Sportful 2014 - il ventennale.

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
7.486
4.702
Modena
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Bici
sempre una in meno...
Riassunto della mia prima Sportful e prima vera GF da 200 km.
Preparazione 2800 km nel 2014.
Ultimi 10 giorni di preparazione con 100 km totali di allenamento e tonsille gonfie+medicine.
Sabato niente giretto pre-gara perchè a Feltre piove.
Domenica mattina partenza con: intimo estivo, maglia estiva, smanicato windstopper, manicotti, salopette estiva, calze estive e nessun copriscarpe, guanti lunghi assos. Mantellina antivento da 19,90 dello sport specialist. Per inciso l'organizzazione in effetti prevedeva e comunicava ai partecipanti al sabato sera che le condizioni meteo previste sarebbero state "ideali" per pedalare...
Cima Campo bella ma discesa molto fredda. Mi fermo al primo ristoro.
Manghen bellissimo ma sul finale accuso il freddo e la stanchezza.
Arrivo al ristoro del Manghen sudato e già abbastanza cotto. Mangio e bevo abbondantemente. Prendo un foglio di giornale e pulisco le piste frenanti delle ruote in alluminio (in discesa già frenavo bene ma ho preferito togliere un po di sporco residuo). La salita del Rolle è lunga e la prendo con calma, fermandomi ai ristori ed entrando ad un ristorante in cima al Rolle per bere il caffè seduto al tavolo + WC.
Prendo pioggia anche in discesa dal Rolle. Gruppone da 20 persone sul fondovalle fino all'inizio del Croce d'Aune. Ai -3km dalla fine del Croce d'Aune inizia un temporale, preciso davanti alla chiesetta dove aumenta la pendenza.
Discesa fino a Pedavena con un temporale forte. Divertentissima.
Poi arrivo tranquillo a Feltre. Enorme soddisfazione!!

Dopo il Manghen ho visto che non era proprio giornata e me la sono presa con calma, dosando le energie per arrivare comunque con una "cotta" importante.
Ringrazio i volontari dei ristori e tutti quelli che hanno presidiato gli incroci.
Alla fine impiego circa 9h15' pedalando effettive 8h20' per 24 kmh di media sul mio Garmin, 4900 m d+.

Gran finale con ritorno alla Colonia Alpina sopra Pedavena in bici. Un saluto a Nitro85 e Tizlook.
bravissimo, complimentio-o
 

gemano

Apprendista Velocista
5 Marzo 2009
1.348
37
Casorezzo
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Bici
Via Nirone 7 Alu carbon Veloce 2009- - litespeed t3 sram force 22 fulcrum r3/ red wind 50
Quarta Sportful consecutiva ma prima con il “nuovo-vecchio” percorso…quest’anno, dopo il Prestigio e la “sbornia” di Granfondo dello scorso anno siamo quasi “digiuni” di gare (la Nove Colli è una festa non una gara…) quindi con qualche dubbio sulla reale condizione ci avviciniamo a questo “inedito” tracciato…
Gli organizzatori martellano con il tormentone “Manghen is Back” e, mentre io con il mio solito sconsiderato ottimismo al limite della incoscienza penso che di sicuro in una maniera o nell’altra ne usciremo la Sarah, al contrario come sempre più che prudente (dopo anni che la porto a fare robe da matti ancora tituba) è sicura che non riuscirà a finirla…
Ad ogni modo, dopo qualche discussione, decidiamo, come sempre, di farla insieme cercando di goderci al massimo il momento…la settimana precedente alla trasferta è caratterizzata da un caldo improvviso e anomalo (siamo passati dall’usare la giacchina invernale ed i guanti lunghi all’uscire in smanicato nel giro di 2 giorni) e, bisogna dirlo, ci fiacca molto però le previsioni per il week end annunciano un “ritorno d’autunno” e la cosa, tutto sommato, non ci dispiace…
Il sabato pre-sportful a Feltre è, come sempre, una festa..anche al Pedavena c’è quell’atmosfera “speciale” difficile da descrivere ma che ti fa sentire parte di una “comunità”…puoi tranquillamente fare due parole o una foto con Cassani o con Yuri Chechi o Antonio Rossi…magngiando e bevendo il tempo passa ed il meteo ora è proprio brutto e andando a ritirare i pacchi gara si sentono in giro previsioni catastrofiche per il giorno successivo…qualcuno, addirittura, evoca il fantasma di Solden...lo stand Sportful sforna in continuazione mantelline e guanti impermeabili…

