PREMESSA: Ho trovato qualcosa nel forum ma non abbastanza. O forse ho cercato male. Comunque: Sono un novellino ma mica tanto, ho progettato per anni attrezzi sportivi e qualcosa so, comunque dopo la mia prima stagione in bicicletta con una entry level in carbonchio mi sto guardando in giro per una bici nuova. Problema misure (ovvio) e mi imbatto nella storia dello Stack and Reach. Alla prima occhiata e' il solo metodo valido per prendere le misure di una bici. Dato che il movimento centrale e' fisso , avanzamento del piantone sterzo ed altezza-arretramento dell'appoggio in sella sono le sole due cose su cui lavorare per definire il triangolo giusto. Dato poi il proliferare di slooping tubes e geometrie fantasiose non sono in cerca di formule (spessori,angoli,pipe ecc), ma solo di una bici giusta.
IL PUNTO: Secondo arcinote marche di bici da corsa l'optimum e' dato (salvo le condizione fisiche di ciascuno) da una posizione reattiva ma abbastanza comoda, secondo l'utenza.
Comodita'= reach corto=posizione eretta=massima resistenza all'aria=scarsa velocita'\ Reattivita'= stack medio alto ,sella avanzata= massima potenza sul pedale= minimi danni muscolari e da stress.
Basta che prendi due misure ed i due concetti fanno a pugni . Sara' che la bici lunga non piace a nessuno, sara' la moda sara' quel che vuoi ma i telai top di gamma propongono Reach cortissimi per Stack molto alti, significa che l'atleta per rimanere incastrato tra sella e manubrio deve arretrare la sella al massimo ed abbassare il manubrio fino a sotto zero in modo da allungare il reach. (e pure la schiena) Non e' un caso che i poveri prof. con le selle troppo arretrate quando devono scappare dal gruppo pedalano in punta di sella e con la testa incastrata nel movimento centrale :), mentre i poveri amatori con i tubi orizzontali troppo corti spingendo i pedali da posizione arretrata per starci tra sella e manubrio si massacrano le anche e le ginocchia e qualcuno la schiena ( 'azzi loro diranno).
IL FATTO . anche le biciclette da amatori (le cosidette endurance) propongono rapporti stack\reach estremamente bassi, mi sembra scorretti, che nessun biomeccanico sano ti darebbe mai per buoni. Se un prof ha 25 anni e corre da una vita (e per pochi anni ancora) non ho capito perche' un buon ciclista che va a fare le gran fondo non possa avere la scelta su telai meno scimmiottati dalle misure estreme dei top bikers.
HO TIRATO FUORI dal garage di mio zio una vecchia Colnago in acciaio e l'ho provata ,al confronto della mia bici di adesso si viaggia sdraiati sul tubo orizzontale, e con i pedali dritti sotto le ginocchia..ma era proprio cosi' sbagliato? Mah.
Comunque cerco un telaio sportivo con stack 52 e reach 42, chi me lo trova in una bella bici che non sia da pista o da tri ?? (ma ad allungare le pipe ed arretrare la sella sono capace da solo) Grazie. ciao :))
IL PUNTO: Secondo arcinote marche di bici da corsa l'optimum e' dato (salvo le condizione fisiche di ciascuno) da una posizione reattiva ma abbastanza comoda, secondo l'utenza.
Comodita'= reach corto=posizione eretta=massima resistenza all'aria=scarsa velocita'\ Reattivita'= stack medio alto ,sella avanzata= massima potenza sul pedale= minimi danni muscolari e da stress.
Basta che prendi due misure ed i due concetti fanno a pugni . Sara' che la bici lunga non piace a nessuno, sara' la moda sara' quel che vuoi ma i telai top di gamma propongono Reach cortissimi per Stack molto alti, significa che l'atleta per rimanere incastrato tra sella e manubrio deve arretrare la sella al massimo ed abbassare il manubrio fino a sotto zero in modo da allungare il reach. (e pure la schiena) Non e' un caso che i poveri prof. con le selle troppo arretrate quando devono scappare dal gruppo pedalano in punta di sella e con la testa incastrata nel movimento centrale :), mentre i poveri amatori con i tubi orizzontali troppo corti spingendo i pedali da posizione arretrata per starci tra sella e manubrio si massacrano le anche e le ginocchia e qualcuno la schiena ( 'azzi loro diranno).
IL FATTO . anche le biciclette da amatori (le cosidette endurance) propongono rapporti stack\reach estremamente bassi, mi sembra scorretti, che nessun biomeccanico sano ti darebbe mai per buoni. Se un prof ha 25 anni e corre da una vita (e per pochi anni ancora) non ho capito perche' un buon ciclista che va a fare le gran fondo non possa avere la scelta su telai meno scimmiottati dalle misure estreme dei top bikers.
HO TIRATO FUORI dal garage di mio zio una vecchia Colnago in acciaio e l'ho provata ,al confronto della mia bici di adesso si viaggia sdraiati sul tubo orizzontale, e con i pedali dritti sotto le ginocchia..ma era proprio cosi' sbagliato? Mah.
Comunque cerco un telaio sportivo con stack 52 e reach 42, chi me lo trova in una bella bici che non sia da pista o da tri ?? (ma ad allungare le pipe ed arretrare la sella sono capace da solo) Grazie. ciao :))
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