Il futuro del Vigorelli

Unto dal Pignone

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Comunque ormai è tutto inutile, ed è un po' colpa anche dei ciclisti, che forse hanno più passione per l'auto che per la bici...

Fonte: http://www.facebook.com/groups/187424021290659/514963578536700/?notif_t=group_comment_reply

Abbiamo saputo ieri sera che è già avvenuta la decisione su quali progetti per il bando inerente la riqualificazione del Vigorelli sono passati alla seconda fase. Decisione presa da una commissione ( http://www.concorsovigorelli.it/index.php/it/info/giuria ) in cui non era presente nessun tecnico o esperto di ciclismo o strutture ciclistiche.
Le nostre fonti ci dicono che il requisito principale per essere promossi alla seconda fase sia stata la cancellazione della pista e la bocciatura dell'idea di un eventuale copertura nonostante ci fossero progetti che dimostrassero la possibilità per tutte e due le cose.
Oggi abbiamo saputo che la comunicazione ufficiale dovrebbe uscire oggi pomeriggio.
Questa al momento è l'immagine di serietà e trasparenza che questo assessorato da di sè, questo al momento è tutto l'impegno e la disponibilità verso le istanze del ciclismo, delle prospettive dello stesso e della storia di un monumento sportivo, cittadino e storico.
Vedremo se i fatti smentiranno il tutto, o se la delusione per un'eventuale conferma chiarirà in maniera del tutto inequivocabile come tale bando sia stato ben lontano dalla definizione che l'Assessora Bisconti gli aveva dato: "limpido e ben fatto".
I Maya non son riusciti a prevedere la fine del mondo ma il nostro gruppo potrebbe esser riuscito a prevedere la fine del Vigorelli nonostante le tante finte rassicurazioni che da parte del Comune sono arrivate più volte.
C'è dello sconforto....

p.s.:
In queste ore stanno chiamando i partecipanti al progetto, a breve invieranno le mail ufficiali, poi verrà data la comunicazione ufficiale.
 

Ser pecora

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i velodromi c'erano, oggi è composta prevalentemente da stradisti e cicloturisti perchè a Milano un velodromo non c'è più: ovvio che tali numeri non rientrino nelle statistiche sul "seguito della pista", ma è nato prima l'uovo o la gallina?!...

Il tuo è uno sfogo comprensibile da appassionato, ma le motivazioni che adduci sono le stesse che potrebbe portare qualunque appassionato di sport minori o di nicchia.

Che poi la pista potrebbe "tirarsi su" con investimenti etc.. è palese, ma vale anche per il biliardo o il judo.
 

Unto dal Pignone

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Ecco, poi magari il ciclismo su pista (soprattutto in Italia) ha una storia non solo sportiva ma anche sociale (mai visto il film "la Baraonda"?!...) che biliardo e judo non hanno e che meriterebbe adeguato rispetto e considerazione. Al netto del fatto che dubito che se il Vigorelli fosse trasformato in una sala biliardo o in un tatami (cosa che peraltro è possibile fare in qualsiasi cantina, il velodromo no e visto che c'è già...) farebbe le centinaia di praticanti dei velodromi (o i 10.000 spettatori a sera della vecchia 6 Giorni di Milano).
Parallelo del tutto fuoriluogo, con tutto il rispetto, dopodichè ognuno ha diritto a dire "la pista non mi piace e del Vigorelli non me ne frega niente" (ma allora mi stupirebbe l'apertura di questo post) ma insomma non esageriamo con le provocazioni dialettiche che poi van sostenute coi fatti. E i fatti dicono che il bacino d'utenza potenziale per il Vigorelli ci sarebbe eccome (altro che "un manipolo di appassionati"), poi è chiaro che se "il Vigorelli è sempre rimasto estraneo nella pratica alla vita sportiva dei milanesi" è perchè il Vigorelli ad un certo punto non è più stato restituito ai milanesi...

