Bitumari contro boscaioli (bdc contro Mtb), spesso queste due fazioni si guardano con diffidenza e rivalità.
Per me invece sono due biciclette che bisogna pedalare in maniera uguale per farle avanzare, ed è per questo motivo che le posseggo entrambe, anche se negli ultimi anni ho snobbato un po' (troppo) la MTB. Un mio caro amico quest'anno ha scoperto la bici da corsa, appassionandosi tanto che sta già pensando di vendere la sua MTB nonostante l'abbia comprata l'anno scorso, perchè ritiene che la usarà troppo poco. E allora? Non ha bisogno di quei "4 soldi" che ti danno per un usato, quindi perchè non tenersela?
In questi giorni di caldo torrido la mia cara MTB Paduano ha potuto finalmente uscire dalla cantina, permettendomi di "evadere" per qualche oretta. Ho fatto ciò che una decina di anni fa avrei ritenuto "disonorevole" e cioè ho caricato la bici in auto e percorrendo una 20 di km (25 minuti) mi sono portato a quota 1200 (zona di Meltina). Ma ieri questa esperienza è stata magica!
Ho salutato i colleghi dell'ufficio alle 15.50, e alle 16.20 ero in auto con dentro la MTB . Salgo lungo la salita di Meltina (ahimè....la mia salita di casa in bici da corsa) e capisco perchè ogni volta soffro come un cane. Sono costretto a tenere su di giri (in 3°) la mia povera Toyota Yaris del 2000. Non c'è dubbio, questa salita "mena" oltre essere tutta esposta al sole. Supero un "pazzo" in bici da corsa che la sta affrontando con 36° (!). In effetti ha la faccia stravolta, ed è solo a 1/3 della salita. Non lo invidio.
Raggiungo il parcheggio a quota 1.300, inforco la Paduano e parto.
30° ...pensavo fosse più fresco, ma il sentiero all'ombra del bosco è piacevole. Alterno sentierini tecnici a strade forestali e asfaltate continuando a salire. Incrocio solo qualche turista che rientra all'albergo e qualche contadino che torna a casa. Alle 18.30 raggiungo la malga di Verano a quota 1873m. Non c'è più nessun cliente. Bevo un Coca e scambio due chiacchiere con il gestore della malga. Mi dice "Bold kimmt a G'witter" (tra poco arriva il temporale). In effetti, anche se splende il sole, verso il Giogo dei Prati (1.926m) che devo raggiungere io, il cielo è scuro scuro. Ottima ragione per pagare e partire in fretta. Ma il temporale è più veloce di me (ci vuole poco) e mi sorprende in mezzo ad un bosco. Un fulmine con contemporaneo e fortissimo tuono (segno che era molto vicino) mi "suggerisce" di allontanarmi dalla bici. Non so se il titanio attira i fulmini, ma decido di cercare riparo sotto un albero a 30 m dalla MTB.
La pioggia mista grandine scende fortissima, e nonostante la minima protezione degli alberi sono bagnato. la temperatura è scesa repentinamente a 15°. Finalmente dopo ca. 30 minuti l'intensità si attentua e il cielo si riapre piano piano. Sono le 19.30 e devo ripartire. Raggiungo il Giogo dei Prati e mi trovo in una scena che potrebbe essere tratta da quei film che parlano del Paradiso (tipo "Al di là dei sogni" con l'indimenticabile Robin Williams). Non c'è anima umana in giro (solo mucche e capre), la pioggia ha pulito l'aria, e il sole è rispuntanto e illumina tutto caricando i colori: i prati sono verdissimi, il cielo è azzurissimo, e, dove si è spostato il temporale, nerissimo. Difronte a me si staglia un bel arcobaleno che parte dalla collina degli "omini di Pietra" (caratterizzata da centinaia di pile di sassi messi lì da secoli, e alimentata da quelle costruite dagli escursionisti che vogliono lasciare il loro personale omino di pietra). È TUTTO IRREALE e MAGICO. Vorrei rimanere lì per sempre, senza gente in mezzo alle scatole, senza telefoni che squillano, senza Whatsapp, solo i campanacci delle mucche. Ma mi tocca rientrare. Mi attende solo discesa di cui un quarto tecnica e il resto veloce. Mi soprendo della mia capacità di scendere sul tecnico (dopo moltissimo tempo)...intendiamoci, ho una front e non sono spericolato, ma riesco a rimanere in sella anche su scaloni di oltre mezzo metro. La troppa sicurezza mi frega e la ruota anteriore scivola su una radice bagnata che manco avevo visto, e mi trovo a terra senza neppure rendermene conto. Non mi sono fatto nulla, ma penso:"e se invece mi fossi rotto qualcosa, come avrei fatto?" Infatti il telefono non aveva campo e non credo sarebbe più passato qualcuno, almeno fino al giorno dopo.
Ma pensare troppo fa male, quindi mi rialzo e riparto....un po' meno baldanzoso.
Raggiungo l'auto alle 20.35.........sporco di fango, come ai bei tempi.
