Premessa
Ho assemblato un telaio Trek Boone Disc.
Per chi può essere interessato ed ha voglia di leggere posto alcune prime note al riguardo.
Ho deciso di comperare questo telaio perché quando è stata presentata la Madone 9, come molti di voi sanno, non ho resistito e mi sono svenato per averla. Avevo in precedenza dichiarato che prima di sostituire la mia Madone 7S avrei atteso l’uscita di una nuova Madone per impianto freni a disco. Avevo anche detto che per cambiare bdc avrei comunque aspettato che Shimano presentasse un gruppo completo elettroidraulico di classe Dura Ace.
Non è accaduta alcuna delle due cose, la M9 ha notoriamente i freni tradizionali e per i nuovi DA bisognerà aspettare almeno il 2017. Però il desiderio di provare i dischi idraulici su strada era molto forte e quindi mi sono messo con pazienza a rimediare dei pezzi per assemblare una tutto terreno a dischi che non sostituisse la mia ammiraglia stradale ma le si affiancasse.
La scelta del telaio per i miei trascorsi Trek non poteva che cadere sulla Boone… Ho acquistato quindi questo telaio permutando l’intera Elite SSL World Cup, favolosa MTB da sballo che aveva però due pecche, ruote da 26” (cosa di cui mi preoccupavo poco ma che uccideva il suo valore commerciale) e soprattutto che non usavo mai, una volta all’anno in media negli ultimi anni. Mi è comunque dispiaciuto (SID WC, SramXX, Ruote in carbonio, ecc ecc) ma non si può avere tutto.
La scelta è caduta su una taglia 58 nella nuova colorazione 2016 Bianco/Arancio, in alternativa c’era verde acido/nero.
Componenti:
Come detto avevo nel frattempo “rimediato” nel corso di alcuni mesi i componenti per montarla, un gruppo DA9070 con leve e pinze R785. Riguardo a cavi e batterie avevo tutto almeno in doppio (sono alla quinta stagione con i Di2). Il costo del gruppo con gli accessori è stato di Euro 1.325, il tutto così composto:
- Comandi e pinze Di2 R785;
- Cambio RD9070
- Deragliatore FD9070
- Guarnitura FC9000 172,5 – 50/34
- Pacco pignoni CS9000 12/28
- Catena CNHG900 11V
- Centralina esterna a 5 porte
- Centralina interna
- Modulo wireless per Di2
Accessori:
- Gruppo sterzo Piega integrata Bontrager xXx 110x 44 (Quella di Emonda SLR)
- Sella Bontrager Paradigm xXx.
- Pedali PD-M9000 (Xtr) o in opzione Speddplay Zero Ti per uscite su strada
- Portaborracia Bontrager RXL (x2)
- Nastro manubrio Bontrager gel Cork - Nero
Unboxing
Diciamo subito che dopo aver aperto una scatola di Madone 9 l’impressione è che nella scatola della Boone non ci sia nulla, in effetti le parti per assemblare questa bici sono un decimo di quelle necessarie per la Madone 9.
C’è il telaio con la forcella (tapered 1-1/2 1-1/8) già montata con la serie sterzo (FSA) ed una scatolina con dentro gommini, supporti parafanghi (!) (infatti il telaio è predisposto per questi componenti) e dei catarifrangenti. ATTENZIONE, non c’è il reggisella, quindi quando ordinate il telaio verificate se lo hanno della vostra misura altrimenti va ordinato anche quello, che come noto è dedicato (Trek Ride Tuned). Lo slooping della Boone è poco accentuato, quindi nella maggior parte dei casi è indicato il reggisella corto ma verificatelo prima ovviamente.
ATTENZIONE non c’è neanche il movimento centrale, dovete prendere quindi anche cuscinetti e parapolevere, che sono diversi in funzione della marca della guarnitura che intendete montare.
