Storia David Moncoutié, un solitario nell'epoca maledetta del doping

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gasht

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A quanto pare lui lo ha fatto però e nonostante ciò qualche risultato lo ha ottenuto ed è qui che sta la grande differenza di chi sceglie di aumentare le proprie prestazioni barando e chi invece si "accontenta" di dare quel che può per come può.. potremmo parlare di onestà intellettuale verso sè stessi ?
un conto è ottenere una vittoria al tour un conto è vincere un tour de france.
dipende molto dal contesto.
faresti casino per vincere una granfondo? no.
faresti casino per vincere il giro dell'appennino? no.
faresti casino per vincere una liegi? ni
faresti casino per fare doppietta tour vuelta? sì.

a queste quattro domande ognuno risponde come vuole.
magari c'è gente che risponde secco sì alla prima e gente che risponde secco no all'ultima.

se arrivi al top del ciclismo del tuo paese e sei seguito da conconi e hai 23 anni non è che stai a fare grandi domande etiche su cosa sia doping e cosa non lo sia.

dipende dal contesto. dipende da quanto vale la cosa per te. il che non significa essere SEMPRE scorretti dal punto di vista etico.
quanto vale la partita per moncoutiè? boh, lo sa solo lui.
la santinizzazione sta nel pensare a priori che per lui quella del no sia stata una scelta sofferta od eticamente commendevole. non è affatto detto.
ripeto, la correttezza non c'entra nulla.
è che si mettono in parallelo due piani che sono perpendicolari. il fatto che uno dica no lo fa sembrare un dio e il fatto che uno dica sì ai corticorsteroidi lo fa sembrare un mostro che vuole fottersi il prossimo per piacere personale.

oFF TOpic ma tema doping:
in contemporanea a ciò che scrivo leggo di shleck che dice che contador e di luca erano con l'addizione.
ha corso con bruyneel e suo fratello è uno degli ultimi positivi al tour. de che stiamo a parlà?
 
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Ser pecora

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la santinizzazione sta nel pensare a priori che per lui quella del no sia stata una scelta sofferta od eticamente commendevole. non è affatto detto.

Questo è certo, ma allo stesso tempo si può ragionevolmente pensare che dopandosi quantomeno non sarebbe andato più piano? E che nel suo contesto doparsi poteva essere la scelta più "scontata" e redditizia?
Magari ha scelto di non doparsi per pura apatia, ma resta sempre la scelta meno ovvia e meno vantaggiosa. Quindi direi che almeno il "merito" di essere andato controcorrente in un ambiente non limpido ce l'ha.

Poi liberi tutti di pensare che tanto il mondo fa schifo sempre e comunque e siamo tutti dannati eh :mrgreen:
 

lap74

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Bell'articolo su un personaggio che conoscevo poco, anche questo da far leggere ai ragazzi più giovani che si approcciano al ciclismo insieme con quello di Goumont.
 

samuelgol

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Questo è certo, ma allo stesso tempo si può ragionevolmente pensare che dopandosi quantomeno non sarebbe andato più piano? E che nel suo contesto doparsi poteva essere la scelta più "scontata" e redditizia?
Magari ha scelto di non doparsi per pura apatia, ma resta sempre la scelta meno ovvia e meno vantaggiosa. Quindi direi che almeno il "merito" di essere andato controcorrente in un ambiente non limpido ce l'ha.

Poi liberi tutti di pensare che tanto il mondo fa schifo sempre e comunque e siamo tutti dannati eh :mrgreen:
Il merito di dire no al doping, sempre ammesso che sia reale e non si sia in realtà venduto meglio, è incontestabile.
Mi trova meno d'accordo chi afferma che intendere il ciclismo in maniera naif a tutti i costi, sia il modo giusto di intendere il ciclismo....con la solita messa all'indice dell'agonismo.....a maggior ragione parlando di un ambiente prò....ma personalmente giustifico il sano agonismo anche in ambito amatoriale e penso che molti, non tutti, che lo criticano siano la volpe che non arriva all'uva.
 
