Dopo quanti km si raggiunge l'apice della condizione?

markus

Moderatur
9 Settembre 2005
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legnano
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Cervelo R3 2012
Ha ragione sepica, se uno si fa 5000km senza variazioni di ritmo, scatti, etc..., sarà difficile essere in forma.
Poi bisogna vedere anche cosa si intende per essere in forma...
 

Paolo Vitale

Apprendista Cronoman
11 Marzo 2008
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Veronella (VR)
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Handbike
Secondo voi, un amatore medio (diciamo 7.000-10.000 km annui), dopo quanti km raggiunge il top di prestazione? O meglio, fino a che punto si migliora con il passare dei km?

Piùche di km si tratta di una serie di fattori, ci sono persone che fanno 15.000 km e non vanno mai, altri ne fanno 7000 e dopo 2000 vanno come treni, dobbiamo forse chiederci come bisogna pedalare per raggiungere in fretta i picchi di forma? Io sono tra quelli che pedala a senzazione quindi sin che ne ho do dentro alla grande, ma ho anche dei periodi di fiacca incredibileo-o
 
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Luca69

Maglia Amarillo
4 Novembre 2008
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Tra Vr-Pd-Vi-Ro-Fe
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Allez
Piùche di km si tratta di una serie di fattori, ci sono persone che fanno 15.000 km e non vanno mai, altri ne fanno 7000 e dopo 2000 vanno come treni, dobbiamo forse chiederci come bisogna pedalare per raggiungere in fretta i picchi di forma? Io sono tra quelli che pedala a senzazione quindi sin che ne ho do dentro alla grande, ma ho anche dei periodi di fiacca incredibileo-o
come non quotarti!!!nel ciclismo,come nella vita d'altronde conta piu' la qualita' che la quantita'!ovvio se si parla di miglioria di prestazioni!
 

mitico_2

Passista
6 Dicembre 2009
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piemonte
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posso dirti che e' una domanda stupida...priva di fondamento... in amicizia.
il top della condizione si raggiunge seguendo delle precise tabelle di allenamenti e di cicli dire generiacmente che si raggiunge dopo xx km e' limitativo.

Parlando di amatori, ossia di chi delle tabelle di allenamento gliene frega poco o niente, per cui cerca di migliorare andando quasi a sensazione sì, ma quasi sempre al massimo, ci sarà pur un graduale miglioramento (sperimentato personalmente) delle prestazioni. Nel mio caso "sento" che comincio a pedalare bene dopo 2.000/3.000 km ma poi, nonostante continui a pedalare con "vigore", fare la salite al massimo delle mie possibilità, fare variazioni di ritmo, scatti, periodi di carico e scarico, ecc., non vedo più grandi miglioramenti.
 

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
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BMC slr01 TREK Madone
Parlando di amatori, ossia di chi delle tabelle di allenamento gliene frega poco o niente, per cui cerca di migliorare andando quasi a sensazione sì, ma quasi sempre al massimo, ci sarà pur un graduale miglioramento (sperimentato personalmente) delle prestazioni. Nel mio caso "sento" che comincio a pedalare bene dopo 2.000/3.000 km ma poi, nonostante continui a pedalare con "vigore", fare la salite al massimo delle mie possibilità, fare variazioni di ritmo, scatti, periodi di carico e scarico, ecc., non vedo più grandi miglioramenti.
Mi dispiace ma non mi hai convinto.....o-o
se "continui" a pedalare in maniera non costruttiva ( tabelle e cicli) rimarrai semper allo stesso livello che non e' detto che sia il tuo top.
Oltre tutto ad esempio io dopo 1000 2000 ad inizio stagione vado come un treno perche sono ancora "fresco" non sto in periodo agonisitco , non fa caldo e posso curare al meglio la preparazione, questo non vuol dire che sono al top. o-o
 

mitico_2

Passista
6 Dicembre 2009
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Mi dispiace ma non mi hai convinto.....o-o
se "continui" a pedalare in maniera non costruttiva ( tabelle e cicli) rimarrai semper allo stesso livello che non e' detto che sia il tuo top.
Oltre tutto ad esempio io dopo 1000 2000 ad inizio stagione vado come un treno perche sono ancora "fresco" non sto in periodo agonisitco , non fa caldo e posso curare al meglio la preparazione, questo non vuol dire che sono al top. o-o
Io non voglio convincere nessuno.....o-o
Volevo solo sapere se, pedalando come pedalo io, esiste una sorta di "linea" (oppure chiamiamola "soglia di chilometri") oltrepassata la quale non si hanno più incrementi prestazionali; inoltre quella "soglia", considerando il mio modo di allenarmi, indicativamente a quanti km può corrispondere?
 

warsaw

Passista
11 Giugno 2008
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Tannhäuser
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Ben8
Io non voglio convincere nessuno.....o-o
Volevo solo sapere se, pedalando come pedalo io, esiste una sorta di "linea" (oppure chiamiamola "soglia di chilometri") oltrepassata la quale non si hanno più incrementi prestazionali; inoltre quella "soglia", considerando il mio modo di allenarmi, indicativamente a quanti km può corrispondere?

penso che per avere un dato accettabile bisognerebbe fare dei test specifici per sapere qual'è il proprio livello massimo, oltre al quale non si hanno più incrementi prestazionali. Oppure bisogna conoscersi molto bene, come chi corre e pedala da anni.

