REPORT GARE: com'è andata?

aetius

Gregario
2 Novembre 2007
552
101
Ivrea
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Bravo!Vai forte.Io la chiudo in 1h18'12".Ho avuto un po' di problemi per il "traffico" in acqua,in bici non ho trovato un gruppo velocissimo ma non ne avevo per prendere quelli davanti... A piedi bene,la gamba ha girato discretamente.
Buon test per Pietra L. di fine maggio.
Anche io ad Andora, chiuso poco sotto 1h11. Un po' contratto in acqua, potevo andare meglio, trovato buon gruppo in bici e corsa bene anche se avevo le gambe dure.
Mi e' piaciuta poco l'entrata in acqua con la corsa sui sassi, qualche botta ai talloni che per fortuna si sono lamentati solo a cose fatte
Mare invece bellissimo, acqua limpida, piatta e per nulla fredda
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
6.469
1.272
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Bici
Colnago V1-r
Policastro 2018 – Olimpico Gold, il mio esordio nella triplice, ovvero… mai dire “gatto” se non lo hai nel sacco.

Attendevo con trepidazione questo momento, mi sono allenato duramente per quattro mesi per arrivare al 1° maggio sufficientemente preparato per il primo Olimpico, non è stato facile tra infortuni nella corsa, che ho dovuto imparare da zero, e malanni vari, ma ho tenuto duro, non avevo alcuna ambizione di tempo ma mi sentivo preparato e consapevole di aver lavorato bene, ma andiamo con ordine.

ore 8:00 – mi sveglio dopo un sonno tranquillo, abbondante colazione carbo, ultimo controllo all’attrezzatura e via verso Policastro con la moglie (che pazientemente mi fa da supporter), arrivo puntuale per la registrazione, disbrigo le pratiche e inizio a preparare la roba che porterò in ZC, me la prendo con calma, c’è tempo, il clima tra gli atleti è molto rilassato e non come nelle GF dove ci si guarda tutti con circospezione e non ci si parla, qui invece scambio impressioni e si scherza pure, il contesto mi piace.

Ore 13:00 – si apre la ZC, porto la bici alla slot 136 e inizio la liturgia della preparazione, ho studiato bene e ricordo il regolamento a memoria, faccio tutto senza esitazioni e alla fine mi autogratifico, ho allestito una ZC da manuale di triathlon, infilo anche la muta che entra senza problemi, la vecchia tecnica del talco funziona sempre.

Ore 13:30 – mi porto sulla spiaggia per il briefing, ascolto con attenzione le istruzioni, la frazione nuoto è all’australiana, ripasso in mente anche i punti pericolosi della frazione bike che avevo rilevato nella ricognizione, scambio due chiacchiere con altri concorrenti, sono sereno come una pasqua e mi sto divertendo.

Ore 14:00 – siamo poco meno di 200 tra uomini e donne, tutti ammassati sotto il pallone in attesa di poterci portare sul bagnasciuga, fa caldo, la giornata è splendida e il sole è cocente, la muta diventa una sauna, quando il giudice ci permette di andare sul bagnasciuga entro in acqua, la temperatura è perfetta, faccio un 100m sciolto per attivarmi e un ultimo aggiustamento alla muta, le condizioni del mare sembrano buone, in realtà una discreta corrente contraria, non visibile in superficie, infidamente ci attende.

Ore 14:25 – il giudice è pronto, nei pochi attimi prima del via rivedo la strategia di gara che mi sono imposto, voglio fare una frazione conservativa e, per evitare la tonnara, partirò nelle retrovie cercando il ritmo giusto, i 21’ dell’ultimo test in mare mi fanno prevedere una buona prova, mi sento carico.

Ore 14:30 – si parte, entro in acqua nelle ultime posizioni, imposto un ritmo che mi sembra giusto ed entro in qualche scia, ogni tre – quattro bracciate alzo la testa per controllare la rotta, la boa è perfettamente allineata.

