Sensazioni da bici

Striker

Pignone
1 Maggio 2012
120
88
Roma
Visita sito
Bici
Trek Madone Slr Project One 2019
Pedalavo su una bici di fine anni Novanta, un telaio Columbus con manubrio da mountain bike. Niente di che, una trentina di chilometri dentro Roma tra sabato e domenica, però sempre, estate e inverno. Il fatto è che mi piacciono le bici da corsa moderne. Le trovo opere d'arte in movimento, a metà tra un quadro futurista e mi ricordano i triplani d'epoca quando le vedi scendere dalle montagne, forse perché la sensazione di aria intorno e la sensibilità nel manovrarla in equilibrio precario non deve essere molto diversa da quella che provavano quelli che volavano all'inizio del secolo scorso. E così ad aprile ho deciso che dovevo averne una. Non mi sono messo lì a pensare a cosa poteva servirmi, a cosa poteva essere troppo costoso o troppo elaborato per un principiante, se fosse troppo pesante o adatta per le salite, solo quello che mi piaceva: e così un sabato me ne sono tornato a casa con una Colnago Clx 3.0 nuova, nera e giallo fluo, gruppo 105, compact 12/25, ruote Shimano Wh-r501, un casco Rudy, un paio di scarpe Dmt e l'idea di capire cosa farci, con quest'opera d'arte. Una trentina di chilometri a settimana hanno iniziato a essere subito troppo pochi. E così è cominciata questa lenta progressione che è inesorabile e che a un certo punto deve essere descritta, perché non si può trattenere. All'inizio era spingersi un po' oltre e vedere questo tachimetro a cui ogni tanto davi un colpo perché sembrava rotto: quando mai prima avevi fatto 32, 35, 38 orari in pianura? Poi sono iniziati i km: 40, 55, 60 a uscita. Poi sono iniziate le salite: niente di che, Castelli Romani e zone limitrofe, ma fino a un po' di giorni prima quelle erano solo colline che nessuno aveva pensato di traforare per farci un tunnel e passarci attraverso. E poi di conseguenza: mi piace guardare i miei progressi su Endomondo ma non mi interessano le medie e i cardiofrequenzimetri, esco pedalo e quando scendo mi sembra di avere fatto la cosa migliore della mia vita. Penso di essere abbastanza fortunato perché non ho avuto dolori o problemi di posizionamento, e penso di essere abbastanza matto da sentirmi più al sicuro per strada, in mezzo alle macchine sul Lungotevere o sulla Colombo per Ostia, che sulle piste ciclabili. Mi fa impazzire il senso di libertà che mi mette addosso quando pedalo da solo in salita tra i castagni, e mi piace il senso di responsabilità di quando guido nel traffico e devo pensare per me e anche per chi guida una macchina e mi considera invisibile. Adoro uscire con gli amici e adoro altrettanto uscire da solo. Sto sulla bici e sono a casa mia. Adoro guardare le bici degli altri e adoro guardare la mia in salone, in mezzo alle chitarre, come adoro pulirla dopo ogni uscita. E' un rapporto fisico come solo una storia d'amore con un trabiccolo di 7 kg e due ruote sottili può essere, in un paese dove raramente le ruote sono meno di quattro. Ho iniziato a leggervi pochi giorni prima di scegliere la bici, ho scoperto che c'era una risposta a ogni domanda, sono entrato in un mondo che non conoscevo e io, che ero sempre stato una pippa scatenata nelle operazioni meccaniche e con le chiavi in mano, adesso posso regolare la distanza dei pattini con una brugola da 3 mm o registrare il cambio o stabilire la corsa delle leve freni. Ho fatto una visita biomeccanica da Juri che mi ha fatto capire l'importanza di avere le tacchette regolate in maniera impeccabile, di avere un manubrio adatto alle proprie spalle e mi ha aperto un secondo mondo. Ho comprato una Romin Pro e l'ho montata e messa in bolla e arretrata secondo le sue indicazioni. Ho fatto un'uscita di 70 km un mesetto fa e quando sono tornato ho sorriso per l'intero pomeriggio, ho deciso che avrei partecipato alla Granfondo di Roma di ottobre per sfidare me stesso ad arrivare fino in fondo sul percorso breve e sono due sabati che mi faccio i suoi 91 km e poi ho ancora energia per pedalarne un'altra decina. 70 km in bici non sembrano un mese fa, come un mese fa un'uscita di 100 km sembrava una follia. Ho scoperto anche che non ce la faccio, nella parte più dura di Rocca Priora, e domani in attesa di gambe migliori mi faccio montare un pacco pignoni più adatto, 12/28. Ho fatto molti sport e conosciuto vari tipi di fatiche, ma la bici è diversa da tutto. Un mio allenatore di basket, che in bici ci andava per davvero, mi disse 'a volte sei più efficace quando vai più lento'. Aveva ragione lui. Mi dà questa sensazione di ridimensionare le difficoltà più grandi, se sono capace di scendere e camminare dopo un centinaio di km fatti pedalando e sentire sempre meno dolore ai muscoli. E soprattutto c'è questa sensazione enorme, che non mi abbandona mai, specialmente quando sono in salita e guardo il panorama intorno: la sorpresa di scoprire dove ti hanno appena portato le tue gambe, e la consapevolezza di dove sta per portarti tra poco la tua forza di volontà.
 

