A me la Sanremo piace.
La seguo da tempo immemorabile (la prima che mi ricordo è quella del 1968, quando vinse Rudi Altig), negli anni me ne sono perse poche; passa per zone che conosco bene, forse è anche per quello che mi piace guardarla (a proposito: bello il percorso di quest'anno, con la valletta che da Acqui sale a Sassello, fatta tante volte in moto, in un paesaggio che amo).
Ho visto le Sanremo di Merckx, quella di Dancelli, di Gimondi, dell''odiato' Raas (anche quella dove cadde fuori dalla strada nella discesa del Poggio, e confesso che godetti un pochino, a parziale compensazione del 'furto' di Valkenburg). Quelle di Gavazzi, Saronni, Fignon (con Fondriest battuto in volata che allarga le braccia)...
Mi piace perché è imprevedibile, aperta a tante soluzioni: può vincere uno scalatore, un passista, un velocista, uno da 55 chili ed un da 85, un favorito o un outsider. Negli ultimi anni abbiamo visto arrivi in solitaria, volate a due, a tre, a piccoli gruppi, a gruppone compatto.
E' vero, non sempre (o quasi mai) vince il più forte, ma il più scaltro, il più coraggioso, il più fortunato... d'altra parte, se dovesse vincere sempre il più forte, sai che palle, tanto varrebbe far le gare col cicloergometro: chi ha più watt vince. Ma sarebbe un pochettino più noioso.
E' vero, dal punto di vista agonistico vale la pena guardare solo gli ultimi quindici chilometri, ma prima bastano i panorami, i paesaggi, la tensione del gruppo a tenermi davanti alla tivù, almeno dai capi in avanti. Non è certo noioso come vedere scorrere sullo schermo le stesse immagini di campi di patate o mucche al pascolo di altre gare...
E poi, se la Sanremo è noiosa, che dire della Freccia Vallone, dove il copione è sempre identico, tutti in gruppo all'attacco dell'ultimo passaggio sul muro di Huy (con le fughe che non arrivano mai e vengono sempre riprese prima) e vince sempre o quasi il favorito? lì si che vale la pena guardarsi solo gli ultimi millecinquecento metri...