Scrivo nuovamente sul forum dopo mesi. Sia io che Mogio, siamo stati presi da questo mio problema,l’ Endofibrosi dell’ arteria iliaca esterna. Si questa è la vera ragione di tutti i miei problemi in bici e non solo, la causa di quel dolore che non mi faceva girare la gamba.
Oggi sarò dimessa dall’ ospedale di Lione dove mi hanno ricostruito l’ arteria occlusa con un Bypass di Safena e adesso in 6 settimane dovrei tornare a pedalare senza problemi.
Per arrivare fin qui sono stati necessari 18 mesi di pellegrinazioni tra medici di varia natura, osteopati ed esperti di settore.
La prima causa fu identificata nella posizione e nel cambio delle scarpe, segui un ipotesi di sovrallenamento, poi fu diagnosticata un infiammazione al nervo sciatico.
Infine ad aprile un flebologo, presuntuoso quanto incompetente diagnostico l’ occlusione dell’ arteria femorale.
Inizia qui una serie di accertamenti sul sistema arterioso che porta ad escludere tutti i cosiddetti fattori di rischio (colesterolo, arteriosclerosi) ed indica il reale punto di occlusione, l’ arteria iliaca esterna. Nessuno ne sa indicare la causa e nessuno lega il problema all’ attività sportiva.
Sentiamo diversi medici, e le soluzioni fin qui non sono concordi e tutte hanno un alta percentuale di portare all’ inserimento di un bypass artificiale con sospensione di qualunque attività sportiva.
Poi Internet ci viene in soccorso e casualmente troviamo notizia di alcuni professionisti con problematiche simili (Tonti Andrea).
Di li iniziamo una serie di visite in Italia che ci danno informazioni utili, ci prospettano soluzioni basate sulla teoria e ci indicano che esiste un Ospedale dove hanno una ventennale esperienza su questa malattia che colpisce quasi esclusivamente i ciclisti (raramente podisti e sciatori di fondo).
Anche la storia qui a Lione non è stata nè breve nè semplice, ma fin dall’ inizio abbiamo avuto la sensazione di una professionalità specifica.
Questa malattia, non è sicuramente frequente, ma dicono i dottori sicuramente sottostimata.
Mi chiedo voi la conoscevate?
Noi in Italia abbiamo trovato solo tre medici con reale conoscenza Il Dott.Riba di Torino (che comunque non si occupa più di chirurgia vascolare da 10 anni), il Dott. Filippo Magnoni all’ ospedale maggiore di Bologna e Il Dott. Simonetto del Centro Mapei.
Ce ne sono sicuramente altri, ma nessuno ha pubblicazioni sull’ argomento.
Solo come contributo informativo, e con un ringraziamento a tutti quelli che ci hanno aiutato.
Oggi sarò dimessa dall’ ospedale di Lione dove mi hanno ricostruito l’ arteria occlusa con un Bypass di Safena e adesso in 6 settimane dovrei tornare a pedalare senza problemi.
Per arrivare fin qui sono stati necessari 18 mesi di pellegrinazioni tra medici di varia natura, osteopati ed esperti di settore.
La prima causa fu identificata nella posizione e nel cambio delle scarpe, segui un ipotesi di sovrallenamento, poi fu diagnosticata un infiammazione al nervo sciatico.
Infine ad aprile un flebologo, presuntuoso quanto incompetente diagnostico l’ occlusione dell’ arteria femorale.
Inizia qui una serie di accertamenti sul sistema arterioso che porta ad escludere tutti i cosiddetti fattori di rischio (colesterolo, arteriosclerosi) ed indica il reale punto di occlusione, l’ arteria iliaca esterna. Nessuno ne sa indicare la causa e nessuno lega il problema all’ attività sportiva.
Sentiamo diversi medici, e le soluzioni fin qui non sono concordi e tutte hanno un alta percentuale di portare all’ inserimento di un bypass artificiale con sospensione di qualunque attività sportiva.
Poi Internet ci viene in soccorso e casualmente troviamo notizia di alcuni professionisti con problematiche simili (Tonti Andrea).
Di li iniziamo una serie di visite in Italia che ci danno informazioni utili, ci prospettano soluzioni basate sulla teoria e ci indicano che esiste un Ospedale dove hanno una ventennale esperienza su questa malattia che colpisce quasi esclusivamente i ciclisti (raramente podisti e sciatori di fondo).
Anche la storia qui a Lione non è stata nè breve nè semplice, ma fin dall’ inizio abbiamo avuto la sensazione di una professionalità specifica.
Questa malattia, non è sicuramente frequente, ma dicono i dottori sicuramente sottostimata.
Mi chiedo voi la conoscevate?
Noi in Italia abbiamo trovato solo tre medici con reale conoscenza Il Dott.Riba di Torino (che comunque non si occupa più di chirurgia vascolare da 10 anni), il Dott. Filippo Magnoni all’ ospedale maggiore di Bologna e Il Dott. Simonetto del Centro Mapei.
Ce ne sono sicuramente altri, ma nessuno ha pubblicazioni sull’ argomento.
Solo come contributo informativo, e con un ringraziamento a tutti quelli che ci hanno aiutato.
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