Allenamento per granfondo

GiaMatteoImpera

Apprendista Scalatore
22 Febbraio 2016
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Trek èmonda slr8
CI siamo passati tutti per questa avvincente fase e perciò tutti siamo inteneriti dall'entusiasmo di chi comincia. Ti assicuro, non smetterai più, ma c'è una cosa che non ti ha detto nessuno: frequenta i gruppi, è lì che imparerai tutto, sopratutto all'inizio. Diciamo almeno per i primi 2 anni.
Imparerai ad andare in bici, cosa non scontata, imparerai rapidamente le leggi non scritte della strada, imparerai a riconoscere chi ci capisce e chi no, farai allenamento senza accorgertene, imparerai le strade nuove e quelle collaudate da decenni di errori e furbizie e ti accorgerai anche della dimensione sociale della bici, fondamentale.
Concordo molto con chi ti ha parlato di "fregarsene per ora degli allenamenti", quella è una testardaggine che verrà col tempo, quando ti accorgerai di fare cose che pensavi impossibili. Ti accorgerai di quel momento quando, all'improvviso, comincerà a sembrarti "facile" pedalare. Non sarà prestissimo, tuttavia presto - diciamo tra 2/3 mesi - la faticaccia di ora sembrerà un ricordo.
A me la faticaccia mortale è durata almeno un anno.
Ho cominciato quasi subito ad uscire in compagnia facendo tragitti, dislivelli e medie superiori alle mie possibilità.
Certe volte mi si è annebbiata la vista dalla fatica. Tenevo per 3/4 una salita poi saltavo arrivando sempre ultimo dei miei amici. A volte tornavo a casa sconfortato, faticavo come una bestia ma non bastava mai. In piano, per caratteristiche fisiche sono sempre stato predisposto e tenere il gruppo non è mai stato un problema . Poi nel giro di un paio d'anni, senza mai fermarmi neanche in pieno inverno, cercando di fare sempre almeno 2 uscite settimanali, qualcosa nel corpo e nella mente è scattato. Difficile da spiegare, una specie di consapevolezza / fiducia maggiore nei propri mezzi.
Mi ricordo il momento preciso in cui su una delle solite salite toste nelle quali saltavo ho "attaccato". Ho scalato un pignone invece di alleggerire come sempre e le gambe spingevano bene. Supero uno dei miei soliti compagni di uscite, penso sarà fuori forma, un altro lo tengo nel mirino e dopo due curve supero anche lui.
Allora penso che non è un caso e continuo a spingere, fatico come una bestia come sempre ma con una resa diversa . Su 8 che eravamo arrivo terzo.
Quel pomeriggio ho vinto il mio lombardia, la mia roubaix, il mio mortirolo. Fa ridere, stiamo parlando di scampagnate domenicali, ma ero fiero di me. E giuro da quel giorno preciso per me è cambiato qualcosa nell'andare in bici.
E posso confermare che quello che conta è l'allenamento e il non fermarsi alle prime, alle seconde e alle terze difficoltà.

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Lightwave

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26 Luglio 2013
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Sei anche bravo a fare una salita con quegli strappi considerando che la Triban 100 mi sembra non abbia rapporti cortissimi.

Non pensare alle medie, hanno poco senso, può essere che uno che da solo ha medie più basse poi in gara stia davanti.

