Vivere da "assente ingiustificato": ma ne vale la pena ?

Shinkansen

Xeneize
20 Giugno 2006
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Colnago 50 Anniversary
La questione, forse, nasce proprio da questo: fare quello che si vuole (ponendolo prima di ogni altra cosa), forzando ed eccedendo quello che, invece, si potrebbe ragionevolmente fare ...

Anche a me sarebbe piaciuto allenarmi per 15 mila chilometri l'anno. Dicevo: «Chissà quanto andrei più forte.» Un vero allenamento strutturato. Che poi, non è nemmeno vero, saresti solo meglio allenato di chi fa meno chilometri, per vedere il tuo vero valore si va in gara e si tirano le somme.
Ma poi dicevo: «Nella bella stagione esco quattro volte la settimana. Due brevi il martedì e il giovedì. Il sabato e la domenica, ovviamente. Con la pioggia non esco, quindi dovrei recuperare le uscite perse. Per fare 15 mila chilometri dovrei allungare di almeno un'ora, un'ora e mezza ogni uscita infrasettimanale e forse una delle due fra sabato e domenica. Dovrei stare molto di più in bici.» Prima delle 17/17:30 non uscivo, non mi andava di tornare a casa dopo le 20. Se doveva essere un lavoro non mi sarei divertito più.
Parliamoci chiaro. Per quanti chilometri facciamo, alla fine i giri - più o meno - son sempre quelli. Parlo per me: la provincia di Genova, un po' a Savona, un po' di basso Piemonte (solo nella bella stagione, perché in inverno fa freddo). Uscire cinque volte la settimana diventa pesante.
Parlo per me, sia chiaro.
Mi son sempre tenuto i miei 10 mila chilometri scarsi e ho vissuto benissimo. Le mie piccole soddisfazioni me le tenevo e amen.
 

maurocip

Scalatore
16 Luglio 2014
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Cervélo R3 Disk Di2 || Cannondale SuperX || Focus Raven Lite||
io sono più fortunato...
ho iniziato tardi, sono troppo vecchio e troppo scarso per poter competere con quasi tutti, anche se facessi il doppio dei km non progredirei, anzi probabilmente peggiorerei perchè non ho i tempi di recupero di un ragazzino, quindi vado in bicicletta perchè mi piace e perchè mi placa gli stress della vita quotidiana.

Quindi, se si esclude il sabato mattina/primo pomeriggio a seconda del chilometraggio, non tolgo nulla a nessuno anzi forse mi tolgo dai piedi rendendo felice la mia dolce metà bella cumpa
 

Tall

Cronoman
4 Febbraio 2018
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Wilier
So di qualcuno che la mattina seguente al giorno del matrimonio si è alzato presto (lasciando la neo-moglie sola a letto) per andare ad allenarsi e l'ha pure postato su facebook.
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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La realtà è che le passioni vanno alimentate, guai se non fosse così. Un uomo senza passioni è come un pene moscio, triste, diceva qualcuno tempo fa. Avere un po' di agonismo, quella passione e la scintilla che porta a migliorarsi è importantissimo. Ci rende completi, soddisfatti. Per poter stare bene con gli altri è fondamentale. Al di là del numero dei km fatti, io per anni arrivavo a 15000 o lì vicino senza quasi accorgermene, la verità è che spesso scappavo da altro. E poi quando sono entrato nel filone dei giri lunghi ero come drogato, volevo sempre di più. E ad un certo punto ho perso il gusto di quello che facevo. Non sapevo più se volessi veramente essere in quei posti, ma non riuscivo a staccarmi: pioggia, vento,freddo, neve. Non c'era nulla che mi fermasse. Ciò mi gratificava. Ma ero anche stupido. Non vedevo molto lontano dal mio mondo che mi ero creato. Importante per me è stato capire che dovevo prima diversificare, e ho cominciato a correre a piedi, supportando un collega del lavoro. Ma poi è a lui che la cosa è sfuggita di mano, ripetute, sempre gli stessi allenamenti e stesse gare. Dopo due anni l'ho mandato a quel paese: stavo rientrando nella "dipendenza", in quello stato che non capisci perché fai le cose. Le fai e basta. E no!
Per quello ora ho capito: sia che faccia 15.000-18.000 km o solo 2.000-5.000 io voglio sapere perché. Voglio che quello che sto facendo abbia un senso, ogni volta che aggancio il pedale. Una volta è perché ho bisogno di sfogarmi, una volta perché è una bella giornata, una volta perché rivado a fare una salita che non faccio da anni, o perché mi invitano gli amici e c'è anche un po' di agonismo. Ma con la stessa certezza devo sapere perché non vado. E non deve pesarmi. Se è importante quello che avrei potuto fare in bici, è altrettanto importante quello che farò se resto a casa, esco con la famiglia, etc. Ultimamente sono andato al compleanno di mia nipote, era sabato, mio cognato che sa che al sabato, se posso, esco in bici, mi fa: non sentirti obbligato. Io sono andato al compleanno in un agriturismo con piscina con una quindicina di 12enni scatenate. E non solo mi sono divertito, ma non avrei voluto essere in un nessun altro posto. Nemmeno in bici.
 