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Il merito di dire no al doping, sempre ammesso che sia reale e non si sia in realtà venduto meglio, è incontestabile.
Mi trova meno d'accordo chi afferma che intendere il ciclismo in maniera naif a tutti i costi, sia il modo giusto di intendere il ciclismo....con la solita messa all'indice dell'agonismo.....a maggior ragione parlando di un ambiente prò....ma personalmente giustifico il sano agonismo anche in ambito amatoriale e penso che molti, non tutti, che lo criticano siano la volpe che non arriva all'uva.

E chi dice no all’agonismo?!
Non travisare per fare battaglie tue personali contro non si sa chi...
 

Airone del Chianti

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Non dimentichiamoci che questo sapeva benissimo di avere intorno a sé dei bombatoni atomici, quindi le sue probabilità di vincere erano praticamente zero. E allora perché prendersi rischi? Faceva quello che gli piaceva fare e riusciva a farlo perché non si è tirato contro le ire dei bombati facendo la "spia", altrimenti l'Armostrong di turno gli rivoltava contro il gruppo. È già tanto essere arrivati dove è arrivato lui. I puliti smettono di solito molto prima, quando gli chiedono di bombarsi.
Esattamente. Il suo essere omertoso era gradito a tal punto che spesso le sue fughe avevano via libera dei big del gruppo. Le maglie di miglior scalatore e alcune vittorie di tappe si conquistano anche così, facendo i cavoli propri... ;)
 

samuelgol

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E chi dice no all’agonismo?!
Non travisare per fare battaglie tue personali contro non si sa chi...
Se leggi alcuni dei primi messaggi dopo l'articolo il senso era già partito in quella direzione. E la crociata del no all'agonismo come rimedio di tutti i mali è trita e ritrita.
Mancava solo che valesse pure fra i prò.
Magari si potrebbe togliere le classifiche anche dalle gare prò.
 

Ser pecora

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Esattamente. Il suo essere omertoso era gradito a tal punto che spesso le sue fughe avevano via libera dei big del gruppo. Le maglie di miglior scalatore e alcune vittorie di tappe si conquistano anche così, facendo i cavoli propri... ;)

Infatti. Moncoutié non era appunto un “eroe” che si è immolato contro il doping, al massimo quello può essere un Bassons, ma uno che si è fatto i cavoli propri creandosi una nicchia nell’ambiente.

Il che comunque è già qualcosa. Per fare un analogo è come fare il bullo perché tutti fanno i bulli, denunciare i bulli finendo ostracizzato, o riuscire a stare tra i bulli senza bullizzare altri (e perpetuare il bullismo).
 

gasht

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Questo è certo, ma allo stesso tempo si può ragionevolmente pensare che dopandosi quantomeno non sarebbe andato più piano? E che nel suo contesto doparsi poteva essere la scelta più "scontata" e redditizia?
Magari ha scelto di non doparsi per pura apatia, ma resta sempre la scelta meno ovvia e meno vantaggiosa. Quindi direi che almeno il "merito" di essere andato controcorrente in un ambiente non limpido ce l'ha.

Poi liberi tutti di pensare che tanto il mondo fa schifo sempre e comunque e siamo tutti dannati eh :mrgreen:
metto in discussione il fatto che fai schifo e quindi ti dopi o sei buono e quindi non ti dopi.

c'è la caparbietà la voglia di arrivare un sentimento di superamento dei propri limiti ad ogni costo che è l'esatto opposto di ciò che viene descritto come mera malanimosità. non c'è solo fregare il prossimo per portarsi a casa il ferrarino. c'è anche la gioventù coi suoi errori, ce ne sono di cose in mezzo.

non è che corro nella us postal e dicono: dopati che fai meno fatica. eh, magari.

alla us postal dicono: dopati che sei forte e vinciamo e tieni in piedi la baracca che qualcosa resta anche per te.
la fatica la metterei in quarto piano in quando ne fanno uguale.
 

golias

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c'è la caparbietà la voglia di arrivare un sentimento di superamento dei propri limiti ad ogni costo che è l'esatto opposto di ciò che viene descritto come mera malanimosità. non c'è solo fregare il prossimo per portarsi a casa il ferrarino. c'è anche la gioventù coi suoi errori, ce ne sono di cose in mezzo.
Esatto.. ci può anche stare che corro con le mie forze e con ciò che natura mi ha donato e vedo cosa combino, solo così ho la percezione di cosa sono e chi sono, se mi dopo sconfino e neppure so dove arriverà il confine ammesso ci sia un confine.
 

