Pro stagione 2022

never give up!

max_good
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krypton xroad - 0 slr
@Ser pecora
quello che hai scritto è tutto condivisibile (su queste analisi ti leggo sempre volentieri), ma la domanda posta da @pedalone della bassa , se non ho capito male, è un po' diversa...
cioè, se guardo i risultati, il ciclismo giovanile va molto bene , 2 titoli mondiali U23, davanti a ragazzi che, ora, passati pro, stanno facendo fuoco e fiamme, mentre i nostri faticano ad emergere...

condivido il discorso del mondo conservatore...quindi guardo ai metodi di allenamento, fino ad un certo livello vanno anche bene, ma quando c'è da fare il salto di qualità?
e qui torna il discorso del progetto a lungo termine...
 

Ser pecora

Diretur
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dove capita
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@Ser pecora
quello che hai scritto è tutto condivisibile (su queste analisi ti leggo sempre volentieri), ma la domanda posta da @pedalone della bassa , se non ho capito male, è un po' diversa...
cioè, se guardo i risultati, il ciclismo giovanile va molto bene , 2 titoli mondiali U23, davanti a ragazzi che, ora, passati pro, stanno facendo fuoco e fiamme, mentre i nostri faticano ad emergere...

Forse perché mancano appunto strutture adeguate nel fargli fare il passaggio a pro?
Cioé, ad esempio in CH e UK i giovani migliori già dal liceo vengono intruppati in strutture (scuole) adatte a lanciarli nel mondo pro.
Varie squadre WT hanno squadre di "formazione": Jumbo, Groupama, etc.. dove i giovani possono fare stages con quelli delle prime formazioni, etc...e cosi introdursi nel mondo dei pro piu' velocemente.

Ora, io non so perché in Italia vari forti U23 non esplodano subito come in altri paesi, ma personalmente dubito che dipenda da questioni "fisiologiche".

Poi si parla sempre della mancante squadra Wt italiana, ma almeno una cosa tipo la Uno-X non si riesce a farla?

Al netto che la Eolo è un bel progetto secondo me. Con ottimo sponsor e programma a lungo termine ben strutturato.
 

embolo70

Gregario
4 Settembre 2014
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Daccordi Profidea
"Dal 2004 al 2020 in Italia si sono svolte ben 4 edizioni dei Campionati del Mondo su strada, 2 in Spagna e 2 in Austria, 1 in Germania, Svizzera, Australia, Danimarca, Paesi Bassi, Stati Uniti, Qatar, Norvegia e Gran Bretagna. Un grande evento solitamente ha benefiche ricadute sul movimento sportivo del Paese ospitante, pertanto l’Italia dovrebbe rappresentare, ciclisticamente, il riferimento internazionale. Sappiamo bene che non è così. Quello che questi eventi hanno lasciato, prematuro naturalmente valutare Imola 2020, è stata una grande scia di polemiche e soprattutto debiti da ripianare con l’aiuto delle istituzioni con scarsi segnali di ricaduta positiva sul movimento, a cui servirebbe invece la nascita e l’affermazione di formazioni World Tour italiane (solo per fare un esempio). L’attività giovanile soffre sempre più a causa dell’incertezza economica, delle responsabilità e dei sempre più seri problemi legati alla sicurezza. Sacrifichiamo i nostri giovani sull’altare del risultato a tutti i costi senza preoccuparci del loro futuro, forse non è un caso che a livello professionistico i nostri fatichino a trovare una dimensione di alto livello. Nei grandi eventi a tappe non si vedono atleti in grado di ereditare il pesante testimone di Vincenzo Nibali, nelle grandi classiche riusciamo ad alzare la testa a corrente alternata ma siamo lontani dalla costanza di rendimento di un passato recente. Il nostro movimento langue e soffre a tutti i livelli, necessitiamo di una radicale revisione di calendario, dobbiamo trovare il coraggio di uscire da schemi ormai consolidati ma ampiamente superati. Basterebbe guardare, solo per fare un esempio, ai cugini d’Oltralpe: in Francia nello stesso periodo tenuto in considerazione poco fa non si è organizzata nessuna edizioni dei Mondiali, l’ultima infatti risale al 2000 a Plouay.Eppure il movimento Francese negli ultimi 15 anni ha fatto un salto di qualità notevolissimo, organizzativo e di risultati. Sono ben 3 le formazioni con licenza WT, contro nessuna italiana. Proviamo a interrogarci sulle cause, magari spogliandoci dall’arroganza che spesso ci 7 contraddistingue quando a torto ci riteniamo i portatori del verbo ciclistico, indossando invece i panni umili e attenti per provare seriamente a risalire la china."