Ci sono dei sistemi di allenamento per mantenere la forma più a lungo (per esempio nei pro chi fa giro e tour) e programmazioni che prevedono il picco a maggio, per poi avere un secondo picco di forma a settembre per le ultime gare. Questo è tipico dei granfondisti. Il tutto credo sia legato al carico complessivo degli allenamenti. Il numero di km conta poco, c'è chi si fa 1500 km al mese sempre a spasso e chi ne fa 1000 di esercizi specifici, gare, allenamenti molto intensi, sedute di scarico ecc.

A riguardo credo sia molto interessante il libro di Aldo Sassi sul sovrallenamento, che in parte suppongo che tocchi anche l'argomento relativo al picco di forma.

La sostanza di fondo comunque sta nel riuscire (e qui non è facile) a quantificare i carichi di allenamento, per far funzionare al meglio il sistema della supercompensazione che sta alla base dei miglioramenti di un atleta (anche amatore) che si allena. Il cardio è un primo strumento utile, il rilevatore di watt probabilmente è l'ultima frontiera a riguardo.
 

Rox

Apprendista Passista
28 Luglio 2008
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Caserta provincia
www.scuoladiwingtsun.it
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Bianchi - Battaglin - Ducati
Parlando di amatori, ossia di chi delle tabelle di allenamento gliene frega poco o niente, per cui cerca di migliorare andando quasi a sensazione sì, ma quasi sempre al massimo, ci sarà pur un graduale miglioramento (sperimentato personalmente) delle prestazioni. Nel mio caso "sento" che comincio a pedalare bene dopo 2.000/3.000 km ma poi, nonostante continui a pedalare con "vigore", fare la salite al massimo delle mie possibilità, fare variazioni di ritmo, scatti, periodi di carico e scarico, ecc., non vedo più grandi miglioramenti.

Come molti hanno già detto, non sono i km percorsi il parametro per fare questa valutazione, quello che dici è normale. La curva di miglioramento sale velocemente nei primi tempi e poi tende a stabilizzarsi, se raggiungi il tuo picco di forma in un determinato periodo, necessariamente dopo un po' avrai un calo. Se invece i tuoi allenamenti ti portano vicino al tuo massimo, senza raggiungerlo, puoi probabilmente tenere questa condizione per più tempo.
Io non voglio convincere nessuno.....o-o
Volevo solo sapere se, pedalando come pedalo io, esiste una sorta di "linea" (oppure chiamiamola "soglia di chilometri") oltrepassata la quale non si hanno più incrementi prestazionali; inoltre quella "soglia", considerando il mio modo di allenarmi, indicativamente a quanti km può corrispondere?

Non credo si possa rispondere a questa domanda, le differenze tra un atleta ed un altro sono troppe, come pure le variabili in gioco...

Se non hai miglioramenti sostanziali, pur "sentendo" di poter fare di più, credo che tu debba necessariamente apportare delle modifiche alle tue tabelle di allenamento e sperimentare nuove soluzioni. o-o
 

ElMic

Apprendista Cronoman
3 Luglio 2008
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A partire da 6.000-7.000 chilometri si notano cmq miglioramenti del sistema cardiovascolare con il risultato che il muscolo del cuore diventa più potente, cioé il battito del cuore diventa più potente e la frequenza cardiaca scende. Quello peró non significa essere in forma, significa solo che si raggiunge il limite oltre il quale il corpo cambia permanentemente e riesce ad addattarsi a certi sforzi.