p.s.: personalmente sono appassionato di un sacco di sport, tra cui ad esempio il rugby che se a Milano non ha mai veramente sfondato (nonostante la squadra più scudettata d'Italia etc., etc...) non è certo per mancanza di strutture. E al di là della passione sinceramente rispetto qualsiasi disciplina sportiva, tanto da avere in odio espressioni per me offensive come "sport minori".
E' evidente che finchè si parla di "sport di nicchia" per quanto riguarda la pista non si ha ben presente di cosa si parla ma non starò a rivangare la storia di gente come Coppi, Merckx (ma anche Gimondi, che ha raccontato più volte di come ha battuto Martens in una volata grazie all'apprendimento in pista svolto in tarda carriera...), Saronni, Bontempi, Wiggins, Cavendish, etc... Mi limito solo a dire che tutte le volte che ho portato in pista un amico ciclista non-pistard non ne ho mai trovato uno che mi dicesse che non gli piacesse e non volesse riprovarlo (senza contare tutti quelli che han detto "se l'avessi vicino casa ci passerei l'intero inverno" o che poi han voluto addirittura farsi la bici da pista...).
 
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Ser pecora

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insomma non esageriamo con le provocazioni dialettiche che poi van sostenute coi fatti. E i fatti dicono che il bacino d'utenza potenziale per il Vigorelli ci sarebbe eccome

Io non faccio nessuna provocazione dialettica, ma guardo proprio ai fatti.
Sport "minore" non è un insulto, è un fatto che lo siano alcuni per rapporto ad altri.

Che poi chi non si dica assolutamente a favore della rinascita del Vigorelli debba essere tacciato come l'ignorante che non sa di Maspes &c.. fa un po' ridere onestamente.

I fatti parlano di uno sport in cui pochi vogliono investire. Il resto vien da se come conseguenza.

Che poi se ci fossero gli investimenti e la voglia di promozione la pista potrebbe tornare ad altri livelli è un altro discorso. Ma vale anche per altri sport minori per l'appunto.
E personalmente credo ci sarebbero altri modi di promuovere la pista in Italia.

ps
il biliardo ce l'ha eccome una storia sociale (e non sto scherzando), basti ricordare le mille sale che c'erano proprio a Milano sostituite da quelle coi videopoker ed i gratta e vinci che ti cascano in testa.
A proposito, mai visto il film "Io, Chiara e lo Scuro?"
 

Unto dal Pignone

Novellino
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Colnago Pista
"Sport minore" è un insulto eccome perchè dà un'accezione dispregiativa alla disciplina stessa (diverso dire "sport di nicchia", posto che qualunque sport diventa di nicchia se spariscono le strutture...), dell'ignorante non mi pare di averlo dato a nessuno, nemmeno a chi ha parlato di "manipoli di appassionati" (traduzione: 4 sfigati che rompono le scatole per una cosa che interessa solo a loro...).
Un conto è dire che (in Italia) nessuno vuole investire nella pista (vero, è ciò che denunciamo da anni, sarebbe anche carino esaminare i motivi, ma non apriamo biciclettopoli per il momento...) per quanto gli investimenti siano solo uno dei tanti aspetti del discorso (su cui quindi eviterei di incancrenire la discussione), un conto è dire che del Vigorelli riaperto non fregherebbe a nessuno: scegliamo quali sono i "fatti" che stiamo esaminando, altrimenti è il gioco delle tre carte.
Conosco sia il film che il movimento del biliardo (firmerei per ripristinare le vecchie sale al posto dei videopoker...), resta un esempio fuoriluogo: non stiamo parlando di aprire un nuovo velodromo o destinare fondi generici ad esso, stiamo parlando di un velodromo che ha una storia, che c'è già, e che ha dei fondi ad esso esclusivamente destinati e per questo appositamente stanziati (e che quindi non verrebbero scippati a biliardo o judo nè a scuole o strade...).

