Sì, in realtà quello che dovrebbe fare l'antidoping è proprio l'attività complementare, ossia creare il recinto di ciò che è doping. Quello che esce da lì, almeno finché non viene (o non può tecnicamente essere) incluso, è di fatto tollerato. Immaginando realisticamente che l'incidenza di ciò che è tollerato sia poco (o tanto? boh) diversa da zero, non ci illudiamo che siano tutti puliti. Con l'accortezza che l'estensione e la localizzazione del perimetro sia modificata in funzione di ciò che ricercano gli atleti per diventare più performanti, non tanto per ricerca di un'etica che tanto non è applicabile al professionismo, se non in misura parziale, ma perché non vengano sensibilmente travisati i valori in campo o la partita non vada comunque a giocarsi su un campo totalmente differente.ossia: creiamo dei parametri all'interno del quale il doping sia free.
E ammettendo anche le ingerenze politiche, ma entro certi limiti di decenza. Al di fuori di questo il campo di gara diventa un altro ancora.