Ser pecora

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metto in discussione il fatto che fai schifo e quindi ti dopi o sei buono e quindi non ti dopi.

c'è la caparbietà la voglia di arrivare un sentimento di superamento dei propri limiti ad ogni costo che è l'esatto opposto di ciò che viene descritto come mera malanimosità. non c'è solo fregare il prossimo per portarsi a casa il ferrarino. c'è anche la gioventù coi suoi errori, ce ne sono di cose in mezzo.

non è che corro nella us postal e dicono: dopati che fai meno fatica. eh, magari.

alla us postal dicono: dopati che sei forte e vinciamo e tieni in piedi la baracca che qualcosa resta anche per te.
la fatica la metterei in quarto piano in quando ne fanno uguale.

Su questo sono d'accordo, infatti credo che la grande "animosità" verso i dopati sia per una questione legata al concetto di sport, che nella testa di tanti dovrebbe essere qualcosa di puro ed ideale.
Poi nella pratica è una truffa non diversa da quello che tanti fanno nel quotidiano in altri ambiti, senza però tutta la retorica annessa (il che ovviamente non lo giustifica, sia ben chiaro).
 
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Se leggi alcuni dei primi messaggi dopo l'articolo il senso era già partito in quella direzione. E la crociata del no all'agonismo come rimedio di tutti i mali è trita e ritrita.
Mancava solo che valesse pure fra i prò.
Magari si potrebbe togliere le classifiche anche dalle gare prò.
Sono daccordissimo con te che agonismo non significa doping.
Ho scritto infatti che io, non sono un agonista, non ne avrei i mezzi per questione di fisico, e quel che faccio in bici e' molto perche lo faccio principalmente con la testa che ho, usando i mezzi che ho, ed il tempo che posso dedicare alla bici.
In bici ci vado da quando avevo 8 anni e scappavo di casa con il cancello di mio padre, e mi facevo 50 km sui pedali non arrivando alla sella. Ora ne ho 54 e vado in bici dappertutto e meglio di molti con i miei 90 kg su 1.80, e peggio di altri.
Nonostante questo io mi vanto di essere un ciclista.
Agonista come scrivi e ti do ragione si nasce, ed un po' di agonismo fa pure bene.
Se il professionismo pero' con i suoi allenamenti sacrifici e dedizione si riduce comunque alla necessita' di "avere quel di piu" se no siccome tutti gli altri lo fanno io non ottengo il risultato, trovo sia giusto dire che questo professionismo e' malato e fa male al ciclismo, e vedere gente pedalare come hanno pedalato in tanti nell'epoca nera del doping senza cali di alcun tipo in nessun momento, a me da la nausea, e non so perche'.....

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Su questo sono d'accordo, infatti credo che la grande "animosità" verso i dopati sia per una questione legata al concetto di sport, che nella testa di tanti dovrebbe essere qualcosa di puro ed ideale.
Poi nella pratica è una truffa non diversa da quello che tanti fanno nel quotidiano in altri ambiti, senza però tutta la retorica annessa (il che ovviamente non lo giustifica, sia ben chiaro).
Beh.. chiamalo poco.
Non vi fosse radicato in noi l'ideale del puro e incontaminato ma accettassimo pedissequamente che tutto è marcio.. ci metteremmo poco a vedere la fine.
 
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Beh.. chiamalo poco.
Non vi fosse radicato in noi l'ideale del puro e incontaminato ma accettassimo pedissequamente che tutto è marcio.. ci metteremmo poco a vedere la fine.

