Queste cose non nascono per caso, prima ci sono i contatti e, in genere, ci si mette d'accordo su quello che si parlerà in trasmissione.
Non sono d'accordo con te sul ruolo dell'avvocato. Penso che in Rai volessero sapere, sempre tramite la legale, il pensiero del fotografo e questa, dopo aver detto che si tratta di un ragazzo di 30 anni e alla successiva domanda sulle scuse, sia partita ad -------m.
Se non hai nulla da dire o se le domande sono imbarazzanti non è obbligatorio andare in trasmissione. Basta rispondere: «D'accordo col mio cliente abbiamo deciso di declinare l'invito.» Punto.
Oltretutto Colli era pacato, non aveva animi di rivalsa e la trasmissione poteva benissimo andare in onda senza legali. Se fosse successo a me sarei stato molto più cattivo, non oso immaginare se fosse successo a Contador, oltre la Tinkoff il fotografo si sarebbe ritrovato contro tutta la stampa europea.
Non sono d'accordo.
Se ci sono stati contatti prima della trasmissione tra la produzione RAI e l'avvocato della controparte, la cosa è ancora più grave, poiché significa che è stata la RAI stessa a voler trasformare lo studio in un'aula di tribunale. E probabilmente anche all'insaputa del corridore invitato. Altrimenti, immagino che Colli, sapendo che si sarebbe confrontato con l'avvocato della controparte, avrebbe preso la precauzione di venire con il suo legale.
Immagino che, semplicemente, la De Stefano volesse fare la "brillante". Avrà pensato: "Che scoop che ti faccio! Mo' invito in trasmissione l'avvocato della controparte e gli faccio chiedere scusa al povero Daniele".
Quanto meno, ha commesso una grave leggerezza: si aspettava veramente che l'avvocato chiedesse scusa? Facendolo, avrebbe ammesso implicitamente le colpe del proprio assistito, denunciato e chiamato a risarcire un ingente danno.
Per di più, la De Stefano non poteva pretendere che l'avvocato della controparte rispondesse a suo comando, quando questi è tenuto ad agire nell'interesse del suo cliente. Non si può biasimare l'avvocato della controparte se ha anche cercato di trasformare in un'aula di tribunale uno studio televisivo, ma chi ha la responsabilità della conduzione della trasmissione in quello studio.
Semplicemente, non si doveva dar modo che vi fosse un intervento da parte dell'avvocato. Non ci doveva essere il minimo accenno alla vicenda legale.
Al contrario, un conduttore serio avrebbe, all'inizio della trasmissione, fatto un annuncio del genere: "Oggi abbiamo il piacere di avere con noi Colli. Gli faremo molte domande, ma nessuna sui risvolti legali della vicenda in cui, suo malgrado, è rimasto coinvolto. Questa, ormai, è divenuta roba che deve essere discussa tra avvocati in un'aula di tribunale. Questo, invece, è uno studio televisivo. La nostra correttezza professionale ci induce a parlare di altro".