Innanzi tutto non mi devo allargare : era il percorso Medio della GF del Prosecco.
Domenica mattina appuntamento in piazza con Giampi & Ari e poi via a Valdobbiadene dove ci troviamo col gruppo di Biadene. La cittadina è parata a festa : striscioni, transenne, cartellonistica da gara ciclistica, traffico chiuso, pubblico, altoparlante sul palco, 2400 ciclisti
Facciamo su e giu per il corso prima di entrare in griglia (come riscaldamento : la temperatura è frizzante ), perché la partenza è in salita. Io ho il 1659, gli altri numeri vicini, ma Giampi consiglia di partire in fondo per evitare la ressa. Pronti-via : si sale verso S.Pietro di Barbozza, rampa secca che affrontiamo con calma (la strada è ancora lunga ) e nonostante questo iniziamo gia a superarne molti. S.Stefano e poi giu verso Saccol e Colbertaldo lungo una stradina dalla pendenza normale ma dal fondo mooolto accidentato e, come sospettavo, perdo subito il Dinamico Duo (in pianura e in salita, modestia a parte, vado decisamente bene, ma in discesa sono in gergo ancora un paracarro, ma in fondo essere prudente, se non paga cronometricamente, dal punto di vista della salute sì). Si risale verso Guia e poi Combai e poi giu a freccia verso Miane, Follina piana fino a La Bella e svolta a sinistra per Farro. Per salire non imbocchiamo la strada principale (che sale costante con una pendenza sostenuta ma non esagerata) bensì la via vecchia di Farro.
Sembra di essere al Giro delle Fiandre (lho visto solo in tv, ma in Normandia ci sono stato e anche lì lambiente è simile) : la stradina sale verticalmente (700 mt., p.med. 12%, p.max. 17%) immersa nel bosco, le fronde degli alberi formano una specie di galleria, la strada è asfaltata ma molto grumosa e piena di buche, cè gente a bordo strada che incita (sara così anche in tutti i paesini attraversati e non solo : anche in mezzo alla campagna ). La larghezza consente a fatica il transito parallelo a tre ciclisti e quindi devo fare uno slalom per superare chi va piu piano, chi spinge a mano la bici, chi parte forte e poi si pianta, ecc Così si forma un tappo a 30 mt. dallo scollinamento ( e ora cosa faccio ?) : provo a sganciare, ma i pedali sono in trazione e quindi temo che fermandomi cadro di lato. Vedo un tizio alto e robusto a bordo strada e gli dico :Scusa , gli pianto una mano sulla spalla e, nel momento in cui mi fermo, riesco a sganciare un piede (sono salvo). Si prosegue poi in salita verso Rolle, Zuel di Qua, Zuel di La ancora Rolle (strada molto panoramica) e lunga discesa verso Refrontolo. Risaliamo a S.Pietro di Feletto (e qui si ripete una costante : ad ogni salita supero molti colleghi, meta dei quali Mi ripassa poi nella discesa successiva ), scendiamo a S.Maria di Feletto e dopo un po ci attende il terribile Collalto (Col di Guarda). Il tratto iniziale è veramente duro, ciclisti che arrancano, altri che smontano dalla bici.
In corrispondenza di una cascina, un gruppo di persone incita e fa il tifo; uno urla :Forsa tosi che dopo a curva spiana !. Cosa spianasse non lho capito neanche il giorno dopo : non certo la strada, o almeno non subito Quasi in cima, uno squarcio di sole ci fa ammirare, sullo sfondo delle prealpi, la parete sud, gia innevata, dello Schiara(dolomiti bellunesi). Dopo la discesa molti km. di pianura : si formano dei gruppetti che poi si uniscono in un mega-gruppo (saremo stati in una cinquantina). Ultima salitella (solita scena dello slalom) e arrivo in piazza a Valdobbiadene. Cerco e trovo Giampi & Ari e scopro che erano arrivati da poco : 3h 04 contro 3h 20 (e un tempo ridicolo, ma se non miglioro in discesa ). Ari ha litigato con la bici, mentre Io ho il freno a mano in discesa; a parte questo, corsa quasi parallela.
