Giro dei 3 passi Svizzeri - Domenica 25 Luglio

marco

Diretur
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veloci e lente
Sono d'accordo con tiz.

E' normale che in gruppo grande non si capisca più dove sono tutti, per questo -spero:mrgreen:- è successo che siamo stati involontariamente "abbandonati" alla nostra sorte :cry

La prossima volta basta fare un briefing alla partenza decidendo soste e punti di raggruppamento.

Secondo me il problema è stato il freddo in cima ai passi che non permetteva grandi attese, poi al furka non tutti hanno recepito che qualcuno si era seduto a mangiare (io per esempio l'ho saputo solo a fine giro).
Per quanto riguarda il bivio mancato: stavate tirando troppo! :-x
Non so voi, ma in salita ognuno ha il suo ritmo ed è molto difficile adattarsi a quello degli altri. Nessuno ha fatto gare, neanche davanti, dato che il gruppetto di testa è stato insieme per quasi tutto il giro (e pure parlottando) a parte il pezzo finale del Nufenen dove abbiamo cominciato a vedere la Madonna.
 

warsaw

Passista
11 Giugno 2008
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Tannhäuser
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Ben8
Secondo me il problema è stato il freddo in cima ai passi che non permetteva grandi attese, poi al furka non tutti hanno recepito che qualcuno si era seduto a mangiare (io per esempio l'ho saputo solo a fine giro).

Io mi sono mangiato il mio panino in solitaria al belvedere aspettando chi si era fermato all'ammiraglia, poi altri in basso hanno preso un panino al self, ma lo svantaggio era di pochi minuti, da quando vi ho visto partire. Vi avremmo raggiunto al bivio senza problemi se non ci fosse stata la svista

Per quanto riguarda il bivio mancato: stavate tirando troppo! :-x

In effetti è vero, col vento in poppa si andava che era un piacere, e a 50 all'ora non si leggono bene i cartelli.... :mrgreen: zio bò l'avrò fatta 4 volte quella strada :bua:

Non so voi, ma in salita ognuno ha il suo ritmo ed è molto difficile adattarsi a quello degli altri. Nessuno ha fatto gare, neanche davanti, dato che il gruppetto di testa è stato insieme per quasi tutto il giro (e pure parlottando) a parte il pezzo finale del Nufenen dove abbiamo cominciato a vedere la Madonna.

Sono d'accordo.
 

neurosis

Novellino
26 Aprile 2010
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guerciotti eureka
Linko tutte le foto che ho fatto: http://www.giriesalite.altervista.org/descrizioni/gottardo-furka-novena.zip

Entro un paio di giorni scrivo anche il racconto di ciò che ho visto.
Comunque penso che quando si organizzano giri così e si ha la fortuna di essere in tanti è meglio dividersi in 2 gruppetti, quello "agonistico" e quello "turistico", così da evitare attese troppo lunghe risparmiandoci 5-10 minuti in cima ai passi quando fa freddo, e anche alla fine delle discese.

TURISTICO? AGONISTICO?
MA ERA UNA GRANFONDO O COSA? o-o
AH SI ERA IL "TROFEO TREPASSI", IN PALIO C'ERANO UN PAIO DI BARRETTE FONDENTI DELLA LINDT :rosik:
IO L'ANNO PROSSIMO MI ISCRIVERO' ALLA PEDALATA ECOLOGICA,CHE PARTIRA' MEZZORA DOPO I PROFF, COSI' IN CIMA ALLE SALITE NN TROVERO' CADAVERI IN STATO DI DECOMPOSIZIONE DOPO LUNGA ATTESA :mrgreen:
 

