News Paternoster e Bussi investite

golias

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Gli strumenti ci sono ma c'è anche tanta inefficienza da parte delle istituzioni.
Gli strumenti ci sono.. ma pare servano più per fare cassa che non far rispettare il CdS.
In Inghilterra invece oltre che fare cassa.. ti vengono a prendere anche se credi di averla fatta franca, ci sono telecamere quasi su tutti gli incroci, svincoli o zone di pericolo.. anche se nessuno ti ferma, dopo 2 giorni ti ritrovi i gendarmi dentro casa ;-)
 
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golias

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A mio avviso sarebbe più semplice creare un accrocchio elettronico collegato all'accensione del motore che inibisce ogni possibilità di trafficare con lo smartphone lasciando solo l'opzione chiamata via bluetooth.. vuoi chattare o mandare sms o navigare.. trovi una piazzuola ti fermi spegni il motore e fai quel che vuoi ;-)
 

Zagor69

Pignone
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una nera, una rossa ed una gialla

green dolphin

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La cosa peggiore è che tra i commenti su FB puntuali arrivano anche gli haters (termine che non vorrei usare ma non ne trovo di più calzanti ora) che girano la frittata: con un morto da poco sulla strada, un ciclista che era solo e viaggiava come il codice richiede sul lato destro, comincano ad arringare che non se ne può più, che i ciclisti fanno quello che vogliono, che sono sempre affiancati, contromano, passano con il rosso...

Nessuno lo scrive, ma è come se fosse sottinteso nel modo in cui scrivono e si arrabbiano e sbraitano, che se poi finisce così, un po' i ciclisti se lo meritano.

È questo che mi fa davvero paura, questo punto di vista della gente che sembra fin troppo ben radicato, ormai. E che non sono così sicuro che si possa cambiare inasprendo la normativa ed i controlli.
 

Zagor69

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La cosa peggiore è che tra i commenti su FB puntuali arrivano anche gli haters (termine che non vorrei usare ma non ne trovo di più calzanti ora) che girano la frittata: con un morto da poco sulla strada, un ciclista che era solo e viaggiava come il codice richiede sul lato destro, comincano ad arringare che non se ne può più, che i ciclisti fanno quello che vogliono, che sono sempre affiancati, contromano, passano con il rosso...

Nessuno lo scrive, ma è come se fosse sottinteso nel modo in cui scrivono e si arrabbiano e sbraitano, che se poi finisce così, un po' i ciclisti se lo meritano.

È questo che mi fa davvero paura, questo punto di vista della gente che sembra fin troppo ben radicato, ormai. E che non sono così sicuro che si possa cambiare inasprendo la normativa ed i controlli.
Mah, c'è poco da aggiungere, il solito deja vu italiota, però effettivamente questa modo di pensare si sta radicando proprio perché non si è messo ancora un freno a queste stragi e a questo dilagare di odio, non sarà facile invertire questo trend, ma non si sta facendo neanche granché per cambiare le cose, mi sembra che manchi proprio la volontà. Che poi basterebbe guardare qualche paese scandinavo x capire che la bici non è un problema, ma la soluzione...ma a chi glielo spieghi? È un problema che va molto oltre il semplice ambito ciclistico...
 

golias

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ma la soluzione...ma a chi glielo spieghi? È un problema che va molto oltre il semplice ambito ciclistico...
Una campagna martellante pro ciclismo, i vantaggi che restituisce sia in termini di benessere fisico/mentale sia in termini di risparmio e vantaggio ecologico.. si fa un gran parlare di ecologia.
Cominciando adesso i risultati si vedranno negli anni a venire.. ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
 
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Zagor69

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Una campagna martellante pro ciclismo, i vantaggi che restituisce sia in termini di benessere fisico/mentale sia in termini di risparmio e vantaggio ecologico.. si fa un gran parlare di ecologia.
Cominciando adesso i risultati si vedranno negli anni a venire.. ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Quello sicuramente è il punto di partenza più efficace e tutto sommato a basso costo rispetto al dotarsi di infrastrutture x far circolare noi ciclisti in sicurezza, eppure non ricordo di aver mai visto uno spot di 'pubblicità progresso' su questo tema, in compenso si vedono spot su auto a raffica... Speriamo che questa ventata di ecologia e di green-economy, vera o presunta, alla fine produca qualcosa nella giusta direzione, perché così non si può continuare.
 

Bert5quant1

Viva il lupo
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1) acciaio 1989 no brand, scassata, 2) entry level alu no brand, 3) Bianchi infinito cv telaio 2016
[QUOTE="green dolphin, post: 6547428

È questo che mi fa davvero paura, questo punto di vista della gente che sembra fin troppo ben radicato, ormai. E che non sono così sicuro che si possa cambiare inasprendo la normativa ed i controlli.
[/QUOTE]

Si può. .. si potrebbe, se li si sbattesse dentro per un po'. Ma con quale giustizia? Quella dei magistrati che il giorno dopo il fatto liberano un assassino che guidando da drogato ha travolto un ragazzo?
 

green dolphin

Scalatore
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golias

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Neanche più nelle strade secondarie di campagna si può star tranquilli.
Io che ci viaggio spesso.. posso dirti che quel genere di strade sono forse tra le più pericolose proprio perchè deserte e spesso incontrollate, tanti viaggiano a velocità da fuori di testa certi che nessuno li beccherà mai.
Come già detto in altro thread.. spero che il tipo si becchi il massimo della pena e che giornali e tv ne parlino a raffica così che qualcuno si renda conto di cosa significa provocare incidenti simili.
 

martin_galante

Nel Gruppetto
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Nessuno lo scrive, ma è come se fosse sottinteso nel modo in cui scrivono e si arrabbiano e sbraitano, che se poi finisce così, un po' i ciclisti se lo meritano.

È questo che mi fa davvero paura, questo punto di vista della gente che sembra fin troppo ben radicato, ormai. E che non sono così sicuro che si possa cambiare inasprendo la normativa ed i controlli.
Secondo me non è peggiorata l'attitudine verso i ciclisti rispetto mettiamo agli anni '80. Solo al tempo non c'erano forum e social media e quindi i confronti non erano così diretti. Anzi si è creata una cultura pro-bici ancora minoritaria ma abbastanza ampia. Per carità, è assolutamente troppo poco, e se qualche cambiamento in meglio c'è stato questo non è avvenuto certo per lungimiranza delle politiche di mobilità. I paesi del nord, per esempio la Danimarca, non sono da sempre dei ciclo-paradisi. Hanno deciso negli anni '70 di favorire la diffusione e cultura della bici, da zero, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Grandi città come Parigi, hanno sviluppato negli ultimi 15 anni la mobilità a due ruote. Ed oggi si calcola che se chiudesse il bike sharing parigino, la rete di trasporti in città collasserebbe. Quindi campagna o città, sole o pioggia, la transizione ad una mobilità alternativa all'auto è possibile, ma ci serve uno sforzo sia dall'alto che dal basso. Questo sforzo in Italia non è mai stato fatto.
 
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