Di Luca, prima assolto poi condannato.

Kéo

Maglia Amarillo
31 Gennaio 2006
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PESCARA, 7 agosto 2007 - La telefonata del procuratore capo Nicola Trifuoggi arriva nell’ufficio del pm Andrea Papalia, al terzo piano del palazzo del Tribunale, quando manca poco alle 10. La notizia riguarda Danilo Di Luca, il vincitore del Giro d’Italia. La Procura di Pescara ha chiesto al Gip l’archiviazione della sua posizione anche nella nuova inchiesta nata da una costola di "Oil for drug", l’indagine antidoping del 2003. La posizione del corridore abruzzese non è stata considerata penalmente rilevante: stessa conclusione a cui i magistrati erano giunti per il procedimento principale.
DOPPIA ASSOLUZIONE - Il 12 luglio il Gip Maria Michela De Fine aveva proceduto all’archiviazione, accogliendo la richiesta proprio del pm Papalia. Nei prossimi giorni il giudice delle indagini preliminari dovrebbe chiudere anche questo secondo (e forse ultimo) capitolo della vicenda penale di Di Luca. Tutto in tempi brevi, a dispetto delle ferie estive, per rispondere alle esigenze della giustizia sportiva. Adesso la parola passa nuovamente a Ettore Torri, il capo della Procura antidoping del Coni, che la scorsa settimana aveva rinviato la decisione su Di Luca in attesa di conoscere i risvolti dell’inchiesta-bis, legata alla violazione della legge antidoping 376/2000.
DEFERIMENTO - È possibile che Torri voglia conoscere le motivazioni e acquisire gli atti, prima di procedere. E che lasci la faccenda in sospeso fino all’archiviazione definitiva. In ogni caso si va verso il deferimento di Di Luca alla Disciplinare della Federciclismo (il provvedimento in pratica era già stato predisposto) con la richiesta di 3-6 mesi di squalifica per la frequentazione del medico Carlo Santuccione, in passato sanzionato per doping. Ma il capitano della Liquigas, che a questo punto avrebbe potuto rischiare fino a 2 anni, può tirare un sospiro di sollievo in vista della (doppia) assoluzione della giustizia ordinaria.
DOPING EMATICO - Le indagini della Procura di Pescara intanto vanno avanti. E l’ipotesi di reato riguarderebbe il doping ematico. Si partirebbe dal sequestro di sacche di sangue in un ospedale della provincia di Teramo, su cui indagherebbe anche la Procura locale, e da una denuncia anonima (ritenuta «attendibilissima») dei rapporti tra un ematologo della struttura e alcuni medici discussi coinvolti in inchieste doping. L’inchiesta, a vasto raggio, riguarderebbe atleti di varie discipline e molti amatori, con il coinvolgimento del mondo del ciclismo regionale abruzzese.
MONDIALE A RISCHIO - Nella prima fase delle nuove indagini sarebbe entrato anche il nome di Di Luca, che nell’inchiesta principale veniva citato per una telefonata sospetta a Santuccione alla vigilia di un test preolimpico e per un intercettazione video nello studio del medico a Cepagatti in cui comparivano due siringhe. Ma la Procura alla fine è giunta alle stesse conclusioni depositate il 3 luglio dal pm Papalia, al quale era affidato lo stralcio di Oil for drug riguardante anche il dottor Santuccione, Marzoli e ora Muraglia, per trasmissione degli atti dalla Procura di Andria: sul conto di Di Luca "non ci sono atti ed elementi che accertano l’uso di sostanze dopanti". Il leader del ProTour. che corre giovedì a Camaiore e sabato al Giro del Lazio, rischia comunque di perdere il finale di stagione, vedendo sfumare il Mondiale di Stoccarda a causa del probabile deferimento per violazione dell’articolo 1 (lealtà) del codice sportivo. Mentre non dovrebbe temere il "bando" legato all’applicazione del codice etico ProTour: gli episodi risalgono infatti al 2004, prima cioè dell’entrata in vigore della normativa.