La sera nel preparare le bici cominciamo a pensare al vestiario e, data la totale nostra indecisione, prepariamo due diverse possibilità…una per una gara poco bagnata e duna per…il diluvio universale….quella per la gara poco bagnata prevede: Intimo termico corto, divisa estiva, gilet Brontolobike manicotti e hot pack pronto all’uso…la possibilità “Diluvio Universale” prevede quanto sopra con in aggiunta giacchini della Nove Colli, guanti in neoprene da sub, copriscarpe paraorecchie o bandana…ovviamente in questo caso devo utilizzare il borsino da manubrio…anche perché nel fare un gf in queste condizioni il peso della bici è proprio il mio ultimo pensiero..

La mattina, visto che piovigginava poco e che le previsioni erano, tendenzialmente, in miglioramento, usciamo di buon ora vestiti “leggeri” ma lo schiaffo di freddo e vento che ci investe appena aperta la porta ci fa correre dentro a cambiarci subito…versione “diluvio universale” e via…
Grazie al cielo (è proprio il caso di dirlo) in griglia non piove e riusciamo anche a fare 2 parole con qualche amico incontrato al momento…poi c’è il grandissimo Mutton a “riscaldare” l’ambiente….
Pronti via l’uscita da Feltre sul pavè umido e a tratti bagnato è un po’ da brividi ma appena arrivati in periferia subito si comincia a spingere…la Sarah, che si era lamentata continuamente per la scarsa forma e che aveva giurato e spergiurato di voler “andare tranquilla” si mette a menare come una disperata in pianura e,con il gruppo giusto, in men che non si dica siamo all’attacco di Cima Campo…questa salita (18 km per oltre 1200mt di dislivello) è davvero bella, una di quelle salite che a me piacciono regolare ma non monotona con cambi di pendenze mai improvvisi, senza tratti “assassini” ma comunque da interpretare…il mantra che ho continuato a ripetere alla Sarah durante la salita è stato “Sarah gestisciti…meglio perdere un minuto ora che mezz’ora sul Manghen” ed in effetti, nonostante la vedessi mordere il freno (come gli Husky direbbe il capitano) riusciamo ad arrivare allo scollinamento (forse fin troppo) calmi e tranquilli e a cominciare la discesa belli lucidi, cosa assolutamente necessaria visto il meteo ora decisamente pessimo ed il freddo…(con il senno del poi avremmo potuto “spingere” un po’ di più in questo tratto ma, viste le condizioni il nostro obbiettivo non era certo andare in fretta)…in discesa i miei limiti sono venuti fuori tutti, in aggiunta il freddo ha contribuito a bloccarmi ancora di più mi sentivo come Wiggins al giro 2013assolutamente e totalmente bloccato…tanto che la Sarah si è dovuta fermare almeno 2 volte ad aspettarmi e, nell’ultimo tratto mi ha “preso per mano” e un po’ disegnandomi le traiettorie e un po’ spronandomi mi ha letteralmente “portato” alla fine della discesa…al bivio, nonostante il tempaccio, nessun dubbio….via per il lungo…Ora vedere il cartello 157 km all’arrivo quando sei bagnato, infreddolito, con le gambe di legno per l’ansia della discesa ed i muscoli del collo indolenziti per quanto sei stato rigido non è certo confortante….se poi vedi i cartelli “Manghen”…ancora meno!!!
Piccola pausa al ristoro e via ci si spoglia un po’ e si sale verso il “mostro” di giornata…il Manghen, sia la salita che la discesa, rimarranno, credo, per molto nella mia memoria e, devo dire sia con emozioni positive che con emozioni negative….entrambe di sicuro molto forti ma, alla fine, non è per questo che si va in bici????
