Petacchi

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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Udine
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per fortuna ......aveva detto che avrebbe chiarito subito tutto

Se è la parola di una persona contro la tua qualsiasi avvocato ti direbbe di non parlare, ovviamente. Al tour ha detto che chiariva tutto facendo commuovere la de stefano, ma probabilmente già sapeva che davanti al PM non avrebbe chiarito proprio niente. Adesso spenderà un pò di soldi in avvocati ma prima di arrivare a una sentenza avrà comunque smesso di correre. Almeno che Torre non abbia elementi in mano sufficienti dal punto di vista sportivo (almeno così era stato accennato sui giornali i giorni scorsi).
 
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alexliv77

Apprendista Velocista
21 Dicembre 2007
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livorno
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cmq spesso l'avvalersi della fac di non rispondere è veramente una strategia difensiva che consigliano gli avvocati, specie quando non ci vedono chiaro nell'accusa. Parlo per esperienza personale, ho avuto un'avviso di garanzia (cosa poi risolta facilmente), io volevo subito parlare perchè ero totalmente innocente, mi sentivo un toro in gabbia, volevo andare li e spaccare tutto ma il mio avvocato mi disse che non dovevo parlare poichè non c'erano aspetti chiari. Io mi incassai e al tempo non volevo accettarlo poichè pensavo che cosi potevo sembrare colpevole ma capii che era un aspetto tecnico, se c'è un avvocato magari interviene e ci spiega meglio.
 
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posse

Maglia Iridata
14 Ottobre 2008
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tra bologna e la montagna
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cmq spesso l'avvalersi della fac di non rispondere è veramente una strategia difensiva che consigliano gli avvocati, specie quando non ci vedono chiaro nell'accusa. Parlo per esperienza personale, ho avuto un'avviso di garanzia (cosa poi risolta facilmente), io volevo subito parlare perchè ero totalmente innocente, mi sentivo un toro in gabbia, volevo andare li e spaccare tutto ma il mio avvocato mi disse che non dovevo parlare poichè non c'erano aspetti chiari. Io mi incassai e al tempo non volevo accettarlo poichè pensavo che cosi potevo sembrare colpevole ma capii che era un aspetto tecnico, se c'è un avvocato magari interviene e ci spiega meglio.

si perhe' se parli rischi di dire cose che poi possono essere usate contro di te
ma oltre poca chiarezza dell'accusa qui mi sa che anche alla difesa ne manca
 
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Ghila

Passista
18 Giugno 2009
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Specialized Tarmac SL4 S-Works
E il suo avvocato dice che si tratta di una sua strategia

se sei pulito non ti servono le strategie, ti presenti, dici quello che devi dire e te ne vai a testa alta, senza preoccupazioni e con la coscienza apposto! se invece sei sporco da fare schifo devi trovare la strategia per difenderti...anche perchè l'amico Bernucci, che gli hanno trovato la farmacia in casa...forse un pensierino a parlare ce l'ha fatto!

radiazione e sotto il prossimo!
 

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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Udine
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Comunque i prossimi giorni deve presentarsi al tribunale del Coni e lì il non parlare non serve a molto. In ogni caso niente Melbourne e chissà che tra un mesetto gli tolgano anche la maglia verde.
 

giacomo.casadei

Pedivella
28 Maggio 2009
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cmq spesso l'avvalersi della fac di non rispondere è veramente una strategia difensiva che consigliano gli avvocati, specie quando non ci vedono chiaro nell'accusa. Parlo per esperienza personale, ho avuto un'avviso di garanzia (cosa poi risolta facilmente), io volevo subito parlare perchè ero totalmente innocente, mi sentivo un toro in gabbia, volevo andare li e spaccare tutto ma il mio avvocato mi disse che non dovevo parlare poichè non c'erano aspetti chiari. Io mi incassai e al tempo non volevo accettarlo poichè pensavo che cosi potevo sembrare colpevole ma capii che era un aspetto tecnico, se c'è un avvocato magari interviene e ci spiega meglio.

