Devono essere in commercio nel senso che il modello deve essere registrato come tale e deve essere approvato dall'UCI. Non penso, poi, che al "produttore" (chiamiamolo così, anche se in realtà quasi nessuno produce direttamente) venga richiesto di realizzare fisicamente quelle biciclette in una specifica fabbrica in modo da poterne garantire l'origine (non stiamo mica parlando di alimentari).
C'è chi produce tutto in casa (
Giant, Merida, Look,
Time) e chi si affida a terzi (
Cannondale,
Trek, Canyon, ecc...). Chi si affida a terzi verosimilmente ha tutte le intenzioni di far produrre i telai destinati ai pro dalla fabbrica che può fare il miglior telaio possibile, anche a discapito del profitto. Quando si parla di consumatori normali, invece, non esiste che non si guardi al profitto.
Dico questo soltanto perchè dare le bici ai pro è come mettersi in vetrina. Bisogna fare la miglior figura possibile.
Prendendo come esempio i marginal gains e tutte le piccole ottimizzazioni che fanno salvare qualche watt qua e là, davvero credete che i telai destinati ai pro non vengano controllati in maniera maniacale prima di darli alle squadre? Specie per i corridori top (un Froome, un Sagan, ecc.).
Si parla tanto dei pro che girano con cuscinetti ceramici ovunque e cose varie, ma se poi mi fai un movimento centrale che non è perfetto (parlo di tolleranze entro i 2 centesimi di millimetro) allora perdo molti più watt di quelli che guadagno con qualche cuscinetto ceramico.
Un controllo così minuzioso su ogni telaio costa, ecco perchè ha un senso farlo sui telai dei pro (perchè in un cronoprologo può farti la differenza tra essere in maglia gialla o arrivare secondo) mentre non ha senso farlo sui telai da vendere alla gente normale.