Il ciclismo professionistico è peggio che andare in guerra

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Black Mamba 24

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Il tasso di mortalità annuo dei ciclisti world tour è paragonabile a quello dei soldati americani nella guerra in Iraq, ossia il conflitto più sanguinoso dalla fine della guerra fredda.
commento fuori luogo... se era ironico non è il momento secondo me di fare humur nero...c'è tempo per tutto io ritengo che si possa ironizzare su tutto, ma in certi momenti bisogna sola fermarsi riflettere prima di dire/scrivere qualcosa, che per altro non è obbligatorio.
 

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E che razzo c'entra con la scomparsa di Gino Mader?
secondo me voleva sottolineare la pericolosità del ciclismo, e della scarsa o poca attenzione alle norme di sicurezza da parte di chi organizza gli eventi...

te la riscrivo io: il ciclismo è un lavoro duro durissimo, pericoloso...anche fare il muratore sotto il sole tutto il gg sali e scendi dai ponteggi lo è e le norme di sicurezza vengono (più o meno) rispettate il giusto... si guarda solo al profitto e, nel caso dei ciclisti a spettacolarizzare una corsa ,anche minore, il più possibile (Remco docet), nel caso di operai edili solo a fare più in fretta perchè il capo deve andare in giro col megasuv a farsi bello
 

martin_galante

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commento fuori luogo... se era ironico non è il momento secondo me di fare humur nero...c'è tempo per tutto io ritengo che si possa ironizzare su tutto, ma in certi momenti bisogna sola fermarsi riflettere prima di dire/scrivere qualcosa, che per altro non è obbligatorio.
Ma quale ironico? È un dato reale che voleva sottolineare con un dato oggettivo quali rischi corrano i ciclisti pro, dei ragazzi di 20 anni. Per chiunque segua il ciclismo professionistico, per chiunque pedali, è molto doloroso vedere scomparire un corridore così. Ma se non contestualizziamo con dati oggettivi, non capiamo se sia una fatalità o se sia un problema ricorrente.

Se avessi scritto che la mortalità annua nel wt dovuta ad incidenti in bici è del 2 per mille, nessuno ci avrebbe fatto caso perché i numeri sono difficili da interpretare. Se invece lo comparo con la mortalità annua di un esercito nella più grande guerra del XXI secolo, forse si. Se evidentemente la cosa vi sorprende al punto da pensare che fosse una trollata, allora vuol dire che ho fatto un buon esempio. Perché non è una trollata, è la realtà.
 

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Ma quale ironico? È un dato reale che voleva sottolineare con un dato oggettivo quali rischi corrano i ciclisti pro, dei ragazzi di 20 anni. Per chiunque segua il ciclismo professionistico, per chiunque pedali, è molto doloroso vedere scomparire un corridore così. Ma se non contestualizziamo con dati oggettivi, non capiamo se sia una fatalità o se sia un problema ricorrente.

Se avessi scritto che la mortalità annua nel wt dovuta ad incidenti in bici è del 2 per mille, nessuno ci avrebbe fatto caso perché i numeri sono difficili da interpretare. Se invece lo comparo con la mortalità annua di un esercito nella più grande guerra del XXI secolo, forse si. Se evidentemente la cosa vi sorprende al punto da pensare che fosse una trollata, allora vuol dire che ho fatto un buon esempio. Perché non è una trollata, è la realtà.
non lo metto in discussione e avevo colto... solo che a mio avviso potevi farne a meno tutto qua.
 
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marco

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Il tasso di mortalità annuo dei ciclisti world tour è paragonabile a quello dei soldati americani nella guerra in Iraq, ossia il conflitto più sanguinoso dalla fine della guerra fredda.
1. Il conflitto più sanguinoso dal 1989 ad oggi è quello iniziato in Ucraina dalla Russia e tuttora purtroppo in corso.
2. Una guerra non è certo paragonabile ad uno sport.
 

martin_galante

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1. Il conflitto più sanguinoso dal 1989 ad oggi è quello iniziato in Ucraina dalla Russia e tuttora purtroppo in corso.
2. Una guerra non è certo paragonabile ad uno sport.
1. Neanche lontanamente se per sanguinoso si intende il totale delle vittime.

2. Appunto, a me non sembra normale che il rischio di morire facendo il ciclista sia quasi uguale a quello di fare il soldato al fronte (e molto più alto di quello di fare il soldato).
 

marco

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1. Neanche lontanamente se per sanguinoso si intende il totale delle vittime.

