Cannondale inaugura nuovi siti di assemblaggio in Europa e USA

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In un momento di grande difficoltà globale nelle catene produttive e logistiche c'è chi sta pianificando un cambiamento. Ad esempio Dorel Sports, società madre di Cycling Sports Group, ha annunciato ufficialmente martedì l'intenzione di affittare una struttura esistente vicino al porto di Savannah, a Rincon, in Georgia, per soddisfare la domanda...
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henry_z4

Pedivella
30 Settembre 2009
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buone notizie speriamo riportino anche la produzione e non solo gli assemblaggi in occidente per aumentare l'occupazione.
[mod. pignolo on] Una nota. non sono 77 ettari ma 7. [mod pignolo off]
 
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buone notizie speriamo riportino anche la produzione e non solo gli assemblaggi in occidente per aumentare l'occupazione.
[mod. pignolo on] Una nota. non sono 77 ettari ma 7. [mod pignolo off]
volevo scriverlo, 90 ettari, sarebbe un'estensione come una grossa raffineria....metà della Fiat di Mirafiori....Hai voglia a far biciclette!
 
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Corvo Torvo

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buone notizie speriamo riportino anche la produzione e non solo gli assemblaggi in occidente per aumentare l'occupazione.
[mod. pignolo on] Una nota. non sono 77 ettari ma 7. [mod pignolo off]
Ho sentito un'intervista a Pinarello, il quale afferma che per la produzione è tutto un altro film: di fatto i produttori di Taiwan, producendo per i marchi occidentali, hanno acquisito un know-how difficilmente colmabile in pochi anni: c'è il rischio concreto di non fare nemmeno in tempo a colmare il gap prima che la situazione in far-east torni alla normalità. sarebbe un azzardo che potrebbe portare seri problemi economici.
 

henry_z4

Pedivella
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Ho sentito un'intervista a Pinarello, il quale afferma che per la produzione è tutto un altro film: di fatto i produttori di Taiwan, producendo per i marchi occidentali, hanno acquisito un know-how difficilmente colmabile in pochi anni: c'è il rischio concreto di non fare nemmeno in tempo a colmare il gap prima che la situazione in far-east torni alla normalità. sarebbe un azzardo che potrebbe portare seri problemi economici.
ah vabe.. se non vuoi investire e tenerti i profitti è ovvio. Per riportare la produzione in occidente dovresti ripensare ai cicli produttivi e investire qualche milionata di €
Ma visto che per dire, Specialized si faceva fare i telai a Taiwan da Merida, potresti fare anche jackpot e prenderti una buona fetta di produzione europea.
 

alespg

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Specialized è proprietà Merida, per cui difficilmente cambierà la produzione dei propri telai. Per quanto riguarda Pinarello, non credo che abbia mai avuto una produzione su vasta scala di telai in carbonio in casa, per cui dovrebbe partire da zero, investendo parecchio, cosa diversa ad esempio per Bianchi
 

henry_z4

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30 Settembre 2009
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Specialized è proprietà Merida, per cui difficilmente cambierà la produzione dei propri telai. Per quanto riguarda Pinarello, non credo che abbia mai avuto una produzione su vasta scala di telai in carbonio in casa, per cui dovrebbe partire da zero, investendo parecchio, cosa diversa ad esempio per Bianchi
49% non è maggioranza.. quindi domani se specy volesse andare da altra parte potrebbe..
 

Kylo_ren

via col vento
18 Aprile 2020
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Tanto hanno capito che i polli che acquistano grafiche accattivanti ci sono, per cui che problema c'è? Il mercato c'è. Ma chi glielo fa fare di spendere così tanto in logistica e spedizioni orientali? Come se poi dietro un telaio in carbonio ci fosse chissà quale scienza astrale e apocalittica....oramai fabbricare un telaio in carbonio è una cosa abbastanza normale, mica ci vuole la Nasa. E comunque non è più vero che la mano d'opera orientale costa meno di quella europea. Oggi un manovale in Italia lo si paga 4 euro/h e c'è chi accetterebbe anche di meno pur di lavorare. Il Covid ha cambiato gli assetti geoeconomici, dato di fatto.
 
