Svolta nella vicenda giudiziaria scatenata dall'Operacion Puerto. Antonio Serrano - il magistrato madrileno incaricato di portare avanti le indagini iniziate dalla Guarda Civil sul conto dei traffici di doping ascritti principalmente al medico spagnolo Eufemiano Fuentes e ad un suo collega ematologo, Josè Merino Batres - ha iscritto nel registro degli indagati otto persone (Eufemiano e Yolanda Fuentes, Alfredo Cordova, Josè Luis Merino Batres, Manolo Saiz, Vicente Belda, Ignacio Labarta e Alberto Leon) ipotizzando il reato di crimine contro la salute pubblica. La decisione è arrivata in seguito alle analisi, commissionate al laboratorio Cio-Wada di Barcellona, su 8 delle 99 sacche di sangue sequestrate lo scorso maggio in alcune celle frigorifere di Fuentes, al quale era stato confiscato un documento che secondo gli inquirenti collegherebbe le riserve ematiche - contrassegnate in codice - ai nomi di oltre 50 ciclisti.
La vicenda aveva lambito il Giro d'Italia esplodendo alla vigilia del Tour de France con l'esclusione dalla Grande Boucle di 7 ciclisti, tra cui Ivan Basso ed il tedesco Jan Ullrich, entrambi sospettati di rientrare nel gruppo degli atleti coinvolti nelle pratiche illecite di Fuentes. Metodi illeciti che, in base a quanto riferisce oggi El Pais, secondo l'esito delle analisi costituirebbero non solo una violazione dei regolamenti sportivi
ma anche un reato penale. Le sacche di sangue secondo un'informativa della Guardia Civil erano infatti destinate all'autoemotrasfusione, proibita dalle norme antidoping del Comitato Olimpico Internazionale e della Wada, ma secondo Serrano i ciclisti, prima di subire il prelievo, assumevano dosi di eritropoietina per potenziare il ciclo di trattamento del loro sangue.
Il processo dell'autoemotrasfusione prevede un complesso trattamento del sangue, che attraverso un ciclo di centrifuga porta a separare il plasma dai globuli rossi: quest'ultima parte - utile ad alzare il tasso di ematocrito e favorire la resistenza allo sforzo prolungato - viene reiniettata nel sistema cicrolatorio degli atleti, mentre il plasma abitualmente si conserva a basse temperature nel caso in cui sorga la necessità di rendere più fluido il sangue degli atleti dopati. Proprio nel plasma, grazie ai controlli effettuati dal laboratorio catalano, sono state riscontrate tracce di eritropoietina esogena. Un punto chiave, secondo El Pais, che in tribunale permetterebbe di smontare la tesi dei legali di Fuentes.
(fonte tuttobiciwe b)