Fonte Gazzetta dello sport..
 

hyperion

Novellino
16 Luglio 2004
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senza alcun giudizio in merito a Di Luca:
l'archiviazione è ancora meglio, perchè il pm ha chiesto la chiusura già nella fase pre-dibattimentale (leggasi : non ho in mano nulla di penalmente rilevante)
 

dany molise

Novellino
30 Giugno 2007
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Solo ill CONI si accanisce contro Di Luca...vengono tirate solo ora fuori delle inchieste vecchie di oltre tre anni...si fanno apparire per nuovi elementi...anzi definita "un'inchiesta bis"...rami della stessa inchiesta, vecchia ormaiii....hanno rottoo le scatole....:mrgreen::mrgreen::mrgreen:
ciàààààààààààààà
 

Kéo

Maglia Amarillo
31 Gennaio 2006
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Leggi bene ... ARCHIVIAZIONE ed è ben diverso da ASSOLUZIONE!

(nn è per fare il figo ... ma ho un amico avvocato e mi ha bacchettato)


Sono avvocato pure io..e penalista x giunta..

Solo ke x cronaca ho riportato l'esatta intestazione ke c'era sul sito della gazzetta..non ho messo nulla di mio..
E l'ho fatto anke xkè precendetemente avevo riportato la notizia delle indagini anke quella x come era riportata sul sito..

E così ho riportato anke questa notizia come scuse verso Di Luca..

Infatti come vedi le parti n grassetto..c'è scritto purre doppia assoluzione..mica l'ho scritta io..i giornalisti..ho solo copiato..
Se ci mettevo qualkosa mio alteravo la notizia..

E spiega al collega ke non vorrei pensasse male..
 

Dogmafpx

Maglia Rosa
9 Ottobre 2006
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La seconda indagine e' assurda,questo dimostra come in Italia certe volte dalla ragione si passa al torto.

Da SportPro:

18 agosto - DI LUCA, IL PM CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE BIS: "NESSUNA SACCA DI SANGUE DEL CORRIDORE"

PESCARA - Deciderà il Gip, alla riapertura delle aule giudiziarie, ma la vicenda del coinvolgimento in un processo penale bis, dopo quello riguardante Oil for drug e la frequentazione del medico Santuccione, sembra prendere una piega nettamente favorevole a Danilo Di Luca. I fatti, ricostruiti dalla difesa del vincitore del Giro riguardano un procedimento partito due anni fa da una denuncia-querela per minacce, e saranno analizzati alla riapertura degli uffici della Procura del Coni, lunedì prossimo.
La denuncia - secondo la ricostruzione degli avvocati di Di Luca - è quella presentata nel 2005 dal fratello di Danilo Di Luca, Altobrando, titolare in quel periodo di un negozio di mobili: un suo cliente cinquantenne, dopo aver fatto acquisti per oltre trentamila euro, si rifiutava di pagare e, ai solleciti di pagamento, aveva risposto con minacce, via sms e di persona. A quel punto Altobrando, intimorito, si rivolge ai Carabinieri. Viene aperto un fascicolo al quale, circa un anno dopo, si aggiungono carte relative a una notifica di conclusione indagini per minaccia aggravata, presentata all'uomo da agenti di polizia giudiziaria di Pescara. In quell'occasione, lui reagisce mostrando agli agenti un thermos nel quale dice di custodire, dal 2004, sacche con il sangue di Danilo Di Luca consegnategli dal fratello, ma non firma la dichiarazione che gli viene sottoposta.Viene tutto riferito al Pm di turno, Aldo Aceto, il quale emette un decreto di perquisizione. "Per conservare il sangue occorre una temperatura di -82 gradi - spiega l'avvocato Marchese -, era quasi impossibile che le dichiarazioni di quel signore fossero vere, ma erano state raccolte da due agenti, era giusto approfondire". Due giorni dopo, altri ufficiali tornano dal cinquantenne e gli chiedono di consegnare le sacche. Lui però non le ha e in casa, dopo la perquisizione, vengono sequestrate solo foto che lo ritraggono con il ciclista.
Invitato poi in Procura per un interrogatorio, l'uomo si avvale della facoltà di non rispondere.
Il 18 giugno scorso il Pm Aceto, in assenza di elementi, chiede l'archiviazione del procedimento per doping; la scorsa settimana la polizia giudiziaria conferma che non esiste alcun sequestro di sacche. Ora si attende la decisione del Gip del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, che potrebbe scegliere una delle due opzioni: o chiedere un supplemento di indagine, oppure chiedere l'archiviazione sul fatto doping per i tre iscritti nel fascicolo (il cliente del negozio e i fratelli Di Luca), ordinando la trasmissione degli atti al Pm che potrebbe procedere per calunnia. Qualora ciò non dovesse accadere, fanno sapere i difensori dell'abruzzese di Spoltore: "la difesa valuterà se procedere per calunnia nei confronti di questo signore, il tutto con l'obiettivo di restituire serenità a Di Luca e riparare i danni arrecati alla sua immagine".
 

utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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La seconda indagine e' assurda,questo dimostra come in Italia certe volte dalla ragione si passa al torto.

