Quarta
Sportful consecutiva ma prima con il nuovo-vecchio percorso
questanno, dopo il Prestigio e la sbornia di Granfondo dello scorso anno siamo quasi digiuni di gare (la Nove Colli è una festa non una gara
) quindi con qualche dubbio sulla reale condizione ci avviciniamo a questo inedito tracciato
Gli organizzatori martellano con il tormentone Manghen is Back e, mentre io con il mio solito sconsiderato ottimismo al limite della incoscienza penso che di sicuro in una maniera o nellaltra ne usciremo la Sarah, al contrario come sempre più che prudente (dopo anni che la porto a fare robe da matti ancora tituba) è sicura che non riuscirà a finirla
Ad ogni modo, dopo qualche discussione, decidiamo, come sempre, di farla insieme cercando di goderci al massimo il momento
la settimana precedente alla trasferta è caratterizzata da un caldo improvviso e anomalo (siamo passati dallusare la giacchina invernale ed i guanti lunghi alluscire in smanicato nel giro di 2 giorni) e, bisogna dirlo, ci fiacca molto però le previsioni per il week end annunciano un ritorno dautunno e la cosa, tutto sommato, non ci dispiace
Il sabato pre-sportful a Feltre è, come sempre, una festa..anche al Pedavena cè quellatmosfera speciale difficile da descrivere ma che ti fa sentire parte di una comunità
puoi tranquillamente fare due parole o una foto con Cassani o con Yuri Chechi o Antonio Rossi
magngiando e bevendo il tempo passa ed il meteo ora è proprio brutto e andando a ritirare i pacchi gara si sentono in giro previsioni catastrofiche per il giorno successivo
qualcuno, addirittura, evoca il fantasma di Solden...lo stand Sportful sforna in continuazione mantelline e guanti impermeabili
La sera nel preparare le bici cominciamo a pensare al vestiario e, data la totale nostra indecisione, prepariamo due diverse possibilità
una per una gara poco bagnata e duna per
il diluvio universale
.quella per la gara poco bagnata prevede: Intimo termico corto, divisa estiva, gilet Brontolobike manicotti e hot pack pronto alluso
la possibilità Diluvio Universale prevede quanto sopra con in aggiunta giacchini della Nove Colli, guanti in neoprene da sub, copriscarpe paraorecchie o bandana
ovviamente in questo caso devo utilizzare il borsino da manubrio
anche perché nel fare un gf in queste condizioni il peso della bici è proprio il mio ultimo pensiero..
La mattina, visto che piovigginava poco e che le previsioni erano, tendenzialmente, in miglioramento, usciamo di buon ora vestiti leggeri ma lo schiaffo di freddo e vento che ci investe appena aperta la porta ci fa correre dentro a cambiarci subito
versione diluvio universale e via
Grazie al cielo (è proprio il caso di dirlo) in griglia non piove e riusciamo anche a fare 2 parole con qualche amico incontrato al momento
poi cè il grandissimo Mutton a riscaldare lambiente
.
Pronti via luscita da Feltre sul pavè umido e a tratti bagnato è un po da brividi ma appena arrivati in periferia subito si comincia a spingere
la Sarah, che si era lamentata continuamente per la scarsa forma e che aveva giurato e spergiurato di voler andare tranquilla si mette a menare come una disperata in pianura e,con il gruppo giusto, in men che non si dica siamo allattacco di Cima Campo
questa salita (18 km per oltre 1200mt di dislivello) è davvero bella, una di quelle salite che a me piacciono regolare ma non monotona con cambi di pendenze mai improvvisi, senza tratti assassini ma comunque da interpretare
il mantra che ho continuato a ripetere alla Sarah durante la salita è stato Sarah gestisciti
meglio perdere un minuto ora che mezzora sul Manghen ed in effetti, nonostante la vedessi mordere il freno (come gli Husky direbbe il capitano) riusciamo ad arrivare allo scollinamento (forse fin troppo) calmi e tranquilli e a cominciare la discesa belli lucidi, cosa assolutamente necessaria visto il meteo ora decisamente pessimo ed il freddo
(con il senno del poi avremmo potuto spingere un po di più in questo tratto ma, viste le condizioni il nostro obbiettivo non era certo andare in fretta)
in discesa i miei limiti sono venuti fuori tutti, in aggiunta il freddo ha contribuito a bloccarmi ancora di più mi sentivo come Wiggins al giro 2013assolutamente e totalmente bloccato
tanto che la Sarah si è dovuta fermare almeno 2 volte ad aspettarmi e, nellultimo tratto mi ha preso per mano e un po disegnandomi le traiettorie e un po spronandomi mi ha letteralmente portato alla fine della discesa
al bivio, nonostante il tempaccio, nessun dubbio
.via per il lungo
Ora vedere il cartello 157 km allarrivo quando sei bagnato, infreddolito, con le gambe di legno per lansia della discesa ed i muscoli del collo indolenziti per quanto sei stato rigido non è certo confortante
.se poi vedi i cartelli Manghen
ancora meno!!!
Piccola pausa al ristoro e via ci si spoglia un po e si sale verso il mostro di giornata
il Manghen, sia la salita che la discesa, rimarranno, credo, per molto nella mia memoria e, devo dire sia con emozioni positive che con emozioni negative
.entrambe di sicuro molto forti ma, alla fine, non è per questo che si va in bici????
La salita è realmente infinita
molto irregolare, continui cambi di pendenza obbligano a cambiare ritmo e rapporti
a tratti ricorda un po il Gavia versante Bresciano, a tratti il Cuvignone, lultimo tratto è il più duro ed il meteo ormai è davvero pessimo, cè chi giura di aver visto nevicare, io, a dirla tutta, credo siano solo allucinazioni da fatica fa comunque freddo ed il ristoro al passo, nonostante il servizio davvero a 5 stelle dei volontari con il tea caldo (son stai a quel freddo per chissà quante ore
.grandissimi) non mitiga il tremare continuo delle mani ed il battere dei denti
la discesa (che voglio assolutamente rifare con il sole) è da brividi, soprattutto la prima parte è ipertecnica e senza guard rail
le velocità sono, ovviamente, basse ma è comunque impegnativa
la Sarah ha problemi con i guanti che zuppo le bloccano la circolazione pertanto si deve fermare a tirarli via e scendere solo con gli estivi
non so davvero come faccia
scendendo la temperatura si alza un pochino e, come nella prima discesa mi faccio accompagnare da lei finchè un rumoraccio sinistro parte dalla mia bici e riecheggia in tutta la Valle (a dirla tutta seguito da una serie di irripetibili improperi) mi fermo, controllo tutto a posto e riparto (non senza timore)
raggiungo Sarah che, avvertita da un ragazzo mi aspettava e continuiamo la discesa
dopo qualche chilometro replica
a sto punto però la Sarah non si accorge e continua la discesa mentre io, pian piano provo a capire il motivo
ancora sembra tutto a posto
arrivo in Val di Fiemme solo e, sentendomi quasi a casa in pianura, comincio a menare come un dannato per recuperare sul gruppo della Sarah
passo un due tre gruppetti e finalmente (quando sto per scoppiare) alle porte di Predazzo raggiungo un gruppone nel quale, saggiamente e, finalmente con un po di testa, la Sarah è rimasta
giusto il tempo di bere qualcosa e comincia il Rolle
nel frattempo ha smesso di piovere ed, anzi, appare un timido sole
ne aprofittiamo per fare una piccola pausa e tirare via le giacchine ormai zuppe
salita del Rolle presa regolari fino a dopo Paneveggio quando, dal nulla, comincia un altro nubifragio
stavolta non fa freddissimo ma scende davvero tanta ma tanta acqua un bel temporale estivo in piena regola
arrivo al Passo, breve pausa al ristoro e via verso il Croce dAune
in discesa, come sempre mi affido ad occhi chiusi alla mia compagna di viaggio ma giunti nel falsopiano in Valle per farmi perdonare provo a tirare un po e rientriamo su due ragazzi che, guarda caso, erano con noi in griglia e con cui avevamo fatto due parole
con loro cè un buon accordo ed arriviamo alla zona delle gallerie regolari ad una buona andatura non esasperata
Cosa sia successo nella zona delle gallerie e come, in un attimo ci siamo ritrovati in un gruppone di 20 persone a 50 km/h ancora non me lo spiego
quando però sono andato dalla Sarah a dirle che quellandatura sul bagnato, in galleria e per giunta in mezzo a gente che era alla canna del gas era forse pericolosa mi sento dire io di qui non mi schiodo
queste sono le andature che piacciono a me
.perchè non mi monti l11?..va beh cercando di rischiare il meno possibile arriviamo allattacco del Croce dAune ed il fatto che siamo gestiti bene in precedenza vien fuori perché riusciamo a salire tranquilli addirittura chiaccherando con i nostri compagni di gruppo
piccolo momento di difficoltà nel tratto della chiesa (ma quello è nel pacchetto Sportful
se non soffri in quelle rampe godi solo a metà) ed arriviamo allo scollinamento meno finiti degli altri anni
Per chi non ha mai fatto la Sportful bisogna dire che nei, pochi, chilometri, che separano la vetta del Croce dAune allarrivo di Feltre succede qualcosa di non spiegabile dalla logica umana ma di inevitabile
sia che tu sia in prima posizione sia che tu sia tallonato con intenti bellicosi dal carro scopa fino allultimo metro di pianura si è tutti amici, ci si aiuta, ci si passa lacqua e ci si incoraggia a vicenda
.non appena si scollina e si comincia a vedere Feltre in lontananza inizia una bagarre stile gare Udace
tutti a spingere e a rilanciare fuori dalle curve mentre la gente a bordo strada incita divertita
una volta giunti in Piazza Maggiore amici come (ed anzi) più di prima
complimenti, pacche sulle spalle e a bere insieme!!!!
Anche questanno il copione si è ripetuto e, un salto di catena allattacco dellultimissimo strappo in pavè dei uno due ragazzi (che ha rallentato anche laltro a ruota) che con noi erano in fuga (sempre bonariamente si intende) ci ha regalato un coreografico arrivo in parata con sullo sfondo un gruppo a tutta
ovviamente è tutto solo un gioco però ne è uscita una foto spettacolare
Per concludere la giornata dopo unintervista patetica da parte di Mutton siamo stati un po a bordo strada ad applaudire i pochi arrivati dopo di noi
Come dire
the Manghen is back
.ma anche noi siamo riusciti a tornare a Feltre!!!