Ale Ciava

Pedivella
27 Agosto 2014
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mio cognato che sa che al sabato, se posso, esco in bici, mi fa: non sentirti obbligato.

Questo , secondo me , è un campanello di allarme... quando si viene velatamente biasimati , quando chi ci circonda intuisce che tutto viene dopo... il “non sentirti obbligato” lo fa intuire abbastanza chiaramente... immagino la sorpresa quando ti ha visto arrivare !
 

GiaMatteoImpera

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Discorso capzioso se mi permetti. Un single potrebbe obbiettare dicendo che nella scala delle priorità il tempo passato con la moglie, magari il sabato all'outlet è tempo perso. In realtà la scala delle priorità è personalissima. Conosco persone malate della bici che vivono solo per gli allenamenti. Io non la penso come loro ma sono sicuro che trovano sprecato il tempo che passo al parco la domenica con la mia compagna e il cane. Sono scelte e sono tutte legittime e rispettabili.

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Diggi

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Ib
Gia non so nemmeno quanti km faccio in un anno... so solo che quando pedalo in genere mi sento bene nel durante e anche dopo , non faccio gare e non mi interessa la pur minima competizione.., mi piace la bici perché con sforzo adeguato ti può portare anche lontano dove neppure un giorno avresti immaginato mentre il fisico ringrazia e restituisce
 

Lightwave

Scalatore
26 Luglio 2013
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B'Twin Triban 5
Quest'anno, per diversi motivi, ho pedalato pochissimo, anzi diciamo niente, passando da più di 10.000 km della scorsa stagione a meno di 1.000 dall'inizio di quest'anno ad oggi.
Rinunciare agli allenamenti in settimana, al lungo della domenica, etc. non è stato inizialmente semplice, ma col tempo mi ha consentito di comprendere appieno l'entità della mia "dipendenza" dalla bici e valutarla.
Prima di questo periodo non mi ero accorto di quanto eccessivamente mi fossi dedicato alla bici, sottraendo ore ed ore agli affetti, agli amici, al riposo, alle vacanze, etc.: in altre parole ero diventato un "assente ingiustificato" in nome della mia passione, evidentemente non più sana.

Questo mi ha portato a riflettere, in particolare se, per un ciclista "amatore", è ragionevole vivere la sua "passione" in questi termini. Mi sono risposto da uomo innamorato della mia famiglia e da ciclista incantato da questo sport, che no, non può essere vissuta così; perché così non è più passione ma egoismo e fanatismo.
"Staccare" mi ha consentito di dare il giusto peso alle cose, e riformulare la mia gerarchia dei valori. Così facendo la bici è ritornata ad occupare il posto corretto nella scala delle mie priorità, e di conseguenza, a farmi divertire, rilassare, in altre parole è tornata una passione genuina. Se una settimana non pedalo non muore nessuno, se domenica piove e non esco chissenefrega, se una settimana posso uscire tutti i giorni, ottimo! ...