Allegati

  • b.jpg
    b.jpg
    113,6 KB · Visite: 127

Ischiabiker

Novellino
12 Luglio 2011
47
0
Ischia (NA)
Visita sito
Bici
BMC RoadRacer SL02 Ultegra.
Mi hai fatto passare 5 minuti bellissimi... sono le stesse sensazioni... o meglio, emozioni che provo anche io da un anno a questa parte... il ciclismo è lo sport più gratificante che ci sia.. complimenti ancora per il tuo "discorso" :ola:
 

Ross_82

Pignone
3 Novembre 2011
107
11
settimo torinese
Visita sito
Bici
BIANCHI IMPULSO ultegra
wow un discorso stupendo...mi ci riconosco in ogni parola .
l unica cosa differente è che a me la bici mi ha salvato la vita,
nel senso che fino ad un anno fa,facevo una vita non del tutto salutare,
ora che ho iniziato ormai da un po,questo magnifico sport o meglio stile di vita,posso affermare che le emozioni e soddisfazioni che ti da,sono ineguagliabili,stupende,soddisfacenti..ma sopratutto reali a differenza di una vita fatta di vizi che l indomani ti lasciano stordito ! i progressi sulla bdc durano nel tempo ed ogni posto visto rimane ben stampao nella mente..
bello leggere post come il tuo...saluti collegao-o
 

minutemide87

Pignone
4 Giugno 2012
212
2
36
Taranto
Visita sito
Bici
KUOTA k.i.s.s. ULTEGRA
o-oo-oo-o

Direi che meglio di così non potevi descrivere le emozioni del ciclismo....ho iniziato oggi il mio primo vero giro e tutto ciò che hai provato lo condivido (e mi ci ritrovo) al 100%
 

Conte77

Pignone
4 Aprile 2011
148
4
47
Ciociaria/Abruzzo
Visita sito
Bici
FRW Diamond Heights/KEMO KE-R1
Belle parole o-o
aggiungerei almeno nel mio caso il piacere di riscoprirsi ad ogni uscita, ovvero avere sempre sensazioni diverse da parte del corpo, meravigliarsi della minor fatica e maggior feeling con la bici.
 

Corto Maltese

Gregario
2 Giugno 2011
603
20
Sicilia
Visita sito
Bici
Pinarello FP2
Hai colto in pieno quello spirito che pervade e aleggia mentre mi sembra di fare qualcosa di grandioso...eppure sto solo pedalando. Anche a me la bici ha dato una svolta...dopo una scelta sbagliata all'università che mi aveva prostrato, ho cambiato totalmente studi dedicandomi ai miei reali interessi. Sui pedali ho iniziato ad apprendere il valore della fatica , a soffrire su una salita perchè dopo mi aspetta l'ebbrezza di una discesa , a dosare le mie energie per raggiungere la meta. Quando ho applicato i principi della strada al mio percorso universitario tutto è improvvisamente diventato una nuova sfida da portare a termine con la stessa passione e con mia grande soddisfazione pure con ottime medie . I love my bike :love[1]:
 

mormini

Pignone
8 Settembre 2009
165
1
Firenze
Visita sito
Bici
Specialized Tarmac PRO SL4 Durace DI2 Durace C24
Grande Striker o-o.
Oramai sono tre anni che vado in bici, seriamente da 1, e devo dire che anche io ho provato le tue stesse sensazioni.
Se ripenso alle prime salite fatte non mi sembra vero. Ricordo che non riuscivo a respirare, il cuore andava a mille, le gambe di legno e a volte la necessita di fermarsi...adesso alcune di quelle salite non mi sembrano nemmeno tali.
 