La salita è realmente infinita…molto irregolare, continui cambi di pendenza obbligano a cambiare ritmo e rapporti…a tratti ricorda un po’ il Gavia versante Bresciano, a tratti il Cuvignone, l’ultimo tratto è il più duro ed il meteo ormai è davvero pessimo, c’è chi giura di aver visto nevicare, io, a dirla tutta, credo siano solo allucinazioni da fatica fa comunque freddo ed il ristoro al passo, nonostante il servizio davvero a 5 stelle dei volontari con il tea caldo (son stai a quel freddo per chissà quante ore….grandissimi) non mitiga il tremare continuo delle mani ed il battere dei denti…la discesa (che voglio assolutamente rifare con il sole) è da brividi, soprattutto la prima parte è ipertecnica e senza guard rail…le velocità sono, ovviamente, basse ma è comunque impegnativa…la Sarah ha problemi con i guanti che zuppo le bloccano la circolazione pertanto si deve fermare a tirarli via e scendere solo con gli estivi…non so davvero come faccia…scendendo la temperatura si alza un pochino e, come nella prima discesa mi faccio accompagnare da lei finchè un rumoraccio sinistro parte dalla mia bici e riecheggia in tutta la Valle (a dirla tutta seguito da una serie di irripetibili improperi) mi fermo, controllo tutto a posto e riparto (non senza timore)…raggiungo Sarah che, avvertita da un ragazzo mi aspettava e continuiamo la discesa…dopo qualche chilometro replica…a sto punto però la Sarah non si accorge e continua la discesa mentre io, pian piano provo a capire il motivo…ancora sembra tutto a posto…arrivo in Val di Fiemme solo e, sentendomi quasi a casa in pianura, comincio a menare come un dannato per recuperare sul gruppo della Sarah…passo un due tre gruppetti e finalmente (quando sto per scoppiare) alle porte di Predazzo raggiungo un gruppone nel quale, saggiamente e, finalmente con un po’ di testa, la Sarah è rimasta…giusto il tempo di bere qualcosa e comincia il Rolle…nel frattempo ha smesso di piovere ed, anzi, appare un timido sole…ne aprofittiamo per fare una piccola pausa e tirare via le giacchine ormai zuppe…salita del Rolle presa regolari fino a dopo Paneveggio quando, dal nulla, comincia un altro nubifragio…stavolta non fa freddissimo ma scende davvero tanta ma tanta acqua un bel temporale estivo in piena regola…arrivo al Passo, breve pausa al ristoro e via verso il Croce d’Aune…in discesa, come sempre mi affido ad occhi chiusi alla mia compagna di viaggio ma giunti nel falsopiano in Valle per farmi perdonare provo a tirare un po’ e rientriamo su due ragazzi che, guarda caso, erano con noi in griglia e con cui avevamo fatto due parole…con loro c’è un buon accordo ed arriviamo alla zona delle gallerie regolari ad una buona andatura non esasperata…
Cosa sia successo nella zona delle gallerie e come, in un attimo ci siamo ritrovati in un gruppone di 20 persone a 50 km/h ancora non me lo spiego…quando però sono andato dalla Sarah a dirle che quell’andatura sul bagnato, in galleria e per giunta in mezzo a gente che era alla canna del gas era forse pericolosa mi sento dire “io di qui non mi schiodo…queste sono le andature che piacciono a me….perchè non mi monti l’11?”..va beh cercando di rischiare il meno possibile arriviamo all’attacco del Croce d’Aune ed il fatto che siamo gestiti bene in precedenza vien fuori perché riusciamo a salire tranquilli addirittura chiaccherando con i nostri compagni di gruppo…piccolo momento di difficoltà nel tratto della chiesa (ma quello è nel “pacchetto Sportful”…se non soffri in quelle rampe “godi solo a metà”) ed arriviamo allo scollinamento meno “finiti” degli altri anni…

