Cannondale inaugura nuovi siti di assemblaggio in Europa e USA

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In un momento di grande difficoltà globale nelle catene produttive e logistiche c’è chi sta pianificando un cambiamento. Ad esempio Dorel Sports, società madre di Cycling Sports Group, ha annunciato ufficialmente martedì l’intenzione di affittare una struttura esistente vicino al porto di Savannah, a Rincon, in Georgia, per soddisfare la domanda statunitense di biciclette Cannondale e ridurre i tempi di consegna.

La struttura di 9,3 ettari a Rincon dovrebbe aprire per l’assemblaggio nel terzo trimestre del prossimo anno. Cannondale utilizzerà circa 7,7 ettari dello spazio dell’edificio per la distribuzione. Un altro centro di distribuzione si trova a Vacaville sulla costa occidentale in California.

Il General Manager di Dorel, Nick Hage, ha dichiarato: “Nel 2019, abbiamo iniziato a mettere insieme tutti i piani e abbiamo preso la decisione di riportare l’assemblaggio negli Stati Uniti. Abbiamo esperienza con l’assemblaggio a Bedford, in Pennsylvania, e comprendiamo i vantaggi di avere un maggiore controllo sulla nostra catena di approvvigionamento. Si allinea perfettamente con la nostra attuale strategia di crescita, che include l’abbandono dei tempi tradizionali dell’anno modello ed essere un fornitore migliore per il nostro partner di vendita al dettaglio“.

Già nel 2010, Dorel ha trasferito la produzione di telai da Bedford in Asia, a cui è seguito nel 2014 l’assemblaggio. Le biciclette destinate ai rivenditori statunitensi sono ancora assemblate in Asia.

Alla domanda se ci sono piani per la produzione di telai a Rincon, Hage ha detto: “Tutto è sul tavolo, ovviamente, mentre costruiamo per il futuro, ma non è qualcosa che siamo pronti a condividere a questo punto“.

Cannondale ha affermato che punta a raddoppiare la sua presenza sul mercato negli Stati Uniti e in Europa nei prossimi tre anni. Il mese scorso è stata inaugurata anche una nuova struttura europea ad Almelo, nei Paesi Bassi. Entrambe le strutture saranno in grado di produrre un totale di 500.000 biciclette.

Cannondale ha affermato che con l’apertura dei due stabilimenti  la capacità produttiva europea triplicherà nel primo trimestre del prossimo anno; i tempi di costruzione saranno ridotti negli Stati Uniti, puntando a una riduzione del 30%-50% per i tempi di consegna ai concessionari, grazie anche ad un processo di controllo della qualità più centralizzato nei siti di assemblaggio. Tutte le bici assemblate negli stabilimenti di Rincon e Almelo utilizzeranno imballaggi riciclabili al 100%.

Rincon si trova meno di un’ora dal porto di Savannah, uno degli hub logistici più importanti degli stati uniti del sud, mentre Almelo si trova a circa 2h dal porto di Amsterdam.

Tutto questo mentre Dorel Sports è in procinto di essere venduta a Pon Holdings (Cervélo, Focus, Santa Cruz, etc.) per 810 milioni di dollari. Dorel Sports fa parte di Dorel Industries e il suo Cycling Sports Group comprende i marchi IBD Cannondale, GT, Charge e Fabric. Il Pacific Cycle Group, l’altra divisione di Dorel Sports, comprende Schwinn, Mongoose e Kid Trax.

Pper ora si parla di assemblaggio, ma forse il futuro ci riserva un almeno un parziale ritorno alle produzioni locali di biciclette.

Commenti

  1. henry_z4:

    buone notizie speriamo riportino anche la produzione e non solo gli assemblaggi in occidente per aumentare l'occupazione.
    [mod. pignolo on] Una nota. non sono 77 ettari ma 7. [mod pignolo off]
    volevo scriverlo, 90 ettari, sarebbe un'estensione come una grossa raffineria....metà della Fiat di Mirafiori....Hai voglia a far biciclette!
  2. Preparatevi ad un inevitabile ulteriore aumento dei prezzi di listino. Inutile ricordare il delta-costo manodopera tra far east e Europa-USA
  3. Frescobaldo:

    Non mi risultano 4 €/h (corrisponderebbe ad uno stipendio netto di circa 700 €/mese, praticamente da fame), soprattutto non è quanto si paga che conta ma quanto costa all'azienda cioè occorre moltiplicare per varie volte, a seconda dei casi, per coprire le tasse e tutti i costi fissi, la sicurezza, la pensione ecc. ecc. che in Oriente sono molto inferiori ai nostri.
    Per il resto sono convinto che, visti i costi attuali delle biciclette, si potrebbero produrre da noi almeno i modelli di alta gamma pur guadagnandoci (magari un po' meno che facendoli in Cina).
    No mi spiace la mia azienda lavora con industrie cinesi e le dicerie italiane sul costo del lavoro sono solo chiacchiere. I costi di produzione in Cina, Taiwan e Thailandia stanno aumentando assieme alla loro capacità di produrre prodotti di qualità, non ancora a livello europeo ma sono sulla strada . Quest'anno in Cina ci sono stati scioperi per protestare sui salari, ad oggi i cinesi rifiutano il lavoro se sottopagato mentre in Italia la tendenza è assolutamente l'inverso e sta crescendo il numero di mano d'opera che pur di lavorare accetta salari minimi. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta a quella che si dipinge sulla carta stampata. Non per niente molte aziende stan facendo marcia indietro. E non certo per caso. E non certo per la banalissima scusa del made in Italy. Il futuro della manovalanza in Italia e molti paesi d'Europa è oscuro e segnato, e sta subendo una trasformazione che pochi riusciranno a digerire nel prossimo decennio. Complice anche scelte politiche scellerate come ad esempio giusto per citarne una a caso, quelle che hanno portato l' Italia in una situazione paradossale dove è meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che un lavoro. Fare il giro dei ristoranti per credere, ad esempio. E il ristoro è uno dei canali di business più rilevanti in Italia. In Cina invece stanno varando politiche economiche per cauterizzare il ramo d'industria che non produce profitto, la famigerata industria dei prodotti da un dollaro. E incentivano le industrie che producono profitto con tecnologia e qualità. Di conseguenza tutto il resto che ne viene, incluso il fatto che non esiste più la leggenda metropolitana del cinese che lavora per il piatto di riso. Ma ti dico di più per esperienza diretta: uno dei prodotti dell'azienda per cui lavoro ha subito aumento di costo per via di crescita salariale dell'azienda di Shenzhen. Con buona pace di tutti. Tanto che si sta pensando di spostare produzione in Italia. E i cinesi Stan chiedendo ritocco dei contratti, guarda caso. Una storia che secondo me è la stessa che sta capitando nella filiera del ciclo. Troppe concomitanze non casuali.
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