Con ordine:
- è stato scritto "un manipolo di appassionati" e l'ho smentito, posso anche aggiungere che sono state fatte più volte raccolte firme che hanno raccolto migliaia di adesioni di cui la gran parte di praticanti ciclisti che al momento della firma si sono detti interessati alla fruizione della pista in caso di riapertura.
- è stato scritto "una ventina di praticanti" e l'ho smentito, solo i milanesi abbastanza "pazzi" che hanno la possibilità di perdere mezza giornata e la voglia di farsi tre ore di autostrada sono tra i 40 e i 50, si può facilmente immaginare come condizioni di fruizione più "favorevole" vedrebbero aumentare tali numeri in maniera esponenziale.
- è stato detto che già Montichiari va così e così e la maggior parte arriva da Milano, ed ho smentito anche questo: vedi i poco meno di 50 di cui sopra. Il resto sono praticanti più "locali" (non solo pistard) che formano il numero di centinaia di amatori che praticano la struttura (nonostante una gestione sempre più discutibile...), al netto dei 300 e passa della scuola giovani.
- è stato scritto che il Vigorelli interesserebbe solo pochi appassionati del settore e l'ho smentito citando nomi (non di certo Maspes, che era appunto uno specialista...) che dimostrano ciò che solo gli italiani paiono aver dimenticato e cioè che la pista è sempre stato un straordinario vivaio di talenti anche per il ciclismo su strada soprattutto in determinate categorie tecniche come cronoman o velocisti le cui skills in pista vengono particolarmente sollecitate e sviluppate (vogliamo analizzare la differenza tra l'attuale situazione della nazionale italiana strada e quella inglese, tanto per citare un esempio?!).

Ora, sommando le smentite che ho apportato ad altri elementi su cui per il momento ho sorvolato (l'indotto generato nelle città sedi della coppa del mondo e 6 Giorni, il crescente numero di simpatizzanti provenienti dalla moda dello scatto fisso che ha portato centinaia di ragazzi ad avvicinarsi alla disciplina e che all'estero vengono convogliati nel settore pista mentre in Italia si sfidano in gare clandestine per strada, i test di materiali che vengono effettuati nei velodromi anche se riguardano materiale strada come le bici da crono ad esempio, etc...), non so cos'altro aggiungere per dimostrare che una riapertura del velodromo milanese sarebbe una grandissima risorsa (sia sportiva che economica) per la città (che sta morendo di inedia...), i cittadini (vedi discorso indotto...), i ciclisti (tutti, non solo i pistard...), il movimento del ciclismo (chi sono i Cavendish e i Wiggins italiani, di grazia?!), etc.
Ripeto ed insisto: che a qualcuno non piaccia la pista è legittimo, che a qualcuno non freghi nulla del Vigorelli è un pochino più discutibile ma di certo non è reato, a patto però che nessuno pretenda di attribuire medesima posizione all'intera provincia venendo a dire che restituire il Vigorelli al ciclismo non ha senso perchè non verrebbe sfruttato. Tale asserzione non è accettabile poichè semplicemente falsa, quindi chi la propone o è innocentemente disinformato (legittimo, non tutti sono tenuti ad analizzare dati che sfuggono spesso pure agli addetti ai lavori...) o è disonestamente in malafede (come alcuni dirigenti federali...).
Io non posso sapere chi c'è dall'altra parte del computer, quindi nel primo caso sono pronto a proseguire civilmente la discussione e a fornire dati ed info che dimostrino le mie asserzioni e smentiscano quelle contrarie, nel secondo caso non posso far niente e preferisco non scatenare flame o occupare indebitamente spazio altrui.

Cordialità.
 
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cauz.

Novellino
7 Novembre 2012
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autocostruita
oggi si è chiuso il concorso per il restauro del vigorelli. per l'occasione, il comitato che si batte per il ritorno del ciclismo al vigo ha inviato una lettera aperta a sindaco ed assessora di competenza.


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Gentile Sindaco Pisapia, Gentile Assessora Bisconti,

Vi scriviamo a nome del comitato spontaneo "Rivogliamo il Vigorelli", che già avete avuto modo di conoscere e che da anni si batte in difesa di questo meraviglioso Velodromo, conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Lo facciamo ora poichè alle 12 di quest'oggi si è chiusa la seconda fase del concorso di progettazione riguardante il Velodromo Maspes-Vigorelli, con la consegna degli elaborati definitivi dei 10 progetti di restauro pre-selezionati, lasciando l'ultima parola in mano al Comune di Milano e alla relativa commissione giudicante.

Crediamo che quest'ultima fase del concorso rappresenti il banco di prova più importante per dimostrare quanto questa città e questa amministrazione comunale abbiano a cuore il suo Velodromo e i ciclisti tutti. Ci auguriamo dunque che il 2013 possa segnare davvero l'avvio di un percorso per riportare il ciclismo su pista a Milano, nella sua sede storica.