Da SportPro:

18 agosto - DI LUCA, IL PM CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE BIS: "NESSUNA SACCA DI SANGUE DEL CORRIDORE"

PESCARA - Deciderà il Gip, alla riapertura delle aule giudiziarie, ma la vicenda del coinvolgimento in un processo penale bis, dopo quello riguardante Oil for drug e la frequentazione del medico Santuccione, sembra prendere una piega nettamente favorevole a Danilo Di Luca. I fatti, ricostruiti dalla difesa del vincitore del Giro riguardano un procedimento partito due anni fa da una denuncia-querela per minacce, e saranno analizzati alla riapertura degli uffici della Procura del Coni, lunedì prossimo.
La denuncia - secondo la ricostruzione degli avvocati di Di Luca - è quella presentata nel 2005 dal fratello di Danilo Di Luca, Altobrando, titolare in quel periodo di un negozio di mobili: un suo cliente cinquantenne, dopo aver fatto acquisti per oltre trentamila euro, si rifiutava di pagare e, ai solleciti di pagamento, aveva risposto con minacce, via sms e di persona. A quel punto Altobrando, intimorito, si rivolge ai Carabinieri. Viene aperto un fascicolo al quale, circa un anno dopo, si aggiungono carte relative a una notifica di conclusione indagini per minaccia aggravata, presentata all'uomo da agenti di polizia giudiziaria di Pescara. In quell'occasione, lui reagisce mostrando agli agenti un thermos nel quale dice di custodire, dal 2004, sacche con il sangue di Danilo Di Luca consegnategli dal fratello, ma non firma la dichiarazione che gli viene sottoposta.Viene tutto riferito al Pm di turno, Aldo Aceto, il quale emette un decreto di perquisizione. "Per conservare il sangue occorre una temperatura di -82 gradi - spiega l'avvocato Marchese -, era quasi impossibile che le dichiarazioni di quel signore fossero vere, ma erano state raccolte da due agenti, era giusto approfondire". Due giorni dopo, altri ufficiali tornano dal cinquantenne e gli chiedono di consegnare le sacche. Lui però non le ha e in casa, dopo la perquisizione, vengono sequestrate solo foto che lo ritraggono con il ciclista.
Invitato poi in Procura per un interrogatorio, l'uomo si avvale della facoltà di non rispondere.
Il 18 giugno scorso il Pm Aceto, in assenza di elementi, chiede l'archiviazione del procedimento per doping; la scorsa settimana la polizia giudiziaria conferma che non esiste alcun sequestro di sacche. Ora si attende la decisione del Gip del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, che potrebbe scegliere una delle due opzioni: o chiedere un supplemento di indagine, oppure chiedere l'archiviazione sul fatto doping per i tre iscritti nel fascicolo (il cliente del negozio e i fratelli Di Luca), ordinando la trasmissione degli atti al Pm che potrebbe procedere per calunnia. Qualora ciò non dovesse accadere, fanno sapere i difensori dell'abruzzese di Spoltore: "la difesa valuterà se procedere per calunnia nei confronti di questo signore, il tutto con l'obiettivo di restituire serenità a Di Luca e riparare i danni arrecati alla sua immagine".


