Il punto sollevato da Fran Cesco è importante, ma le mie conclusioni sono molto diverse.
Ho i dischi sulla MTB da 8 anni. Dei bellissimi Formula con pompettine radiali che mi ricordano i Brembo che avevo sulla Ducati 998S...
Acqua, fango, polvere, salite, discese e trasporto autostradale sotto diluvio. Mai dovuto fare una registrazione, solo facilissimo cambio di ferodi, qualche volta portati al ferro, senza che succedesse nulla di che...
Niente di molto diverso, ovviamente, sui rim della BDC, ma anche lì cambio di pattini e, in più, ogni tanto una tiratina ai registri e una centratura al ripartitore. Mi pare che come problema, per i dischi, non ci sia neppure questo...
Visto che siamo tornati in argomento.
Visto che in termini strettamente funzionali, di pesi, aero, etc stiamo spaccando capelli in quattro, aggiungerei una considerazione che ai duri e puri non piacerà ma che a me, che nella bici moderna trovo anche, e molto, il piacere della bellezza estetico-meccanica, pare importantissimo.
In un oggetto così euristico come la bici, la separazione tra funzioni, con soluzioni più mirate, sembra un cosa bella da considerare.
Quindi, per me e solo per me, il cerchio è il cerchio. Serve a sostenere il pneumatico, a rotolare e a sopportare le sollecitazioni che questa funzione comporta, meglio se non ne subisce altre (anche se sappiamo tutti che lo fa da un secolo senza problemi, ma non è questo il punto).
Il freno è il freno. Serve a rallentare la bici e va pensato per sopportare la trasformazione dell'energia cinetica in calore, evitando che questo calore vada dove è meglio che non vada, e applicare il momento torcente in un punto progettato per sopportarlo facilmente.
Considerazioni esoteriche? Forse, ma concordo con Pirsig che deve esserci eleganza e chiarezza nella definizione di un sistema meccanico...
P.S. del resto anche con i rim non è che tutto filò liscio e semplice, quando entrarono in gioco i cerchi in carbonio (che nessuno si sogna di contestare). Piste in alluminio, raccomandazioni sui pattini, pulizia accurata, insomma parlare di semplicità concettuale andò anche in quel caso a pallino...