Il telaio con forcella e serie sterzo pesano circa 1.890gr cui vanno sottratte alcune decine di grammi dei guidacavi in plastica che erano ancora dentro il telaio quando l’ho pesato. Volendo si possono togliere anche tutte le viti che chiudono i punti di attacco per i parafanghi, ma direi che non ne vale la pena.
Assemblaggio
Il passaggio cavi interno è favorito da guidacavi che arrivano già inseriti nel telaio. In ogni caso i passaggi non sono arditi per cui si riesce anche senza. In generale per passaggi difficili consiglio l’ottimo kit Park Tool IR-1 con il quale infilate cavi e cordine dove vi pare.
ATTENZIONE, a differenza di molti altri telai Trek non c’è la sede per l’installazione del Duotrap, né normale né S, per cui è inutile che vi procuriate in anticipo questo componente, per il computer di bordo dovrete installare normali sensori ANT+, o quello che sia in funzione della marca del computer stesso.
Non mi dilungo nella descrizione del montaggio di un Di2 in quanto ne ho scritto molte volte e per questo telaio non c’è nulla di strano da segnalare, i passaggi cavi sono “semplici”, i fori per le cordine del meccanico restano chiusi da ferma-cavi metallici che già sono in sede ed il passaggio sull’obliquo per il cavetto Di2 ed il tubo freno posteriore è unico e viene chiuso da un gommino apposito molto ben fatto. Sui foderi bassi ci sono due uscite, una sul dx per il cavetto del cambio posteriore ed un’altra, sul sx, per l’uscita del tubo freno. Anche questi hanno i loro gommini per sigillare gli accessi. Una piastrina in plastica chiude le aperture che si trovano sotto il movimento centrale, luogo dove si trova anche il foro per far entrare il cavetto del deragliatore. La sede più pratica per la batteria in questo telaio è all’interno del reggisella/tubo piantone. Sul fodero basso di destra, lato trasmissione, è integrata di serie una protezione batti catena in gomma.
Il movimento centrale è il classico BB90, si monta quindi semplicemente pressando in sede i due cuscinetti (in caso di Shimano dei banali 37x24x7) con due parapolvere in plastica. Attenzione perché è un’operazione semplice ma delicata, forzare i cuscinetti se non in asse comporta che si rovinino le sedi le quali sono ricavate direttamente nel carbonio. Se avete possibilità di utilizzare un attrezzo apposito (tipo questo qui sotto) è meglio.
L’unica operazione un poco rognosa è il taglio del cannotto manubrio (in carbonio su questa versione del telaio). O andate con metodi “manuali” nastrando nel punto dove volete tagliare un pezzo di tubo calzato sopra il cannotto e lo usate come guida (tagli a dir poco storti sono in agguato… oppure utilizzate un attrezzo apposito come quello in foto. Nel primo caso dovete togliere la forcella e mettervi il più comodi possibile per tagliare diritto e non sfibrare il carbonio. Nel secondo tagliate come e dove vi pare (anche ad -------m come in foto) tanto i tagli vengono perfetti anche in caso di “fette” molto sottili.
Spurgo freni, banale per chi è avvezzo (MTB) un poco più laborioso per chi non ne mastica, comunque senza grosse difficoltà.
Cosa MOLTO importante, dopo aver messo a misura i tubi per l'olio ed aver assemblato il tutto quando mettete il liquido per la prima volta il percorso dalla leva alla pinza deve essere, in quel momento, il più verticale possibile. Se il tubo fa delle anse vi rimane dell'aria ll'interno che poi è difficile da togliere.
Leve e pinze R785 sono pesantine (foto), per ora però in casa Shimano non c’è altro.
ATTENZIONE su questi comandi c’è una sola porta E-Tube, significa che non si possono montare i comandi bassi “Sprinter Shifters” in nessun caso, invece per montare il satellite alto da scalatori SW-R600 l’unica possibilità è di utilizzare una centralina gruppo del tipo a 5 porte e collegare il cavetto del satellite su una delle porte che restano disponibili su quest’ultima.