Io, se fossi in te, baderei innanzitutto a divertirmi e ad accumulare quanti più km possibile. Eviterei di arrivare a casa troppo cotto per aver ecceduto (anche se inevitabilmente capiterà), cerca sempre di tenerti una riserva di energie, così puoi uscire più spesso (a forzare troppo si finisce per allenarsi meno magari). Bisogna dare al fisico il tempo per recuperare. Se il gruppo va troppo forte non andare costantemente in fuorisoglia (presupponendo l'uso di un cardiofrequenzimetro) per stargli dietro. Se le gambe quel giorno senti proprio che non girano fai comunque la tua uscita, ma a ritmo tranquillo. Guarda anche all'alimentazione, senza fanatismi, ma nutrendoti il necessario (non come qualche mio amico che al rientro non mangia per paura di ingrassare).
Ascolta i consigli dei ciclisti più esperti, cum grano salis.
E come cantava Masini (forse), io non voglio insegnarti la bici perché ognuno la impara da sé :mrgreen:
 

abatta68

Scalatore
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Su 100 ciclisti che si presentano ad una granfondo, almeno 70 pensano che sia una giornata speciale, difficile, una competizione e quindi una gara... le granfondo non sono questo, ma come ha già detto qualcuno, un semplice giro in bicicletta, in compagnia di tanti altri ciclisti come te. Se ce la fai a fare un giro di 50km per i fatti tuoi, a maggior ragione ce la farai a fare una gf da 50km, tutto qui... e alla fine abbracci e sorrisi.
Mettiti alla prova nei tuoi giri soliti, magari incrementando gradualmente i chilometraggi... ci vuole tempo e costanza, perchè la bici è uno sport di fondo e quello che bisogna incrementare, a maggior ragione se si parte da zero, è la forza resistente e l'abitudine a stare in sella per più ore.
Rispetto alla bdc che si utilizza, la cosa più importante è la sicurezza e l'affidabilità che il mezzo ti garantisce. Ovvio che più la qualità generale si innalza e più la tua fiducia e sicurezza aumenta. Personalmente, se avessi mai il dubbio che si possa rompere il movimento centrale della mia bici, non uscirei nemmeno di casa! il massimo che posso contemplare è di forare una camera d'aria, non di rimanere seduto in mezzo alla strada a 100km da casa, aspettando che qualcuno venga a recuperarmi!
 
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Per quale motivo non dovrebbe migliorare la condizione se il carico che andrebbe a mettere in atto lo aumenta gradatamente man mano che percorre lo stesso percorso ?
Perchè è quello che farà in settimana che lo porterà naturalmente ad aumentare la prestazione su quel percorso. Se uno in settimana pascola e poi durante il giro del fine settimana prova ad alzare il ritmo, l’unico risultato plausibile è quello di bollire o comunque patire parecchio.
 

golias

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Perchè è quello che farà in settimana che lo porterà naturalmente ad aumentare la prestazione su quel percorso. Se uno in settimana pascola e poi durante il giro del fine settimana prova ad alzare il ritmo, l’unico risultato plausibile è quello di bollire o comunque patire parecchio.
Non sono della stessa idea perchè è alle prime armi e di conseguenza deve fare il callo a tutto, non ha bisogno ora di fare tabelle o ripetute.
Adesso deve solo macinare chilometri su chilometri cercando intanto solo di percorrerli, quando poi avrà raggiunto un certo livello di fondo potrà cominciare a cimentarsi in varie prove di allenamento, se cominciasse da subito a fare allenamenti mirati nel giro di breve attacca la bici al chiodo o la lascia in garage per mesi.
Deve comunque mettere in conto che ci vuole tempo e pazienza oltre che costanza.
 
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Non sono della stessa idea perchè è alle prime armi e di conseguenza deve fare il callo a tutto, non ha bisogno ora di fare tabelle o ripetute.
Adesso deve solo macinare chilometri su chilometri cercando intanto solo di percorrerli, quando poi avrà raggiunto un certo livello di fondo potrà cominciare a cimentarsi in varie prove di allenamento, se cominciasse da subito a fare allenamenti mirati nel giro di breve attacca la bici al chiodo o la lascia in garage per mesi.
Deve comunque mettere in conto che ci vuole tempo e pazienza oltre che costanza.
Mica ho detto che deve fare tabelle mi pare. Ho detto che il ritmo lo deve alzare sempre sia come volume che come intensità, perché alzarlo solo la domenica sul solito giro serve a poco
 