Ma non è tutto.

Quello che ho potuto vedere in quest'ultimo periodo, inoltre, è quanto spesso sia grottescamente esasperato l'ambiente amatoriale (che avevo abbandonato già da un pò), quello delle granfondo per intenderci, dove addirittura molti - rincorrendo sogni di gloria da raccontare al bar dello sport - finiscono per assumere rischi totalmente fuori dagli schemi di queste "competizioni".
Competizioni che, almeno dalle mie parti, sono quanto di più scriteriato si possa vedere: strade ridotte come in scenari post bellici, pacchi gara miseri (a fronte di costi sproporzionati), incroci non presidiati, assistenza assente, rifornimenti in gara miseri, auto al seguito solo dei primi, auto di fine corsa che supera i partecipanti dopo pochi minuti dal via (con tanti saluti alla sicurezza di quasi tutto il gruppo), pasta party da campo profughi, etc., insomma cose trite e ritrite su questo forum.
Senza tacere dell'argomento doping e dei sospettati di doping, ormai quasi una costante a contorno di queste manifestazioni.

Lungi da me esprimere giudizi su chi vi prende parte - che sicuramente vi trova nutrimento e stimoli per la propria passione - ho, però, riflettuto anche su questo; ed ho maturato la decisione di non alimentare più, di mia tasca e con la mia presenza, tutte quelle manifestazioni (molte) tirate su esclusivamente per speculare sulla pelle di chi, come me, ama andare in bici.

In definitiva, scalare marcia, rallentare, ha consentito di assegnare alla bici il giusto collocamento nella mie giornate ed alimentare la mia passione come mai avrei immaginato.

Dovevi provare le Randonnées allora :mrgreen:

Sulle GF io la penso per molti aspetti come te, anche se due quest'anno le ho fatte e non posso dirmi di non essermi divertito. Certo c'è un agonismo che non capisco in qualche caso (sei 700esimo e rischi il sorpasso su qualcuno in discesa in prossimità di una curva con scarsa visibilità e a velocità non proprio trascurabili?). A volte gli allenamenti dopo lavoro pesano anche a me prima di salire in bici, ma dopo le prime pedalate passa tutto e mi immergo in un altro mondo dove le meschinità quotidiane non esistono più (eccetto quelle dei mezzi motorizzati con i quali condividiamo la sede stradale). Il mondo amatoriale è estremamente variegato e gli agonisti duri e puri credo siano una minoranza.

Il problema non è che dedichiamo troppo tempo alla bici per me, è che si lavora ancora troppo (intendo come numero di ore passare lontano da casa) per essere nel terzo millennio, il che rende affannosa la ricerca del tempo necessario a vivere le nostre passioni.
 

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Cronoman
4 Febbraio 2018
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Comunque fare attività fisica libera endorfine che sono come una droga, e guardacaso gli sport dove questo effetto "droga" è più marcato sono quelli di resistenza come ciclismo, corsa a piedi, nuoto ecc.
Sembra assurdo ma se una persona non riesce a spiegarsi come mai sente il bisogno di andare a correre e se non pratica sport diventa irrequieto dovrebbe considerare anche questo fattore.
 
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green dolphin

Scalatore
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Questo , secondo me , è un campanello di allarme... quando si viene velatamente biasimati , quando chi ci circonda intuisce che tutto viene dopo... il “non sentirti obbligato” lo fa intuire abbastanza chiaramente... immagino la sorpresa quando ti ha visto arrivare !

