Giro fatto, purtroppo ho visto tardi il messaggio di Temporaneo e quindi l'ho fatto in solitaria. Lascio un resoconto per chi ha un po' di tempo da perdere
La sveglia dopo un pomeriggio/prima serata un po' troppo festosi
e le ore piccole per vedere la replica del tappone dolomitico e delle qualifiche MotoGP è stata dura, molto dura, tanto che sono partito con mezz'ora di ritardo verso le 7.30.
Già a Montagna avevo capito che non era giornata, ma ormai ci ho fatto l'abitudine alle giornate no e poi avevo sbandierato a destra e sinistra il mio giro, non potevo più tirarmi indietro
! Ho deciso per un passo regolare ma non troppo rilassato: dovevo arrivare sulla strada dell'Alpe prima del primo corridore.
La prima parte del giro è andata tutto sommato bene, a parte una temperatura un po' più bassa del previsto: Aldino, Nova Ponente e Nova Levante sono passati lasciandomi buoni ricordi. Da Nova Levante in poi, sarà il primo caldo di stagione e/o la fatica accumulata, i km hanno cominciato a trascorrere sempre più lentamente, ma la sosta per una foto al sempre splendido lago di Carezza è stata rigenerante e mi ha dato la forza per continuare.
Arrivato al bivio verso il Nigra pensavo di aver ormai fatto il grosso (e in effetti era così, ma la stanchezza si faceva sentire e annebbiava le sensazioni), ma quel falsopiano fino alla discesa vera e propria l'ho decisamente sofferto. Bramavo una coca cola, ma incredibilmente qualsiasi esercizio era chiuso.
Scendendo per le rampe di S.Cipriano mi sono rinfrancato vedendo la sofferenza altrui: un gruppo di ciclisti le stava affrontando in salita, zigzagando come non avevo mai visto zigzagare nessuno, con le facce distrutte dalla fatica. Uno era addirittura fermo al lato della strada con espressione disperata
.
Tra S.Cipriano e Tires il miraggio prende forma e trovo una pensione aperta, dove mi godo una meritata coca cola, che mi dà le energie necessarie per affrontare il vento in faccia che ostacola il mio incedere sul falsopiano in discesa verso il bivio per Presule. Foto di rito al castello, 500m a piedi per rifacimento del manto stradale e via, di nuovo in sella verso Fié.
Da Fié a Siusi vengo mentalmente trainato da un ciclista in divisa rossa in lontananza, che non riesco ad avvicinare, ma mi sprona a mantenere un minimo di ritmo. Lo raggiungo a Siusi (dopo aver fatto più di un pensierino a caricare la bici sulla cabinovia
), e mi dico che sembra la divisa della Lotto Soudal. Lo affianco e vedo che ha la bici da cronometro e il numero 111 attaccato sul telaio. Lo supero per fingere un mio piccolo personale momento di gloria, poi lo aspetto, lo affianco e gli faccio gli auguri in inglese per la gara. Lui risponde con un "molte grazie" in un italiano stentato ma apprezzato. Al bivio per l'Alpe sono ancora dietro di lui, ma sto cominciando a faticare seriamente, lui gira, lo seguo, si mette in posizione da cronometro e fa mulinare le gambe come se non esistessero attriti..lo guardo ammirato mentre sparisce in lontananza leggero come una piuma. Solo dopo, quando passerà davanti alla mia postazione durante la gara, scoprirò che era Tim Wellens.
L'atmosfera lungo il percorso è già calda, sono passate da poco le 12 e io mi sto trascinando in salita senza una meta vera e propria, il consiglio di [MENTION=10802]rapportoagile[/MENTION] ormai non è più praticabile, anche perché sentivo che dove mi fossi fermato, lí sarei rimasto, le forze stavano finendo. O forse erano già finite, riuscivo a proseguire solo con la testa gustandomi tutti i tifosi appostati tra grigliate e grandi bevute. Realizzo che nelle ultime due ore di pedalata non avevo più mangiato niente, errore da non fare in un giro cosí dispendioso, mi dico di rallentare ma non riesco, ho già il rapporto più agile e per un motivo o per l'altro non riesco a calare ulteriormente la velocità.
Ad un certo punto vedo spuntare il Gstatsch, che compare come una benedizione
in lontananza, la strada prima del tornante spiana leggermente, riprendo fiato e coraggio, trovo le ultime forze per uno sprint finale sui pedali, incitato dalla folla ai lati della strada, che pensa che io continui a quella velocità fino in cima, invece arrivato alla pensione giro con la velocità di Kittel in volata e appoggio la bici al muro con una soddisfazione che non si può descrivere
Un bel piatto di goulasch con polenta, un secchio di radler goduti rigorosamente all'ombra (la terrazza era invitante, ma avevo preso un po' troppo sole e avevo bisogno di una pausa) ed ero pronto per seguire la tappa.
Ho assistito e sono stato parte di un bel tifo, nessuno ha dato fastidio ai corridori come invece ho visto accadere in altre parti della salita quando ho riguardato le ultime fasi della tappa in replica, quindi mi son proprio goduto l'atmosfera.
Passata la maglia rosa, il pensiero di salire fino all'Alpe ha attraversato la mia mente, ma ero ormai in giro da molte ore e ho preferito ripartire verso casa.
Alla fine 140km con oltre 3000 metri di dislivello :
https://www.strava.com/activities/584533809
Una grande fatica complice il primo vero caldo di stagione, ma posso dire quanto è bello il ciclismo?