Stralcio del programma elettorale di Silvio Martinello candidato alla presidenza FCI (documento del 2020)
lascio il link all'intero documento : https://www.federciclismo.it/it/document/silvio-martinello/a9c1eed2-81c8-4a09-9b97-7d55fe3f4547/

L'elezione vide vincitore Cordiano Dagnoni .
 
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lap74

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"Dal 2004 al 2020 in Italia si sono svolte ben 4 edizioni dei Campionati del Mondo su strada, 2 in Spagna e 2 in Austria, 1 in Germania, Svizzera, Australia, Danimarca, Paesi Bassi, Stati Uniti, Qatar, Norvegia e Gran Bretagna. Un grande evento solitamente ha benefiche ricadute sul movimento sportivo del Paese ospitante, pertanto l’Italia dovrebbe rappresentare, ciclisticamente, il riferimento internazionale. Sappiamo bene che non è così. Quello che questi eventi hanno lasciato, prematuro naturalmente valutare Imola 2020, è stata una grande scia di polemiche e soprattutto debiti da ripianare con l’aiuto delle istituzioni con scarsi segnali di ricaduta positiva sul movimento, a cui servirebbe invece la nascita e l’affermazione di formazioni World Tour italiane (solo per fare un esempio). L’attività giovanile soffre sempre più a causa dell’incertezza economica, delle responsabilità e dei sempre più seri problemi legati alla sicurezza. Sacrifichiamo i nostri giovani sull’altare del risultato a tutti i costi senza preoccuparci del loro futuro, forse non è un caso che a livello professionistico i nostri fatichino a trovare una dimensione di alto livello. Nei grandi eventi a tappe non si vedono atleti in grado di ereditare il pesante testimone di Vincenzo Nibali, nelle grandi classiche riusciamo ad alzare la testa a corrente alternata ma siamo lontani dalla costanza di rendimento di un passato recente. Il nostro movimento langue e soffre a tutti i livelli, necessitiamo di una radicale revisione di calendario, dobbiamo trovare il coraggio di uscire da schemi ormai consolidati ma ampiamente superati. Basterebbe guardare, solo per fare un esempio, ai cugini d’Oltralpe: in Francia nello stesso periodo tenuto in considerazione poco fa non si è organizzata nessuna edizioni dei Mondiali, l’ultima infatti risale al 2000 a Plouay.Eppure il movimento Francese negli ultimi 15 anni ha fatto un salto di qualità notevolissimo, organizzativo e di risultati. Sono ben 3 le formazioni con licenza WT, contro nessuna italiana. Proviamo a interrogarci sulle cause, magari spogliandoci dall’arroganza che spesso ci 7 contraddistingue quando a torto ci riteniamo i portatori del verbo ciclistico, indossando invece i panni umili e attenti per provare seriamente a risalire la china."

Stralcio del programma elettorale di Silvio Martinello candidato alla presidenza FCI (documento del 2020)
lascio il link all'intero documento : https://www.federciclismo.it/it/document/silvio-martinello/a9c1eed2-81c8-4a09-9b97-7d55fe3f4547/

L'elezione vide vincitore Cordiano Dagnoni .
Non fa una piega! infatti è da allora che continuo a chiedermi come possa essere stato eletto un carneade al suo posto
Evidentemente di politica me ne intendo poco!
 

robeambro

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Su Philipssen....

Vero, pero' Merlier vince un bel po' di gare. Considerando che non fanno mai classifica generale, e che VdP sebbene sia fortissimo non e' che possa vincere sempre, mi chiedo se abbiano davvero fatto di tutto per trattenerlo, come sprinter secondario era un bel lusso.

Punti 2021

1652883795112.png


Punti 2022

1652883824741.png
 

77bebe77

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Doctor Speck

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bicilook

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Non fa una piega! infatti è da allora che continuo a chiedermi come possa essere stato eletto un carneade al suo posto
Evidentemente di politica me ne intendo poco!
Esatto...la politica ...ma chi lo conosce Cordiano Dagnoni...?da chi è stato voluto ai vertici dell'FCI?...non lo so ma Martinello era l'uomo giusto...infatti in Italia non è stato votato...
 
