- 24 Dicembre 2011
- 1.601
- 359
- 71
- Bici
- Daccordi, CoppiMasciaghi, Aquila, Atala, ColnagoSport?
Il restauro – il telaio, bozza e piegatura del tubo orizzontale
Punti da sistemare sul telaio
Strutturali:
- tubo orizzontale leggermente piegato e con bozza sul lato sinistro
- forcellino dx aperto di circa 1,5
- buco sull’estremità del fodero dx, in prossimità del forcellino, all’interno,
- fori per portaborraccia sull’obliquo
- gioco della camerella superiore della serie sterzo nella sede del tubo sterzo
Protezione e finitura:
- cromatura consunta sulle congiunzioni e sui foderi della forcella
- riverniciatura grossolana sulla verniciatura originale, che era comunque già fortemente compromessa
Il tubo orizzontale presenta una bozza sul lato sinistro, a 240 dall’asse sterzo, profonda circa 1,5, ed è leggermente piegato, con freccia di ulteriori 1,5 , il tutto molto probabilmente causato dall’impatto della piega a seguito di una caduta
Per la riduzione delle bozze localizzate, ho trovato sul web diversi tutorial, ad esempio:
oppure:
http://chuck.kichline.com/bikes/Framedents/default.htm ,
http://www.the-climb.net/2011/03/frame-rolling.html,
ed anche fornitori degli appositi blocchetti calibrati, in lega leggera: http://www.bicycletool.com/frameblock1.aspx
Da non perdere anche la soluzione https://www.sheldonbrown.com/dent-removal.html . Esilaranti, i testimonials di commento: “maraviglioso, come Vesuvio!”
Per raddrizzare il tubo, ho trovato solo la classica riparazione di un telaio in acciaio a congiunzioni, che consiste nel dissaldarlo e sostituirlo con uno nuovo.
A me piace il”fai da te”, ma non ho grande esperienza e sono scarsamente attrezzato per la brasatura, e sopratutto non ho una dima o qualcosa che ci possa somigliare.
Così ho provato con la raddrizzatura.
Per questo tipo di lavoro, la attrezzatura giusta sarebbe stata una pressa idraulica e un piano di riscontro, ma in mancanza mi sono arrangiato con attrezzature da bricolage.
Mi sono procurato il blocchetto calibrato, ma anzicchè acquistarne una coppia in lega leggera,
ho preferito farmelo costruire in acciaio, da una officina meccanica “amica”.
Il resto della attrezzatura utilizzata è ferramenta varia di recupero (barra filettata, profilati di acciaio,....)
Mi sono poi auto-costruito una coppia di sellette in lega leggera raggiate 1/2”, simili al blocchetto, ma non calibrate in tolleranza, per fare due appoggi sul tubo evitando sollecitazioni concentrate sullo spessore sottile.
Per le misurazioni dispongo di comparatore centesimale, calibro, e un righello di acciaio
Per prima cosa ho dato una strizzata preliminare alla bozza procedendo come indicato nei tutorial, col blocchetto serrato in morsa e ruotando il telaio.
I bordi sporgenti della bozza sono effettivamente rientrati quasi completamente, ma senza un miracolistico ritorno in fuori del fondo della bozza, che d’altra parte neanche i tutorial promettevano.
Per farmi una idea della forze e della deformazione da applicare per raddrizzare il tubo, mi sono creato un foglio Excel col calcolo della freccia e della tensione della trave appoggiata e caricata con carico concentrato fuori centro.
Ho ipotizzato che lo spessore del tubo orizzontale sia di 0,7, per analogia allo spessore della estremità lato sella del tubo montante, misurata facilmente perchè sporgente dalla congiunzione.