Sorpresa non tanta perché era organizzato che dovevo portare 4 bimbe in macchina: hanno deciso di fare una festa senza altri genitori. In realtà mio cognato è stato ciclista da 15.000 km molto prima di me, ed era fissato pure lui, per cui ci capiamo bene. Poi problemi alla schiena e ora fa il minimo per sentirsi bene ma non stare male. Faremo un viaggio in bici assieme a breve, ed erano tanti anni che ne parlavamo. Finalmente a luglio si parte!!!
 
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green dolphin

Scalatore
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Discorso capzioso se mi permetti. Un single potrebbe obbiettare dicendo che nella scala delle priorità il tempo passato con la moglie, magari il sabato all'outlet è tempo perso. In realtà la scala delle priorità è personalissima. Conosco persone malate della bici che vivono solo per gli allenamenti. Io non la penso come loro ma sono sicuro che trovano sprecato il tempo che passo al parco la domenica con la mia compagna e il cane. Sono scelte e sono tutte legittime e rispettabili.

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Questa cosa della legittimità delle scelte non è il punto. Il punto è se sei libero nelle scelte che fai. Puoi esserlo anche facendo 18.000 km l'anno, il più possibile, anche se sei impegnato tante ore (e può sembrare un paradosso). Il problema non sono né i sensi di colpa verso la famiglia né il tempo perso o guadagnato, come se una cosa fosse per forza meglio dell'altra. Se lo chiede ancora mio cognato che nel lontano 2008 non aveva voglia di uscire, però doveva rispettare le tabelle. Un amico lo aveva chiamato per farsi una birra e lui aveva detto no, che doveva allenarsi. Esce così, pensando di fare una cosa breve, senza casco, col berretto di lana. E non solo una macchina lo investe, ma gli va molto male: vertebre rotte, costole, rotula devastata, trauma cranico con ferita, mesi immobilizzato a letto, poi sedia a rotelle, riabilitazione. Chiaro che ti può capitare in ogni momento della vita, non è colpa della bici. Ma lui quel giorno non era convinto, ha deciso per lui la scimmia della 9 colli che stava preparando.
 

Gamba_tri

via col vento
29 Marzo 2005
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www.sportintranslation.com
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Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
Mi ritrovo in tanti post, la bici è lo sport, per me, devono essere gioia, non obbligo. Quando mi allenavo per il triathlon era diventato un obbligo, mi piace quando lo sport mi rilassa perché lo pratico, ma quando mi accorgo che mi rende nervoso saltare un'uscita allora è il momento di smettere. Come ha detto shinkandar bisogna controllare la passione, non essere controllati da lei, altrimenti diventa un doc, una necessità compulsiva, è questo non è mai salutare.

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Shinkansen

Xeneize
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Discorso capzioso se mi permetti. Un single potrebbe obbiettare dicendo che nella scala delle priorità il tempo passato con la moglie, magari il sabato all'outlet è tempo perso. In realtà la scala delle priorità è personalissima. Conosco persone malate della bici che vivono solo per gli allenamenti. Io non la penso come loro ma sono sicuro che trovano sprecato il tempo che passo al parco la domenica con la mia compagna e il cane. Sono scelte e sono tutte legittime e rispettabili.

Vero. Ma costoro dimenticano che siamo amatori, quello che facciamo non lo facciamo per lavoro, ma per divertimento, per sport, per sfogarsi, per benessere e fanno finta di vedere la gabbia, come dice @green dolphin, che si costruiscono addosso.
Allenarsi deve essere divertente, ma se piove e non puoi farlo, e diventi intrattabile perché hai saltato un allenamento è (dovrebbe) venuto il momento di ripensare al tuo rapporto con lo sport.
 

Shinkansen

Xeneize
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Questa cosa della legittimità delle scelte non è il punto. Il punto è se sei libero nelle scelte che fai. Puoi esserlo anche facendo 18.000 km l'anno, il più possibile, anche se sei impegnato tante ore (e può sembrare un paradosso). Il problema non sono né i sensi di colpa verso la famiglia né il tempo perso o guadagnato, come se una cosa fosse per forza meglio dell'altra. Se lo chiede ancora mio cognato che nel lontano 2008 non aveva voglia di uscire, però doveva rispettare le tabelle. Un amico lo aveva chiamato per farsi una birra e lui aveva detto no, che doveva allenarsi. Esce così, pensando di fare una cosa breve, senza casco, col berretto di lana. E non solo una macchina lo investe, ma gli va molto male: vertebre rotte, costole, rotula devastata, trauma cranico con ferita, mesi immobilizzato a letto, poi sedia a rotelle, riabilitazione. Chiaro che ti può capitare in ogni momento della vita, non è colpa della bici. Ma lui quel giorno non era convinto, ha deciso per lui la scimmia della 9 colli che stava preparando.

Indipendentemente dal caso, a tuo cognato quel giorno poteva non succedere nulla e mi fa piacere che si sia ripreso, anche se porta i postumi dell'incidente, la frase importante è quella che ho segnato in grassetto. Se tu pensi di essere libero, ma in realtà ti comporti come se non lo fossi, hai già perso.
Okay ci obblighi che dobbiamo rispettare. Nel caso di tuo cognato era la 9 Colli. Ma se uno non ne ha voglia non deve uscire, anche se le tabelle dicono altro, questo è il punto. Poteva aspettare il pomeriggio, forse la voglia gli veniva oppure no. Ma - e qui parlo per mia esperienza personale - se uno non ha voglia, ha voglia di dormire non deve uscire. La vedo così.
 
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green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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Indipendentemente dal caso, a tuo cognato quel giorno poteva non succedere nulla e mi fa piacere che si sia ripreso, anche se porta i postumi dell'incidente, la frase importante è quella che ho segnato in grassetto. Se tu pensi di essere libero, ma in realtà ti comporti come se non lo fossi, hai già perso.
Okay ci obblighi che dobbiamo rispettare. Nel caso di tuo cognato era la 9 Colli. Ma se uno non ne ha voglia non deve uscire, anche se le tabelle dicono altro, questo è il punto. Poteva aspettare il pomeriggio, forse la voglia gli veniva oppure no. Ma - e qui parlo per mia esperienza personale - se uno non ha voglia, ha voglia di dormire non deve uscire. La vedo così.

Infatti, hai capito bene cosa volevo dimostrare. Poteva non succedergli nulla, o forse un incidente in macchina ancora peggiore mentre andava a farsi una birra con un amico, etc. Insomma, il problema non sono le scelte, anche se ogni nostra scelta, anche quella più banale, presuppone un effetto sul futuro, ma noi non sapendo il futuro non possiamo gestirle in anticipo. Come hai ben detto, e anche io l'ho segnata in grassetto, Se tu pensi di essere libero, ma in realtà ti comporti come se non lo fossi, hai già perso.

Stamattina avevo puntato la sveglia presto per godermi l'alba del solstizio d'estate in bici sulle colline, era una cosa che anni fa facevo sistematicamente, spesso per fare il doppio allenamento (mattina presto bici, poi lavoro, poi casa, poi alla sera di nuovo in bici alle 17). Volevo farmi un regalo, e mi piaceva l'idea. Poi però al suono della sveglia uno dei cani di casa è salito sul letto, ci siamo messi a giocare e farci le coccole...e ci siamo riaddormentati, fianco a fianco, col respiro all'unisono, quasi. Ho provato una sensazione veramente appagante, e, anche se avevo voglia di uscire, non mi è pesato non farlo: ho pensato: pazienza, lo farò un'altra volta, ci saranno altre occasioni. E tutto ciò nonostante avessi con cura preparato tutto il vestiario, casco, occhiali, chiavi, etc. come facevo anni fa per schizzare fuori di casa più in fretta possibile, cosa che se non fosse accaduta mi avrebbe messo si malumore. La differenza è che questa volta ho scelto, ma perché ho potuto scegliere, ho avuto l'esperienza e la maturità di farlo. Ognuno di noi fa un percorso, io è dal 2000 che vado in bici, dopo aver fatto un po' di anni di atletica a livello agonistico, e negli anni come tutti l'incremento dei km ed il miglioramento della prestazione erano il mio obiettivo primario, anche perché quando sei un ciclista da 5.000 km l'anno e passi già a 8-10.000 la differenza si sente. Ma appunto, è un percorso, certe cose non le potevo vedere e comprendere anni fa. Ci vuole tempo, e penso che negli anni a venire ci saranno ulteriori cambiamenti, magari riprenderò a fare lunghi kilometraggi, viaggi in bici, o magari mi fermerò del tutto e mi dedicherò alla corsa in montagna, alle camminate, al trekking. L'unica cosa che so è che questa consapevolezza che ho maturato me la tengo ben stretta perché è il filtro per vedere chiare le cose, o meglio per vederle il più chiare possibile e non ricadere nei vecchi errori.
 