neurosis

Novellino
26 Aprile 2010
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guerciotti eureka
non sono molto d'accordo.
Basterebbe evitare di disperdersi, salite a tutta ma discese e pianure insieme. Il passo generale non era male, alle 13 eravamo tutti in cima al furka: In 3 ore avevamo già concluso due passi dei 3. Poi li alcuni si sono fermati in cima, alcuni han tirato dritto fino al belvedere, alcuni erano già a valle. Io cercando le persone mi sono fermato in cima, al belvedere e poi a valle, dove mi sono finalmente preso un panino. Fosse stato chiaro che andavamo giù subito avrei risparmiato 5/10 minuti che poi ci sono costati le partenze separate dal self service (mentre avevamo detto che una pausa paninazzo ce la si concedeva). Poi disperdendosi in pianura succedono cose come chi sbaglia strada :bua:, chi già stanco non ha una ruota che anche in discesa controvento fa sempre comodo, etc e rimane indietro allo sbando.
Per le tirate ci sono gli allenamenti individuali di sempre (e in gruppi ristretti di amici/squadre con pari livello), le granfondo, le gare a circuito, le cronoscalate, etc. Se si organizza un giro in compagnia bisogna invece avere pazienza perchè a voler far presto si fa solo piu tardi (come poi è successo).
Se si deve partire con l'idea di dividersi, beh allora tanto vale non organizzare eventi del genere sul forum, facebook, blog etc come fate voi che puntate su raccogliere tanti partecipanti, sento i miei due tre amici organizzo una macchina e vado per conto mio.

Mi scuso se sembro polemico, non voglio assolutamente esserlo, sto solo esprimendo una mia idea con la massima serenità. Come ho già scritto, sono consapevole che il freddo ed il vento in cima ai passi hanno complicato le cose.

hai perfettamente ragione, tiziano.
 

neurosis

Novellino
26 Aprile 2010
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guerciotti eureka
Mi hai tolto le parole di bocca!!
Strano che come primo messaggio
si risponda a quel modo...

si sono io in effetti, guarda che ho scritto in modo ironico, spero si capisca.

il giro è stato molto bello e anche la compagnia, di certo però non sono dell'idea di mettere agonismo in questi giri di gruppo, come penso non ce ne sia stato in effetti, almeno nelle retrovie.... :-x
 

warsaw

Passista
11 Giugno 2008
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Tannhäuser
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Ben8
si sono io in effetti, guarda che ho scritto in modo ironico, spero si capisca.

il giro è stato molto bello e anche la compagnia, di certo però non sono dell'idea di mettere agonismo in questi giri di gruppo, come penso non ce ne sia stato in effetti, almeno nelle retrovie.... :-x

approvo, l'ironia si era capita è il dott che ha ancora l'acido lattico in circolo e si esprime a suo modo :eek:
 

Il Dott

Apprendista Scalatore
4 Agosto 2009
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bella
si sono io in effetti, guarda che ho scritto in modo ironico, spero si capisca.

il giro è stato molto bello e anche la compagnia, di certo però non sono dell'idea di mettere agonismo in questi giri di gruppo, come penso non ce ne sia stato in effetti, almeno nelle retrovie.... :-x

approvo, l'ironia si era capita è il dott che ha ancora l'acido lattico in circolo e si esprime a suo modo :eek:


Scusasse ma non avevo capito chi fosse...o-o
 

Pedra

Pedivella
1 Novembre 2009
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Rivanazzano (PV)
www.giriesalite.altervita.org
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"Agonisti" e "turisti" sono giusto due nomi per classificare chi fa gare e va di più e chi invece prende i giri con più calma magari facendo foto e guardando il panorama. I due spiriti possono convivere in giri del genere, ma bisogna considerare che ci sarà qualche "conflitto" che è meglio gestire. Per "conflitto" non intendo nulla di catastrofico, come per "Agonisti" non intendo quelli che pedalano sempre a ritmo gara, ma comunque coloro che una tiratina in pianura o su uno strappetto non se la negano.

