io non scrivo quasi mai su questo forum, mi limito a leggere visto che ci si trovano una montagna di informazioni interessanti.
però su questo argomento vorrei dire lo stesso alcune cose.
in primis condivido *completamente* quello che ha scritto Luca Ridley.
è palesemente un maldestro tentativo di manovra protezionista, che con l'ambiente non c'entra assolutamente nulla.
maldestra perché a ben vedere non è nemmeno protezionista: ci sono sì produttori italiani, ma anche semplici importatori. più che altro, mi sembra un sostegno ad un cartello di imprenditori.
non ho alcun dubbio che in caso di ricorsi la comunità europea censurerà questo provvedimento, come ahimè capita abbastanza spesso.
tra l'altro, trovo abbastanza risibili i commenti in cui si sostiene la bontà di questo provvedimento perché aiuterebbe il made in italy, visto che come è noto una buona parte delle biciclette di marchi italiani sono di fatto prodotte altrove, e visto soprattutto che nella lista, prendendo in considerazione i ciclomotori, figurano produttori che di italiano non hanno nemmeno il nome.
trovo che sia una mentalità un po' da ventennio, che fa scarsamente i conti con il funzionamento e le regole del mercato globale.
in secondo luogo, trovo davvero fastidioso il disprezzo con cui molti utenti di questo forum, soprattutto in questo thread, si rivolgono a meccanici e venditori di biciclette.
io ne conosco alcuni, qui nella mia zona, e non mi risulta che navighino nell'oro, né che siano degli squali adepti del dio denaro. penso che in linea di massima sia un mestiere che si fa principalmente per passione: se si vuole riempirsi le tasche con facilità ci sono sistemi sicuramente più vantaggiosi e rapidi.
sta di fatto che venditori e meccanici sono necessari all'esercizio del vostro hobby.
oltretutto, sarebbe sempre bene ricordarsi che le bici da corsa sono in quasi tutti i casi dei beni di lusso, e onestamente trovo davvero di cattivo gusto infuriarsi per poche centinaia di euro di sconto a fronte di spese di diverse migliaia.
in altre parole, se uno può permettersi di comprare una bici da 5000 euro, dubito che 200 euro in più o in meno possano pesare più di tanto.
purtroppo in italia siamo abituati a vedere truffe e fregature dietro ad ogni angolo, salvo poi non renderci conto di quelle più colossali che effettivamente ci vengono combinate proprio sotto al naso.
spero di non aver usato toni troppo polemici, ed ovviamente, a scanso di equivoci, specifico che si tratta solo e solamente di mie opinioni personali.
Prendo spunto dalla tua riflessione e rispondo, con rispetto delle tue idee che, però, non condivido.
Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: questo è un puro e semplice incentivo all’economia. Nessuna salvaguardia dell’ambiente, proprio come dici tu. Però la mia non è una critica all’iniziativa. Dico solo che l’ambiente non c’entra quasi nulla.
Infatti, i contributi toccano anche le bici da corsa di alta gamma, volendo far credere che uno le usi per andare al lavoro anziché andarci in auto. Me lo vedo uno di noi che attacca una
Cannondale SuperSix montata Super Record al palo sotto il suo ufficio!
Ma da qui a criticare, ce ne passa.
Di protezionismo non ci vedo nulla. È solo uno stimolo all’economia. Così come è stato sempre, sempre, e ancora sempre, per le auto e non solo, visto che gli incentivi riguardano anche gli elettrodomestici! E non solo in Italia.
L’importante è far sì che la macchina riprenda, che la gente faccia girare i soldi. Perché la cosa è semplice: se non spendiamo si blocca tutto.
Non voglio entrare in dettaglio, ma vedere aiuti al “cartello di imprenditori”, vedere “sanzioni dalla Commissione Europea” (su istanza di chi, poi? Dei venditori che vendono più bici? Oppure dei cittadini che le comprano con lo sconto? O ancora, da parte di altri Stati membri che pure fanno le stesse cose?), vedere addirittura strategie da “Ventennio” mi pare, francamente, una stortura grossissima.
Ci sono molte cose che possono essere migliorate, ma come su tutto. Anche su quello che facciamo noi. Ma non vediamo per forza e sempre tutto negativamente.
La verità è che abbiamo un debito pubblico che è di circa 110% del PIL. Per cui è già tanto se ci sono questi stimoli. E, dal mio punto di vista, vedere che alcuni ciclisti, che scrivono qui, si possono prendere una bici nuova mi fa comunque sorridere e pensare che non è tutta immondizia per forza.
Con tutto il rispetto.
Leonardo