:azz Senza parole Di Luca Non sarà santo ma gli hanno rotto i
marroni per 2 anni per le invenzioni di un mitomane complimenti
 

senna977

Ammiraglia
14 Ottobre 2005
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Questa è solo la seconda parte dell'indagine, che fra l'altro era venuta fuori solo ultimamente. la piu compromettente è quella riguardante santuccione, e le intercettazioni video e telefoniche
 

albertop

Apprendista Scalatore
20 Aprile 2004
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oggi sul corriere c'è un trafiletto che racconta la stessa storia (cioè quella del thermos col sangue), dice più o meno le stesse cose, ma con sfumature diverse e, leggendo quello, si ha l'impressione che il tizio le sacche di sangue le avesse veramente, non passa per un mitomane
io non ho voglia di trascrivere l'articolo, ma se qualcuno puà trovarlo on line e riportarlo qui, si può aprire una discussione interessante
 

grimpeur75

Apprendista Cronoman
13 Febbraio 2007
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Aosta
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Bici
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oggi sul corriere c'è un trafiletto che racconta la stessa storia (cioè quella del thermos col sangue), dice più o meno le stesse cose, ma con sfumature diverse e, leggendo quello, si ha l'impressione che il tizio le sacche di sangue le avesse veramente, non passa per un mitomane
io non ho voglia di trascrivere l'articolo, ma se qualcuno puà trovarlo on line e riportarlo qui, si può aprire una discussione interessante


Sulla Stampa c e oggi piu o meno lo stesso articolo
 

albertop

Apprendista Scalatore
20 Aprile 2004
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ok, trovato
da "la stampa" di oggi:

Facciamo un passo indietro: nel 2005 il fratello di Danilo, Altobrando Di Luca, denuncia Alessio Starnieri, un cliente che gli aveva comprato 37 mila euro di mobili, che si rifiutava di pagare e che ai solleciti rispondeva con minacce via sms e di persona. Un anno dopo, l’ufficiale di polizia giudiziaria Guido Mariani notifica a Starnieri, un pregiudicato coinvolto anche nell’inchiesta sul doping «Oil for drug», l’avviso di conclusione delle indagini. E quello risponde stizzito: «Io ho qui in questa borsa frigo una sacca di sangue di Di Luca. Me l’ha affidata suo fratello, perché non andate a cercare lui?». L’ufficiale giudiziario, un ispettore della Forestale, non procede al sequestro della sacca. Riferisce al pm e chiede di non occuparsi più della vicenda in quanto amico del corridore (amicizia smentita da Di Luca).
Trascorrono due giorni e l’abitazione del pregiudicato viene perquisita da altri ufficiali giudiziari. Del sangue non c’è traccia e Starnieri si rifiuta di rispondere. Scatta l’indagine-bis sul doping. Il 18 giugno 2007 il pm Aldo Aceto chiede l'archiviazione, respinta a inizio agosto dal gip Luca De Ninis. Anche la procura antidoping del Coni intende vederci chiaro. «La particolare complessità del procedimento penale - spiega il Coni in una nota - richiede doverosi e ulteriori accertamenti che possono coinvolgere anche soggetti non tesserati», innanzitutto l’agente forestale.

se leggiamo questo, e il corriere riporta più o meno le stesse cose, che impressione ne ricaviamo?
secondo me, l'impressione è che i fatti non siano per nulla chiari, non possiamo dire nè che il tizio fosse un mitomane, nè che riferisse la verità
siamo solo di fronte al caso di un tale che ha dichiarato qualcosa di compromettente, senza che ve ne siano le prove, con un seguito che poi va nel torbido, con presunte amicizie fra l'agente della forestale e di luca, senza nulla di accertato

io in materia di doping sono, ed è noto, un "colpevolista" (nel senso che penso che siano tutti pieni fin soipra i capelli), però in questo caso ammetto ragionevolmente che il fatto è pieno di dubbi, è impossibile, solo per quelle 4 notizie che si sono lette, sostenere che vi sia un reale coinvolgimento di di luca

però voglio anche far notare che l'alone di nebulosità che avvolge il fatto non permette nemmeno di sostenere il contrario, cioè mi pare azzardato spingersi a dichiarazioni come quella di utah: "gli hanno rotto le palle per 2 anni per colpa di un mitomane"
non vi è nulla (di pubblicamente noto) che possa darci la certezza che il caso sia frutto di fantasia e non vi sia nessun coinvolgimento di di luca
 

isaia

Apprendista Passista
21 Aprile 2006
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03/09/2007 Caso Di Luca. Non esistono né contenitori termici né sangue