Ho calcolato il carico allo snervamento con le caratteristiche di resistenza di tubi di acciaio di diversa qualità, con i pochi dati trovati sul web
Il calcolo mi ha dato, per un tubo 25CrMo4 un carico di 2500N con deformazione elastica prima dello snervamento di 4,2 e per un tubo Reynolds531 4800N e 8,7 rispettivamente
Ho individuato e segnato sul telaio il piano di deformazione del tubo, e ci ho incravattato sopra il blocchetto centrandolo sulla bozza e allineandolo col piano di deformazione.
Per la struttura di contrasto ho usato un tubo rettangolare di ferro 50x30xsp2, che ha un momento di inerzia 25 volte superiore al tubo da raddrizzare (quindi con una deformazione sotto carico irrilevante) e le due sellette di alluminio su tondini, per creare due appoggi incernierati che non danneggiassero localmente il tubo al momento di applicare il carico.
Per applicare il carico ho utilizzato una vite filettata M6, che tirava il telaio incravattato verso il tubo di contrasto, mentre con il comparatore centesimale appoggiato dalla parte opposta visualizzavo la deformazione.
Ho proceduto con cicli di carico progressivi, deformando elasticamente il tubo e poi levando il carico in modo che tornasse alla condizione iniziale.
Arrivato ad una freccia di circa 3,5, al rilascio il tubo non è tornato alla posizione iniziale ma è rimasto un paio di decimi di mm sotto, indicandomi il raggiungimento dello snervamento e della freccia elastica massima.
Ho riportato il tubo ad una freccia di 4,7, in modo da generare una deformazione elastica di 3,3 (=3,5-0,2) e una deformazione permanente di 1,4 (=4,7-3,3).
Ha funzionato!
Ora il tubo è dritto, nei limiti che riesco a visualizzare con la mia primitiva attrezzatura .
Rifacendo sul foglio Excel il calcolo a ritroso della tensione di snervamento corrispondente ad una freccia elastica massima di 3,3, risulta una tensione di circa 600 N/mm2, abbastanza vicina a quella nominale del 25CrMo4, (sempre che lo spessore del tubo sia effettivamente 0,7!)
Approssimazione più che soddisfacente, e comunque una indicazione della qualità dei tubi con cui è stato costruito il telaio.
Punti da sistemare sul telaio
Strutturali:
- tubo orizzontale leggermente piegato e con bozza sul lato sinistro
- forcellino dx aperto di circa 1,5
- buco sull’estremità del fodero dx, in prossimità del forcellino, all’interno,
- fori per portaborraccia sull’obliquo
- gioco della camerella superiore della serie sterzo nella sede del tubo sterzo
Protezione e finitura:
- cromatura consunta sulle congiunzioni e sui foderi della forcella
- riverniciatura grossolana sulla verniciatura originale, che era comunque già fortemente compromessa
Il tubo orizzontale presenta una bozza sul lato sinistro, a 240 dall’asse sterzo, profonda circa 1,5, ed è leggermente piegato, con freccia di ulteriori 1,5 , il tutto molto probabilmente causato dall’impatto della piega a seguito di una caduta
Per la riduzione delle bozze localizzate, ho trovato sul web diversi tutorial, ad esempio:
http://chuck.kichline.com/bikes/Framedents/default.htm ,
http://www.the-climb.net/2011/03/frame-rolling.html,
ed anche fornitori degli appositi blocchetti calibrati, in lega leggera: http://www.bicycletool.com/frameblock1.aspx
Da non perdere anche la soluzione https://www.sheldonbrown.com/dent-removal.html . Esilaranti, i testimonials di commento: “maraviglioso, come Vesuvio!”
Per raddrizzare il tubo, ho trovato solo la classica riparazione di un telaio in acciaio a congiunzioni, che consiste nel dissaldarlo e sostituirlo con uno nuovo.
A me piace il”fai da te”, ma non ho grande esperienza e sono scarsamente attrezzato per la brasatura, e sopratutto non ho una dima o qualcosa che ci possa somigliare.
Così ho provato con la raddrizzatura.
