Da
Dal mio punto di vista e per il tipo di ciclista che sono i dischi sono innanzitutto orribili a vedersi oltre che inutili.
Per i cronodiscesisti da pioggia (nuova categoria di ciclisti) e i fan delle newtech immagino che saranno indispensabili.
Vero, saremmo fuori tema, però dimostra che c'è un certo tipo di ciclista che compra quello che trova in negozio e che il negoziante gli propone, senza avere un minimo di budget di spesa. E spesso non sa cambiare neanche una camera d'aria, figuriamoci avere una minima conoscenza delle altre parti tecnologiche della bici. Questo tipo di ciclista è il target ideale per il nuovo mercato dei freni a disco.
Un poco di riflessioni su questi argomenti, tutto già scritto altre volte.
In tutti i settori con implicazioni tecnologiche lo sviluppo va avanti incessantemente con buona pace di chi vorrebbe diversamente.
Tra tutte le clientele quella del ciclismo da strada è la maggiormente affetta dalla sindrome del perculamento da parte delle malefiche case costruttrici che propinano senza sosta nuove tecnologie inutili e costose al solo scopo di saccheggiare i conti in banca dei malcapitati praticanti.
La sindrome è talmente grave che chi va a comprarsi la novità è facilmente considerato, nella migliore delle ipotesi, un allocco sprovveduto.
Per inciso sottolineo però che non mi è mai capitato di vedere poveretti in catene trascinati in negozio da malefici emissari di case costruttrici per costringerli a comprare le novità.
Anzi nei negozi gli avventori ci vanno da soli e quando sono lì dentro mi sembra di percepire dai loro sguardi uno stato d'animo molto vicino alla beatitudine, altro che catene.
Mi pare anche che in massima parte chi acquista nuove cose dichiari di farlo perché "si concede" al piacere di possedere quelle cose.
Quelli che dichiarano di sostituire i cuscinetti con quelli ceramici per migliorare la prestazione mi sembrano essere, per fortuna, una minoranza molto esigua.
Personalmente non appartengo alla categoria di cliente descritta nella citazione, mi assemblo le biciclette da solo, conosco il mercato, e di solito sono attratto da cose che popoleranno il mercato solo ben più tardi (ho montato il mio primo gruppo Di2 dieci anni fa).
In queste dinamiche penso rientrino i dischi, li uso da prima che fossero aperte queste discussioni.
Ho comprato la prima bicicletta disc perché molto più bella e filante della stessa con i freni vecchi.
Finalmente i dischi svecchiavano un poco quelle linee sempre uguali da cent'anni, eliminando le bruttissime pinze a funi di ferro che erano appiccicate posticciamente in giro per i telai deturpandone l'armonia.
Poi ho sperimentato, come prevedibile considerati i miei trascorsi in MTB, che in effetti funzionano anche meglio di quelli vecchi e questo certamente non guasta.
Tanto per chiarire penso che per meritare di essere acquistato un componente oltre che piacere debba anche funzionare, anzi debba prima di tutto funzionare.
Quindi, non sempre chi acquista lo fa su imposizione del mercato, questo lo dovrà poi fare solo chi risulterà talmente superato dal mercato stesso da non avere più scelta.
Etichettare un componente come inutile è legittimo solo dopo lunghe ed approfondite verifiche condotte personalmente senza pregiudizi.
Nel mio caso mi è ad esempio capitato di scendere dal Rombo per due anni di fila sotto il diluvio, un anno rim e l'anno dopo disc.
Sono giunto vivo a valle in entrambi i casi, ma al termine della seconda discesa ho avuto la definitiva conferma che, anche ove mi servisse una sola volta all'anno (e non è così) non avrei più rinunciato ad un impianto a dischi.
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