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Corvo Torvo

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ah vabe.. se non vuoi investire e tenerti i profitti è ovvio. Per riportare la produzione in occidente dovresti ripensare ai cicli produttivi e investire qualche milionata di €
Ma visto che per dire, Specialized si faceva fare i telai a Taiwan da Merida, potresti fare anche jackpot e prenderti una buona fetta di produzione europea.
Guarda che se non ricordo male Merida ha comprato Specialized all'inizio degli anni 2000.
 

Frescobaldo

Cronoman
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Oggi un manovale in Italia lo si paga 4 euro/h e c'è chi accetterebbe anche di meno pur di lavorare.
Non mi risultano 4 €/h (corrisponderebbe ad uno stipendio netto di circa 700 €/mese, praticamente da fame), soprattutto non è quanto si paga che conta ma quanto costa all'azienda cioè occorre moltiplicare per varie volte, a seconda dei casi, per coprire le tasse e tutti i costi fissi, la sicurezza, la pensione ecc. ecc. che in Oriente sono molto inferiori ai nostri.
Per il resto sono convinto che, visti i costi attuali delle biciclette, si potrebbero produrre da noi almeno i modelli di alta gamma pur guadagnandoci (magari un po' meno che facendoli in Cina).
 
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Kylo_ren

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Non mi risultano 4 €/h (corrisponderebbe ad uno stipendio netto di circa 700 €/mese, praticamente da fame), soprattutto non è quanto si paga che conta ma quanto costa all'azienda cioè occorre moltiplicare per varie volte, a seconda dei casi, per coprire le tasse e tutti i costi fissi, la sicurezza, la pensione ecc. ecc. che in Oriente sono molto inferiori ai nostri.
Per il resto sono convinto che, visti i costi attuali delle biciclette, si potrebbero produrre da noi almeno i modelli di alta gamma pur guadagnandoci (magari un po' meno che facendoli in Cina).
No mi spiace la mia azienda lavora con industrie cinesi e le dicerie italiane sul costo del lavoro sono solo chiacchiere. I costi di produzione in Cina, Taiwan e Thailandia stanno aumentando assieme alla loro capacità di produrre prodotti di qualità, non ancora a livello europeo ma sono sulla strada . Quest'anno in Cina ci sono stati scioperi per protestare sui salari, ad oggi i cinesi rifiutano il lavoro se sottopagato mentre in Italia la tendenza è assolutamente l'inverso e sta crescendo il numero di mano d'opera che pur di lavorare accetta salari minimi. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta a quella che si dipinge sulla carta stampata. Non per niente molte aziende stan facendo marcia indietro. E non certo per caso. E non certo per la banalissima scusa del made in Italy. Il futuro della manovalanza in Italia e molti paesi d'Europa è oscuro e segnato, e sta subendo una trasformazione che pochi riusciranno a digerire nel prossimo decennio. Complice anche scelte politiche scellerate come ad esempio giusto per citarne una a caso, quelle che hanno portato l' Italia in una situazione paradossale dove è meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che un lavoro. Fare il giro dei ristoranti per credere, ad esempio. E il ristoro è uno dei canali di business più rilevanti in Italia. In Cina invece stanno varando politiche economiche per cauterizzare il ramo d'industria che non produce profitto, la famigerata industria dei prodotti da un dollaro. E incentivano le industrie che producono profitto con tecnologia e qualità. Di conseguenza tutto il resto che ne viene, incluso il fatto che non esiste più la leggenda metropolitana del cinese che lavora per il piatto di riso. Ma ti dico di più per esperienza diretta: uno dei prodotti dell'azienda per cui lavoro ha subito aumento di costo per via di crescita salariale dell'azienda di Shenzhen. Con buona pace di tutti. Tanto che si sta pensando di spostare produzione in Italia. E i cinesi Stan chiedendo ritocco dei contratti, guarda caso. Una storia che secondo me è la stessa che sta capitando nella filiera del ciclo. Troppe concomitanze non casuali.
 