simof1977

Pignone
26 Settembre 2013
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bmc slr01
Green e Ale le vostre testimonianze mi hanno fatto commuovere non mi vergogno di dirvelo....e'un po quello che sto passando io in questo momento...ho deciso che la mia ultima gara sara la MDD (anche se sono stato indeciso fino all'ultimo se andarla fare oppure no)dal 1 luglio in avanti andro' in bicicletta per il solo gusto di poterlo fare,e di ritenermi fortunato per questo.e'poco tempo che vado in bicicletta(2014 prima ho fatto motocross a livello professionistico x quasi 20 anni)pero'ho riflettuto e'penso di aver sottratto gia troppo tempo alla mia compagna e al mio bimbo di 4anni.ho capito che stava diventando una dipendenza,e a volte dalle dipendenze non si torna piu indietro...le vostre testimonianze mi hanno dato un'ulteriore spinta a fare cio'che avevo gia in mente da un po'.un vero uomo che ha una famiglia,dimostra di essere tale, quando capisce quali siano i valori importanti nella vita,e che le soddisfazioni che puo' darti un figlio passano di gran lunga migliaia di km all'anno...
 

Ale Ciava

Pedivella
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Green e Ale le vostre testimonianze mi hanno fatto commuovere non mi vergogno di dirvelo....e'un po quello che sto passando io in questo momento...ho deciso che la mia ultima gara sara la MDD (anche se sono stato indeciso fino all'ultimo se andarla fare oppure no)dal 1 luglio in avanti andro' in bicicletta per il solo gusto di poterlo fare,e di ritenermi fortunato per questo.e'poco tempo che vado in bicicletta(2014 prima ho fatto motocross a livello professionistico x quasi 20 anni)pero'ho riflettuto e'penso di aver sottratto gia troppo tempo alla mia compagna e al mio bimbo di 4anni.ho capito che stava diventando una dipendenza,e a volte dalle dipendenze non si torna piu indietro...le vostre testimonianze mi hanno dato un'ulteriore spinta a fare cio'che avevo gia in mente da un po'.un vero uomo che ha una famiglia,dimostra di essere tale, quando capisce quali siano i valori importanti nella vita,e che le soddisfazioni che puo' darti un figlio passano di gran lunga migliaia di km all'anno...

Innanifutto, in bocca al lupo per la tua MDD, manifestazione a cui ho partecipato e che rifarei ogni anno se potessi: sia per lo spirito che si respira lassù sia perché quei posti sono cibo per l’anima.

Ho scritto questo post con la quasi certezza che il tema non riguardasse solo me, ma una platea più ampia. E mi fa piacere che ne stia nascendo una bella discussione, con tante esperienze e visioni, anche contrastanti.

È giusto, forse necessario, parlare anche di queste cose, perché, dopo tutto, siamo appassionati di questo bellissimo mezzo ma non viviamo grazie ad esso e le nostre priorità, preoccupazioni, esigenze , sono quelle di tutti.

Comunque , parlo per esperienza personale, prova a scalare marcia con la bici , vedrai che piano piano le cose si riallocheranno correttamente , prendendo il giusto spazio. E poi sarà ancora più bello assaporare il nuovo gusto di una pedalata... altra cosa, che con me ha funzionato: prova a lasciare a casa garmin, fascia cardio, Pm, etc ... guardati attorno.... io ho rivisto in altra luce i percorsi che facevo solitamente e ho anche scoperto un caseificio (che fa una mozzarella spaziale) che prima non avevo mai notato ... scusa se è poco !! ;-)
 

simof1977

Pignone
26 Settembre 2013
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Innanifutto, in bocca al lupo per la tua MDD, manifestazione a cui ho partecipato e che rifarei ogni anno se potessi: sia per lo spirito che si respira lassù sia perché quei posti sono cibo per l’anima.

Ho scritto questo post con la quasi certezza che il tema non riguardasse solo me, ma una platea più ampia. E mi fa piacere che ne stia nascendo una bella discussione, con tante esperienze e visioni, anche contrastanti.

È giusto, forse necessario, parlare anche di queste cose, perché, dopo tutto, siamo appassionati di questo bellissimo mezzo ma non viviamo grazie ad esso e le nostre priorità, preoccupazioni, esigenze , sono quelle di tutti.

Comunque , parlo per esperienza personale, prova a scalare marcia con la bici , vedrai che piano piano le cose si riallocheranno correttamente , prendendo il giusto spazio. E poi sarà ancora più bello assaporare il nuovo gusto di una pedalata... altra cosa, che con me ha funzionato: prova a lasciare a casa garmin, fascia cardio, Pm, etc ... guardati attorno.... io ho rivisto in altra luce i percorsi che facevo solitamente e ho anche scoperto un caseificio (che fa una mozzarella spaziale) che prima non avevo mai notato ... scusa se è poco !! ;-)

grazie ancora di aver scritto questo post...penso come dici tu che riguardi tantissimi di noi che amano questo sport ma che sopratutto amano il gusto vero della vita.....
 

painkiller92

Apprendista Velocista
2 Giugno 2016
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Casteggio (PV)
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Cannondale supersix evo hm
Secondo anno di bici. Primo anno 11200km. A inizio 2018 mi ero impuntato che volevo fare più dell'anno scorso, allenandomi tutti i giorni o quasi ( rulli di inverno con brutto tempo.), senza per altro avere obbiettivi di far gare.

Per un po di tempo ho cercato di incastrare tutto, sveglie mattiniere, spesso uscivo o rullavo di malavoglia, sempre con la necessità di dover migliorare pr o fare piazzamenti su strava per tornare a casa soddisfatto, se non pedalavo ero intrattabile.

Poi a metà maggio/ inizio giugno uno stop 'forzato' per dolori a un ginocchio, poi le ferie (non riuscivo logisticamente a caricare la bici in auto), mi ha fatto rimettere tutto nella giusta prospettiva.

Mi son chiesto 'ma che cazz sto facendo? Non sono un prof, nessuno mi paga, scarso sono e scarso resterò, ma chi me lo fa fare di fare questa vita?'

Da allora ho iniziato a prenderla piu rilassatamente, se posso uscire esco, ma non sto a fare i salti mortali, il giro non deve per forza essere lungo, anzi ultimamente me la stragodo a farmi 40-50km con 800-1000m di dislivello sulle colline dietro casa, gustandomi profumi, panorami, dettagli, che prima mi ero sempre perso. Strava è diventato un orpello quasi accessorio che sto meditando eliminare, per ora registro ancora, ma non é più una corsa al miglioramento.

Non ho mai trascurato famiglia, ragazza, amici, lavori domestici e in campagna, ma ho notato che ero sulla brutta strada. Insomma ne sono uscito prima che diventasse un problema serio e sto molto meglio

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