RUDY48

Pignone
8 Novembre 2010
171
1
Brianza
Visita sito
Bici
Tarmac SW sl6 Sram eTap
Pedalavo su una bici di fine anni Novanta, un telaio Columbus con manubrio da mountain bike. Niente di che, una trentina di chilometri dentro Roma tra sabato e domenica, però sempre, estate e inverno. Il fatto è che mi piacciono le bici da corsa moderne. Le trovo opere d'arte in movimento, a metà tra un quadro futurista e mi ricordano i triplani d'epoca quando le vedi scendere dalle montagne, forse perché la sensazione di aria intorno e la sensibilità nel manovrarla in equilibrio precario non deve essere molto diversa da quella che provavano quelli che volavano all'inizio del secolo scorso. E così ad aprile ho deciso che dovevo averne una. Non mi sono messo lì a pensare a cosa poteva servirmi, a cosa poteva essere troppo costoso o troppo elaborato per un principiante, se fosse troppo pesante o adatta per le salite, solo quello che mi piaceva: e così un sabato me ne sono tornato a casa con una Colnago Clx 3.0 nuova, nera e giallo fluo, gruppo 105, compact 12/25, ruote Shimano Wh-r501, un casco Rudy, un paio di scarpe Dmt e l'idea di capire cosa farci, con quest'opera d'arte. Una trentina di chilometri a settimana hanno iniziato a essere subito troppo pochi. E così è cominciata questa lenta progressione che è inesorabile e che a un certo punto deve essere descritta, perché non si può trattenere. All'inizio era spingersi un po' oltre e vedere questo tachimetro a cui ogni tanto davi un colpo perché sembrava rotto: quando mai prima avevi fatto 32, 35, 38 orari in pianura? Poi sono iniziati i km: 40, 55, 60 a uscita. Poi sono iniziate le salite: niente di che, Castelli Romani e zone limitrofe, ma fino a un po' di giorni prima quelle erano solo colline che nessuno aveva pensato di traforare per farci un tunnel e passarci attraverso. E poi di conseguenza: mi piace guardare i miei progressi su Endomondo ma non mi interessano le medie e i cardiofrequenzimetri, esco pedalo e quando scendo mi sembra di avere fatto la cosa migliore della mia vita. Penso di essere abbastanza fortunato perché non ho avuto dolori o problemi di posizionamento, e penso di essere abbastanza matto da sentirmi più al sicuro per strada, in mezzo alle macchine sul Lungotevere o sulla Colombo per Ostia, che sulle piste ciclabili. Mi fa impazzire il senso di libertà che mi mette addosso quando pedalo da solo in salita tra i castagni, e mi piace il senso di responsabilità di quando guido nel traffico e devo pensare per me e anche per chi guida una macchina e mi considera invisibile. Adoro uscire con gli amici e adoro altrettanto uscire da solo. Sto sulla bici e sono a casa mia. Adoro guardare le bici degli altri e adoro guardare la mia in salone, in mezzo alle chitarre, come adoro pulirla dopo ogni uscita. E' un rapporto fisico come solo una storia d'amore con un trabiccolo di 7 kg e due ruote sottili può essere, in un paese dove raramente le ruote sono meno di quattro. Ho iniziato a leggervi pochi giorni prima di scegliere la bici, ho scoperto che c'era una risposta a ogni domanda, sono entrato in un mondo che non conoscevo e io, che ero sempre stato una pippa scatenata nelle operazioni meccaniche e con le chiavi in mano, adesso posso regolare la distanza dei pattini con una brugola da 3 mm o registrare il cambio o stabilire la corsa delle leve freni. Ho fatto una visita biomeccanica da Juri che mi ha fatto capire l'importanza di avere le tacchette regolate in maniera impeccabile, di avere un manubrio adatto alle proprie spalle e mi ha aperto un secondo mondo. Ho comprato una Romin Pro e l'ho montata e messa in bolla e arretrata secondo le sue indicazioni. Ho fatto un'uscita di 70 km un mesetto fa e quando sono tornato ho sorriso per l'intero pomeriggio, ho deciso che avrei partecipato alla Granfondo di Roma di ottobre per sfidare me stesso ad arrivare fino in fondo sul percorso breve e sono due sabati che mi faccio i suoi 91 km e poi ho ancora energia per pedalarne un'altra decina. 70 km in bici non sembrano un mese fa, come un mese fa un'uscita di 100 km sembrava una follia. Ho scoperto anche che non ce la faccio, nella parte più dura di Rocca Priora, e domani in attesa di gambe migliori mi faccio montare un pacco pignoni più adatto, 12/28. Ho fatto molti sport e conosciuto vari tipi di fatiche, ma la bici è diversa da tutto. Un mio allenatore di basket, che in bici ci andava per davvero, mi disse 'a volte sei più efficace quando vai più lento'. Aveva ragione lui. Mi dà questa sensazione di ridimensionare le difficoltà più grandi, se sono capace di scendere e camminare dopo un centinaio di km fatti pedalando e sentire sempre meno dolore ai muscoli. E soprattutto c'è questa sensazione enorme, che non mi abbandona mai, specialmente quando sono in salita e guardo il panorama intorno: la sorpresa di scoprire dove ti hanno appena portato le tue gambe, e la consapevolezza di dove sta per portarti tra poco la tua forza di volontà.
Vado in bici da solo un anno e condivido pienamente..... bravo bellissima analisi
 

dmarino970

Apprendista Velocista
15 Luglio 2012
1.429
260
Pontecagnano Faiano (SA)
Visita sito
Bici
Specialized Tarmac S-Works sl6
Mi associo ai complimenti degli amici per la descrizione così particolareggiata delle sensazioni e le emozioni che solo questo sport riesce a dare.
Mi sono immedesimato nel tuo racconto, io a differenza tua è solo da pochissimo che ho iniziato e spero anch'io di poter arrivare a a spingermi sempre più in là, sfidare me stesso e provare le tue stesse sensazioni.
Complimenti