Premetto di non essere un Avvocato.
Di norma però gli Avvocati, (come magari può essere stato nel tuo caso?):
- PRIMA acquisiscono gli atti dell'indagine;
- li studiano attentamente (ormai anche loro sono molto "settoriali" ex. matrimonialisti; cause di lavoro; diritto sportivo ecc..);
- preparano una "strategia" difensiva in base a quanto riferitogli dal proprio assistito (quindi sanno già cosa potrà/vorra dire in seguito);
- DOPO i propri assistiti vengono sentiti dalla Polizia Giudiziaria o dalla Magistratura.

Però, a mio modestissimo parere ci sono sempre le eccezzioni che confermano la regola, una su tutte la gestione (del caso di Valverde) in maniera non ottimale.
Se fosse stato consigliato di non proseguire il Tour che faceva tappa in Italia la Procura del CONI NON sarebbe venuta in possesso del suo sangue, che poi tramite rogatoria internazionale con le autorità spagnole ha potuto comparare.

Spero di essermi spiegato al meglio.o-o
 
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pilotino

Pignone
28 Febbraio 2010
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Sacconago (VA)
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Se lo avessero radiato e multato la prima volta, insieme a tutti gli altri, non saremmo sempre qui a discutere dei soliti noti...... almeno potremmo cambiare il nome del presunto dopato......invece no, ai vertici delle classifiche ci sono sempre i soliti, beccati, squalificati, re-integrati e nuovamente osannati dalle folle......:roll:
tranne UNO...lo Sceriffo.....:mrgreen: il Giudice ROY BEAN, non lo avrebbe mai mandato al capestro

tino:smile:
 
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tomaz

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maremma
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bernucci e petacchi hanno confessato tutto carriera finita per petacchi ha chiuso in bellezza :mrgreen::mrgreen::mrgreen: io mi sono convinto che quando questi personaggi sono a fine carriera intensificano l'uso di sostanze tanto se li beccano sono comunque in fondo e avrebbero smesso lo stesso ci vorrebbe il penale per il doping così ci penserebbero 2 volte
 

The_Phantom_Lord

Scalatore
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nella brughiera a sud-ovest di Milano
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monopattino a reazione nucleare
bernucci e petacchi hanno confessato tutto carriera finita per petacchi ha chiuso in bellezza

mah, non so qual'è la tua fonte, però non c'è ancora nulla di ufficiale.
Se fai riferimento all'articolo di Capodacqua comunque mi sembra che il gironalista affermi cose un po' diverse, ovvero la confessione di Bernucci e una posizione diversa per Petacchi.
 

matteo-elletì

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Stelbel, Stelbel, Wilier, Wilier, Gios, Colnago
Per Petacchi la Procura prende tempo, Vuelta a rischio