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dinute

Maglia Gialla
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Esatto...la politica ...ma chi lo conosce Cordiano Dagnoni...?da chi è stato voluto ai vertici dell'FCI?...non lo so ma Martinello era l'uomo giusto...infatti in Italia non è stato votato...
beh no, era il presidente della FCI Lombardia (una delle federazioni regionali più importanti).Tra l'altro ha corso parecchio su pista anche a livello internazionale e mi pare abbia fatto parecchi anni anche il pilota di derny in competizioni internazionali. Anche dal punto di vista "pratico" il ciclismo lo conosce.
Meglio Martinello, o prima di lui la Gimondi? Questo rientra nel campo delle opinioni. Che fosse uno X sbucato dal nulla però non è corretto dirlo.
 
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beh no, era il presidente della FCI Lombardia (una delle federazioni regionali più importanti).Tra l'altro ha corso parecchio su pista anche a livello internazionale e mi pare abbia fatto parecchi anni anche il pilota di derny in competizioni internazionali. Anche dal punto di vista "pratico" il ciclismo lo conosce.
Meglio Martinello, o prima di lui la Gimondi? Questo rientra nel campo delle opinioni. Che fosse uno X sbucato dal nulla però non è corretto dirlo.
Si però non stiamo vedendo nessun cambiamento...a parte il ct della nazionale.
Per cui non si è voluto avere una persona che avesse chiesto investimenti sul ciclismo...è la tipica figura di comodo che fa si che il ciclismo italiano non faccia mai un balzo in avanti sostanzioso.
 

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Si però non stiamo vedendo nessun cambiamento...a parte il ct della nazionale.
Per cui non si è voluto avere una persona che avesse chiesto investimenti sul ciclismo...è la tipica figura di comodo che fa si che il ciclismo italiano non faccia mai un balzo in avanti sostanzioso.
Per fare un balzo in avanti non basta un buon presidente di federazione, serve un progetto ad ampio respiro, che coinvolga ben altro che non la sola FCI.
Chiaro esempio è quanto fatto in UK, con una progettualità su più anni sfociata nelle olimpiadi di Londra in cui è stata fatta incetta di medaglie su pista.
Ma attorno c'era la volontà da parte dello stato di sviluppare la mobilità alternativa in città, basta guardare alla tangenziale per le bici realizzata a Londra, in sopraelevata.
In Italia una progettualità di quel tipo ce la sogniamo, da noi se va bene fanno le ciclabili tracciando una corsia con la vernice al centro della carreggiata per le auto.
 

dinute

Maglia Gialla
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Si però non stiamo vedendo nessun cambiamento...a parte il ct della nazionale.
Per cui non si è voluto avere una persona che avesse chiesto investimenti sul ciclismo...è la tipica figura di comodo che fa si che il ciclismo italiano non faccia mai un balzo in avanti sostanzioso.
non sono d'accordo, nel ciclocross con la guida di Daniele Pontoni c'è stato un evidente cambio di rotta e anche in pista con la nazionale l'attività è aumentata notevolmente. Poi i nodi gravi permangono (a livello giovanile su strada sicuramente) ma il cambio di rotta rispetto a Di Rocco è più che evidente. Ma in generale l'ambiente del ciclismo non spicca per ampiezza di vedute, anzi è un ambiente mediamente fobico per i cambiamenti e provinciale (nell'accezione negativa del termine). E' difficile dire se la spinta innovatrice di Martinello avrebbe potuto avere effetti. E infatti i delegati stessi non l'hanno votato.
Non voglio passare per un Dagnoni's boy, semplicemente un ambiente come quello della federazione è difficile che elegga un presidente troppo diverso dal loro "sentire". Poi lui è ben entrato nel ruolo dell'imprenditore che dona le proprie capacità manageriali alla comunità, non è che mi piaccia, ma è uno schema di comunicazione politica ormai ampiamente diffuso (e apprezzato a quanto pare).
 
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non sono d'accordo, nel ciclocross con la guida di Daniele Pontoni c'è stato un evidente cambio di rotta e anche in pista con la nazionale l'attività è aumentata notevolmente. Poi i nodi gravi permangono (a livello giovanile su strada sicuramente) ma il cambio di rotta rispetto a Di Rocco è più che evidente. Ma in generale l'ambiente del ciclismo non spicca per ampiezza di vedute, anzi è un ambiente mediamente claustrofobico e provinciale (nell'accezione negativa del termine). E' difficile dire se la spinta innovatrice di Martinello non so che effetti avrebbe potuto avere. E infatti i delegati stessi non l'hanno votato.
Si i corridori della pista saranno anche bravi ma se non hanno nemmeno un velodromo dove allenarsi.
Chi non ha votato Martinello saranno quelli che sono su delle poltrone senza sapere se si occupano di ciclismo o di baseball o di cirulla...avranno seguito delle indicazioni politiche e basta.