Il ciclismo, sia agonistico che urbano, vive in tutto il mondo un grande successo, ancor più sorprendente se comparato agli scandali che hanno minacciato questo sport negli ultimi 20 anni. Una vitalità dimostrata anche dal successo del Velodromo di Montichiari (BS), utilizzato a tutti i livelli: dal settore giovanile al settore agonistico, ma anche frequente meta di allenamento per i cicloamatori (pistard e stradisti) fra cui possiamo distinguere parecchi appassionati milanesi, disposti a sobbarcarsi 3 ore di automobile pur di correre in pista. Stessa tendenza, anche se in misura più ridotta, per le piste di Fiorenzuola (PC) e San Francesco al Campo (TO), solo per citare gli esempi più noti e vicini a Milano. Le ultime Olimpiadi di Londra hanno mostrato l'immagine di un ciclismo popolare e coinvolgente, trascinato dalle sue star su strada ma soprattutto su pista, con un Velodromo sempre pieno ed entusiasta.

Riaprire il Vigorelli in quanto Velodromo significherebbe rimettere Milano al centro della grande scena internazionale, come è stato per oltre mezzo secolo, con Coppi, Maspes, Gaiardoni e tutti i grandi pistard che hanno pedalato sul suo magico anello. In più, il Vigorelli potrebbe diventare un punto di riferimento per l'uso della bici in città, la "Casa del ciclismo milanese", ospitando palestre, negozi, associazioni, bar, spazi dedicati all'uso delle due ruote. Questo non vuol dire che anche altre attività sportive o legate al tempo libero (qui si tenne nel 1965 l'unico concerto dei Beatles in Italia) non possano coesistere in un progetto di valorizzazione dell'impianto. Tuttavia, noi crediamo che, per poter rinascere, il Vigorelli debba in primo luogo tornare ad essere un Velodromo, aperto alle competizioni e all'uso amatoriale, come dimostrano i molti casi delle piste europee "cittadine", ma soprattutto aperto al settore giovanile: siamo fortemente convinti che il Vigorelli ripristinato a Velodromo sia la migliore soluzione per consentire ai ragazzi di Milano di praticare a livello sportivo il Ciclismo, quello con la C maiuscola. Da questo punto di vista l'hinterland è molto più fortunato della città potendo disporre di molte più attrezzature per la pratica dei vari sport, ciclismo escluso, almeno per ora. A tal proposito, abbiamo sentito voci, anche autorevoli, in disaccordo con questa nostra ferma convinzione, e ci chiediamo: perché?? Perché quello che funziona altrove non può funzionare a Milano? Segnali che confermino la nostra opinione li possiamo cogliere un po' ovunque.

Questa lettera aperta fa seguito alla comunicazione che già abbiamo inviato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici chiedendo che sia salvaguardata la funzione di Velodromo come aspetto fondamentale di tutela della memoria storica del Vigorelli. Prima che abbia inizio l'iter di valutazione dei progetti definitivi, torniamo a chiedere all'Amministrazione Comunale che:
- sia privilegiato l'obiettivo del mantenimento della pista, nella sua configurazione attuale o adattata ai nuovi standard delle competizioni internazionali;
- sia operata un'adeguata selezione della giuria.

Riteniamo infatti necessario che la giuria chiamata a valutare i progetti di restauro di un Velodromo storico come il Vigorelli, vero e proprio monumento del Ciclismo, debba necessariamente includere una o più figure provenienti da questo mondo, a tutela della storia del Vigorelli e a garanzia di un suo utilizzo futuro.
Vi ringraziamo fin da ora per ogni sforzo che opererete nella direzione qui da noi auspicata, nel frattempo continueremo ad impegnarci in una campagna di comunicazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica milanese, che non potrà che contribuire a far apprezzare ancor più le decisioni prese dal Comune di Milano e dalla commissione del concorso Vigorelli, sempre che il ciclismo milanese non venga penalizzato da una decisione presa in direzione diversa.

Il Vigorelli è un monumento della storia del Ciclismo e della società milanese, potrà tornare a recitare un ruolo importante nella città contemporanea solo tornando a essere la Casa del Ciclismo, non un'anonima struttura senz'anima.


Comitato "Rivogliamo il Vigorelli"