Per chi non ha mai fatto la Sportful bisogna dire che nei, pochi, chilometri, che separano la vetta del Croce d’Aune all’arrivo di Feltre succede qualcosa di non spiegabile dalla logica umana ma di inevitabile…sia che tu sia in prima posizione sia che tu sia tallonato con intenti bellicosi dal “carro scopa” fino all’ultimo metro di pianura si è tutti amici, ci si aiuta, ci si passa l’acqua e ci si incoraggia a vicenda….non appena si scollina e si comincia a vedere Feltre in lontananza inizia una bagarre stile “gare Udace”…tutti a spingere e a rilanciare fuori dalle curve mentre la gente a bordo strada incita divertita…una volta giunti in Piazza Maggiore amici come (ed anzi) più di prima…complimenti, pacche sulle spalle e a bere insieme!!!!

Anche quest’anno il copione si è ripetuto e, un salto di catena all’attacco dell’ultimissimo strappo in pavè dei uno due ragazzi (che ha rallentato anche l’altro a ruota) che con noi erano “in fuga” (sempre bonariamente si intende) ci ha regalato un coreografico arrivo in parata con sullo sfondo un gruppo “a tutta”…ovviamente è tutto solo un gioco però ne è uscita una foto spettacolare…

Per concludere la giornata dopo un’intervista “patetica” da parte di Mutton siamo stati un po’ a bordo strada ad applaudire i pochi arrivati dopo di noi…

Come dire…the Manghen is back….ma anche noi siamo riusciti a tornare a Feltre!!!
 

robyboris

Apprendista Velocista
15 Agosto 2010
1.753
226
53
Treviso
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Bici
Canyon Ultimate Cf Slx
Quarta Sportful consecutiva ma prima con il “nuovo-vecchio” percorso…quest’anno, dopo il Prestigio e la “sbornia” di Granfondo dello scorso anno siamo quasi “digiuni” di gare (la Nove Colli è una festa non una gara…) quindi con qualche dubbio sulla reale condizione ci avviciniamo a questo “inedito” tracciato…
Gli organizzatori martellano con il tormentone “Manghen is Back” e, mentre io con il mio solito sconsiderato ottimismo al limite della incoscienza penso che di sicuro in una maniera o nell’altra ne usciremo la Sarah, al contrario come sempre più che prudente (dopo anni che la porto a fare robe da matti ancora tituba) è sicura che non riuscirà a finirla…
Ad ogni modo, dopo qualche discussione, decidiamo, come sempre, di farla insieme cercando di goderci al massimo il momento…la settimana precedente alla trasferta è caratterizzata da un caldo improvviso e anomalo (siamo passati dall’usare la giacchina invernale ed i guanti lunghi all’uscire in smanicato nel giro di 2 giorni) e, bisogna dirlo, ci fiacca molto però le previsioni per il week end annunciano un “ritorno d’autunno” e la cosa, tutto sommato, non ci dispiace…
Il sabato pre-sportful a Feltre è, come sempre, una festa..anche al Pedavena c’è quell’atmosfera “speciale” difficile da descrivere ma che ti fa sentire parte di una “comunità”…puoi tranquillamente fare due parole o una foto con Cassani o con Yuri Chechi o Antonio Rossi…magngiando e bevendo il tempo passa ed il meteo ora è proprio brutto e andando a ritirare i pacchi gara si sentono in giro previsioni catastrofiche per il giorno successivo…qualcuno, addirittura, evoca il fantasma di Solden...lo stand Sportful sforna in continuazione mantelline e guanti impermeabili…

