Sì c'è un detto in sud italia, e dalle e dalle se scassa pure o' metalleNon é la prima volta che facevano questo arrivo di tappa.
Ed era sempre andato tutto bene.
Sì c'è un detto in sud italia, e dalle e dalle se scassa pure o' metalleNon é la prima volta che facevano questo arrivo di tappa.
Ed era sempre andato tutto bene.
C'é una questione irrisolta sulla sicurezza dei corridori. Il ciclismo oltre ad un grado di pericolosità intrinseco, subisce da qualche anno la ricerca della spettacolarità a discapito dell'incolumità degli atleti.A me quello che fa più male, al di là del dolore di vedere un ragazzo di 26 anni che lascia questo mondo, sono certi commenti sul tipo che "nessuno li obbliga" e "il ciclismo si sa che è pericoloso", le stesse identiche cose che dicono certi "benpensanti" quando è uno di noi a finire sotto un lenzuolo sulla strada.
Come sempre, se tocca agli altri chi se ne frega.
Concordo, non si tratta di essere brutale ma di essere realisti.Partendo dal presupposto che una morte é una morte.
Però purtroppo é così, cosa si dovrebbe fare per evitare certe disgrazie? Non correre più.
Alla fine stà comunque al corridore calcolare il rischio di affrontare una discesa in una certa maniera, fa parte del loro lavoro.
Lo sò, sarò brutale, ma io la vedo così.
Non é questione di " chi se ne frega" chi fa il corridore penso sappia che può capitare e i casi di decessi non mancano di certo per confermare che potrebbe succedere.
Io parlo del caso che si corra in situazioni di sicurezza, come mi sembra sia in questo caso.
Voglio dire non in cattive condizioni meteo o strade rovinate, o altri fattori che possano mettere in ulteriore pericolo il ciclista.
Secondo me, gli lasciano anche un po' troppa carta bianca a livello mediatico, proprio perché è il "pupillo" di Lefevre. UAE e Jumbo sono molto più "protettive". Sentire che a 23 anni non fai il tour per non rovinarti la reputazione, seppur comprensibile, è indice che qualcosa non va a livello psicologico.
Alla fine stà comunque al corridore calcolare il rischio di affrontare una discesa in una certa maniera, fa parte del loro lavoro.
Lo sò, sarò brutale, ma io la vedo così.
Ok.Benissimo.
A questo punto però nessun messaggio di cordoglio, nè in questo caso ("fa parte del loro lavoro") nè a maggiore ragione nei confronti degli amatori schiacciati dalle auto ("conoscevano i rischi", "se stavano a casa/facevano un altro sport non capitava").
D'altronde questo è un paese in cui in nome del lavoro è lecito ammazzare e farsi ammazzare.
Provare ad essere coerenti e decenti, ed applicare agli altri quello che si chiede per sè (almeno nelle parole)?Ok.
Allora la tua ricetta quale sarebbe ?
Forse e' perche' a parlare era il campione del mondo e si sapeva delle condizioni disperate di Mader e non Leandro Loi,che con il rispetto parlando non si cagherebbe nessuno??alla fine questi ragazzi i rischi se li prendono,ma la colpa e di chi aumenta i rischi per lo spettacolo.....ovvio che mettere una discesa come arrivo di tappa aumenta i rischi,poi uno puo' cadere scivolando anche andano al foglio firma,ma resta il fatto che una discesa a 100km/h come arrivo di tappa e' piu' pericolosa che andare al foglio firma.No beh certo è evidente. Il limitato sono io.
Prima della tappa non ce l'avevano l'altimetria? Nessuno di loro ha mai fatto la discesa dell'Albula? Lamentarsi PRIMA della tappa invece che dopo, a frittata già fatta e con Mader in rianimazione, non era più produttivo? E vedo che quando c'è da lamentarsi, anche per "possibile meteo avverso" i ciclisti si lamentano eccome.
Ma quando c'è una discesa estremamente veloce a fine di una tappa dura, a lamentarsi PRIMA del problema, caso strano non ci pensa nessuno.
Se il buon Remco fosse arrivato al traguardo dopo la discesa vincendo, non avrebbe fiatato. Anzi magari avrebbe fatto un plauso all'organizzazione per la bellissima tappa.
Ma il limitato evidentemente sono io.
Direi che non c'è bisogno di estremizzare. Purtroppo ciclismo, motorsport e molti altri sport sono pericolosi e mettono in gioco la vita degli atleti. Nessuno è contento di questo, certo la tecnologia e scelte accurate degli organizzatori può aiutare a ridurre il rischio, ma la morte fa parte del gioco e non si può far altro che accettarla o vietare questo tipo di sport.Benissimo.