Per questo tipo di lavoro, la attrezzatura giusta sarebbe stata una pressa idraulica e un piano di riscontro, ma in mancanza mi sono arrangiato con attrezzature da bricolage.
Mi sono procurato il blocchetto calibrato, ma anzicchè acquistarne una coppia in lega leggera,
ho preferito farmelo costruire in acciaio, da una officina meccanica “amica”.
Il resto della attrezzatura utilizzata è ferramenta varia di recupero (barra filettata, profilati di acciaio,....)
Mi sono poi auto-costruito una coppia di sellette in lega leggera raggiate 1/2”, simili al blocchetto, ma non calibrate in tolleranza, per fare due appoggi sul tubo evitando sollecitazioni concentrate sullo spessore sottile.
Per le misurazioni dispongo di comparatore centesimale, calibro, e un righello di acciaio
Per prima cosa ho dato una strizzata preliminare alla bozza procedendo come indicato nei tutorial, col blocchetto serrato in morsa e ruotando il telaio.
I bordi sporgenti della bozza sono effettivamente rientrati quasi completamente, ma senza un miracolistico ritorno in fuori del fondo della bozza, che d’altra parte neanche i tutorial promettevano.
Per farmi una idea della forze e della deformazione da applicare per raddrizzare il tubo, mi sono creato un foglio Excel col calcolo della freccia e della tensione della trave appoggiata e caricata con carico concentrato fuori centro.
Ho ipotizzato che lo spessore del tubo orizzontale sia di 0,7, per analogia allo spessore della estremità lato sella del tubo montante, misurata facilmente perchè sporgente dalla congiunzione.
Ho calcolato il carico allo snervamento con le caratteristiche di resistenza di tubi di acciaio di diversa qualità, con i pochi dati trovati sul web
Il calcolo mi ha dato, per un tubo 25CrMo4 un carico di 2500N con deformazione elastica prima dello snervamento di 4,2 e per un tubo Reynolds531 4800N e 8,7 rispettivamente
Ho individuato e segnato sul telaio il piano di deformazione del tubo, e ci ho incravattato sopra il blocchetto centrandolo sulla bozza e allineandolo col piano di deformazione.
Per la struttura di contrasto ho usato un tubo rettangolare di ferro 50x30xsp2, che ha un momento di inerzia 25 volte superiore al tubo da raddrizzare (quindi con una deformazione sotto carico irrilevante) e le due sellette di alluminio su tondini, per creare due appoggi incernierati che non danneggiassero localmente il tubo al momento di applicare il carico.
Per applicare il carico ho utilizzato una vite filettata M6, che tirava il telaio incravattato verso il tubo di contrasto, mentre con il comparatore centesimale appoggiato dalla parte opposta visualizzavo la deformazione.
Ho proceduto con cicli di carico progressivi, deformando elasticamente il tubo e poi levando il carico in modo che tornasse alla condizione iniziale.
Arrivato ad una freccia di circa 3,5, al rilascio il tubo non è tornato alla posizione iniziale ma è rimasto un paio di decimi di mm sotto, indicandomi il raggiungimento dello snervamento e della freccia elastica massima.
Ho riportato il tubo ad una freccia di 4,7, in modo da generare una deformazione elastica di 3,3 (=3,5-0,2) e una deformazione permanente di 1,4 (=4,7-3,3).
Ha funzionato!
Ora il tubo è dritto, nei limiti che riesco a visualizzare con la mia primitiva attrezzatura .
Rifacendo sul foglio Excel il calcolo a ritroso della tensione di snervamento corrispondente ad una freccia elastica massima di 3,3, risulta una tensione di circa 600 N/mm2, abbastanza vicina a quella nominale del 25CrMo4, (sempre che lo spessore del tubo sia effettivamente 0,7!)
Approssimazione più che soddisfacente, e comunque una indicazione della qualità dei tubi con cui è stato costruito il telaio.
Ultima modifica: