Mi scuso con tutti per il "fuori argomento".
Sergio, mille grazie per il tuo racconto. I miei nonni erano di Fornacette e ogni volta che sento una storia di quelle parti, semplicemente mi squaglio.
Da ragazzino giravo nel velodromo, gestito dal mitico Manolo. E il caschetto a strisce di cuoio (preteso da mia madre
) lo acquistai con mio padre da Del Cancia a Pontedera. Che naturalmente mi rimproverò: "guarda che i ciclisti non portano i capelli lunghi". Avevo 11 anni.
Ricordavo il marchio Zapier, ma non ne conoscevo la storia.
Grazie, Sergio.
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Srai pungolandomi a raccontarne altre di storie, e assai piu' lunghe.
Al velodromo di Fornacette ci entrai circa dieci anni fa (era gia' da tempo completamente abbandonato) con una bicicletta da pista appena cquistata a Pontedera, ma non da Zapier, e le feci una bella foto ricordo.
Cesare Del Cancia, il mitico vincitore della San Remo 1937, se non erro, lo conobbi una quindicina di anni fa.
Era un personaggio davvero singolare e interessante. Tanto che organizzai di accompagnarci il mio amico olandese Benjo Maso, raffinatissimo storico del ciclismo. Ne usci' una bella intervista da cui lui trasse un articolo apparso, in olandese, su una rivista specializzata.
Benjo aveva gia' scritto almeno due libri sul ciclismo almeno uno dei quali e' stato tradotto in inglese, 'The sweat of Gods'.
Prova a ritracciarlo con Google.
Cesare Del Cancia era gia' assai anziano, ma ancora validissimo e lucido, pur a modo suo.
Mi racconto' che a un certo Giro di Toscana Gino Bartali gli chiese:
'Chi e' quel ragazzo che pedala cosi' bene?'
'Si chiama Fausto, Fausto Coppi.'
Purtroppo Del Cancia se ne e0' andato cir ca tre anni fa.
Sergio
Pisa