guarda che ognuno ha appunto cercato di motivar la cosa.
in quella gara i primi 25 han nuotato a quel ritmo non lo stiamo 'pensando' anzi jack ha pure contato 850 m, poi possiam far tutte le ipotesi del mondo e cercar di capire perchè. ma i numeri son quelli.
Ripropongo il mio quesito sulle transizioni...
Nei tempi presi in esame da jack, dove sono contati i tempi delle transizioni?
Il tempo classificato come "nuoto" è nuoto puro? E' nuoto+T1?
Se parliamo di nuoto+T1, quanto vale la T1?
Usciti dall'acqua saltavano subito in bici?
Dovevano fare un tratto tra spiaggia/zona cambio di 100, 200, 300, 400, 500 metri?
Se parliamo di nuoto+T1 per capire a che ritmo nuotasse l'atleta X dovremmo capire quanto tempo l'atleta X ha impiegato per compiere la T1, in modo da decurtarlo dal totale riportato sotto "nuoto" e solo dopo potremmo dividerlo per una certa distanza in modo da avere un l'idea del passo tenuto. Non concordi?
Il discorso che fai sulle differenze in termini di prestazioni tra un test su una singola disciplina, oltretutto fatto in condizioni favorevoli, e una gara è sicuramente sensato.
Farei due osservazioni.
Più un atleta è "forte" meno la sua prestazione cronometrica verrà ridimensionata in gara (sapendo nuotare bene la muta gli fornisce meno vantaggio, è in grado di impostare traiettorie migliori anche con mare mosso, nuotando avanti eviterà la tonnara, ecc)
Per tutti gli altri continua aver senso parlare di test in piscina, in allenamento, dato che sono le uniche situazioni facilmente riproducibili per valutare miglioramenti, condizione e via dicendo.
In realtà avevo preso una gara a campione, l'italiano nella mia testa era un campione valido
nuovamente a caso, sprint di Lovadina (TV) 2014
Ecco le medie
nuoto bici corsa
Generale 00:01:56 33,2 00:04:48
1 - 10 00:01:28 36,9 00:03:48
1-25 00:01:31 36,5 00:03:55
1-100 00:01:40 35,8 00:04:12
1-250 00:01:51 34,4 00:04:31
La sostanza non cambia, continuo a non vedere, salvo pochissimi casi, risultati così mostruosi nel nuoto. A leggere nella sezione allenamento sembra che se non si nuota a 1.20 si esce dall'acqua per ultimi...
Il caso del campionato italiano è sicuramente un campione valido in quanto a partecipanti, i migliori (ok, ci sarà qualche eccezione ma poco rilevante) partecipano, quindi si può capire chi nuota forte = banalmente chi esce presto dall'acqua.
Sono i tempi che sono da prendere con le pinze, per i motivi che ho cercato di illustrare brevemente sopra, al massimo quelli che si possono prendere più o meno per buoni sono i differenziali tra le varie fasce di classifica. (e.g. i primi 250, in media, nuotano 20"/100m più forte di quelli nella fascia da 250 successiva)
Il caso di Lovadina è abbastanza diverso da quello degli italiani.
Tralasciamo che anche qua i dati sulle transizioni non sono presenti, quindi dati certi sul passo tenuto in gara non ne abbiamo neanche qua.
Il livello di questo triathlon è stato decisamente più basso, quindi ci sta che per uscire "davanti" siano servite skill natatorie inferiori.
Prendiamo il primo fuori dall'acqua, Morellato. Agli italiani (al netto di qualche ritirato/squalificato, che sposta poco) 53esimo, 1 minuto dopo i primi.
Il trentesimo (su 300 e passa potremmo considerarlo come uscito abbastanza avanti) fuori dall'acqua, Devis. Agli italiani 196esimo, 2 minuti e mezzo dopo il 30esimo.
Ogni tanto lurko le varie discussioni e mi sembra spesso che ci siano profonde divergenze di opinione sul cosa significhi nuotare forte, essere un forte triatleta, ecc e a volte si tende a ragionare un po' per iperboli, da prendere cum grano salis.
Esempio: girare a 1'30" fa schifo.
Eh, fa schifo per cosa? E' chiaro che nuotando con quel passo non sarai mai competitivo a un campionato italiano e se è quello è il tuo obiettivo sarà meglio lavorarci su parecchio.
In qualche gara minore invece potresti anche toglierti delle soddisfazioni, se ben supportato dalle altre due frazioni.
Il problema mi sembra tutto nello sminuire o meno una certa prestazione. Io sono dell'idea che nessuno vada sminuito, ma che tutti debbano avere una certa consapevolezza delle prestazioni che paragonano.