Due ore e mezza di colloquio, 39 pagine di verbale, niente deferimento
immediato, ma Vuelta a rischio. E’ finito così allo stadio Olimpico
l’interrogatorio di Alessandro Petacchi, chiamato a spiegare l’avviso
di garanzia ricevuto nell’ambito dell’inchiesta penale antidoping di
Padova condotta dalpm Benedetto Roberti e l’ipotesi di reato legata
all’utilizzo di pfc e albumina umana, un’accusa pesantissima nella
famiglia del doping sul sangue. Fra 2-3 giorni A differenza del passo
parola di Firenze, quando davanti al pm — su consiglio del suo legale
per ragioni di strategia difensiva — Petacchi si era avvalso della
facoltà di non rispondere, stavolta la maglia verde del Tour ha
risposto colpo su colpo. Di fronte alla sua deposizione, la Procura
antidoping del Coni ha preso tempo: 48-72 ore. Nelle prossime ore il
capo dell’ufficio Ettore Torri, ieri l’interrogatorio è stato condotto
dal suo vice Tammaro Maiello, prenderà visione della situazione. E’
prevedibile che le parole di Petacchi siano «incrociate» con altri
riscontri provenienti da Padova. Dopodiché: o deferimento o
archiviazione. Vuelta o no? C’è di mezzo pure la partecipazione alla
Vuelta. Che scatta da Siviglia praticamente nelle stesse ore in cui
presumibilmente la procura antidoping dirà sì o no al processo
sportivo. Correre, meglio partire così, è dura. S’è capito quando
Petacchi — accompagnato dai suoi legali Virginio Angelini e Norma
Gimondi (la figlia di Felice) e dalla moglie Anna Chiara — ha risposto
sulla questione. «Ci sarai?». «Non dipende da me». Bernucci confessa
L’audizione di Petacchi aveva avuto una corposa anteprima. Il suo
compagno di squadra Bernucci si era assunto tutta la responsabilità.
Nelle intercettazioni, il corpo dell’accusa, infatti, c’erano da
spiegare alcune conversazioni dal tono ambiguo, di fronte alle quali
Lorenzo Bernucci ha di fatto confessato la sua responsabilità.
Alleggerendo la posizione del suo capitano. Finanzieri e carabinieri
dei Nas avrebbero sequestrato diverse sostanze dopanti a casa Bernucci
alla moglie del corridore, anche lei interrogata, e anche lei a rischio
squalifica (anzi inibizione per otto anni, provvedimento che porta con
sé il divieto a frequentare impianti e manifestazioni sportive). I due
sono praticamente deferiti, anche se la Procura formulerà le sue
conclusioni tutte insieme. «Recidivo» Per Petacchi il caso è diverso.
La Procura antidoping del Coni s’è presa tempo. Per lo spezzino in
qualche modo è un punto favorevole. «Ho chiarito la mia posizione, ho
risposto a tutte le domande», ha detto il velocista della Lampre. Ma la
medaglia potrebbe avere a breve un suo rovescio. Petacchi, nel caso di
condanna, sarebbe da considerare «recidivo» per la positività al
salbutamolo di tre anni fa. Se deferito, si troverebbe davanti il
rischio di una squalifica da 4 a 6 anni. Forse anche per questo la
Procura sta tirando il freno prima di decidere. Mentre il viaggio per
la Vuelta è ancora incerto. E quel «non dipende da me» fa pensare che
Petacchi ne sia perfettamente cosciente.
 

tomaz

Apprendista Velocista
29 Dicembre 2009
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maremma
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mah, non so qual'è la tua fonte, però non c'è ancora nulla di ufficiale.
Se fai riferimento all'articolo di Capodacqua comunque mi sembra che il gironalista affermi cose un po' diverse, ovvero la confessione di Bernucci e una posizione diversa per Petacchi.
bernucci ha confessato petacchi è pesantemente coinvolto non c'è stata ancora la richiesta di condanna per petacchi ma nemmeno per bernucci è questione di procedure legali ma perchè non lo aboliamo il ciclismo???????????????????
 

The_Phantom_Lord

Scalatore
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monopattino a reazione nucleare
bernucci ha confessato petacchi è pesantemente coinvolto non c'è stata ancora la richiesta di condanna per petacchi ma nemmeno per bernucci è questione di procedure legali ma perchè non lo aboliamo il ciclismo???????????????????

scusa ma cosa c'entra l'abolizione del ciclismo.. io ti chiedevo solo se avessi avuto una fonte diversa dall'articolo a cui facevo riferimento e che spiegasse meglio quello che dicevi, visto che davi per certe le confessioni dei due.
Di fatto io ho visto solo alcuni articoli che parlano delle udienze in procura dei due corridori, con "no comment" di uno e poche parole dell'altro.
 