Sento di avanzare bene… troppo bene, nella concitazione iniziale non mi accorgo che il ritmo è troppo alto, sto passando decine e decine di nuotatori, sto andando dritto nella tonnara… e ci finisco dentro, al primo giro di boa riesco ancora a mantenere l’assetto, piedate e manate non mi disturbano ma nella schiuma che ribolle devo alzare troppo la testa per prendere aria e inizio a scompormi, mi accorgo di rompere continuamente il ritmo, faccio l’errore di non controllare la posizione, senza accorgermene sono entrato nella testa del gruppo, avanzo ma non mi sento più a mio agio, non trovo più la giusta sincronizzazione bracciata–respirazione... entro in affanno e non romperò più il fiato.

Alla seconda boa non controllo più il gesto con razionalità, sento la muta che mi opprime impedendo una buona aerazione, l’ho provata solo due volte e non sono ancora abituato, rallento il ritmo ma non basta, decido allora di fare un tratto a rana e mi sposto di lato per non dare fastidio a chi mi segue, sono lucido anche se molto affannato, vedo un gruppo che nuota lungo e regolare, decido di portarmi nella loro scia, purtroppo non coordino più bene la respirazione e li perdo, riprendo la rana pensando di recuperare il fiato, purtroppo non è così, ho una rana molto efficiente ma il ritmo che imposto è ancora una volta troppo forte, tanto che arrivo alla fine del 1° giro tra i primi 40 (mia moglie li ha contati uno ad uno), sono sfinito, non fisicamente ma mentalmente.

Esco dall’acqua e mi fermo, sono confuso e in iperventilazione, il giudice di gara si avvicina e mi consiglia di recuperare fermo sul posto, non parlo, guardo come ipnotizzato gli atleti uscire e rientrare in acqua, non riesco a prendere una decisione, voglio rientrare ma non mi muovo, ci vorrebbe qualcuno che mi desse un calcio in culo ma… non avviene, vedo ancora tanti concorrenti nuotare, con rabbia mi rendo conto che sto gettando la spugna dopo essere stato per tutto il giro nella testa del gruppo… ma non mi muovo.

Passa il tempo, mi sembra una vita, vedo arrivare le cuffie blu delle donne che sono partite in seconda batteria, tra loro ancora un discreto numero di cuffie bianche, potrei entrare ora… penso, ho ripreso il fiato regolare e riuscirei a chiudere la frazione ancora in tempo utile… ma non mi muovo.

Escono tutte le donne, rimane ancora qualche uomo in acqua, con stizza strappo cuffia e occhialini, per me la gara è finita, potevo farcela ma non ho creduto in me stesso, penso sia assurdo ritirarsi quando si è nel primo terzo del gruppo, tra l'altro nuotando a rana! Significa che la condizione c'era!

Finisco la giornata sulla spiaggia, triste e in silenzio, ogni tanto vado a vedere la frazione run, i primi hanno regolato la gara in circa due ore, rivedo come in un film tutto ciò che è avvenuto, cerco di capire dove ho sbagliato, credo che mi sia partita la testa, non ho avuto la scaltrezza di fermarmi in acqua il tempo necessario per recuperare la tranquillità, il regolamento me lo consentiva cazzo! Sento però che non è stata paura, un blocco? Forse si.

Che dire, dopo due giorni di riflessione ho capito che devo prendere da questa debacle il lato positivo, ho preparato tutto in modo ottimale, sia fisicamente che come alimentazione pre gara, ho gestito bene la ZC e tutta la prassi prima di entrare in acqua, non ho sbagliato nulla, e alla fine ho capito tante cose a me sconosciute di questo sport, forse non dovrei lamentarmi, avrò un'altra opportunità.

Ora devo concentrarmi sulla prossima gara, dovrò allenare bene il nuoto in acque libere che mi è si familiare, ma non in questo contesto, dovrò abituarmi alla muta perché non diventi un boomerang invece che un vantaggio, ora con la bella stagione ho tutto il tempo per affinare… e per dimenticare questa disavventura.

Infine un occhio al calendario per il prossimo evento che spero di poter fare al più presto, prima dell’estate, qualcosa ho già adocchiato

Scusate la lungaggine, ma volevo condividere con voi questa prima esperienza.
 

Mancio82

Apprendista Passista
8 Maggio 2013
876
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Voghera (PV)
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Bici
BMC Team Machine SLR01
Secondo me pur avendo il passo a nuoto, non ti devi dimenticare che è la prima gara, sei partito troppo forte e sei andato in affanno; gestire l'affanno in mezzo agli altri è davvero dura alle prime gare, è per quello che sarebbe meglio evitare la mischia i primi tempi.
Avendo un buon ritmo a nuoto ed essendo due giri, io avrei impostato il primo tranquillo, una buona Z2, e avrei allungato il secondo.
Le prime gare devono essere affrontate per imparare il più possibile e vedere come funziona il giochino, poi dopo potrai pensare al posizionamento e ai ritmi più nel dettaglio.