Sarebbe bello fare sempre gruppo unico come scrive Tiziano e come anche gli altri lo supportano, anche a me piacerebbe che i raduni andassero in questa maniera, ma so per esperienza che quando si comincia ad essere in 10 con capacità e modi di pedalare diversi cominciano ad esserci i problemi, figurarsi quando si è in 22 come domenica!
Perchè ci saranno sempre quelli che scattano sullo strappetto, che fanno la sparata in pianura, che tirano di più in discesa o a cui piace dar fondo a tutte le energie prima dell' arrivo, come ci saranno sempre quelli che in pianura parlano, che tirano i freni e che si fermano a fotografare. Chi è che ha ragione dei 2 gruppetti? Entrambi! Sono modi legittimi ed ugualmente belli di vivere la bicicletta, ma che fanno fatica a convivere, creando alcuni problemi di convivenza pur rimanendo nel rispetto reciproco. Sono cose che ho già vissuto e che si possono evitare solo forzandosi di rimanere tutti assieme, ma in questo modo ci sarà chi sarà insoddisfatto per il ritmo troppo basso, e chi perchè dovrà forzarsi di stare dietro agli altri, magari rinunciando a qualche sosta foto.

Per questo suggerisco (qualora il numero lo permetta!) di dividersi in gruppetti, in fondo il giro lo si fa assieme ad altri ma si riducono i tempi di attesa in cima, si viaggia ad un ritmo più idoneo, non ci si preoccupa di essere attesi un quarto d'ora e poi ci si aspetta all' arrivo. Ovvio, e lo ripeto, lo si può fare se si è abbastanza (non meno di 12, meglio se di più) e se il percorso lo consente, se le salite hanno 100m di dislivello tra primo questo discorso ha meno senso.
So che questa idea non è il massimo, ma so anche che quando si è in troppi per essere contati si rischia di perdere qualcuno come è successo Domenica, quando ancora un po e partivate senza di noi e Fabio, quando dal Gottardo siamo andati sparpagliati e dal Furka in poi a casaccio, in gruppettini ben più ridotti di quelli per cui vengo "rimproverato" (non solo qui, è quello che mi hanno risposto quasi tutti su questo argomento).
 

warsaw

Passista
11 Giugno 2008
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Ben8
ma in questo modo ci sarà chi sarà insoddisfatto per il ritmo troppo basso, e chi perchè dovrà forzarsi di stare dietro agli altri, magari rinunciando a qualche sosta foto.

no, per carità, nessun rimprovero... ma non è che noi siamo stati dietro perché andavamo a spasso, ma perché è andata così, ci si aspettava e ci si radunava all'ammiraglia, niente di grave.

Il giro è stato molto bello, e questi piccoli disguidi succedono anche se si fanno i gruppi distinti. Niente di grave.

Come ho già detto, per evitare questi semplici qui-pro-quo (che però vengono ingigantiti dai km) basta fare un semplice breifing e decidere i punti di ritrovo, non è questione di scatti o di tirate in pianura... le abbiamo fatte anche noi didietro... ha voglia.... per recuperare dopo aver sbagliato strada.

Per quanto riguarda chi può essere insoddisfatto, fatti suoi, mica gliel'ha ordinato il dottore di venire. :rosik:
 

vittorio

Gregario
29 Dicembre 2008
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lozza
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GIANT TCR SL GIANT ANATHEM
sapete che è difficile far condividere i due spiriti, quello agonista e quello turista assieme, poi quando si è in gruppo qualcuno vuole strafare e fa saltare i programmi. Per quello nella nostra provincia non fanno tante cicloturistiche sia per questioni di permessso, da chiedere, economiche e per le adesioni minime ( eccetto quella dell'avis che ha disponibilità economiche). In queste gite sarà utile un brefing alla partenza dove si decidono i punti di ristoro,il problema è se fa freddo i primi si congelano mentre aspettano in vetta e poi in discesa se si è in troppi è pericoloso,se si supera il numero di 20 andrebbe 2 ammiraglie una per agonisti e l'altra x i turisti
viaggiare a gruppo compatto è ottimo x riposare ma chi sta a controllare i passisti? E viaggiare in tanti in gruppo è pericoloso e nessuno vuole viaggiare in fila singola max in doppia
E'meglio fare dei gruppetti come succede alle gf, che hano lo stesso passo in salita o in pianura,quando si organizzano gite tramite la rete e quoto la proposta di pedra
 

Pedra

Pedivella
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ma non è che noi siamo stati dietro perché andavamo a spasso, ma perché è andata così, ci si aspettava e ci si radunava all'ammiraglia, niente di grave.

