Informandomi e facendo esperienza sui lunghi mi sono convinto che (semplificando il concetto) il mio corpo è un po' come un'auto bi-fuel, con 2 serbatoi di carburante:
- quello dei carboidrati contiene circa 2000 calorie
- quello dei grassi è molto più grande (nell'ottica di una prestazione giornaliera praticamente infinito)
Il motore usa lo switch tra un serbatoio e l'altro. Se vado piano usa più grassi, se aumento ne usa sempre meno e se vado a tutta usa quasi solo carbo. Fino a che il serbatoio dei carbo non finisce; a quel punto passa al serbatoio dei grassi, ma il motore cala di performance.
Quindi se non arrivo nella singola uscita a consumare più di 2000 calorie, il problema non si pone. In genere io considero che se sto dentro i limiti di 100 km per 1000 mt d+ allora non si pone. Più supero questi limiti, più la gestione del reintegro diventa importante.
Noto che tanti ciclisti amatoriali trascurano queste considerazioni perché spesso vanno a fare il giretto di un paio d'ore con gli amici. La prima volta che provano a fare un giro full day ... dopo un po' di ore arriva la crisi.
E questo è perfettamente normale. Se si mangiano solo un paio di
barrette da 100 calorie ...
2000+200=2200 calorie di benzina carbo nel serbatoio
Se si consumano circa 500 calorie/ora ... dopo 4-5 ore il serbatoio è a secco, la potenza cala ... se magari in quel momento parte una bella salitella di qualche km ... la frittata è fatta. E a quel punto è tardi per correre ai rimedi. Se per tornare a casa mancano ancora 100 km ... sono augelli per diabetici.
Non so se funziona esattamente così per tutti; so solo che per me funziona così.
Io mi sono organizzato per gestire questa cosa in bici (bdc,
gravel, mtb) e mi rendo conto che nel triathlon è più complesso. Su questo non posso dare alcun contributo perché non ho esperienza al di fuori della bici. Credo che il problema sia simile, ma la bici offra possibilità più semplici per risolverlo, visto che posso portarmi 2 litri d'acqua+maltodestrine ed una sacca per alimenti.