Mi sembra una visione un po' troppo semplicistica.
Il telaio in acciao è stato sostituito dall'alluminio, molto leggero ed economico, ma per via delle sezioni e spessori abbondanti, anche molto secco e rigido. Motivo per cui dopo pochi anni hanno iniziato ad introdurre i talai misto alu-carbonio. Soprattutto sui foderi alti e forcelle, deputati appunto a smorzare le vibrazioni. La linea era tracciata ed in pochi anni sono arrivati i telai full carbon. Questo ha portato molti vantaggi per noi ma soprattutto per i produttori. Costo manodopera in Taiwan e produzione su larga scala, geometrie e forme su cui lavorare infinite, leggerezza e rigidità. Nell'insieme possiamo dire che non ci sei no paragoni. Va da sé che ora con 1500€ ti porti a casa una bici completa carbon, mentre in acciao con 1500 porti a casa il solo telaio. Telaio però che non è lo stesso degli anni 80, ci sono stati miglioramenti anche lì, nuove saldature, nuove geometrie, nuovi tubi, ed i componenti possono essere gli stessi delle bici moderne. Il gap prestazionale per me quindi non è dovuto tanto alle proprietà meccaniche del singolo materiale, ma più alla modulabilità. Nelle differenze che ci sono tra un
trek Madone ed una trek emonda, sempre di carbonio stiamo parlando, ma due bici agli antipodi.
Ma nonostante tutto, io che giro con una canyon endurace (non certo la regina delle bici rigide), quando uso la mia torpado superlight o la motta personal 2000 (telai di medio alto livello) sento la differenza in strada, nel come seguono l'asfalto e le buche, come incassano i colpi, ma anche come si torcono ai colpi di pedale e alle bracciate in fuorisella. E credimi che a me non dà fastidio, i problemi più grossi sono togliere le mani dal manubrio per cambiare, rapporti durissimi, pedali con gabbiette.
Ma sono bici di 30 anni fa, vorrei provare adesso una bici d'acciaio moderna, ma ormai costano uno sproposito...