Un pomeriggio da incorniciare.
Per me invece sono due biciclette che bisogna pedalare in maniera uguale per farle avanzare, ed è per questo motivo che le posseggo entrambe, anche se negli ultimi anni ho snobbato un po' (troppo) la MTB. Un mio caro amico quest'anno ha scoperto la bici da corsa, appassionandosi tanto che sta già pensando di vendere la sua MTB nonostante l'abbia comprata l'anno scorso, perchè ritiene che la usarà troppo poco. E allora? Non ha bisogno di quei "4 soldi" che ti danno per un usato, quindi perchè non tenersela?
In questi giorni di caldo torrido la mia cara MTB Paduano ha potuto finalmente uscire dalla cantina, permettendomi di "evadere" per qualche oretta. Ho fatto ciò che una decina di anni fa avrei ritenuto "disonorevole" e cioè ho caricato la bici in auto e percorrendo una 20 di km (25 minuti) mi sono portato a quota 1200 (zona di Meltina). Ma ieri questa esperienza è stata magica!
Ho salutato i colleghi dell'ufficio alle 15.50, e alle 16.20 ero in auto con dentro la MTB . Salgo lungo la salita di Meltina (ahimè....la mia salita di casa in bici da corsa) e capisco perchè ogni volta soffro come un cane. Sono costretto a tenere su di giri (in 3°) la mia povera Toyota Yaris del 2000. Non c'è dubbio, questa salita "mena" oltre essere tutta esposta al sole. Supero un "pazzo" in bici da corsa che la sta affrontando con 36° (!). In effetti ha la faccia stravolta, ed è solo a 1/3 della salita. Non lo invidio.
Raggiungo il parcheggio a quota 1.300, inforco la Paduano e parto.
30° ...pensavo fosse più fresco, ma il sentiero all'ombra del bosco è piacevole. Alterno sentierini tecnici a strade forestali e asfaltate continuando a salire. Incrocio solo qualche turista che rientra all'albergo e qualche contadino che torna a casa. Alle 18.30 raggiungo la malga di Verano a quota 1873m. Non c'è più nessun cliente. Bevo un Coca e scambio due chiacchiere con il gestore della malga. Mi dice "Bold kimmt a G'witter" (tra poco arriva il temporale). In effetti, anche se splende il sole, verso il Giogo dei Prati (1.926m) che devo raggiungere io, il cielo è scuro scuro. Ottima ragione per pagare e partire in fretta. Ma il temporale è più veloce di me (ci vuole poco) e mi sorprende in mezzo ad un bosco. Un fulmine con contemporaneo e fortissimo tuono (segno che era molto vicino) mi "suggerisce" di allontanarmi dalla bici. Non so se il titanio attira i fulmini, ma decido di cercare riparo sotto un albero a 30 m dalla MTB.
La pioggia mista grandine scende fortissima, e nonostante la minima protezione degli alberi sono bagnato. la temperatura è scesa repentinamente a 15°. Finalmente dopo ca. 30 minuti l'intensità si attentua e il cielo si riapre piano piano. Sono le 19.30 e devo ripartire. Raggiungo il Giogo dei Prati e mi trovo in una scena che potrebbe essere tratta da quei film che parlano del Paradiso (tipo "Al di là dei sogni" con l'indimenticabile Robin Williams). Non c'è anima umana in giro (solo mucche e capre), la pioggia ha pulito l'aria, e il sole è rispuntanto e illumina tutto caricando i colori: i prati sono verdissimi, il cielo è azzurissimo, e, dove si è spostato il temporale, nerissimo. Difronte a me si staglia un bel arcobaleno che parte dalla collina degli "omini di Pietra" (caratterizzata da centinaia di pile di sassi messi lì da secoli, e alimentata da quelle costruite dagli escursionisti che vogliono lasciare il loro personale omino di pietra). È TUTTO IRREALE e MAGICO. Vorrei rimanere lì per sempre, senza gente in mezzo alle scatole, senza telefoni che squillano, senza Whatsapp, solo i campanacci delle mucche. Ma mi tocca rientrare. Mi attende solo discesa di cui un quarto tecnica e il resto veloce. Mi soprendo della mia capacità di scendere sul tecnico (dopo moltissimo tempo)...intendiamoci, ho una front e non sono spericolato, ma riesco a rimanere in sella anche su scaloni di oltre mezzo metro. La troppa sicurezza mi frega e la ruota anteriore scivola su una radice bagnata che manco avevo visto, e mi trovo a terra senza neppure rendermene conto. Non mi sono fatto nulla, ma penso:"e se invece mi fossi rotto qualcosa, come avrei fatto?" Infatti il telefono non aveva campo e non credo sarebbe più passato qualcuno, almeno fino al giorno dopo.
Ma pensare troppo fa male, quindi mi rialzo e riparto....un po' meno baldanzoso.
Raggiungo l'auto alle 20.35.........sporco di fango, come ai bei tempi.
Un pomeriggio da incorniciare.
Allegati
Ultima modifica:
.....o sì? :afraid:
).