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No mi spiace la mia azienda lavora con industrie cinesi e le dicerie italiane sul costo del lavoro sono solo chiacchiere. I costi di produzione in Cina, Taiwan e Thailandia stanno aumentando assieme alla loro capacità di produrre prodotti di qualità, non ancora a livello europeo ma sono sulla strada . Quest'anno in Cina ci sono stati scioperi per protestare sui salari, ad oggi i cinesi rifiutano il lavoro se sottopagato mentre in Italia la tendenza è assolutamente l'inverso e sta crescendo il numero di mano d'opera che pur di lavorare accetta salari minimi. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta a quella che si dipinge sulla carta stampata. Non per niente molte aziende stan facendo marcia indietro. E non certo per caso. E non certo per la banalissima scusa del made in Italy. Il futuro della manovalanza in Italia e molti paesi d'Europa è oscuro e segnato, e sta subendo una trasformazione che pochi riusciranno a digerire nel prossimo decennio. Complice anche scelte politiche scellerate come ad esempio giusto per citarne una a caso, quelle che hanno portato l' Italia in una situazione paradossale dove è meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che un lavoro. Fare il giro dei ristoranti per credere, ad esempio. E il ristoro è uno dei canali di business più rilevanti in Italia. In Cina invece stanno varando politiche economiche per cauterizzare il ramo d'industria che non produce profitto, la famigerata industria dei prodotti da un dollaro. E incentivano le industrie che producono profitto con tecnologia e qualità. Di conseguenza tutto il resto che ne viene, incluso il fatto che non esiste più la leggenda metropolitana del cinese che lavora per il piatto di riso. Ma ti dico di più per esperienza diretta: uno dei prodotti dell'azienda per cui lavoro ha subito aumento di costo per via di crescita salariale dell'azienda di Shenzhen. Con buona pace di tutti. Tanto che si sta pensando di spostare produzione in Italia. E i cinesi Stan chiedendo ritocco dei contratti, guarda caso. Una storia che secondo me è la stessa che sta capitando nella filiera del ciclo. Troppe concomitanze non casuali.

Su salari e italia , non ho gli setti riscontri.. per esempio settore meccanica non trovi personale anche pagarlo molto.
Non è un segreto che molti responsabili officina abbiano oramai paghe più' alte che quadri dirigenziali..
Vero anche che il mio territorio anche se vicino al tuo è diverso, visto che conosco entrambi..

Su produzione Cina invece ho le tue stesse informazioni, mi spiegavano che oramai la convenienza è al massimo di un 20%
Che al netto di ritardi ecc ecc... te la giochi.
Sempre sentendo chi ha manifatturiero in Cina..., la cosa che più' gli opprime è dover rifare i conti con la burocraZZia Italiana.
Es... se devi rifare una cabina trasformazione ENEL... ENEL si prende 6 mesi di tempo solo per darti risposta... Da dare di Matto..!
 
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Su salari e italia , non ho gli setti riscontri.. per esempio settore meccanica non trovi personale anche pagarlo molto.
Non è un segreto che molti responsabili officina abbiano oramai paghe più' alte che quadri dirigenziali..
Vero anche che il mio territorio anche se vicino al tuo è diverso, visto che conosco entrambi..