A questo punto però nessun messaggio di cordoglio, nè in questo caso ("fa parte del loro lavoro") nè a maggiore ragione nei confronti degli amatori schiacciati dalle auto ("conoscevano i rischi", "se stavano a casa/facevano un altro sport non capitava").
Che poi ci sarebbe da ragionare sulla questione del "loro lavoro"... che è appunto quello di qualcun altro. Ho il sospetto che quando il rischio intrinseco tocca non a "loro" ma a "me" le opinioni iniziano a cambiare radicalmente.
D'altronde questo è un paese in cui in nome del lavoro è lecito ammazzare e farsi ammazzare.
Io continuo a pensare che si stia difendendo l’indifendibile per quanto riguarda i corridori.Forse e' perche' a parlare era il campione del mondo e si sapeva delle condizioni disperate di Mader e non Leandro Loi,che con il rispetto parlando non si cagherebbe nessuno??alla fine questi ragazzi i rischi se li prendono,ma la colpa e di chi aumenta i rischi per lo spettacolo.....ovvio che mettere una discesa come arrivo di tappa aumenta i rischi,poi uno puo' cadere scivolando anche andano al foglio firma,ma resta il fatto che una discesa a 100km/h come arrivo di tappa e' piu' pericolosa che andare al foglio firma.
Ci si lamentava perche' non volevano fare le discese al Giro in condizioni critiche.....forse perche' il culo sulla sella sarebbe il loro e non quello dell'amatore sfigato che si crede un ciclista perche' fa 3000km annui........bisogna sempre aspettare il morto per capire
Se non scendi a 100km/h arrivi con 2 minuti di ritardo......se devi fare classifica e' meglio se cambi lavoro.......altrimenti faremo rischiare anche nelle fabbriche senza protezioni,per ridure costi e velocizzare il lavoroIo continuo a pensare che si stia difendendo l’indifendibile per quanto riguarda i corridori.
Non credo che nel contratto abbiano scritto che debbano andare a 100km/h in discesa, che per una discesa montana sarebbe folle da fare in auto/moto figuriamoci in bici.
Se non ci fosse scappato il morto saremmo stati tutti a celebrare Ayuso e gli altri che son scesi a quelle velocità invece di stigmatizzarli fin da subito per essersi presi dei rischi senza senso.
Anche Skjelmose ha detto grossomodo le stesse cose di REV, ma lui è appena arrivato nel circo e non è divertente come bersaglio per i pesci in faccia.Forse e' perche' a parlare era il campione del mondo e si sapeva delle condizioni disperate di Mader e non Leandro Loi,che con il rispetto parlando non si cagherebbe nessuno??alla fine questi ragazzi i rischi se li prendono,ma la colpa e di chi aumenta i rischi per lo spettacolo.....ovvio che mettere una discesa come arrivo di tappa aumenta i rischi,poi uno puo' cadere scivolando anche andano al foglio firma,ma resta il fatto che una discesa a 100km/h come arrivo di tappa e' piu' pericolosa che andare al foglio firma.
Ci si lamentava perche' non volevano fare le discese al Giro in condizioni critiche.....forse perche' il culo sulla sella sarebbe il loro e non quello dell'amatore sfigato che si crede un ciclista perche' fa 3000km annui........bisogna sempre aspettare il morto per capire
No, certo, non c'è scritto nulla. Poi però se non osano in discesa per recuperare o non perdere terreno, se non ci provano, se non fanno risultato alla fine la squadra il contratto lo fa a qualcun altro. Ma mica c'è scritto nel contratto, per cui è tutto a posto.Non credo che nel contratto abbiano scritto che debbano andare a 100km/h in discesa, che per una discesa montana sarebbe folle da fare in auto/moto figuriamoci in bici.
Comunque quella curva era brutta forte....non e' perche' larga e' sicura,basta vedere Ayuso come la fa....il minimo errore vai giu a certe velocitàQuella maledetta curva in cui è caduto Gino Mäder
Resta un mistero la dinamica dell'incidente che ha coinvolto il ciclista svizzero. La polizia chiede aiuto a eventuali testimoni.www.tio.ch
Qui si vede la curva. Dovrebbe essere dove si vedono le strisce di cemento ed è stato trovato sotto.
Senza parole
Quella maledetta curva in cui è caduto Gino Mäder
Resta un mistero la dinamica dell'incidente che ha coinvolto il ciclista svizzero. La polizia chiede aiuto a eventuali testimoni.www.tio.ch
Qui si vede la curva. Dovrebbe essere dove si vedono le strisce di cemento ed è stato trovato sotto.
Senza parole