Non c'è confronto tra la durezza dell'applicazione della legge per reati commessi su strada, e fuori. In teoria, la natura stradale di un reato può pesare come aggravante, ma nella pratica tali aggravanti possono essere applicate in pochi casi (sono necessari grandi eccessi di velocità, guida sotto l'effetto etc).
Se il guidatore è colpevole, ad esempio andava troppo veloce, era distratto etc, si tratta di lesioni gravi colpose. Questo reato sarebbe punito penalmente in qualsiasi altro contesto (fino a 5 anni se sono coinvolte molte persone). Ma poiché siamo per strada, il tutto si risolverà con una responsabilità civile, per giunta sottopagata (vai a vedere i rimborsi medi per un decesso su strada ed in altri contesti, come incidenti aerei). Per giunta, il rimborso delle spese mediche si fa in genere su quanto pagato dalla vittima (quindi i costi reali della prestazione sanitaria sono a carico dello stato, visto che il ticket di certo non coincide col vero costo della stessa, anzi è nullo o trascurabile per patologie gravi), ed in caso di disabilità i costi sociali a vita sono ancora a carico dello stato.
Pur dimenticando la questione più seria, ossia l'innegabile responsabilità penale, quanto si dovrebbe pagare di assicurazione se ad ogni incidente fossero dati rimborsi adeguati alla vittima ed alla comunità che la dovrà sostenere?
Poi è chiaro che, per fortuna, la squadra di Pozzovivo avrà avvocati e consulenti per far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune. Ma per chi è alla guida l'idea resta: non serve fare attenzione e rispettare le regole, male che va intesto l'auto a mio marito/moglie. Qualche problema c'è giusto se ci scappa il morto.