Comunque non demordere, anche perchè come ritmi a nuoto vai molto bene, e nel triathlon è già un (enorme) vantaggio.
 

joe_caltotip

Apprendista Passista
26 Settembre 2013
1.134
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torino
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Scott Foil / BMC TM02
mi dispiace molto Darius...
sembra di rileggere paro paro il esordio in acque libere, ritmo escluso.
il senso di costrizione della muta, il panico e la delusione post ritiro mi sono familiari.
non mollare, vai dritto alla prossima gara e vedrai che non avrai più alcun problema.
 

daniele ultra

Apprendista Scalatore
6 Gennaio 2009
2.588
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Prima cosa bel racconto, ottima proprietà narrativa.
L errore e stato partire forte in fondo.
Dovevi metterti davanti se sai nuotare bene, evitavi traffico.
Mai sottovalutarsi.
Dal fondo dovevi Partire piano con il ritmo dei nuotatori scarsi
Consiglio fai subito uno sprint. Prima che puoi.
 
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Mancio82

Apprendista Passista
8 Maggio 2013
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BMC Team Machine SLR01
Mi trovi d'accordo Daniele, uno sprint il prima possibile è quello che ci vuole; poi avendo il ritmo a nuoto, c'è meno da ragionare sul ritmo e in un attimo avrà già guadagnato la riva.
 

Corvo Torvo

Apprendista Passista
11 Aprile 2016
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Specialized Roubaix
Giusta osservazione anche perché una volta entrato in t2 anche come ultimo del gruppone puoi benissimo recuperare nella corsa.
Ragionamento che ovviamente si applica agli amatori come me, non di certo a chi si gioca il podio.
Non sono triathleta ma è un consiglio pessimo. Primo: stando in coda sei soggetto ad elastico ad ogni curva o rotonda: o hai 2 pistoni come Sagan o sei destinato a saltare dopo 5-6 ripartenze. Secondo: statisticamente più ne hai davanti e più è probabile imbattersi nella caduta di qualcuno o in una borraccia che salta fuori dal solito portaborraccia minimale da 2 grammi , soprattutto se come dite voi i triathleti on gruppo non sanno andare
La posizione migliore è nel primo terzo del gruppo formato da 15-20 elementi

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
 

Mancio82

Apprendista Passista
8 Maggio 2013
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Non sono triathleta ma è un consiglio pessimo. Primo: stando in coda sei soggetto ad elastico ad ogni curva o rotonda: o hai 2 pistoni come Sagan o sei destinato a saltare dopo 5-6 ripartenze. Secondo: statisticamente più ne hai davanti e più è probabile imbattersi nella caduta di qualcuno o in una borraccia che salta fuori dal solito portaborraccia minimale da 2 grammi , soprattutto se come dite voi i triathleti on gruppo non sanno andare
La posizione migliore è nel primo terzo del gruppo formato da 15-20 elementi

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Aggiungo anche il fatto che rimanendo nelle ultime posizioni del gruppo, si rischia di trovare chi fa da tappo e si stacca; bastano a volte un paio di metri per non riuscire più a rientrare.
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Colnago V1-r
Grazie per l'incoraggiamento ragazzi, le vostre conclusioni sono allineate con le mie, in effetti il problema non è stata la condizione, quella c'era, ho fallito nella gestione, infatti ho visto una marea di gente molto, ma molto più scarsa di me, finire la frazione perchè si sono saputi regolare.

Il mio errore è stato partire dietro pensando di fare almeno un 500 metri in scioltezza e in zona tranquilla, come fosse un riscaldamento, per poi andare in progressione, invece nella foga iniziale e in mancanza di riferimenti ho regolato da subito un ritmo troppo elevato, ho superato gran parte del gruppone centrale per poi scoppiare in quello di testa, e poi ha ragione @joe_caltotip, tranquillizzarsi in mezzo alla bolgia è dura.

