Rebellin deve restituire la medaglia

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19 novembre - IL CONI VUOLE I DANNI DA REBELLIN

Secco, stringato ma durissimo il comunicato del Coni sugli sviluppi del caso Rebellin e della sua positività al Cera (epo di terza generazione). Il Cio, (Comitato Olimpico Internazionale), nel confermare la positività riscontrata dopo la gara di Pechino 2008 aveva chiesta al Coni di provvedere perchéfosse ritirata la medaglia. Ecco la posizione dell'Ente del Foro Italico.

1 – All’atleta Davide Rebellin è stato richiesto questa mattina di ottemperare senza indugi alle disposizione del Comitato Olimpico Internazionale, restituendo al CONI la medaglia d’argento ed il relativo diploma, assegnatigli in occasione dei Giochi Olimpici di Pechino 2008;

2 – Contestualmente è stato chiesto all’atleta di restituire anche la somma di 75.000 euro, relativa al premio deliberato dalla Giunta Nazionale del CONI e a lui corrisposto tramite la Federazione Ciclistica Italiana;

3 – Nel contempo il CONI ha dato incarico all’avvocato Massimo Ranieri di Roma di avviare un’azione risarcitoria nei confronti dell’atleta per il danno che il suo comportamento ha prodotto all’Italia, al CONI e all’intero movimento sportivo nazionale;

4 – Infine, il Procuratore Nazionale Antidoping, Ettore Torri, che aveva aperto un fascicolo nei confronti dell’atleta sin dalla prima comunicazione della positività da parte del CIO, si sta attivando per quanto di sua competenza.
Dunque per Rebellin si annunciano problemi non solo sul piano disciplinare sportivo. Anche se per bocca dei suoi avvocati non intende restituire l'argento, promette battaglia e si appella al Tas. Segnale di un nuovo più severo indirizzo del massimo ente sportivo italiano. Del resto anche all'interno del movimento ciclistico da tempo circola la convinzione che "chi ha sbagliato" debba pagare. Quella del denaro è forse una delle molle più pressanti nella corsa al doping. Oggi chi viene pizzicato "paga" anche economicamente. Ciò che rende inutile il ricorso all'imbroglio, perché se ti beccano perdi tutto. Un discorso che andrebbe parimenti allargato anche ad altri eventuali "complici": medici, "suiveurs" e praticoni vari, ancora presenti in forza nel mondo dei pedali e spesso indenni da sanzioni. L'atleta è responsabile, secondo il regolamento antidoping, di tutto quello che viene poi individuato nel suo fisico. Ed è giusto che sia punito. Ma dovrebbe essere punito anche chi fa finta di non vedere e magari mette nel contratto la clausola che l'atleta trovato positivo è automaticamente licenziato. Oggi, pochi semplici test di screening permettono di capire se un corridore d'improvviso fa un "salto di qualità" sospetto. A parte il fatto che ci dovrebbe essere una competenza tecnica da parte di chi gestisce l'atleta in grado di far capire quali siano i limiti e gli ambiti della singola prestazione in funzione delle qualità fisiologiche soggettive. Rebellin ha meravigliato tutti nelle scorse stagioni con prestazioni strabilianti. Nessuno si è preoccupato quanto meno di indagare un pò più a fondo. Faceva comodo a tutti (nazionale compresa).
 
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pirata_Sempre

Guest
...che restuissca la medagli è più che legittimo...i soldi ci sta...ma che il CONI adesso chiede i danni...
 

tizianot

Pignone
4 Luglio 2009
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per me è una buffonata che il coni chieda i danni...

Rebellin ha meravigliato tutti nelle scorse stagioni con prestazioni strabilianti. Nessuno si è preoccupato quanto meno di indagare un pò più a fondo. Faceva comodo a tutti (nazionale compresa).

....di sicuro si sapeva.... ma faceva comodo avere "un ciclista che vince pulito...un esempio da seguire".....e allora tutti "forza Davide"....e via a spremere il limone (dato che il limone ci stava ad essere spremuto).