Non ne ho mai dubitato, ma neanch'io ho tirato alla morte, anche se mi sono fatto prendere dal mito dei passi e sono andato per i fatti miei in salita ed anche in discesa. Invece che cercare di fare la mia VAM potevo fermarmi e fare un centinaio di ulteriori foto, mi sarei trovato con i "turisti", cosa che avrei voluto fare, ma già all' inizio ho deciso di avere la botte quasi piena e la moglie praticamente sobria.

Quando si è in 20, specie se non ci si conosce, non c'è l' affiatamento necessario a rimanere uniti ed è facile perderne qualcuno, se invece si è in 10 grossomodo si riesce a rimanere più uniti.
 

vittorio

Gregario
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In questo mese di ferie vado a riprovare il giro biasca-biasca che lo vorrei proporvi per il 19 settembre, anche se è in concomitanza alla gf polti a bulgarograsso, da questa eserienza cercherò di accontentare sia i turisti che gli agonisti.
Ma mi rimane in mente di portare una 30 di cilclisti sul duex alpes cosa ne pensate?
 

Pedra

Pedivella
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3 PASSI

Si dice che il giro dei 3 passi Svizzeri (San Gottardo, Furka, Nufenen) sia uno dei più belli d' Europa, esso attraversa 3 cantoni in 100km, con 3 passi mitici. Purtroppo farlo di domenica non è il massimo a causa del traffico intenso di persone che compiono lo stesso tragitto in auto e moto, ma personalmente l'ho trovato ancora nei limiti del sopportabile. Il clima è freschetto, c'è un forte vento da Nord-Ovest che però ci assicura una giornata senza pioggia, e senza sudore dopo il mese piuttosto afoso che abbiamo tutti sopportato.
Siamo in tanti, in 22 con il gentilissimo cugino di Vittorio (l' organizzatore ufficiale, anche se diversi hanno dato il loro contributo) che guida l' ammiraglia sulla quale abbiamo tutti lasciato uno zainetto per affrontare le difficili condizioni ambientali. Noi che siamo usciti dall' albergo siamo gli ultimi ad essere pronti, ancora un po' e veniamo abbandonati già alla partenza dagli scalpitanti membri del BdC-forum, che però ci aspettano.