In realtà non sono incazzato, sono solo un po' deluso, mi sono reso conto che è stato un classico errore del neofita, ora sto cercando qualche gara da fare subito, ci sarebbe lo Sprint di Ischia, ma purtroppo per impegni familiari mi sa che salta, però il 1° luglio ho l'opportunità di fare lo Sprint di Lecco perchè ho un appoggio, vedremo, per ora riprendo gli allenamenti.
 

daniele ultra

Apprendista Scalatore
6 Gennaio 2009
2.588
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Lecco e una bellisima gara.
Fatta tante volte. Anche anno scorso.
Percorso cittadino, molte rotonde e rilanci, molto tecnico e nervoso. Tipo Wts.
Il lago e bello, spesso si fa senza muta x temperatura del periodo. Anno scorso si e usata, x ragioni sicurezza era ondoso.
Run lungo lago.
 

Savo28

Apprendista Passista
24 Ottobre 2014
1.043
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LODI
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Bici
Colnago Concept
Normale è la prima
A me non è capitato, ma la prima gara che ho fatto era uno sprint e quindi ho preso botte ovunque a nuovo(faccio ridere a nuoto)
E l'ho finita perché sono testardo
Policastro 2018 – Olimpico Gold, il mio esordio nella triplice, ovvero… mai dire “gatto” se non lo hai nel sacco.

Attendevo con trepidazione questo momento, mi sono allenato duramente per quattro mesi per arrivare al 1° maggio sufficientemente preparato per il primo Olimpico, non è stato facile tra infortuni nella corsa, che ho dovuto imparare da zero, e malanni vari, ma ho tenuto duro, non avevo alcuna ambizione di tempo ma mi sentivo preparato e consapevole di aver lavorato bene, ma andiamo con ordine.

ore 8:00 – mi sveglio dopo un sonno tranquillo, abbondante colazione carbo, ultimo controllo all’attrezzatura e via verso Policastro con la moglie (che pazientemente mi fa da supporter), arrivo puntuale per la registrazione, disbrigo le pratiche e inizio a preparare la roba che porterò in ZC, me la prendo con calma, c’è tempo, il clima tra gli atleti è molto rilassato e non come nelle GF dove ci si guarda tutti con circospezione e non ci si parla, qui invece scambio impressioni e si scherza pure, il contesto mi piace.

Ore 13:00 – si apre la ZC, porto la bici alla slot 136 e inizio la liturgia della preparazione, ho studiato bene e ricordo il regolamento a memoria, faccio tutto senza esitazioni e alla fine mi autogratifico, ho allestito una ZC da manuale di triathlon, infilo anche la muta che entra senza problemi, la vecchia tecnica del talco funziona sempre.

Ore 13:30 – mi porto sulla spiaggia per il briefing, ascolto con attenzione le istruzioni, la frazione nuoto è all’australiana, ripasso in mente anche i punti pericolosi della frazione bike che avevo rilevato nella ricognizione, scambio due chiacchiere con altri concorrenti, sono sereno come una pasqua e mi sto divertendo.

Ore 14:00 – siamo poco meno di 200 tra uomini e donne, tutti ammassati sotto il pallone in attesa di poterci portare sul bagnasciuga, fa caldo, la giornata è splendida e il sole è cocente, la muta diventa una sauna, quando il giudice ci permette di andare sul bagnasciuga entro in acqua, la temperatura è perfetta, faccio un 100m sciolto per attivarmi e un ultimo aggiustamento alla muta, le condizioni del mare sembrano buone, in realtà una discreta corrente contraria, non visibile in superficie, infidamente ci attende.

Ore 14:25 – il giudice è pronto, nei pochi attimi prima del via rivedo la strategia di gara che mi sono imposto, voglio fare una frazione conservativa e, per evitare la tonnara, partirò nelle retrovie cercando il ritmo giusto, i 21’ dell’ultimo test in mare mi fanno prevedere una buona prova, mi sento carico.

Ore 14:30 – si parte, entro in acqua nelle ultime posizioni, imposto un ritmo che mi sembra giusto ed entro in qualche scia, ogni tre – quattro bracciate alzo la testa per controllare la rotta, la boa è perfettamente allineata.