2. Appunto, a me non sembra normale che il rischio di morire facendo il ciclista sia quasi uguale a quello di fare il soldato al fronte (e molto più alto di quello di fare il soldato).
Si va beh, la guerra in Ucraina è colpa della NATO , i vaccini non servono e Trump è un genio
 
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Si va beh, la guerra in Ucraina è colpa della NATO , i vaccini non servono e Trump è un genio
E col 12-25 vai ovunque......scherzi a parte...hai ragione, certe "uscite" in un momento di cordoglio come questo sono fuori luogo.....suggerisco a @martin_galante di aprire una discussione in cui trattare l'argomento.
 

martin_galante

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Si va beh, la guerra in Ucraina è colpa della NATO , i vaccini non servono e Trump è un genio
Non so come tu ti permetta di rivolgerti così ad un persona che non conosci.
Come ho già scritto su questo forum sono stato signatario di una lettera aperta contro la guerra, mentre mi trovavo in Russia. Ho dovuto cambiare lavoro per via della situazione, ed ho pure ricevuto un riconoscimento (in denaro) dallo stato italiano legato a tali faccende. ma tanto su internet basta spalare fango a caso che alla peggio si cambia nickname.


Per il resto basta prendere dei numeri. Le stime statistiche delle università americane mettono i civili morti in Iraq tra i 600.000 ed il 1600000. I dati del governo ucraino sui civili dei due lati sono tra i 9000 ed i 16000 civili. I militari caduti in Ucraina sono difficili da stimare specie a guerra in corso, ma di certo molto, molto lontani da 600.000 altrimenti le linee sarebbe vuote da un pezzo. A volte la guerra in iraq è spezzata in tre o quattro fasi nella letteratura internazionale (inglese), ma non in Italia. Se prendi i dati relativi ad alcune fasi (per esempio l'invasione ossia i prime due mesi), potresti stare sotto i numeri in Ucraina. Ma di certo non è a questo che ci si riferisce in italiano con guerra in Iraq.

Comunque non mi pare proprio qui il luogo dover parlarne buone pedalate
 

marco

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Non so come tu ti permetta di rivolgerti così ad un persona che non conosci.
Come ho già scritto su questo forum sono stato signatario di una lettera aperta contro la guerra, mentre mi trovavo in Russia. Ho dovuto cambiare lavoro per via della situazione, ed ho pure ricevuto un riconoscimento (in denaro) dallo stato italiano legato a tali faccende. ma tanto su internet basta spalare fango a caso che alla peggio si cambia nickname.


Per il resto basta prendere dei numeri. Le stime statistiche delle università americane mettono i civili morti in Iraq tra i 600.000 ed il 1600000. I dati del governo ucraino sui civili dei due lati sono tra i 9000 ed i 16000 civili. I militari caduti in Ucraina sono difficili da stimare specie a guerra in corso, ma di certo molto, molto lontani da 600.000 altrimenti le linee sarebbe vuote da un pezzo. A volte la guerra in iraq è spezzata in tre o quattro fasi nella letteratura internazionale (inglese), ma non in Italia. Se prendi i dati relativi ad alcune fasi (per esempio l'invasione ossia i prime due mesi), potresti stare sotto i numeri in Ucraina. Ma di certo non è a questo che ci si riferisce in italiano con guerra in Iraq.

Comunque non mi pare proprio qui il luogo dover parlarne buone pedalate
Ma come ti permetti tu di scrivere certe fesserie parlando di uno che è morto facendo una gara in bici IERI.
 
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bicilook

Ammiraglia
15 Giugno 2008
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1. Neanche lontanamente se per sanguinoso si intende il totale delle vittime.

2. Appunto, a me non sembra normale che il rischio di morire facendo il ciclista sia quasi uguale a quello di fare il soldato al fronte (e molto più alto di quello di fare il soldato).
E quindi hai scritto la più grande ca..ata che potevi scrivere in un thread di condoglianze a un ciclista deceduto in gara.
Io la chiuderei qui questa discussione sterile,inutile e anche di cattivo gusto nel contesto in cui è uscita fuori.
 

Rick_86

Pedivella
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É vero che ci sono stati conflitti che hanno causato piú morti di Irak e Ucraina, anche se non sono state guerre classiche tra stati. Un triste esempio, purtroppo, il genocidio in Rwanda.
 
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