SAN GOTTARDO


Non ha senso la parola riscaldamento, già in pieno Airolo siamo in salita verso il Gottardo, il quale viene scalato da 2 strade che si incrociano più volte ma di cui una è un' autostrada alternativa al famoso tunnel. Noi saliamo per il versante classico detto "Tremula", una di quelle salite che ha fatto la storia dell' umanità essendo il collegamento tra Nord e Sud Europa. E' una salita particolare, ha un dislivello di quasi 1000m ma la parte interessante è quella finale, una trafila di tornanti ravvicinati in pavèe scala rapidamente il crinale sino ai 2000m del passo. E non sono sanpietrini molto compatti, nonostante non possano essere paragonati al vero pavèe della Roubaix, essi fanno comunque tremare la bici.
Partiamo che già si formano dei gruppetti in base alle capacità, sono indeciso se salire a ritmo brillante o fermarmi per le foto, ma confido che già altri lo facciano anche per me e allora mi porto nel gruppetto di testa dove mi riparo dalle forti folate dietro a quelli più grossi. Il Gottardo non ha mai pendenze ardue, ma sale con molta costanza e bastano pochi km per dividerci in più gruppetti. Continuiamo per qualche km che siamo rimasti in 4, ad un certo punto chiedo "ma quand' è che si..." ma la risposta arriva subito: ora! Finalmente il pavèe, io da buon Oltrepadano so di trovarmi bene dove la bici sobbalza, abituato come sono ad asfalti preistorici e crepe omnipresenti, ed infatti comincio a forzare leggermente il ritmo fino all' arrivo dell' asfalto. Uffa, già finito? Ma scopro che solo i tornanti sono asfaltati, quindi il ritmo rimane abbastanza alto. Scopro anche che i due 2 rimasti insieme a me vanno nettamente di più, parlano mentre io cerco di ripararmi dietro loro dalle folate contrarie.
Il pavèe finisce, la strada si incrocia con l' autostrada passando anche sotto ad un viadotto dalla pendenza elevata, ma poi finalmente reiniziano i sanpietrini, e con essi la vera Tremula: 6km con innumerevoli tornanti e poche occasionali strisce d' asfalto o di cemento ai lati, che cerco di evitare godendomi appieno il fondo sconnesso. Veniamo anche superati da numerose auto d' epoca, alcune risalenti addirittura agli anni 40, dietro alle quali gli altri 2 scattano sfruttandone la scia (al 7% su codesto fondo stradale...). Scopro anche che uno di quelli ha corso 2 anni da professionista... Il panorama è bellocon alti monti che ci accerchiano, ma la cosa che adoro è quella serpentina con un cambio di direzione ogni 100m, un tratto col vento a favore, uno col vento in faccia. A 200m dal passo ci aspetta l' ammiraglia, gli altri 2 si fermano mentre io invece salgo sino al passo per poi scendere di nuovo alla macchina.
Belin se fa freddo! Sono indeciso su come affrontare la discesa, mentre arrivano gli altri mi vesto con impermeabile e mini-manicotti, poi ritorno al passo a godermi gli 8° di temperatura mentre mangio qualcosa. L' ammiraglia sale, io sto tremando e sapendo di soffrire terribilmente il freddo alle mani attuo una soluzione poco ortodossa ma efficace: guantini in lattice del tipo odontoiatrico, il compromesso ideale tra volume ed efficacia. Alcuni hanno troppo freddo e scendono subito, noi altri partiamo a scaglioni lungo la veloce discesa accompagnati da delle folate veramente forti e pericolose, rallento diverse volte quando vengo spostato dall' aria contraria che mi soffia in faccia e mi sposta di peso. Per fortuna la discesa dura meno del previsto e poco dopo siamo al bivio del Furka in attesa che arrivino tutti.