Quantità, lunghezze e layout cavi necessari per questo telaio:
• 1 – 1.000 centralina esterna sotto attacco-centralina interna zona mc;
• 2 – 350 leve comandi-centralina esterna
• 1 – 300 deragliatore-centralina interna
• 1 – 700 cambio posteriore-centralina interna
• 1 – 700 batteria-centralina interna
• 1 – 300 modulo wireless EWW01 (inserito nel circuito dove vi pare).
Ruote
Discorso a se stante per le ruote, realizzate da Spacebikes fermano la bilancia allo strabiliante valore di 1.251gr la coppia senza dischi, assemblate con i seguenti componenti, il tutto Made per davvero in Italy:
- Cerchi WR Compositi T51W
- Mozzi Carbon Ti – X Hub 28 fori
- Raggi Hyper
- Dischi Carbon Ti SteelCarbon (160ant-140post)
- Tubolari Vittoria Evo XN CX 28, in realtà sono 32.
Caratteristiche
Il Telaio (carbonio Oclv600) è dotato dell’ormai in casa Trek molto presente sistema Isospeed, in questo caso, almeno nelle attese, più che utile. Il passo è molto lungo, come è normale che sia considerandone la destinazione, 103,5cm contro i 99 della M9 nella stessa taglia.
Perno passante da 15mm all’anteriore e QR al posteriore, forse potevano passare definitivamente al perno anche dietro e non se parlava più.
Movimento centrale ad un centimetro circa dal suolo in più rispetto alla M9, mi pare ragionevole anche questo, così come il carro più lungo di 1,5cm circa ed il tubo sterzo più alto di 2, sempre nei confronti della M9.
La verniciatura è piuttosto articolata prevedendo 4 colori ed anche se eseguita in Estremo oriente mi pare di qualità paragonabile a quella della M9 RSL (eseguita invece negli USA), solo forse un poco più “pesante”, mi pare corretto in quanto questa bicicletta dovrebbe essere potenzialmente esposta a molti più danni estetici rispetto ad una specialissima da strada.
Magagne
Non ne ho avute di rilevanti, salvo una delle solite sedi per viti Bontrager, quella per l’attacco del supporto per i Garmin che si trova sulla piega integrata (pezzo da 400 e più Euro) che è fuoriuscita dalla sua sede rovinando il carbonio nonostante l’avessi precauzionalmente serrata a 2,5Nm in luogo dei 3 serigrafati sulla stessa. Ora oltre al danno, in attesa di capire se c’è una soluzione, devo attaccare il Garmin sull’attacco con il vecchio sistema ad elastici.
Risultato:
Anche già bella infangata...
Primissime impressioni
Bicicletta piuttosto leggera per essere una tutto-terreno a dischi idraulici, peso complessivo, con TUTTO pronta uscita siamo a 7,5Kg, considerando che si tratta di una taglia 58 e solo di tubolari c'è quali un Kg. Nel complesso linee molto gradevoli e colpo d’occhio appagante. Certo è una bicicletta più classica della Madone 9, meno innovativa nelle forme e nelle soluzioni, ma nessuna bicicletta attuale regge il confronto con quest’ultima da questo punto di vista.
Nel corso di un primo giretto (50/50 entro e fuoristrada) necessario per verificare se il tutto tenesse insieme (…, mi pare che le sensazioni siano state piuttosto buone e che questa bicicletta somigli ad una stradale pura molto di più di quanto mi sarei aspettato.
Se queste sono le premesse, considerando che è stata pensata e progettata per tutt’altro terreno, in fuoristrada vero dovrebbe essere fantastica.
Ma per questo ci risentiamo più in là.
Saluti
P.S.: Nella prima prova ho fatto un KOM su uno strappo in salita su asfalto (ma da lì non passa mai nessuno) ed un secondo assoluto ad un secondo dal primo su un falsopiano a scendere sterrato (regno di bikers enduristi), a 45 di media.