La sera nel preparare le bici cominciamo a pensare al vestiario e, data la totale nostra indecisione, prepariamo due diverse possibilità…una per una gara poco bagnata e duna per…il diluvio universale….quella per la gara poco bagnata prevede: Intimo termico corto, divisa estiva, gilet Brontolobike manicotti e hot pack pronto all’uso…la possibilità “Diluvio Universale” prevede quanto sopra con in aggiunta giacchini della Nove Colli, guanti in neoprene da sub, copriscarpe paraorecchie o bandana…ovviamente in questo caso devo utilizzare il borsino da manubrio…anche perché nel fare un gf in queste condizioni il peso della bici è proprio il mio ultimo pensiero..

La mattina, visto che piovigginava poco e che le previsioni erano, tendenzialmente, in miglioramento, usciamo di buon ora vestiti “leggeri” ma lo schiaffo di freddo e vento che ci investe appena aperta la porta ci fa correre dentro a cambiarci subito…versione “diluvio universale” e via…
Grazie al cielo (è proprio il caso di dirlo) in griglia non piove e riusciamo anche a fare 2 parole con qualche amico incontrato al momento…poi c’è il grandissimo Mutton a “riscaldare” l’ambiente….
Pronti via l’uscita da Feltre sul pavè umido e a tratti bagnato è un po’ da brividi ma appena arrivati in periferia subito si comincia a spingere…la Sarah, che si era lamentata continuamente per la scarsa forma e che aveva giurato e spergiurato di voler “andare tranquilla” si mette a menare come una disperata in pianura e,con il gruppo giusto, in men che non si dica siamo all’attacco di Cima Campo…questa salita (18 km per oltre 1200mt di dislivello) è davvero bella, una di quelle salite che a me piacciono regolare ma non monotona con cambi di pendenze mai improvvisi, senza tratti “assassini” ma comunque da interpretare…il mantra che ho continuato a ripetere alla Sarah durante la salita è stato “Sarah gestisciti…meglio perdere un minuto ora che mezz’ora sul Manghen” ed in effetti, nonostante la vedessi mordere il freno (come gli Husky direbbe il capitano) riusciamo ad arrivare allo scollinamento (forse fin troppo) calmi e tranquilli e a cominciare la discesa belli lucidi, cosa assolutamente necessaria visto il meteo ora decisamente pessimo ed il freddo…(con il senno del poi avremmo potuto “spingere” un po’ di più in questo tratto ma, viste le condizioni il nostro obbiettivo non era certo andare in fretta)…in discesa i miei limiti sono venuti fuori tutti, in aggiunta il freddo ha contribuito a bloccarmi ancora di più mi sentivo come Wiggins al giro 2013assolutamente e totalmente bloccato…tanto che la Sarah si è dovuta fermare almeno 2 volte ad aspettarmi e, nell’ultimo tratto mi ha “preso per mano” e un po’ disegnandomi le traiettorie e un po’ spronandomi mi ha letteralmente “portato” alla fine della discesa…al bivio, nonostante il tempaccio, nessun dubbio….via per il lungo…Ora vedere il cartello 157 km all’arrivo quando sei bagnato, infreddolito, con le gambe di legno per l’ansia della discesa ed i muscoli del collo indolenziti per quanto sei stato rigido non è certo confortante….se poi vedi i cartelli “Manghen”…ancora meno!!!
Piccola pausa al ristoro e via ci si spoglia un po’ e si sale verso il “mostro” di giornata…il Manghen, sia la salita che la discesa, rimarranno, credo, per molto nella mia memoria e, devo dire sia con emozioni positive che con emozioni negative….entrambe di sicuro molto forti ma, alla fine, non è per questo che si va in bici????