La procura antidoping del Coni ha ascoltato oggi Guido Mariani e Rossano D'Intino i due ufficiali giudiziari appartenenti al Corpo Forestale che notificarono ad un pregiudicato pescarese la querela che era stata promossa nei suoi confronti dal fratello di Danilo Di Luca, Altobrando.
Nonostante siano stati convocati non si sono presentati a Roma
né il fratello del corridore, tanto meno il pregiudicato
pescarese Alessio Starnieri all'origine della nuova inchiesta
della Procura di Pescara nei confronti del corridore, e neanche i due ufficiali di Ps che effettuarono le successive perquisizioni nella casa dello Starnieri.
I due agenti del Corpo Forestale erano già stati ascoltati
dalla procura pescarese il 28 agosto scorso: in quella sede avevano confermato e chiarito le vicende che avevano fatto
decidere loro di non procedere al sequestro delle presunte sacche di sangue che lo Starnieri aveva dichiarato di conservare per Danilo Di Luca.

da: http://www.tuttobiciwe b.it/home.htm
 

albertop

Apprendista Scalatore
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03/09/2007 Caso Di Luca. Non esistono né contenitori termici né sangue

La procura antidoping del Coni ha ascoltato oggi Guido Mariani e Rossano D'Intino i due ufficiali giudiziari appartenenti al Corpo Forestale che notificarono ad un pregiudicato pescarese la querela che era stata promossa nei suoi confronti dal fratello di Danilo Di Luca, Altobrando.
Nonostante siano stati convocati non si sono presentati a Roma
né il fratello del corridore, tanto meno il pregiudicato
pescarese Alessio Starnieri all'origine della nuova inchiesta
della Procura di Pescara nei confronti del corridore, e neanche i due ufficiali di Ps che effettuarono le successive perquisizioni nella casa dello Starnieri.
I due agenti del Corpo Forestale erano già stati ascoltati
dalla procura pescarese il 28 agosto scorso: in quella sede avevano confermato e chiarito le vicende che avevano fatto
decidere loro di non procedere al sequestro delle presunte sacche di sangue che lo Starnieri aveva dichiarato di conservare per Danilo Di Luca.

da: http://www.tuttobiciwe b.it/home.htm

Non capisco perchè questo trafiletto si debba associare a:
Non esistono né contenitori termici né sangue

In realtà sembrerebbe che esistessero veramente e che i due forestali hanno spiegato perchè non le hanno sequestrate ...

quindi, spiegaci un attimo: cosa intendevi dire?
 

isaia

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21 Aprile 2006
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Ciao albertop

ho riportato la notizia di tuttobiciwe b perchè mi sembrava collegata alla discussione.

Per come ho capito io la notizia, le sacche dello Starnieri non sono mai esistite.

Poi ... .
 

albertop

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Ciao albertop

ho riportato la notizia di tuttobiciwe b perchè mi sembrava collegata alla discussione.

Per come ho capito io la notizia, le sacche dello Starnieri non sono mai esistite.

Poi ... .


in quella sede avevano confermato e chiarito le vicende che avevano fatto decidere loro di non procedere al sequestro delle presunte sacche di sangue che lo Starnieri aveva dichiarato di conservare per Danilo Di Luca.

già di per sè la frase è assurda: PRESUNTE SACCHE DI SANGUE

30 anni fa, ad essere PRESUNTE e SEDICENTI erano la brigate rosse (!!!)
adesso le sacche di sangue sono PRESUNTE?

a parte questa assurdità lessicale, io posso interpretare la frase in un modo solo: se un tizio spiega perchè ha deciso di non sequestrare qualcosa, vuol dire che quella cosa l'ha vista, e ha deciso di non prenderla

che poi nelle sacche (o thermos?) ci fosse dentro sangue (e di chi non si sa) o coca cola, questo non si sa

comunque, come mio parere personale, il sospetto che nella faccenda si sia insabbiato qualcosa rimane ...
 

isaia

Apprendista Passista
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A me pare strano che una persona qualunque, per di più pregiudicato secondo la notizia, conservi le sacche di sangue di un corridore di livello come Di Luca.

Per me, in questa vicenda, non si è insabbiato nulla.

Poi per Oil for drug e altro, non mi pronuncio.
 

Gio71

Pignone
1 Novembre 2005
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Brancaleone
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Chi scommette cha a una settimana dal mondiale, Di Luca convocato, candidato a vincerlo, esce il procuratore di turno e lo inquisisce?
Ma il procuratore Torri ha finito le sue audizioni? Quando finisce questa storia? Non ne possiamo più.