Ho assemblato un telaio Trek Boone Disc.
Per chi può essere interessato ed ha voglia di leggere posto alcune prime note al riguardo.
Ho deciso di comperare questo telaio perché quando è stata presentata la Madone 9, come molti di voi sanno, non ho resistito e mi sono svenato per averla. Avevo in precedenza dichiarato che prima di sostituire la mia Madone 7S avrei atteso l’uscita di una nuova Madone per impianto freni a disco. Avevo anche detto che per cambiare bdc avrei comunque aspettato che Shimano presentasse un gruppo completo elettroidraulico di classe Dura Ace.
Non è accaduta alcuna delle due cose, la M9 ha notoriamente i freni tradizionali e per i nuovi DA bisognerà aspettare almeno il 2017. Però il desiderio di provare i dischi idraulici su strada era molto forte e quindi mi sono messo con pazienza a rimediare dei pezzi per assemblare una tutto terreno a dischi che non sostituisse la mia ammiraglia stradale ma le si affiancasse.
La scelta del telaio per i miei trascorsi Trek non poteva che cadere sulla Boone… Ho acquistato quindi questo telaio permutando l’intera Elite SSL World Cup, favolosa MTB da sballo che aveva però due pecche, ruote da 26” (cosa di cui mi preoccupavo poco ma che uccideva il suo valore commerciale) e soprattutto che non usavo mai, una volta all’anno in media negli ultimi anni. Mi è comunque dispiaciuto (SID WC, SramXX, Ruote in carbonio, ecc ecc) ma non si può avere tutto.
La scelta è caduta su una taglia 58 nella nuova colorazione 2016 Bianco/Arancio, in alternativa c’era verde acido/nero.
Componenti:
Come detto avevo nel frattempo “rimediato” nel corso di alcuni mesi i componenti per montarla, un gruppo DA9070 con leve e pinze R785. Riguardo a cavi e batterie avevo tutto almeno in doppio (sono alla quinta stagione con i Di2). Il costo del gruppo con gli accessori è stato di Euro 1.325, il tutto così composto:
- Comandi e pinze Di2 R785;
- Cambio RD9070
- Deragliatore FD9070
- Guarnitura FC9000 172,5 – 50/34
- Pacco pignoni CS9000 12/28
- Catena CNHG900 11V
- Centralina esterna a 5 porte
- Centralina interna
- Modulo wireless per Di2
Accessori:
- Gruppo sterzo Piega integrata Bontrager xXx 110x 44 (Quella di Emonda SLR)
- Sella Bontrager Paradigm xXx.
- Pedali PD-M9000 (Xtr) o in opzione Speddplay Zero Ti per uscite su strada
- Portaborracia Bontrager RXL (x2)
- Nastro manubrio Bontrager gel Cork - Nero
Unboxing
Diciamo subito che dopo aver aperto una scatola di Madone 9 l’impressione è che nella scatola della Boone non ci sia nulla, in effetti le parti per assemblare questa bici sono un decimo di quelle necessarie per la Madone 9.
C’è il telaio con la forcella (tapered 1-1/2 1-1/8) già montata con la serie sterzo (FSA) ed una scatolina con dentro gommini, supporti parafanghi (!) (infatti il telaio è predisposto per questi componenti) e dei catarifrangenti. ATTENZIONE, non c’è il reggisella, quindi quando ordinate il telaio verificate se lo hanno della vostra misura altrimenti va ordinato anche quello, che come noto è dedicato (Trek Ride Tuned). Lo slooping della Boone è poco accentuato, quindi nella maggior parte dei casi è indicato il reggisella corto ma verificatelo prima ovviamente.
ATTENZIONE non c’è neanche il movimento centrale, dovete prendere quindi anche cuscinetti e parapolevere, che sono diversi in funzione della marca della guarnitura che intendete montare.
