Naturalmente il termine "prestazione" era da intendersi in senso relativo; ciascuno si misura con le proprie e rispetto a queste, per quanto modeste (come nel mio caso ) si confronta.Un punto di vista il tuo, nel quale molti si specchieranno e che condivido.
Tuttavia non credo che tutti i ciclisti salgano in sella solo per "coltivare" la prestazione.
Per esempio io sono uno di quelli che se trova la forma tanto meglio, altrimenti mi limito ad andare più piano. Le gare non mi attirano già da tempo e sebbene la vista di un ciclista lì davanti, scateni sempre in me la voglia di raggiungerlo, questo non significa che ci stia male se non ci riesco.
Quindi ci dev'essere dell'altro.
Ti capisco. Succede anche a me, proprio in questi giorni. Non ti viene una gran voglia di uscire sapendo che dopo pochi km ti devi fermare col battito accelerato e i sintomi dell'insufficienza respiratoria tipica dell'asma allergica.sei fortunato, credimi.
Più di qualche volta sono carico di voglia di fare e mi trovo dopo 30 km con la voglia pari a zero, o le gambe che non girano, o sempre più spesso col fiato dimezzato (allergia) e dunque per non prendere rischi accorcio il percorso e ne faccio uno molto semplice.
Purtroppo quest'anno ci sono impegni diversi, uno bellissimo che è mio figlio Francesco, l'altro il cambio di lavoro (turni anche notturni) e un altro ancora è la salute precaria.
Bisogna fare delle scelte nella vita e credo che la bici, a volte, sarà messa in terzo piano rispetto a quanto tempo le ho dedicato fino adesso.
C'est la vite
Se esci con le persone giuste non ci vuoi più tornare a casa
Se esci con le persone giuste non ci vuoi più tornare a casa
Se esci con le persone giuste non ci vuoi più tornare a casa
Anch'io, ho sempre modificato, piuttosto quando la voglia mancava, non uscivo del tutto...anche a me succede il contrario: a volte i giri che partono male (es. leggera stanchezza o addirittura febbricola del giorno prima, oppure semplicemente col tempo risicato), son poi quelli che si rivelano migliori... Mai girato la bici, piuttosto modificato l'andatura e il percorso
Classico esempio di come il gruppo sia la motivazione principale con il suo effetto trainante,se è un gruppo con un "passo" simile e mi pare di si dal racconto,diventa tutto più facile,capitano anche quà delle giornate no e la limite ti nascondi dietro,quando sei solo non lo puoi fare.Quando ho iniziato, un anno fa, ad uscire in bdc uscivo sempre con qualcuno che però, essendo molto più allenato (e giovane!) di me, mi "costringeva" ad andare sempre oltre il mio passo... così ho iniziato a coltivare le uscite in solitaria, dove potevo ascoltare le mie sensazioni, non forzare e godermi anche il paesaggio... mi è capitato qualche volta di "forzarmi" ad uscire e dopo pochi km la poca voglia prendeva il sopravvento e decidevo di abbreviare il giro e tornarmene a casa. Quest'anno, dopo aver raggiunto un discreto (per me) livello di forma, aver conosciuto altri ciclisti da cui ho imparato (e sto imparando) molto, avviene esattamente il contrario: quando devo uscire in gruppo o anche con un solo amico, la voglia e l'entusiasmo sono al massimo, se invece sono da solo, mi viene proprio una sorta di tristezza e preferisco non uscire... se esco è perché magari mi dirigo verso zone che so essere frequentate da altri ciclisti nella speranza di condividere qualche km in compagnia... Devo ammettere che l'aver trovato un bel gruppetto con cui girare mi ha dato davvero molti stimoli non solo nell'uscire ma anche nel migliorarmi in bici.
Però quando mi capita di essere da solo, sono sempre più frequenti le giornate in cui anche se il tempo è bello, se le condizioni sono ottimali sono io che non lo sono, e non a livello fisico quanto mentale, di predisposizione ad uscire.
é la nostra(troppa) passione che alle volte ci spinge ad allontanare la razionalità e il buon sensoIeri avrei fatto meglio ad ascoltare le mie sensazioni: battiti alti nonostante la velocità bassa (per me sono sintomo che qualcosa non va). Va be', tanto è un giro tranquillo. Morale della favola: ho tirato la metà di mercoledì quando ci ho dato dentro e ho faticato il decuplo. Sono arrivato distrutto, lo stomaco chiuso, il naso completamente tappato e ho persino faticato a mangiare.
La prossima volta giro e me ne torno a casa.
Ma allora non sono veri amici,a tutti può capitare una giornata noSu una cosa sono d'accordo: tornare indietro quando stai con gli amici di pedale è impensabile. Vorrebbe dire esporsi a scherni e sollazzi finche morte non vi separi....:rosik:
Classico esempio di come il gruppo sia la motivazione principale con il suo effetto trainante,se è un gruppo con un "passo" simile e mi pare di si dal racconto,diventa tutto più facile,capitano anche quà delle giornate no e la limite ti nascondi dietro,quando sei solo non lo puoi fare.
é la nostra(troppa) passione che alle volte ci spinge ad allontanare la razionalità e il buon senso
Ma allora non sono veri amici,a tutti può capitare una giornata no
Non so dire cosa sia veramente quel malessere che non viene da un reale dolore fisico.
Quella strana sensazione negativa che ti fa sembrare tutto brutto, che sei fuori posto e che quando ti prende in sella ti convince a tornare a casa dopo pochi chilometri.
E' una cosa strana, perchè la mattina ti alzi, guardi fuori dalla finestra e pensi che il tempo è buono e che sarebbe un peccato non approfittarne. Allora fai una buona colazione, ti prepari, riempi la borraccia, gonfi le gomme...tutto a posto tranne te. Perchè?
Ma ormai sei pronto, con un dubbio latente esci di casa. Con le prime pedalate t'accorgi che le gambe non girano, raschiano, stridono, sembrano impastate di colla, gambe da falegname. Ti senti pinocchio.
E infatti la voglia di uscire era solo una bugia a te stesso.
Giri la bici e torni a casa.
l'ultimo racconto che ho scritto si intitola "giornata si, giornata no"...
credo incarni appieno il tuo pensiero...
cmq, mai mollare
[url]http://eoramialzosuipedali.blogspot.it/2013/08/giornata-si-giornata-no.html[/URL]