Di questa storia c'è una cosa che mi perplime.
Quando mi è capitato di passare qualche notte al Rifugio Torino o al Mezzalama, sono sempre state notti di m..., gran mal di testa, anche nausea. Parimenti, quando andai in Perù, ci misi almeno una settimana, e solo grazie ad una interruzione di un giorno e mezzo, a trovare una quadra, stando a quote tra 3000 e 4500 m. Ed ero molto più giovane e con una forma fisica assai, assai migliore di oggi. Ma senza quella interruzione avrei dovuto fare ricorso al diamox, che peraltro mi pare pure vietato ai ciclisti.
Davvero ci si vuole sottoporre così facilmente a un simile trattamento quotidianamente ? Concordo che andrebbe fatto con assistenza medica.
Ovviamente per chi vive in quota la cosa è diversa.
Un decennio e mezzo fa sapevo che il mantra fosse "training low, resting high" proprio perchè per la soggettività di ogni atleta era impossibile ridurre il carico di lavoro attraverso un coefficiente ragionevolmente corretto, per tanto ci si allenava ai carichi conosciuti a livello del mare ed il resto del tempo si viveva in quota!l'allenamento deve essere molto ben calibrato, ed è molto diverso se fatto veramente in altitudine o in tenda, perché se dormi e ti alleni in quota è una cosa, se dormi in tenda è evidente che poi non ti allenerai in quota, e quindi gli effetti sono molto diversi.
per tanto ci si allenava ai carichi conosciuti a livello del mare ed il resto del tempo si viveva in quota!
è ancora così? è cambiato qualcosa?
I primissimi giorni di permanenza (senza particolari sforzi) di solito servono per recuperare le variazioni acute della risposta allo stimolo ambientale. E solitamente si resta nell'ambito di altitudini cosiddette moderate (indicativamente 2000-2500 m), quindi i disturbi dei primi giorni potrebbero essere meno rilevanti.Quando mi è capitato di passare qualche notte al Rifugio Torino o al Mezzalama, sono sempre state notti di m..., gran mal di testa, anche nausea. Parimenti, quando andai in Perù, ci misi almeno una settimana, e solo grazie ad una interruzione di un giorno e mezzo, a trovare una quadra, stando a quote tra 3000 e 4500 m.
Anche se comunque sempre nell'ambito della ciclizzazione e progressione della dose di stimolo allenante applicata, oltre agli aspetti individuali.Mi sembra di no. Ora vai giù e torni su, con lavori specifici in quota. Solo gli allenamenti più intensi li fanno a livello del mare perché mi sembra che in quota ci sia un qualche decadimento muscolare nel fare quei lavori (tipo sprint).
Infatti non mi ricordo chi, ma mi sembra che qualche atleta che viveva e si allenava in Colorado per le cronometro usasse dell'ossigeno in bottiglia prima e dopo gli sforzi.
La cosa comunque è abbastanza evidente se si guarda quello che fanno gli atleti oggi a Tenerife o Sierra Navada: non fanno allenamenti a livello del mare, ma scendono e poi tornano su, e tornando su fanno i lavori specifici.
Se fosse la stessa cosa dormire in tenda ed allenarsi a livello del mare starebbero a casa.
Peraltro, a quanto si può leggere in merito, eccedere molto con la quota non sembra dare benefici ulteriori per le quote ciclistiche "utili". Sul pepe alla routine non mi pronuncio, ci sono ancora pochi dati pubblicati :)A parte Campenaerts che dorme in tenda con l'ossigeno di quota 11.000mt...ma forse lo fa assieme alla fidanzata (nuotatrice) per dare un po' di pepe alla routine...
Peraltro, a quanto si può leggere in merito, eccedere molto con la quota non sembra dare benefici ulteriori per le quote ciclistiche "utili".
Beh, ma per forza, ad altissime quote l'allenamento diventa insostenibile, e vanno rivisti tutti i parametri di zone, etc..
Non so voi, ma io a quote over 4000mt praticamente mi trascino pur acclimatato, figurarsi allenarsi in bici....
E poi anche quando si torna a livello del mare la risposta è soggettiva, in particolare dalla seconda settimana, perché c'è una specie di effetto rebound con spossatezza ed anche valori ematici che peggiorano più che non prima dello stage in quota.
Infatti, anche li: fanno tutti stages in quote 2-3000mt, non oltre. Nessuno fa stages in Bolivia o altri posti a quote over 3000.
Scusa Ser pecora ma forse non hai capito... se usi la tenda, dormi come se fossi a 11.000m di altitudine ma ti alleni a livello del mare o al massimo a 2.000/2.500 m in base alla montagna che scali!
E' proprio questo il trucco per far produrre più globuli rossi al corpo, simulare il riposo in quota ma allenarsi ad altitudini normali!
...ma non funziona e non è quello che fanno i pro...come scritto sopra.
Comunque "dormire a 11k mt" fa ridere solo a scriverlo...
È quello che fanno i pro e che funziona... Ovviamente non a 11.000m ma simulando 3.000/3.500m di altitudine.
L'anno scorso qualche pro aveva detto di essersi preparato al tour riposando per una settimana a 4.500m teorici...
sembra scritto da chatgpt1. Probabilmente stai pensando a tende ipossiche, ossia con ridotta percentuale di ossigeno nell'aria, e non ipobariche, ossia con ridotta pressione dell'aria.
2. La risposta alla tua domanda dipende dalle ore di permanenza quotidiane, dalla percentuale di ossigeno nella tenda e soprattutto dalla risposta di ciascuno di noi. Ci sono atleti/e, che hanno verificato di avere una tolleranza e risposta molto positiva a questa pratica e che trasformano intere stanze in ipossiche a percentuali di ossigeno spinte; ovviamente con conseguenze importanti sui parametri ematici. Non è cosí per tutti, ma in generale i miglioramenti sono ampiamente misurabili.
3. L'ipossia puó avere conseguenze anche gravi. Gli unici studi sono numericamente insignificanti e non esiste un protocollo condiviso. La posizione della WADA è esplicitamente temporanea ("per ora non c'è abbastanza evidenza per vietare la pratica") ed in Italia è stata appena sdoganata, ma sotto pressione delle fedarazioni sportive. Non c'è neanche bisogno dire che l'utilizzo deve rientrare nell'ambito del campionismo, e sotto controllo medico. Insomma pensaci solo se vuoi fare dello sport il tuo lavoro.
lo prendo come un complimento. (comunque l'ho scritto di mio pugno)sembra scritto da chatgpt