Il telaio con forcella e serie sterzo pesano circa 1.890gr cui vanno sottratte alcune decine di grammi dei guidacavi in plastica che erano ancora dentro il telaio quando l’ho pesato. Volendo si possono togliere anche tutte le viti che chiudono i punti di attacco per i parafanghi, ma direi che non ne vale la pena.
Assemblaggio
Il passaggio cavi interno è favorito da guidacavi che arrivano già inseriti nel telaio. In ogni caso i passaggi non sono arditi per cui si riesce anche senza. In generale per passaggi difficili consiglio l’ottimo kit Park Tool IR-1 con il quale infilate cavi e cordine dove vi pare.
ATTENZIONE, a differenza di molti altri telai Trek non c’è la sede per l’installazione del Duotrap, né normale né S, per cui è inutile che vi procuriate in anticipo questo componente, per il computer di bordo dovrete installare normali sensori ANT+, o quello che sia in funzione della marca del computer stesso.
Non mi dilungo nella descrizione del montaggio di un Di2 in quanto ne ho scritto molte volte e per questo telaio non c’è nulla di strano da segnalare, i passaggi cavi sono “semplici”, i fori per le cordine del meccanico restano chiusi da ferma-cavi metallici che già sono in sede ed il passaggio sull’obliquo per il cavetto Di2 ed il tubo freno posteriore è unico e viene chiuso da un gommino apposito molto ben fatto. Sui foderi bassi ci sono due uscite, una sul dx per il cavetto del cambio posteriore ed un’altra, sul sx, per l’uscita del tubo freno. Anche questi hanno i loro gommini per sigillare gli accessi. Una piastrina in plastica chiude le aperture che si trovano sotto il movimento centrale, luogo dove si trova anche il foro per far entrare il cavetto del deragliatore. La sede più pratica per la batteria in questo telaio è all’interno del reggisella/tubo piantone. Sul fodero basso di destra, lato trasmissione, è integrata di serie una protezione batti catena in gomma.
Il movimento centrale è il classico BB90, si monta quindi semplicemente pressando in sede i due cuscinetti (in caso di Shimano dei banali 37x24x7) con due parapolvere in plastica. Attenzione perché è un’operazione semplice ma delicata, forzare i cuscinetti se non in asse comporta che si rovinino le sedi le quali sono ricavate direttamente nel carbonio. Se avete possibilità di utilizzare un attrezzo apposito (tipo questo qui sotto) è meglio.
L’unica operazione un poco rognosa è il taglio del cannotto manubrio (in carbonio su questa versione del telaio). O andate con metodi “manuali” nastrando nel punto dove volete tagliare un pezzo di tubo calzato sopra il cannotto e lo usate come guida (tagli a dir poco storti sono in agguato… oppure utilizzate un attrezzo apposito come quello in foto. Nel primo caso dovete togliere la forcella e mettervi il più comodi possibile per tagliare diritto e non sfibrare il carbonio. Nel secondo tagliate come e dove vi pare (anche ad -------m come in foto) tanto i tagli vengono perfetti anche in caso di “fette” molto sottili.
Spurgo freni, banale per chi è avvezzo (MTB) un poco più laborioso per chi non ne mastica, comunque senza grosse difficoltà.
Cosa MOLTO importante, dopo aver messo a misura i tubi per l'olio ed aver assemblato il tutto quando mettete il liquido per la prima volta il percorso dalla leva alla pinza deve essere, in quel momento, il più verticale possibile. Se il tubo fa delle anse vi rimane dell'aria ll'interno che poi è difficile da togliere.
Leve e pinze R785 sono pesantine (foto), per ora però in casa Shimano non c’è altro.
ATTENZIONE su questi comandi c’è una sola porta E-Tube, significa che non si possono montare i comandi bassi “Sprinter Shifters” in nessun caso, invece per montare il satellite alto da scalatori SW-R600 l’unica possibilità è di utilizzare una centralina gruppo del tipo a 5 porte e collegare il cavetto del satellite su una delle porte che restano disponibili su quest’ultima.
