Quando si parla di
"benessere" ci riferiamo a un ambito storico abbastanza preciso, grossomodo riconducibile alla storia moderna dei Paesi Occidentali.
In effetti, è in questo periodo che i progressi della tecnica e della scienza diventano "fenomeni di massa", ricadendo sulle popolazioni a prescindere dalle classi sociali di appartenenza e ingenerando trasformazioni "epocali" sulla vita delle persone. Dunque, il "benessere" non è solo un concetto economico legato al reddito pro capite ma comprende un set di variabili eterogeneo e altresì documentato da numerose fonti e ricerche.
Vi è una ricerca molto ben fatta che è stata pubblicata in occasione del centenario dell'Unità d'Italia a cura di Giovanni Vecchi. Lui è un ricercatore che si occupa di teoria, misurazione e storia del benessere. L'opera è collettanea, dunque coinvolge numerosi altri ricercatori ed è multidimensionale/multidisciplinare, nel senso che lavora sulla nozione di "benessere" scandagliando le diverse dimensioni che lo compongono. Mi riferisco a "
In ricchezza e in povertà. Il benessere degli italiani dall'Unità ad oggi", pubblicata con la casa editrice Il Mulino (2011).
E' un tomo molto corposo, la cui lettura dall'inizio alla fine è fortemente sconsigliata
Ogni capitolo è di fatto una ricerca.
Volevo riferirmi al primo capitolo sulla "Nutrizione", la cui ricerca è frutto di una collaborazione con una storica dell'alimentazione e la cui bibliografia è un ottimo punto di partenza per ulteriori approfondimenti delle fonti (anche storiche) di riferimento. Ovviamente, non è solo un lavoro teorico ma corroborato da dati e documentazioni.
[1.Fonti diverse, storie diverse 1.1 La distribuzione delle calorie 1.2 Il percorso della ricerca 2. Calorie disponibili: un indicatore del benessere 2.1 Quali calorie? 2.2 Quante calorie erano disponibili in media? 2.3 Un Paese più sazio degli altri 3. Una nutrizione adeguata 4. Ben nutriti in media. E chi era sotto la media? 5. I bilanci alimentari delle famiglie italiane di fine Ottocento 5.1 Il popolo minuto di Napoli 5.2 Prime notizie sull'alimentazione dei lavoratori agricoli 6. Carboidrati, proteine grassi 7. La sconfitta della fame 8. Aprrofondimenti (La stima del fabbisogno calorico e della sottonutrizione - Contabilità nazionale e indagini campionarie)]
Questa è la struttura della ricerca. Ora, non so se su
Google book sia disponibile la visura del volume oppure se Tu hai accesso a biblioteche digitali. Comunque, consiglio la lettura di questa parte della ricerca ma anche di altre che contribuiscono a connotare il concetto di "benessere" (la statura, la salute, il lavoro minorile, l'istruzione, etc.). E' davvero molto interessante.
Veniamo a noi. Il cambio paradigmatico per la popolazione italiana è da attribuirsi sostanzialmente al secondo dopoguerra. Due sono le variabili principali che oggettivamente influiscono su cambiamenti di tipo fisiologico: l'aumento del consumo pro capite di proteine animali (da meno di 20kg/anno pro capite a crescere); l'introduzione di vaccinazioni e cure di massa.
Queste due variabili, secondo i ricercatori producono almeno tre effetti: la diminuzione della mortalità infantile; la crescita della corporatura e della statura media; l'aumento progressivo dell'aspettativa di vita (che nei decenni precedenti era mediamente inferiore ai 50 anni).
Per questo mi son permesso di dire che l'introduzione di proteine animali ha contribuito ad aumentare l'aspettativa di vita. Che - occorre appena ricordare - non si misura solo in termini di vecchiaia ma anche di mortalità infantile. Non a caso qualsiasi pediatra sconsiglia di eliminare le proteine animali dalla dieta dei bambini, fin dalla tenera età.