Su produzione Cina invece ho le tue stesse informazioni, mi spiegavano che oramai la convenienza è al massimo di un 20%
Che al netto di ritardi ecc ecc... te la giochi.
Sempre sentendo chi ha manifatturiero in Cina..., la cosa che più' gli opprime è dover rifare i conti con la burocraZZia Italiana.
Es... se devi rifare una cabina trasformazione ENEL... ENEL si prende 6 mesi di tempo solo per darti risposta... Da dare di Matto..!
corretto, ma io stavo parlando di manovalanza. Che in genere non ha le qualifiche di cui stai parlando ma lavora nel generico. Ci sono due fattori che stanno influendo: da una parte un reddito di cittadinanza che ha creato un paradosso per cui chi te lo fa fare di lavorare se poi puoi stare a casa, prendere reddito ed integrare con lavoro in nero. Ergo prendi più di un normale dipendente. Ristorazione è alla canna come altre filiere. I responsabili officina probabilmente prendono tanto ma non certo il tornitore. Stiamo parlando di questi.
Su Cina, parlando di filiera ciclo ma anche altre tutto è la stessa minestra, il problema è che la curva del margine di profitto è scesa sotto i costi generali imputabili a logistica, QA e delivery. Vuole dire che il famoso breack-even point tanto agognato dai maghi e giocolieri del mercato creativo non è più una realtà attrattiva, ergo meglio lavare i panni in famiglia e controllare produzioni in casa con product's handling costs più accettabili, specie quando si tratta di spedire materiale ingombrante come telai: fai caso, un telaio pesa qualche centinaia di grammi ma occupa uno spazio come il mio sgabuzzino, ergo costi di spedizione sono proporzionali allo spazio occupato più che al peso quindi costi sono elevati. La burocrazia italiana non è niente di diverso da quella US e quella Cinese: ho creato una JV in US con massa di carta straccia e problemi di ogni genere e quasi fallivo per cazzate di ogni genere, e devo farne una in cina ora che è quasi un anno e credo che la sua costituzione fallirà per grane burocratiche locali. Quindi anche questo è un grandissimo luogo comune dietro il quale si nascondono i veri problemi degli italiani: i politici che sono, come i calciatori e i loro procuratori, quelli che succhiano tutto. Non per niente il recovery fund, che dovrebbe agevolare industria, in realtà viene anche usato dai menestrelli dei procuratori e manager del calcio per abbattere le tasse su acquisti di calciatori (sic, agevolazioni a gente che prende milioni di euro all'ora!!) drenando risorse utili all'industria vera. In più sappiamo che a breve qualche decina di Miliardi di recovery fund dovranno essere restituiti all'europa perchè molte regioni, specie in meridione, non sanno cosa farsene perchè dovrebbero creare posti di lavoro e quindi l'equazione sarebbe lavoro= niente reddito di cittadinanza = fatica = ciao ciao bambina. L'italiano è il problema non il cinese o la burocrazia.
 

Frescobaldo

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No mi spiace la mia azienda lavora con industrie cinesi e le dicerie italiane sul costo del lavoro sono solo chiacchiere. I costi di produzione in Cina, Taiwan e Thailandia stanno aumentando assieme alla loro capacità di produrre prodotti di qualità, non ancora a livello europeo ma sono sulla strada . Quest'anno in Cina ci sono stati scioperi per protestare sui salari, ad oggi i cinesi rifiutano il lavoro se sottopagato mentre in Italia la tendenza è assolutamente l'inverso e sta crescendo il numero di mano d'opera che pur di lavorare accetta salari minimi. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta a quella che si dipinge sulla carta stampata. Non per niente molte aziende stan facendo marcia indietro. E non certo per caso. E non certo per la banalissima scusa del made in Italy. Il futuro della manovalanza in Italia e molti paesi d'Europa è oscuro e segnato, e sta subendo una trasformazione che pochi riusciranno a digerire nel prossimo decennio. Complice anche scelte politiche scellerate come ad esempio giusto per citarne una a caso, quelle che hanno portato l' Italia in una situazione paradossale dove è meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che un lavoro. Fare il giro dei ristoranti per credere, ad esempio. E il ristoro è uno dei canali di business più rilevanti in Italia. In Cina invece stanno varando politiche economiche per cauterizzare il ramo d'industria che non produce profitto, la famigerata industria dei prodotti da un dollaro. E incentivano le industrie che producono profitto con tecnologia e qualità. Di conseguenza tutto il resto che ne viene, incluso il fatto che non esiste più la leggenda metropolitana del cinese che lavora per il piatto di riso. Ma ti dico di più per esperienza diretta: uno dei prodotti dell'azienda per cui lavoro ha subito aumento di costo per via di crescita salariale dell'azienda di Shenzhen. Con buona pace di tutti. Tanto che si sta pensando di spostare produzione in Italia. E i cinesi Stan chiedendo ritocco dei contratti, guarda caso. Una storia che secondo me è la stessa che sta capitando nella filiera del ciclo. Troppe concomitanze non casuali.
Anche io lavoro anche con industrie cinesi, in una multinazionale, ed in Italia abbiamo anche una fabbrica dove siamo costretti per ridurre i costi ad importare materie prime dalla Cina. Solo per dire che non parlo per sentito dire. Comunque sono abbastanza d'accordo con te, e mi sembra che il mio messaggio di prima andasse nella stessa direzione.
 
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