Quantità, lunghezze e layout cavi necessari per questo telaio:
• 1 – 1.000 centralina esterna sotto attacco-centralina interna zona mc;
• 2 – 350 leve comandi-centralina esterna
• 1 – 300 deragliatore-centralina interna
• 1 – 700 cambio posteriore-centralina interna
• 1 – 700 batteria-centralina interna
• 1 – 300 modulo wireless EWW01 (inserito nel circuito dove vi pare).
Ruote
Discorso a se stante per le ruote, realizzate da Spacebikes fermano la bilancia allo strabiliante valore di 1.251gr la coppia senza dischi, assemblate con i seguenti componenti, il tutto Made per davvero in Italy:
- Cerchi WR Compositi T51W
- Mozzi Carbon Ti – X Hub 28 fori
- Raggi Hyper
- Dischi Carbon Ti SteelCarbon (160ant-140post)
- Tubolari Vittoria Evo XN CX 28, in realtà sono 32.
Caratteristiche
Il Telaio (carbonio Oclv600) è dotato dell’ormai in casa Trek molto presente sistema Isospeed, in questo caso, almeno nelle attese, più che utile. Il passo è molto lungo, come è normale che sia considerandone la destinazione, 103,5cm contro i 99 della M9 nella stessa taglia.
Perno passante da 15mm all’anteriore e QR al posteriore, forse potevano passare definitivamente al perno anche dietro e non se parlava più.
Movimento centrale ad un centimetro circa dal suolo in più rispetto alla M9, mi pare ragionevole anche questo, così come il carro più lungo di 1,5cm circa ed il tubo sterzo più alto di 2, sempre nei confronti della M9.
La verniciatura è piuttosto articolata prevedendo 4 colori ed anche se eseguita in Estremo oriente mi pare di qualità paragonabile a quella della M9 RSL (eseguita invece negli USA), solo forse un poco più “pesante”, mi pare corretto in quanto questa bicicletta dovrebbe essere potenzialmente esposta a molti più danni estetici rispetto ad una specialissima da strada.
Magagne
Non ne ho avute di rilevanti, salvo una delle solite sedi per viti Bontrager, quella per l’attacco del supporto per i Garmin che si trova sulla piega integrata (pezzo da 400 e più Euro) che è fuoriuscita dalla sua sede rovinando il carbonio nonostante l’avessi precauzionalmente serrata a 2,5Nm in luogo dei 3 serigrafati sulla stessa. Ora oltre al danno, in attesa di capire se c’è una soluzione, devo attaccare il Garmin sull’attacco con il vecchio sistema ad elastici.
Risultato:
Anche già bella infangata...
Primissime impressioni
Bicicletta piuttosto leggera per essere una tutto-terreno a dischi idraulici, peso complessivo, con TUTTO pronta uscita siamo a 7,5Kg, considerando che si tratta di una taglia 58 e solo di tubolari c'è quali un Kg. Nel complesso linee molto gradevoli e colpo d’occhio appagante. Certo è una bicicletta più classica della Madone 9, meno innovativa nelle forme e nelle soluzioni, ma nessuna bicicletta attuale regge il confronto con quest’ultima da questo punto di vista.
Nel corso di un primo giretto (50/50 entro e fuoristrada) necessario per verificare se il tutto tenesse insieme (…, mi pare che le sensazioni siano state piuttosto buone e che questa bicicletta somigli ad una stradale pura molto di più di quanto mi sarei aspettato.
Se queste sono le premesse, considerando che è stata pensata e progettata per tutt’altro terreno, in fuoristrada vero dovrebbe essere fantastica.
Ma per questo ci risentiamo più in là.
Saluti
P.S.: Nella prima prova ho fatto un KOM su uno strappo in salita su asfalto (ma da lì non passa mai nessuno) ed un secondo assoluto ad un secondo dal primo su un falsopiano a scendere sterrato (regno di bikers enduristi), a 45 di media.
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