Un conto è pensare che tutto sia marcio, cosa che non penso, un conto è credere che un determinato ambito debba esserlo per qualche ragione, che in realtà non esiste.* Lo sport è fatto da uomini, quindi dubito sia mai stato e potrà mai essere qualcosa di puro e limpido. Per puro pragmatismo.

E per non finire nella schiatta degli ipocriti, che invocano lo sport pulito nell'iperuranio e poi chiudono occhi bocca e orecchie rispetto tante schifezze grandi e piccole che il quotidiano ci regala.


*o esiste, ma come retaggio culturale del De Coubertinismo, che ha fotografato un sentimento culturale ben preciso e molto molto limitato storicamente.
 

Doppiomisto

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metto in discussione il fatto che fai schifo e quindi ti dopi o sei buono e quindi non ti dopi.

c'è la caparbietà la voglia di arrivare un sentimento di superamento dei propri limiti ad ogni costo che è l'esatto opposto di ciò che viene descritto come mera malanimosità. non c'è solo fregare il prossimo per portarsi a casa il ferrarino. c'è anche la gioventù coi suoi errori, ce ne sono di cose in mezzo.

non è che corro nella us postal e dicono: dopati che fai meno fatica. eh, magari.

alla us postal dicono: dopati che sei forte e vinciamo e tieni in piedi la baracca che qualcosa resta anche per te.
la fatica la metterei in quarto piano in quando ne fanno uguale.

E niente. Non se ne esce... c'è sempre l'errore di mezzo. Ma di cosa stiamo parlando. Ai tempi e tanto più adesso, chi sceglie di doparsi non commette un errore, uno sbaglio, una ingenuità. Lo fa deliberatamente, lo fa con cognizione di causa, lo fa sapendo di barare, frodare, imbrogliare... Basta, basta, basta!!!

Anche questa cosa è da sfatare. Facevano le salite in tempi record con la bocca chiusa. Ma fatica di che???
 

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Beh.. chiamalo poco.
Non vi fosse radicato in noi l'ideale del puro e incontaminato ma accettassimo pedissequamente che tutto è marcio.. ci metteremmo poco a vedere la fine.
Esatto, nessuno dice che al mondo debba esserci solo il bene, ma non occorre affatto abbassarsi ad accettare un modo di pensare, che vede ineluttabile il male, come fosse "il male minore".
Questo intendo io per "pedalare in basso",
non scrivo qua per dare contro a qualcuno, ma per dare contro ad un modo di pensare che vede il ciclismo come qualcosa che puo' "solo" essere marcio.
E' questo modo di pensare che porta i pizzicati a diventare i tecnici di domani, e che ha fatto in modo che la cosidetta epoca nera del doping si sia solo trasformata....
Sono le idee il pericolo, gli uomini dopati sono solo dei poveretti che non possono guardarsi allo specchio perche dentro non c'e' nulla di guardabile. Solo il vuoto come nell'albo d'oro del Tour de France....


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a me di quel che facevano o fanno interessa poco. Non mi accaloro x loro. Mi dà fastidio solo la gente ignorante che siccome oggi mi faccio 80 km in bici, "voi ciclisti siete tutti dopati", perché 80 km, x chi non è capace di farne manco 8 e fuma, beve, mangia merda e sta sul divano, sono una prestazione che solo il doping permette.
Evidenzio peraltro, che anche la riprovazione verso quel periodo è molto a macchia di leopardo. LA è il male assoluto e il diavolo. Però da Ferrari andava solo lui?
Quanti ancora sognano Chiappucci o Bugno? che andavano da Conconi..... E Pantani mito x tanti ma con il 60% di HCT a fine stagione? Diverso da Rijs? (Altro esempio spesso citato di dopato doc).
Almeno ci fosse coerenza da parte dei paladini dell'antidoping. A me non frega nulla di quello che facevano allora nè mi frega molto di quel che potrebbero far ora....mi piace un pò più degli altri Sagàn perché ha talento di guida e x i suoi modi di fare, ma non è mio padre o mio fratello o mio amico o il mio mito...se domani lo beccano con epo, non mi sento tradito.
 
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