...ora mi sento sempre a disagio quando incontro suo zio o il papà.....prima era sempre un parlare di Davide...ora se posso cambio strada per non metterli in imbarazzo...
 

fabio1966

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19 novembre - IL CONI VUOLE I DANNI DA REBELLIN

Secco, stringato ma durissimo il comunicato del Coni sugli sviluppi del caso Rebellin e della sua positività al Cera (epo di terza generazione). Il Cio, (Comitato Olimpico Internazionale), nel confermare la positività riscontrata dopo la gara di Pechino 2008 aveva chiesta al Coni di provvedere perchéfosse ritirata la medaglia. Ecco la posizione dell'Ente del Foro Italico.

1 – All’atleta Davide Rebellin è stato richiesto questa mattina di ottemperare senza indugi alle disposizione del Comitato Olimpico Internazionale, restituendo al CONI la medaglia d’argento ed il relativo diploma, assegnatigli in occasione dei Giochi Olimpici di Pechino 2008;

2 – Contestualmente è stato chiesto all’atleta di restituire anche la somma di 75.000 euro, relativa al premio deliberato dalla Giunta Nazionale del CONI e a lui corrisposto tramite la Federazione Ciclistica Italiana;

3 – Nel contempo il CONI ha dato incarico all’avvocato Massimo Ranieri di Roma di avviare un’azione risarcitoria nei confronti dell’atleta per il danno che il suo comportamento ha prodotto all’Italia, al CONI e all’intero movimento sportivo nazionale;

4 – Infine, il Procuratore Nazionale Antidoping, Ettore Torri, che aveva aperto un fascicolo nei confronti dell’atleta sin dalla prima comunicazione della positività da parte del CIO, si sta attivando per quanto di sua competenza.
Dunque per Rebellin si annunciano problemi non solo sul piano disciplinare sportivo. Anche se per bocca dei suoi avvocati non intende restituire l'argento, promette battaglia e si appella al Tas. Segnale di un nuovo più severo indirizzo del massimo ente sportivo italiano. Del resto anche all'interno del movimento ciclistico da tempo circola la convinzione che "chi ha sbagliato" debba pagare. Quella del denaro è forse una delle molle più pressanti nella corsa al doping. Oggi chi viene pizzicato "paga" anche economicamente. Ciò che rende inutile il ricorso all'imbroglio, perché se ti beccano perdi tutto. Un discorso che andrebbe parimenti allargato anche ad altri eventuali "complici": medici, "suiveurs" e praticoni vari, ancora presenti in forza nel mondo dei pedali e spesso indenni da sanzioni. L'atleta è responsabile, secondo il regolamento antidoping, di tutto quello che viene poi individuato nel suo fisico. Ed è giusto che sia punito. Ma dovrebbe essere punito anche chi fa finta di non vedere e magari mette nel contratto la clausola che l'atleta trovato positivo è automaticamente licenziato. Oggi, pochi semplici test di screening permettono di capire se un corridore d'improvviso fa un "salto di qualità" sospetto. A parte il fatto che ci dovrebbe essere una competenza tecnica da parte di chi gestisce l'atleta in grado di far capire quali siano i limiti e gli ambiti della singola prestazione in funzione delle qualità fisiologiche soggettive. Rebellin ha meravigliato tutti nelle scorse stagioni con prestazioni strabilianti. Nessuno si è preoccupato quanto meno di indagare un pò più a fondo. Faceva comodo a tutti (nazionale compresa).
Bè questo è ridicolo, se il CONI chiede i danni allora dovrebbe chiederli a tutti gli atleti che si dopano e vengono beccati ma in tutti gli sport:mrgreen:Prima la fanno poi nascondono la mano, ridicolo
Fabio
 

Leopejo

Gregario
1 Febbraio 2009
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Bici
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Bè questo è ridicolo, se il CONI chiede i danni allora dovrebbe chiederli a tutti gli atleti che si dopano e vengono beccati ma in tutti gli sport:mrgreen:Prima la fanno poi nascondono la mano, ridicolo
Fabio
Al CONI interessano le Olimpiadi - penso che chiederebbero i danni a tutti i medagliati olimpici beccati per doping.