abatta68

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State dicendo cose giuste entrambi, forse sono i presupposti ad essere differenti... autonomia e prestazione sono due aspetti che migliorano nel tempo, a volte di pari passo, a volte no, a seconda del tipo di allenamento che si è soliti fare in settimana, sia in termini di differenziazione dell'uscita, sia in termini di intensità. Quando si è alle prime armi, quello che preoccupa maggiormente è l'autonomia, ovvero per quanto tempo si riuscirà a mantenere una certa andatura. In questo senso conta molto cercare di allungare il tempo in sella in maniera graduale, facendo km e sperimentandosi in qualche salita breve (4/6 km) e con pendenze graduali e pedalabili (5/7%), in modo da contenere il proprio livello di sforzo (e di consumo di ossigeno) entro i propri limiti, rimanendo nei propri valori di soglia. In questo modo si potenzia la muscolatura in maniera graduale e ci si abitua alla posizione in sella.
Lavorare sulla propria prestazione invece, richiede un margine a cui attingere (è un pò il discorso che si fà sulle salite, quando si è nella condizione di scegliere se farle con il 20 o il 25, tanto per dire, in base a come e cosa si intende allenare) e questo margine non si inventa, ma viene fuori in maniera lenta e graduale, anche grazie alla conoscenza che si acquisisce rispetto al proprio corpo, al saper gestire la fatica e alle risorse che è in grado ancora di fornire.
Questi aspetti fondamentali è bene arrivare a conoscerli da solo, cosi come è bene metterli in atto facendo riferimento solo a sè stesso. L'errore più frequente che si può commettere in una granfondo, infatti, è proprio quello di dimenticarsi tutte queste cose e mettersi a correre dietro tutti quelli che vediamo passare... ecco, in questo modo una Gf diventa proibitiva per chiunque.
 

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State dicendo cose giuste entrambi, forse sono i presupposti ad essere differenti... autonomia e prestazione sono due aspetti che migliorano nel tempo, a volte di pari passo, a volte no, a seconda del tipo di allenamento che si è soliti fare in settimana, sia in termini di differenziazione dell'uscita, sia in termini di intensità. Quando si è alle prime armi, quello che preoccupa maggiormente è l'autonomia, ovvero per quanto tempo si riuscirà a mantenere una certa andatura. In questo senso conta molto cercare di allungare il tempo in sella in maniera graduale, facendo km e sperimentandosi in qualche salita breve (4/6 km) e con pendenze graduali e pedalabili (5/7%), in modo da contenere il proprio livello di sforzo (e di consumo di ossigeno) entro i propri limiti, rimanendo nei propri valori di soglia. In questo modo si potenzia la muscolatura in maniera graduale e ci si abitua alla posizione in sella.
Lavorare sulla propria prestazione invece, richiede un margine a cui attingere (è un pò il discorso che si fà sulle salite, quando si è nella condizione di scegliere se farle con il 20 o il 25, tanto per dire, in base a come e cosa si intende allenare) e questo margine non si inventa, ma viene fuori in maniera lenta e graduale, anche grazie alla conoscenza che si acquisisce rispetto al proprio corpo, al saper gestire la fatica e alle risorse che è in grado ancora di fornire.
Questi aspetti fondamentali è bene arrivare a conoscerli da solo, cosi come è bene metterli in atto facendo riferimento solo a sè stesso. L'errore più frequente che si può commettere in una granfondo, infatti, è proprio quello di dimenticarsi tutte queste cose e mettersi a correre dietro tutti quelli che vediamo passare... ecco, in questo modo una Gf diventa proibitiva per chiunque.
Invidio la tua dialettica (sinceramente eh).
Quello che è successo a me alla prima mf, correvo dietro a chiunque e gli ultimi 10 km sono stati un calvario, non riuscivo più a tenere nessuno e sono arrivato mestamente da solo...