Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e ‘l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.
Canto VI, Dante Alighieri, Inferno
Arenberg. Pavé con la barba. Pavé con il muschio appiccicato alla faccia. Scivoloso, unto. Spinoso, come i rovi delle rose. Per raggiungere il loro profumo, bisogna tagliarsi le dita. E le biciclette si sono graffiate. Le unghie affilate della Foresta le hanno aggredite. Spogliati di una parte di forze e di sicurezze, sono andati avanti. In mezzo agli alberi e alla folla che gridava. Anime dannate. Destinate a vagare per ancora un po’ di chilometri sul quel terreno così impervio e che fa male. Inutile girarci intorno: la strada verso il velodromo, verso il Paradiso, è così dolorosa da spezzare ogni equilibrio. Fisico e mentale. Spiriti condannati ad essere squartati. Crudeltà nel loro destino. Nessuna carezza. Non lì almeno. Occhi infuocati, quelli della Foresta. Nessuna pietà, nessuna salvezza.
A guidarli? Semplicemente l’istinto. Se vuoi arrivare a Roubaix devi sudare. Se vuoi arrivare a Roubaix devi quasi morire.
Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente […]
Canto III, Dante Alighieri, Inferno
Il pavé a scortarli. Il pavé a sbranarli.
Amo la Roubaix, la amo alla follia.
FORZA FABIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!!!!!!!!