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Leonardo Landini

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Savigno
leonardolandinielabici.blogspot.com
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Bianchi
Per Petacchi la Procura prende tempo, Vuelta a rischio

Due ore e mezza di colloquio, 39 pagine di verbale, niente deferimento
immediato, ma Vuelta a rischio. E’ finito così allo stadio Olimpico
l’interrogatorio di Alessandro Petacchi, chiamato a spiegare l’avviso
di garanzia ricevuto nell’ambito dell’inchiesta penale antidoping di
Padova condotta dalpm Benedetto Roberti e l’ipotesi di reato legata
all’utilizzo di pfc e albumina umana, un’accusa pesantissima nella
famiglia del doping sul sangue. Fra 2-3 giorni A differenza del passo
parola di Firenze, quando davanti al pm — su consiglio del suo legale
per ragioni di strategia difensiva — Petacchi si era avvalso della
facoltà di non rispondere, stavolta la maglia verde del Tour ha
risposto colpo su colpo. Di fronte alla sua deposizione, la Procura
antidoping del Coni ha preso tempo: 48-72 ore. Nelle prossime ore il
capo dell’ufficio Ettore Torri, ieri l’interrogatorio è stato condotto
dal suo vice Tammaro Maiello, prenderà visione della situazione. E’
prevedibile che le parole di Petacchi siano «incrociate» con altri
riscontri provenienti da Padova. Dopodiché: o deferimento o
archiviazione. Vuelta o no? C’è di mezzo pure la partecipazione alla
Vuelta. Che scatta da Siviglia praticamente nelle stesse ore in cui
presumibilmente la procura antidoping dirà sì o no al processo
sportivo. Correre, meglio partire così, è dura. S’è capito quando
Petacchi — accompagnato dai suoi legali Virginio Angelini e Norma
Gimondi (la figlia di Felice) e dalla moglie Anna Chiara — ha risposto
sulla questione. «Ci sarai?». «Non dipende da me». Bernucci confessa
L’audizione di Petacchi aveva avuto una corposa anteprima. Il suo
compagno di squadra Bernucci si era assunto tutta la responsabilità.
Nelle intercettazioni, il corpo dell’accusa, infatti, c’erano da
spiegare alcune conversazioni dal tono ambiguo, di fronte alle quali
Lorenzo Bernucci ha di fatto confessato la sua responsabilità.
Alleggerendo la posizione del suo capitano. Finanzieri e carabinieri
dei Nas avrebbero sequestrato diverse sostanze dopanti a casa Bernucci
alla moglie del corridore, anche lei interrogata, e anche lei a rischio
squalifica (anzi inibizione per otto anni, provvedimento che porta con
sé il divieto a frequentare impianti e manifestazioni sportive). I due
sono praticamente deferiti, anche se la Procura formulerà le sue
conclusioni tutte insieme. «Recidivo» Per Petacchi il caso è diverso.
La Procura antidoping del Coni s’è presa tempo. Per lo spezzino in
qualche modo è un punto favorevole. «Ho chiarito la mia posizione, ho
risposto a tutte le domande», ha detto il velocista della Lampre. Ma la
medaglia potrebbe avere a breve un suo rovescio. Petacchi, nel caso di
condanna, sarebbe da considerare «recidivo» per la positività al
salbutamolo di tre anni fa. Se deferito, si troverebbe davanti il
rischio di una squalifica da 4 a 6 anni. Forse anche per questo la
Procura sta tirando il freno prima di decidere. Mentre il viaggio per
la Vuelta è ancora incerto. E quel «non dipende da me» fa pensare che
Petacchi ne sia perfettamente cosciente.
Mi sembra tutto logico.
Petacchi e Bernucci sono amici.
Grazie a Petacchi,Bernucci trova un ingaggio alla Lampre.
Magari ora per salvare il salvabile cercherà di prendersi tutte le colpe possibili e immaginabili.
Per Bernucci carriera finita,per Alessandro Magno Petacchi siamo più in la che in qua.
Colpevoli?.Si,ma di essere corridori professionisti.
Tutti sono così.