Sento di avanzare bene… troppo bene, nella concitazione iniziale non mi accorgo che il ritmo è troppo alto, sto passando decine e decine di nuotatori, sto andando dritto nella tonnara… e ci finisco dentro, al primo giro di boa riesco ancora a mantenere l’assetto, piedate e manate non mi disturbano ma nella schiuma che ribolle devo alzare troppo la testa per prendere aria e inizio a scompormi, mi accorgo di rompere continuamente il ritmo, faccio l’errore di non controllare la posizione, senza accorgermene sono entrato nella testa del gruppo, avanzo ma non mi sento più a mio agio, non trovo più la giusta sincronizzazione bracciata–respirazione... entro in affanno e non romperò più il fiato.

Alla seconda boa non controllo più il gesto con razionalità, sento la muta che mi opprime impedendo una buona aerazione, l’ho provata solo due volte e non sono ancora abituato, rallento il ritmo ma non basta, decido allora di fare un tratto a rana e mi sposto di lato per non dare fastidio a chi mi segue, sono lucido anche se molto affannato, vedo un gruppo che nuota lungo e regolare, decido di portarmi nella loro scia, purtroppo non coordino più bene la respirazione e li perdo, riprendo la rana pensando di recuperare il fiato, purtroppo non è così, ho una rana molto efficiente ma il ritmo che imposto è ancora una volta troppo forte, tanto che arrivo alla fine del 1° giro tra i primi 40 (mia moglie li ha contati uno ad uno), sono sfinito, non fisicamente ma mentalmente.

Esco dall’acqua e mi fermo, sono confuso e in iperventilazione, il giudice di gara si avvicina e mi consiglia di recuperare fermo sul posto, non parlo, guardo come ipnotizzato gli atleti uscire e rientrare in acqua, non riesco a prendere una decisione, voglio rientrare ma non mi muovo, ci vorrebbe qualcuno che mi desse un calcio in culo ma… non avviene, vedo ancora tanti concorrenti nuotare, con rabbia mi rendo conto che sto gettando la spugna dopo essere stato per tutto il giro nella testa del gruppo… ma non mi muovo.

Passa il tempo, mi sembra una vita, vedo arrivare le cuffie blu delle donne che sono partite in seconda batteria, tra loro ancora un discreto numero di cuffie bianche, potrei entrare ora… penso, ho ripreso il fiato regolare e riuscirei a chiudere la frazione ancora in tempo utile… ma non mi muovo.

Escono tutte le donne, rimane ancora qualche uomo in acqua, con stizza strappo cuffia e occhialini, per me la gara è finita, potevo farcela ma non ho creduto in me stesso, penso sia assurdo ritirarsi quando si è nel primo terzo del gruppo, tra l'altro nuotando a rana! Significa che la condizione c'era!

Finisco la giornata sulla spiaggia, triste e in silenzio, ogni tanto vado a vedere la frazione run, i primi hanno regolato la gara in circa due ore, rivedo come in un film tutto ciò che è avvenuto, cerco di capire dove ho sbagliato, credo che mi sia partita la testa, non ho avuto la scaltrezza di fermarmi in acqua il tempo necessario per recuperare la tranquillità, il regolamento me lo consentiva cazzo! Sento però che non è stata paura, un blocco? Forse si.

Che dire, dopo due giorni di riflessione ho capito che devo prendere da questa debacle il lato positivo, ho preparato tutto in modo ottimale, sia fisicamente che come alimentazione pre gara, ho gestito bene la ZC e tutta la prassi prima di entrare in acqua, non ho sbagliato nulla, e alla fine ho capito tante cose a me sconosciute di questo sport, forse non dovrei lamentarmi, avrò un'altra opportunità.

Ora devo concentrarmi sulla prossima gara, dovrò allenare bene il nuoto in acque libere che mi è si familiare, ma non in questo contesto, dovrò abituarmi alla muta perché non diventi un boomerang invece che un vantaggio, ora con la bella stagione ho tutto il tempo per affinare… e per dimenticare questa disavventura.

Infine un occhio al calendario per il prossimo evento che spero di poter fare al più presto, prima dell’estate, qualcosa ho già adocchiato

Scusate la lungaggine, ma volevo condividere con voi questa prima esperienza.