Facendo meno chilometri un cambiamento non si nota...
 

all_i_need_is_bike

Apprendista Cronoman
22 Marzo 2007
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human-powered
Non esiste un riscontro univoco alla domanda, e non solo perchè la risposta al carico di allenamento è una caratteristica personale, ma anche perchè non si considera l'importanza di altri fattori che possono diventare preponderanti.
Se è vero che per un neo-praticante (oppure per chi ricomincia dopo un periodo di inattività) si ottengono grandi benefici semplicemente aggiungendo "quantità", questo non sarà del tutto vero per l'atleta evoluto (amatore o professionista, il principio è lo stesso) che vuole provare ad ottenere un miglioramento a partire da un livello prestazionale già elevato.
Infatti in generale più è alto il livello raggiunto (in termini relativi, cioè quando l'atleta ha maturato una certa "esperienza" lungo la sua "carriera" sportiva) e meno conta il fattore "quantità" nella ricerca di un ulteriore miglioramento, per raggiungere il quale diventano invece indispensabili altri aspetti (ad esempio una sempre più mirata e meticolosa gestione dell'alternanza carico/recupero, una sempre più attenta valutazione dei carichi di allenamento, ecc).
Con questo non voglio dire che il volume di allenamento non rivesta un ruolo importante, anzi, ma solo che la quantità di lavoro svolto -di per sè- non è troppo significativo per definire in modo univoco la capacità di fornire una prestazione.
 
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gangaboy

Pignone
20 Ottobre 2009
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de rosa merak
Parlando di amatori, ossia di chi delle tabelle di allenamento gliene frega poco o niente, per cui cerca di migliorare andando quasi a sensazione sì, ma quasi sempre al massimo, ci sarà pur un graduale miglioramento (sperimentato personalmente) delle prestazioni. Nel mio caso "sento" che comincio a pedalare bene dopo 2.000/3.000 km ma poi, nonostante continui a pedalare con "vigore", fare la salite al massimo delle mie possibilità, fare variazioni di ritmo, scatti, periodi di carico e scarico, ecc., non vedo più grandi miglioramenti.
prima di tutto ci sono persone che entrano in forma prima di altre. poi, amatori o no, non è logico continuare ad andare sempre a tutta. di norma in inverno si inizia con del lungo, per poi passare ad un periodo di lavori al medio/veloce ed infine si riprende con le uscite di gruppo e le prime grandondo cercando di metterci qualche uscita di recupero. a seconda come calibri queste ultime 2 fasi di allenamento puoi entrare in forma un po' prima o dopo. x esempio, faccio circa 9000 km all'anno ed inizio ad entrare in forma dopo 4/5 mesi 3500-4500 km x raggiungere il picco generalmente a 1/2 giugno con circa 6000 km nelle gambe. variando però il periodo del medio e veloce e i lavori alla soglia, a parità di km, puoi anticipare o posticipare l'entrata in forma e la durata del picco nel tempo...
 

mitico_2

Passista
6 Dicembre 2009
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piemonte
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Bici
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prima di tutto ci sono persone che entrano in forma prima di altre. poi, amatori o no, non è logico continuare ad andare sempre a tutta. di norma in inverno si inizia con del lungo, per poi passare ad un periodo di lavori al medio/veloce ed infine si riprende con le uscite di gruppo e le prime grandondo cercando di metterci qualche uscita di recupero. a seconda come calibri queste ultime 2 fasi di allenamento puoi entrare in forma un po' prima o dopo. x esempio, faccio circa 9000 km all'anno ed inizio ad entrare in forma dopo 4/5 mesi 3500-4500 km x raggiungere il picco generalmente a 1/2 giugno con circa 6000 km nelle gambe. variando però il periodo del medio e veloce e i lavori alla soglia, a parità di km, puoi anticipare o posticipare l'entrata in forma e la durata del picco nel tempo...

Concordo pienamente con te, era sottointeso che in inverno si inizia con il lungo e poi si passa al medio/veloce. o-o
 

TonyTpb

Maglia Amarillo
21 Novembre 2008
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Milano Sud/Ovest
www.ciapratmilano.com
Bici
Trek Emonda
Non esiste un riscontro univoco alla domanda, e non solo perchè la risposta al carico di allenamento è una caratteristica personale, ma anche perchè non si considera l'importanza di altri fattori che possono diventare preponderanti.
Se è vero che per un neo-praticante (oppure per chi ricomincia dopo un periodo di inattività) si ottengono grandi benefici semplicemente aggiungendo "quantità", questo non sarà del tutto vero per l'atleta evoluto (amatore o professionista, il principio è lo stesso) che vuole provare ad ottenere un miglioramento a partire da un livello prestazionale già elevato.
Infatti in generale più è alto il livello raggiunto (in termini relativi, cioè quando l'atleta ha maturato una certa "esperienza" lungo la sua "carriera" sportiva) e meno conta il fattore "quantità" nella ricerca di un ulteriore miglioramento, per raggiungere il quale diventano invece indispensabili altri aspetti (ad esempio una sempre più mirata e meticolosa gestione dell'alternanza carico/recupero, una sempre più attenta valutazione dei carichi di allenamento, ecc).
Con questo non voglio dire che il volume di allenamento non rivesta un ruolo importante, anzi, ma solo che la quantità di lavoro svolto -di per sè- non è troppo significativo per definire in modo univoco la capacità di fornire una prestazione.
ottimo direi o-o