FURKA

Partiamo a gruppetti lasciando il materiale in ammiraglia, ora abbiamo il vento a favore così forte che nei successivi km di pianura andiamo tranquillamente a 35kmh. Siamo lungo una vallata alpina, non capisco che senso abbia quella ferrovia che scorre a lato e che entra nelle viscere delle terra, ma ne rimango affascinato. Stavolta sono nel secondo gruppetto, l' ideale per fare le fotografie, ma inizio la salita a mezzogiorno esatto ed allora decido di onorare la più facile delle 3 ascese prendendola a ritmo brillante, per vedere quanto ci impiego. Non sono a ritmo gara, però continuo costante raggiungendo altri 2 lungo i tornanti iniziali che danno su Realp, continuando poi su pendenze sempre uguali (7-8%) e sorpassando diversi eroi che stanno salendo con city-bike modificate per portare almeno 15kg di bagagli. Chi è più forte, chi sale a 1100mh di VAM, o chi riesce a salire in quelle condizioni? Faccio loro un cenno di meritata stima, e continuo a salire a buona velocità supportato anche dal vento sulle spalle. La vegetazione sparisce in fretta, la visuale si amplia e si intravede il resto della salita, un lunghissimo drittone a mezzacosta che non sembra però duro. Il traffico purtroppo è molesto, auto moto e autobus continuano ad incrociarsi su questa strada che non è nemmeno tanto larga. Devo dire che fortunatamente qui la gente guida con più criterio rispetto all' Italia, dove invece si affrontano pazzi spericolati e persone che la patente la trovano nelle uova di Pasqua.
All' inizio del drittone raggiungo la testa del gruppo che se la sta prendendo comoda e non lesina 4 parole, io però voglio rispettare il mito del Furka e li abbandono pedalando da solo su pendenze troppo facili per i miei gusti. Pedalo e pedalo, tra le nuvole basse spazzate via furiosamente si intravedono le alte guglie Alpine e dei cumuli di neve che pian piano si stanno sciogliendo, ma l' unica cosa che non si vede è il passo... Finalmente arrivano 2 tornanti ed il passo, con la santa ammiraglia ad attenderci! 48 minuti circa per 900m di dislivello, 1120mh di VAM, ottima considerata la quota e che arriva dopo un km di dislivello! Gli altri mi seguono di poco, fa freddo anche qui e ci copriamo in fretta, io mi asciugo pure perchè sono sudato nonostante sia salito in maglietta. Mangio qualcosa di più abbondante e riciclo il sacchetto della banana come cestino rifiuti per tutti, tranne che per una persona in particolare che ha scambiato i tornanti del Furka per una discarica.
Anche qui i guanti da chirurgo fanno bene il loro mestiere, fa leggermente più caldo che sul Gottardo, ma stiamo parlando di una temperatura di 10° circa. La discesa è qualcosa di impressionante, dalla visuale sui tornanti del Grimselpass a quella intravista sul ghiacciaio dell' Atlesh. Tento qualche foto epica ma io non sono Emiliano e non mi riesce nulla di bello, peccato perchè la strada lotta contro la natura appoggiando alcuni suoi tornanti addirittura su dei pilastri, mentre la ferrovia di prima sbuca fuori dai monti per incrociarci ormai giunti a valle. Discesa molto bella, con ampi tornanti ed un vento non troppo fastidioso. Ci fermiamo a Gletsh per mangiare, alcuni sono li già da un pezzo, un altro gruppo si siede ad un tavolo con succulenti dolci. Io riempio la borraccia in bagno (dal lavandino!), poco dopo il primo gruppo parte mentre noi stiamo ancora mangiando, in questo caso paghiamo lo scotto di essere in tanti e non troppo organizzati. Partiamo anche noi nell' ultimo tratto di discesa, un pezzo dritto col vento a favore che lancia me e Massimo verso gli 80, quando veniamo disturbati da refoli laterali e rallentiamo per sicurezza. Continuiamo noi 2 insieme senza forzare, ma con una bora simile i 40 li facciamo senza pedalare. Addirittura il vento è così forte che riusciamo a ripartire senza fare forza sui pedali. Gli altri ci raggiungono ad Ulrichen, subito dopo vediamo il bivio per il Nufenen ed Airolo, ma ci rendiamo conto che manca qualcuno che si è spaventato da 2 colpi di clacson in una galleria di 1km, che era pure permessa alle bici.