La salita è realmente infinita…molto irregolare, continui cambi di pendenza obbligano a cambiare ritmo e rapporti…a tratti ricorda un po’ il Gavia versante Bresciano, a tratti il Cuvignone, l’ultimo tratto è il più duro ed il meteo ormai è davvero pessimo, c’è chi giura di aver visto nevicare, io, a dirla tutta, credo siano solo allucinazioni da fatica fa comunque freddo ed il ristoro al passo, nonostante il servizio davvero a 5 stelle dei volontari con il tea caldo (son stai a quel freddo per chissà quante ore….grandissimi) non mitiga il tremare continuo delle mani ed il battere dei denti…la discesa (che voglio assolutamente rifare con il sole) è da brividi, soprattutto la prima parte è ipertecnica e senza guard rail…le velocità sono, ovviamente, basse ma è comunque impegnativa…la Sarah ha problemi con i guanti che zuppo le bloccano la circolazione pertanto si deve fermare a tirarli via e scendere solo con gli estivi…non so davvero come faccia…scendendo la temperatura si alza un pochino e, come nella prima discesa mi faccio accompagnare da lei finchè un rumoraccio sinistro parte dalla mia bici e riecheggia in tutta la Valle (a dirla tutta seguito da una serie di irripetibili improperi) mi fermo, controllo tutto a posto e riparto (non senza timore)…raggiungo Sarah che, avvertita da un ragazzo mi aspettava e continuiamo la discesa…dopo qualche chilometro replica…a sto punto però la Sarah non si accorge e continua la discesa mentre io, pian piano provo a capire il motivo…ancora sembra tutto a posto…arrivo in Val di Fiemme solo e, sentendomi quasi a casa in pianura, comincio a menare come un dannato per recuperare sul gruppo della Sarah…passo un due tre gruppetti e finalmente (quando sto per scoppiare) alle porte di Predazzo raggiungo un gruppone nel quale, saggiamente e, finalmente con un po’ di testa, la Sarah è rimasta…giusto il tempo di bere qualcosa e comincia il Rolle…nel frattempo ha smesso di piovere ed, anzi, appare un timido sole…ne aprofittiamo per fare una piccola pausa e tirare via le giacchine ormai zuppe…salita del Rolle presa regolari fino a dopo Paneveggio quando, dal nulla, comincia un altro nubifragio…stavolta non fa freddissimo ma scende davvero tanta ma tanta acqua un bel temporale estivo in piena regola…arrivo al Passo, breve pausa al ristoro e via verso il Croce d’Aune…in discesa, come sempre mi affido ad occhi chiusi alla mia compagna di viaggio ma giunti nel falsopiano in Valle per farmi perdonare provo a tirare un po’ e rientriamo su due ragazzi che, guarda caso, erano con noi in griglia e con cui avevamo fatto due parole…con loro c’è un buon accordo ed arriviamo alla zona delle gallerie regolari ad una buona andatura non esasperata…
Cosa sia successo nella zona delle gallerie e come, in un attimo ci siamo ritrovati in un gruppone di 20 persone a 50 km/h ancora non me lo spiego…quando però sono andato dalla Sarah a dirle che quell’andatura sul bagnato, in galleria e per giunta in mezzo a gente che era alla canna del gas era forse pericolosa mi sento dire “io di qui non mi schiodo…queste sono le andature che piacciono a me….perchè non mi monti l’11?”..va beh cercando di rischiare il meno possibile arriviamo all’attacco del Croce d’Aune ed il fatto che siamo gestiti bene in precedenza vien fuori perché riusciamo a salire tranquilli addirittura chiaccherando con i nostri compagni di gruppo…piccolo momento di difficoltà nel tratto della chiesa (ma quello è nel “pacchetto Sportful”…se non soffri in quelle rampe “godi solo a metà”) ed arriviamo allo scollinamento meno “finiti” degli altri anni…