E stata unesperienza divertente, faticosa ma divertente. Per latmosfera che si respirava, come se si stesse vivendo qualcosa di epico. Evidentemente ho recuperato per quel che riguarda gli zuccheri, ma il livello di endorfine in circolo è ancora alto
Domenica mattina appuntamento in piazza con Giampi & Ari e poi via a Valdobbiadene dove ci troviamo col gruppo di Biadene. La cittadina è parata a festa : striscioni, transenne, cartellonistica da gara ciclistica, traffico chiuso, pubblico, altoparlante sul palco, 2400 ciclisti
Facciamo su e giu per il corso prima di entrare in griglia (come riscaldamento : la temperatura è frizzante ), perché la partenza è in salita. Io ho il 1659, gli altri numeri vicini, ma Giampi consiglia di partire in fondo per evitare la ressa. Pronti-via : si sale verso S.Pietro di Barbozza, rampa secca che affrontiamo con calma (la strada è ancora lunga ) e nonostante questo iniziamo gia a superarne molti. S.Stefano e poi giu verso Saccol e Colbertaldo lungo una stradina dalla pendenza normale ma dal fondo mooolto accidentato e, come sospettavo, perdo subito il Dinamico Duo (in pianura e in salita, modestia a parte, vado decisamente bene, ma in discesa sono in gergo ancora un paracarro, ma in fondo essere prudente, se non paga cronometricamente, dal punto di vista della salute sì). Si risale verso Guia e poi Combai e poi giu a freccia verso Miane, Follina piana fino a La Bella e svolta a sinistra per Farro. Per salire non imbocchiamo la strada principale (che sale costante con una pendenza sostenuta ma non esagerata) bensì la via vecchia di Farro.
Sembra di essere al Giro delle Fiandre (lho visto solo in tv, ma in Normandia ci sono stato e anche lì lambiente è simile) : la stradina sale verticalmente (700 mt., p.med. 12%, p.max. 17%) immersa nel bosco, le fronde degli alberi formano una specie di galleria, la strada è asfaltata ma molto grumosa e piena di buche, cè gente a bordo strada che incita (sara così anche in tutti i paesini attraversati e non solo : anche in mezzo alla campagna ). La larghezza consente a fatica il transito parallelo a tre ciclisti e quindi devo fare uno slalom per superare chi va piu piano, chi spinge a mano la bici, chi parte forte e poi si pianta, ecc Così si forma un tappo a 30 mt. dallo scollinamento ( e ora cosa faccio ?) : provo a sganciare, ma i pedali sono in trazione e quindi temo che fermandomi cadro di lato. Vedo un tizio alto e robusto a bordo strada e gli dico :Scusa , gli pianto una mano sulla spalla e, nel momento in cui mi fermo, riesco a sganciare un piede (sono salvo). Si prosegue poi in salita verso Rolle, Zuel di Qua, Zuel di La ancora Rolle (strada molto panoramica) e lunga discesa verso Refrontolo. Risaliamo a S.Pietro di Feletto (e qui si ripete una costante : ad ogni salita supero molti colleghi, meta dei quali Mi ripassa poi nella discesa successiva ), scendiamo a S.Maria di Feletto e dopo un po ci attende il terribile Collalto (Col di Guarda). Il tratto iniziale è veramente duro, ciclisti che arrancano, altri che smontano dalla bici.
In corrispondenza di una cascina, un gruppo di persone incita e fa il tifo; uno urla :Forsa tosi che dopo a curva spiana !. Cosa spianasse non lho capito neanche il giorno dopo : non certo la strada, o almeno non subito Quasi in cima, uno squarcio di sole ci fa ammirare, sullo sfondo delle prealpi, la parete sud, gia innevata, dello Schiara(dolomiti bellunesi). Dopo la discesa molti km. di pianura : si formano dei gruppetti che poi si uniscono in un mega-gruppo (saremo stati in una cinquantina). Ultima salitella (solita scena dello slalom) e arrivo in piazza a Valdobbiadene. Cerco e trovo Giampi & Ari e scopro che erano arrivati da poco : 3h 04 contro 3h 20 (e un tempo ridicolo, ma se non miglioro in discesa ). Ari ha litigato con la bici, mentre Io ho il freno a mano in discesa; a parte questo, corsa quasi parallela.
E stata unesperienza divertente, faticosa ma divertente. Per latmosfera che si respirava, come se si stesse vivendo qualcosa di epico. Evidentemente ho recuperato per quel che riguarda gli zuccheri, ma il livello di endorfine in circolo è ancora alto