Ho davanti a me l'Attestato di Partecipazione ed ancora non ci credo:
"Km percorsi: 200 ; Tempo totale 7h:46m:55s"
Cominciamo la cronaca con le rettifiche: le ore pedalate sono 7:02 come recita Strava ed i kilometri percorsi 207 e rotti. Perchè? Vedrete.
Il "nostro" gruppo di CM si da appuntamento per le 7:45 visto che ci dobbiamo ancora iscrivere. Alle 7:50 sono al bar per l'iscrizione e telefono al @
PORFI: "Stiamo tornando a Milano perchè @
marcomilano ha lasciato le scarpe a casa". Mentre aspetto arriva il @
suipedali che pensa lo stia prendendo in giro.
Partiremo fuori tempo massimo, per ultimi, ben oltre le 9:00.
In partenza il tempo è bello coperto, senza vento, ma non promette la bella giornata che poi diventerà.
Marco si fa perdonare e tira tanto e volentieri, io sto sempre nel ventre molle ben consigliato dal suiped. Ovviamente si parte a tutta, 34-36 kmh. All'inizio il
Garmin tiene bene la traccia e ci permette di andare lisci.
A Oleggio, dopo il ponte di ferro iniziano i miei problemi. Al primo strappetto, un monte Gavia da 3 km e il 4% d+, mi stacco e arrivo allo scollinamento in gran debito d'ossigeno. Nei successivi 10 km soffro molto a tenere i 30 kmh cosicchè al km 44, a Momo, al bivio per la 100km i miei tre pards mi suggeriscono di tagliare la corda.
"Ma non esite" penso tra e me. "Piuttosto me la faccio da solo a 25kmh, ma son venuto per fare i 200 e 200 siano".
Mandano giù la mia dabbenaggine e si prosegue, io sempre in terza posizione e con spinte costanti quando mollavo la ruota del secondo.
Da quel momento in poi ho capito che sopra i 35 kmh resisto solo cinque minuti. Comunque si mena sempre ad oltre i 30 kmh, anche quando esce il sole e sale i vento.
Poco prima del primo rifornimento (km97) racimoliamo un paio di VERI randonneurs a cui non pare vero di farsi tirare (da me, sic!) e volare oltre i 30.
Arrivo al rifornimento in difficoltà, da almeno una decina di km. Mangio una barretta ed un gel, bevo adeguatamente, faccio tutto il necessario e sono pronto a partire, sempre sotto stretto controllo del Suiped.
I due randonneurs erano ri-partiti prima, li becchiamo in pochi km e li tiriamo ancora, come prima. Ma questa volta dopo una ventina di km li perdiamo.
Dopo il rifornimento sono un altro e, complice un amorevole cura dei miei pards, non soffro più come nella prima metà gara.
Procediamo tra strette strade confinali per kilometri e kilometri. Paesaggio bello ma abbastanza noioso, fino al Ticino.
Attraversiamo il Ponte di Chiatte e recuperiamo un gruppone "BrontoloBike" e non c'è verso di evadere. Si procede in doppia fila, automobilisti incazzati perchè li rallentiamo e in un rettilineo una Brontola esagitata coglie un battito di ciglia in Marco, colpevole di una scarto di 2.76cm. Lo redarguisce come se fosse la Giorgia Bronzini de' noantri ("ma chi ti ha insegnato ad andare in bici?"), GLI mette le mani sul culo e lo spinge via, continuando a lamentarsi.
Le sua lamentele proseguono fino al secondo rifornimento, dove per fortuna partono prima di noi quattro. A parte questo diverbio, tutta gente simpatica e rilassata, tutti pronti ad una parola, un aiuto o una battuta.
Ripartiamo insieme ad un singolo-crossista di Mestre, amico di fango del Suiped, che non smette un kilometro di guidare il gruppo e controllarmi o suggerirmi che fare. Invece il Porfi soffre, dal primo rifornimento in poi non dice una parola, segno che la spalla lo addolora.
I Brontoli un favore però ce lo fanno: permettono al Suiped e Marco di fiatare e non doversi sfiancare per tiarare.
A una ventina di km dall'arrivo il fattaccio. Ad un incrocio in Boffalora la traccia dice di andare a sinistra, ma per terra c'è un segno di svolta a destra. Da giovani nativi digitali ci fidiamo di più del Garmin e andiamo a sinistra: tempo tre km e siamo persi, non per colpa nostra, ma perchè la traccia ci suggerirebbe di passare attraverso un cantiere della AltaVelocità.
Esito, ci facciamo una decina di km (in più) sulla famosa ciclabile della TAV.
Bella, percarità, così bella che Marco vorrebbe arrivarci fino a Milano, ma ci fa allungare parecchio (la TAV non Marco), cosa che con 200km nelle gambe avremmo fatto volentieri a meno.
Arriviamo in splendida solitudine, come eravamo partiti, ma ben soddisfatti.
Standing Ovation per il Suiped, capitano di giornata in questa gara da Classiche del Nord. Di lotta e di governo.
Marco s'è fatto ben perdonare la partenza ritardata, tirando spesso e dando il cambio in testa. Maltrattato
Porfi: EROICO, ESTREMO, ESTICAZZI. Ha pedalato almeno un centinaio di kilometri con una spalla sola e con l'altra che gli faceva mooooolto male. Epico.
In conclusione, una bella pedalata. Da rifare, adatta ad inizio stagione per soffrire per bene. Quando mai ti capita di fare 200km di filato? Per il mio livello, sarà certamente allenante.
L'unica delusione di ieri è stato l'asfalto, perfetta per prepararsi per il Belgio.
Ciao Belle gioie!