NUFENEN

Ci siamo tutti, almeno così sembra, gli altri non ci hanno aspettato ma li capisco, sono un po stizzito poichè nemmeno l' ammiraglia è al bivio, ma non ho problemi a mettere il kway in tasca e salire. Questa salita sembra meno trafficata delle altre, ma non si parla comunque di immersione nella natura, uno stradone a 2 corsie serpeggia tra rocce e boschi per prendere velocemente quota. Anche in questo caso proseguo in solitudine per quella che è la più dura salita di giornata, 1100m di dislivello in 13km, 8,5% medio! Con alcuni tratti piani pure! E col vento forte contro che li fa sembrare salita! Entro in una lunga valletta circondata da monti imponenti e ghiacciai, e anche da enormi tralicci elettrici che distruggono la purezza di queste zone. Lassù c'è una diga, la cima è veramente lontana, ma comincio a preoccuparmi quando su quella che mi sembra una strada non vedo mai passare nessuno. E mi preoccupo ancor di più quando intuisco che la serpentina che sto per iniziare non porta al lago, ma in qualche posto ancor più alto. Fa freddo, ad Ulrichen un termometro segnava 16° ed io sono ben più in alto con la sola maglietta, ma per uno nato nell' inverno '85 questo non rappresenta un problema! Ormai la fatica si fa sentire, sono le 15:30 ed è praticamente un ora che sto pedalando in salita, quindi ad una curva con una buona visuale ne approfitto per una pausa fotografica. Folate contrarie rompono le scatole, quando vedo una strada a destra che spiana sono contento, quando capisco che è sterrata mi prende lo sconforto, ma quand'è che finisce? Ore 15:40, sto ancora salendo, non sono piantato ma ormai ho bisogno di riposo, quindi un paio di fotografie sono un' ottima scusa per un minuto di tranquillità. Curvo a destra e lo vedo, il passoooo! Nufenen! Era ora! Sono talmente fuso che mi ricordo solo adesso che sono partito alle 14:40, quindi escludendo le pause ci ho impiegato 64 minuti, sarei voluto rimanere sotto l' ora ma fa niente.
Gli altri mi raggiungono pochi minuti dopo, Vittorio ci offre un ottimo panettone al cioccolato, che io divoro pensando di essere tra gli ultimi. Marco, Massimo ed Andrea partono subito in discesa per sfuggire al vento freddo che soffia imperterrito da 2 giorni, io e Fabio (Tangy) ne approfittiamo per qualche foto al cartello. A Vittorio arriva un messaggio inquietante: 15:35, iniziamo ora la salita. Il gruppo di Tiziano è andato dritto al bivio di Ulrichen, allungando di 22km di cui 11 col vento in faccia. Io non sapevo nemmeno di avere gente dietro, certo che se ci fossimo aspettati al bivio, almeno a gruppetti, questi problemi non ci sarebbero stati, la gstione di un gruppo numeroso è un fattore da rivedere nei prossimi giri.
Purtroppo anche la strada del Nufenen è stata scambiata per una discarica dalla stessa persona, Vittorio lo ha visto abbandonare con disinvoltura una busta di enervit (che io stesso ho visto al km 5 di salita), ma nonostante essersi liberato del peso non è stato in grado di concludere la salita senza fermarsi!
La discesa verso Airolo è deludente, a parte le immancabili folate che mi sballottano (non immagino che fatica hanno fatto coloro con le ruote ad alto profilo), ogni 20m c'è una piega sull' asfalto che mi fa sobbalzare, ed il bello che sono li apposta (per salire con la neve forse?). Grossomodo scendo con Tangy, alla fine del tratto ripido guardo il telato e noto una grossa mancanza, la borraccia mi è volata via in uno di quei dossetti e chissà dov'è finita. Fabio non l'ha vista e tornare indietro a cercarla è fuori discussione, è tardi per farsi 1000m extra di dislivello senza la certezza di rintracciarla.
Il vento gira e ci spinge forte ad Airolo, quando arrivo Marco si è già cambiato, Andrea lo sta facendo, io uso i miei soliti guanti da chirurgo per smontare la bici senza sporcarmi le mani, poi approfitto della gentilezza dell' albergo per cambiarmi. Un' ora dopo arrivano tutti, ci troviamo al parcheggio della funivia per riprendere gli zaini, approfittare della crostata di Vittorio e per rimborsare la benzina dell' ammiraglia, prima di scappare a casa.

Giro dalla bellezza incomparabile, difficile ma fattibile da chi è allenato, l' organizzazione è da migliorare ma quando si è 22 persone che non si conoscono e dal livello eterogeneo i problemi ci sono, alla fine è andato tutto abbastanza bene. Un ringraziamento particolare a Vittorio e a suo cugino!