Per chi non ha mai fatto la Sportful bisogna dire che nei, pochi, chilometri, che separano la vetta del Croce d’Aune all’arrivo di Feltre succede qualcosa di non spiegabile dalla logica umana ma di inevitabile…sia che tu sia in prima posizione sia che tu sia tallonato con intenti bellicosi dal “carro scopa” fino all’ultimo metro di pianura si è tutti amici, ci si aiuta, ci si passa l’acqua e ci si incoraggia a vicenda….non appena si scollina e si comincia a vedere Feltre in lontananza inizia una bagarre stile “gare Udace”…tutti a spingere e a rilanciare fuori dalle curve mentre la gente a bordo strada incita divertita…una volta giunti in Piazza Maggiore amici come (ed anzi) più di prima…complimenti, pacche sulle spalle e a bere insieme!!!!

Anche quest’anno il copione si è ripetuto e, un salto di catena all’attacco dell’ultimissimo strappo in pavè dei uno due ragazzi (che ha rallentato anche l’altro a ruota) che con noi erano “in fuga” (sempre bonariamente si intende) ci ha regalato un coreografico arrivo in parata con sullo sfondo un gruppo “a tutta”…ovviamente è tutto solo un gioco però ne è uscita una foto spettacolare…

Per concludere la giornata dopo un’intervista “patetica” da parte di Mutton siamo stati un po’ a bordo strada ad applaudire i pochi arrivati dopo di noi…

Come dire…the Manghen is back….ma anche noi siamo riusciti a tornare a Feltre!!!
Bellissimo racconto,spero di vedervi in quel di Merano,sempre che il meteo ci assista:prega:lì è assolutamente necessarioo-oo-oo-o
 

nitro85

Gregario
1 Gennaio 2008
643
14
39
Sovico(MB)
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Bici
in garage
Riassunto della mia prima Sportful e prima vera GF da 200 km.
Preparazione 2800 km nel 2014.
Ultimi 10 giorni di preparazione con 100 km totali di allenamento e tonsille gonfie+medicine.
Sabato niente giretto pre-gara perchè a Feltre piove.
Domenica mattina partenza con: intimo estivo, maglia estiva, smanicato windstopper, manicotti, salopette estiva, calze estive e nessun copriscarpe, guanti lunghi assos. Mantellina antivento da 19,90 dello sport specialist. Per inciso l'organizzazione in effetti prevedeva e comunicava ai partecipanti al sabato sera che le condizioni meteo previste sarebbero state "ideali" per pedalare...
Cima Campo bella ma discesa molto fredda. Mi fermo al primo ristoro.
Manghen bellissimo ma sul finale accuso il freddo e la stanchezza.
Arrivo al ristoro del Manghen sudato e già abbastanza cotto. Mangio e bevo abbondantemente. Prendo un foglio di giornale e pulisco le piste frenanti delle ruote in alluminio (in discesa già frenavo bene ma ho preferito togliere un po di sporco residuo). La salita del Rolle è lunga e la prendo con calma, fermandomi ai ristori ed entrando ad un ristorante in cima al Rolle per bere il caffè seduto al tavolo + WC.
Prendo pioggia anche in discesa dal Rolle. Gruppone da 20 persone sul fondovalle fino all'inizio del Croce d'Aune. Ai -3km dalla fine del Croce d'Aune inizia un temporale, preciso davanti alla chiesetta dove aumenta la pendenza.
Discesa fino a Pedavena con un temporale forte. Divertentissima.
Poi arrivo tranquillo a Feltre. Enorme soddisfazione!!

Dopo il Manghen ho visto che non era proprio giornata e me la sono presa con calma, dosando le energie per arrivare comunque con una "cotta" importante.
Ringrazio i volontari dei ristori e tutti quelli che hanno presidiato gli incroci.
Alla fine impiego circa 9h15' pedalando effettive 8h20' per 24 kmh di media sul mio Garmin, 4900 m d+.

Gran finale con ritorno alla Colonia Alpina sopra Pedavena in bici. Un saluto a Nitro85 e Tizlook.

Gran dopogara alla Pedavena o-o