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Corvo Torvo

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11 Aprile 2016
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Grazie per l'incoraggiamento ragazzi, le vostre conclusioni sono allineate con le mie, in effetti il problema non è stata la condizione, quella c'era, ho fallito nella gestione, infatti ho visto una marea di gente molto, ma molto più scarsa di me, finire la frazione perchè si sono saputi regolare.

Il mio errore è stato partire dietro pensando di fare almeno un 500 metri in scioltezza e in zona tranquilla, come fosse un riscaldamento, per poi andare in progressione, invece nella foga iniziale e in mancanza di riferimenti ho regolato da subito un ritmo troppo elevato, ho superato gran parte del gruppone centrale per poi scoppiare in quello di testa, e poi ha ragione @joe_caltotip, tranquillizzarsi in mezzo alla bolgia è dura.

In realtà non sono incazzato, sono solo un po' deluso, mi sono reso conto che è stato un classico errore del neofita, ora sto cercando qualche gara da fare subito, ci sarebbe lo Sprint di Ischia, ma purtroppo per impegni familiari mi sa che salta, però il 1° luglio ho l'opportunità di fare lo Sprint di Lecco perchè ho un appoggio, vedremo, per ora riprendo gli allenamenti.

Molti di noi vorrebbero avere il "problema" di trovarsi nel gruppo di testa pensando di partire tranquilli.... La mia preoccupazione sarebbe trovare ancora spettatori una volta fuori dall'acqua :-)
 
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Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Bici
Colnago V1-r
Questa prima esperienza mi ha fatto capire definitivamente che il triathlon deve essere concepito come un unico sport, era una lezione che prima o poi doveva arrivare, essere bravi in una delle tre discipline non è detto che sia un vero vantaggio nell'economia della gara, e si può trasformare in un boomerang.

E' vero che mi sono ritirato nella frazione nuoto, ma poteva capitarmi anche nella bike, come nella corsa (con maggiori possibilità :-)xxxx), forse è meglio nascere triathleti che diventarlo da ex ciclisti, nuotatori o runners.

Come diceva Totò "ragioniere, è la somma che fa il totale!" ;)
 

N3bbia

Maglia Gialla
[Zwift] Team BDC
27 Agosto 2012
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Parma
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Cannondale slice 2011
Sulla gestione gara penso di esser l ultimo a poter dar opinioni...ma lo faccio lo stesso. Io la vedo solo come una specie di blocco psicologico, è vero che hai gestito non bene la frazione di nuoto ma sai nuotare bene e i tuoi tempi postati lo dimostrano, con (per usare i tuoi termini) un bel calcio nel qlo l avresti finita e pure bene. L andar in affanno io la vedo solo come una cosa psicologica specie in questo caso pur sapendo che sei partito veloce. Pure io al mio primo triathlon lungo ne ho passate di ogni tra botte, gestione ritmo e assenza muta (che avevo provato 2 volte in piscina)...e allora non nuotavo certo come te anzi, però in qualche modo l ho portata in fondo perchè tanto non è che stessi 'perdendo' chissà cosa.

Non crucciarti troppo che non ci vedo nulla per cui ripensare indietro o pianificare chissà quali variazioni....fanne un altra che ti garba appena puoi e archivia questa.
 
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daniele ultra

Apprendista Scalatore
6 Gennaio 2009
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Questa prima esperienza mi ha fatto capire definitivamente che il triathlon deve essere concepito come un unico sport, era una lezione che prima o poi doveva arrivare, essere bravi in una delle tre discipline non è detto che sia un vero vantaggio nell'economia della gara, e si può trasformare in un boomerang.

E' vero che mi sono ritirato nella frazione nuoto, ma poteva capitarmi anche nella bike, come nella corsa (con maggiori possibilità :-)xxxx), forse è meglio nascere triathleti che diventarlo da ex ciclisti, nuotatori o runners.

Come diceva Totò "ragioniere, è la somma che fa il totale!" ;)
Devi solo fare esperienza, piu gare farai e piu ti aiutera a capire il gioco.
I tempi lasciali perdere il primo anno.
 

