No, non aveva cellulare. Avete ragione, è quello che ho sempre pensato. Ma alle 15:30, ovvero poco più di 20 minuti dopo, avrei dovuto aprire il negozio, e lavoro da solo.
Cos'avrei dovuto fare? Ambulanza, vigili, trafile al PS in codice bianco, mia moglie, figlia, genitori spaventati, mezza giornata di lavoro perduta, avvocati, ecc.. ecc..
Quando vi succede e vi accorgete di averla scampata, volete soltanto che passi in fretta, che sia un brutto ricordo, che il puzzle della vostra vita si ricomponga in 5/10 minuti dopo l'impatto.
SE vi è andata bene, la penderete come me. E se la persona che vi ha investito è onesta non ve la sentirete d'intraprendere la via crucis delle constatazioni.
In fondo ho pensato di avere sbagliato. Quando? La sera alle 23. Di solito sto davanti alla TV mentre mia figlia (12) e mia moglie dormono o sono a letto a discutere dei loro affari di donne :eek:. Sentivo male ovunque, e soprattutto il braccio destro che faticava ad alzare la solita birretta che mi bevo a quell'ora.
Ma i pensieri che vi ho esposto, uniti alla dinamica del volo e al danno minino che ne è derivato e che non ha modificato di un centimetro il normale cammino di quel sabato, credetemi, non ha prezzo. Per tutto il resto (bici, danni, ecc..) domani è un nuovo giorno, un'altro giorno.
Al risveglio, con mia figlia che mi chiamava e mia moglie in cucina a preparare la colazione, ho capito, invece, di vare fatto la cosa giusta. Era domenica, la solita domenica. Qui a casa mia e non al pronto soccorso.
E lunedì. In bici. Di nuovo. Qualche acciacco e la conta dei danni, minimi perché si è salvato TUTTO, io, la bici, il corso della mia esistenza.
Il giorno seguente ecco il ragazzo coi contanti, puntuale, ancora con tante scuse. Non importa. In fondo, non è successo nulla. Siamo stati fortunati, Tutti e due.