
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