Francutio

Apprendista Velocista
2 Marzo 2014
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Coming soon
E' vero che mi sono ritirato nella frazione nuoto, ma poteva capitarmi anche nella bike, come nella corsa (con maggiori possibilità :-)xxxx)

Mmm, blocchi del genere mi sembrano proprio roba da prima frazione, quindi superata quella non dovrebbero ricapitarti.
Ho gareggiato solo in pochi sprint e pochissimi in acque libere, non ti parlo certo dall'alto di chissà quale esperienza, in ogni caso (non dando particolare peso al risultato) io mi son sempre trovato bene partendo esterno e rimanendo esterno, ma proprio lontano due o tre metri da tutti. Fai più strada, non prendi nessuna scia, ma ti eviti completamente la tonnara, niente botte, niente gente che ti sale sopra alle boe, niente fastidi.

Certo non è un atteggiamento da agonista, ma se l'alternativa è farmi venire l'ansia preferisco fare così. Tu nuoti anche più forte di me, per cui il tuo percorso esterno sarebbe anche meno largo del mio avendo meno gente che nuota come te, sempre svantaggioso rispetto a nuotare lungo la traiettoria ideale, ma non troppo.
 

Darius

Scalatore
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Colnago V1-r
Sulla gestione gara penso di esser l ultimo a poter dar opinioni...ma lo faccio lo stesso. Io la vedo solo come una specie di blocco psicologico, è vero che hai gestito non bene la frazione di nuoto ma sai nuotare bene e i tuoi tempi postati lo dimostrano, con (per usare i tuoi termini) un bel calcio nel qlo l avresti finita e pure bene. L andar in affanno io la vedo solo come una cosa psicologica specie in questo caso pur sapendo che sei partito veloce. Pure io al mio primo triathlon lungo ne ho passate di ogni tra botte, gestione ritmo e assenza muta (che avevo provato 2 volte in piscina)...e allora non nuotavo certo come te anzi, però in qualche modo l ho portata in fondo perchè tanto non è che stessi 'perdendo' chissà cosa.

Non crucciarti troppo che non ci vedo nulla per cui ripensare indietro o pianificare chissà quali variazioni....fanne un altra che ti garba appena puoi e archivia questa.

Eh si, vedo che un po' tutti ci siete passati, e concordo che solo sul campo di gara si capisce e si impara, ora si guarda avanti.

Il "calcio in c..." ci voleva e forte pure, infatti ho detto a mia moglie che anche lei deve imparare, perchè la vera compagna di un triahleta invece di compatire mena... :mrgreen:
 

Darius

Scalatore
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Mmm, blocchi del genere mi sembrano proprio roba da prima frazione, quindi superata quella non dovrebbero ricapitarti.
Ho gareggiato solo in pochi sprint e pochissimi in acque libere, non ti parlo certo dall'alto di chissà quale esperienza, in ogni caso (non dando particolare peso al risultato) io mi son sempre trovato bene partendo esterno e rimanendo esterno, ma proprio lontano due o tre metri da tutti. Fai più strada, non prendi nessuna scia, ma ti eviti completamente la tonnara, niente botte, niente gente che ti sale sopra alle boe, niente fastidi.

Certo non è un atteggiamento da agonista, ma se l'alternativa è farmi venire l'ansia preferisco fare così. Tu nuoti anche più forte di me, per cui il tuo percorso esterno sarebbe anche meno largo del mio avendo meno gente che nuota come te, sempre svantaggioso rispetto a nuotare lungo la traiettoria ideale, ma non troppo.

Non è questione di esser o no agonisti, perchè lo si è nel momento in cui si scende sul campo di gara indipendentemente dai propri tempi, e se tenerti fuori dalla bagarre ti consente di ottimizzare la frazione fai bene a farlo, e non è detto che si perda più tempo, anzi nel nostro caso forse è proprio il contrario.

Faccio un esempio, parlando sempre tra amatori che non si giocano neanche il piazzamento, supponiamo che il proprio PB sui 1500 a secco sia 30' è meglio cercare di tenere questo tempo stando fuori dalla calca oppure rischiare di peggiorarlo stando dentro? Personalmente credo che nell'economia della gara sia meglio stare fuori, se avessi fatto così non mi sarei ritirato e forse (dico forse) avrei chiuso con una prestazione onesta e soddisfacente nella metà del gruppo.

L'altro ieri i primi tre assoluti (S2 - S3) si sono giocati la frazione tra i 20:25' e i 21:13', vuol dire che a secco probabilmente gireranno intorno ai 16' - 17', sono questi gli agonisti che hanno tutte le ragioni di stare nella bagarre.