Allenamento polarizzato

fabrylama

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22 Marzo 2012
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ma @gioadelu può tranquillamente approfondire il concetto di 8h polarizzate, anzi sarebbe gradito...magari fornendo un esempio concreto di settimana polarizzata o-o
possibilmente senza toccare temi che non c'entrano nulla e che poi generano una serie infinita di ot. Al limite parliamo di altri temi nei 3d appositi o-o
concordo, sarebbe interessante se facesse un esempio del tipo:
atleta età tot, tot ore di allenamento polarizzato (compreso scarico) e tot di gara in stagione (e tipo gara).... e w/kg di cp/ftp.

Giusto per capire esattamente di cosa stiamo parlando, perchè se uno in stagione fa gare dure e lunghe tutti i we, sono d'accordo che bastano (anche molto) meno di 8h di allenamento nei 5 giorni rimanenti (ma se uno ha tempo può pure allungare con della rigorosissima z1).

Se poi stiamo parlando di atleti da meno di 4w/kg (o addirittura 4.5) e con scarsa ripetibilità, sono ancora più d'accordo che bastano 8h a settimana con gare brevi.
 

all_i_need_is_bike

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22 Marzo 2007
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8h polarizzate
Seiler pensa, almeno in modo informale, che anche con due sessioni settimanali la scelta migliore possa essere quella di una sessione quanto più possibile lunga (chiaramente non in termini assoluti, ma relativi a contesto, caratteristiche e livello) a intensità ridotta, ed una con intervalli lunghi (indicativamente 5-8 min, 88-92% HRmax).
Ovviamente è molto generico, ma d'altra parte per definire uno schema settimanale servono altre informazioni fra cui esperienza, livello e tipologia di appartenenza (CP/W'), sempre tenendo conto dei principi di base dell'allenamento per non perdere di vista a che punto si è.
Sicuramente non ci sarà lo schema assoluto proprio perché le scelte cercano una evoluzione individuale e non l'adesione ad uno schema prefissato. In quest'ottica una parte dell'articolo linkato ieri è interessante: Throughout the 12 initial years with increases in training load, our participant had two major changes in “training philosophy”, in which rapid performance improvements also occurred. The first of these periods was in an early stage of her senior career, where extensive blocks of HIT were included. This led to rapid performance improvements that stagnated after a few years, during which the progression in training load and/or variation in stimulus were limited. The next major performance improvement coincided with a change to a more even distribution of training volume/intensity, a reduction in the amount of HIT, and the implementation of relatively large amounts of LIT.
 
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forse già postata, forse no*
https://lecturecapture.brookes.ac.uk/Mediasite/Play/3b951db65dd44082a876060aab67f5c51d
una delle più recenti, molto probabilmente l'ultima (*online da qualche settimana) presentazione di Seiler.
Come sempre funzionale e utile nel fornire spunti.
Interessantissimo, grazie, soprattutto gli ultimi 5'.
A parte l'enfasi data sul volume di ore di allenamento che sono la base della piramide, dice che il polarizzato da risultati migliori anche a chi non fa tanto volume. Esagerare con le intensità é l'errore più comune.
Inoltre é meglio fare più ripetizioni ad un'intensità leggermente più bassa (attorno a 90% vo2max) per aumentare il tempo a quelle intensità, che meno ma più forte.

Peccato che si ferma prima di parlare di periodizzazione.
 
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Seiler pensa, almeno in modo informale, che anche con due sessioni settimanali la scelta migliore possa essere quella di una sessione quanto più possibile lunga (chiaramente non in termini assoluti, ma relativi a contesto, caratteristiche e livello) a intensità ridotta, ed una con intervalli lunghi (indicativamente 5-8 min, 88-92% HRmax).
Ovviamente è molto generico, ma d'altra parte per definire uno schema settimanale servono altre informazioni fra cui esperienza, livello e tipologia di appartenenza (CP/W'), sempre tenendo conto dei principi di base dell'allenamento per non perdere di vista a che punto si è.
Sicuramente non ci sarà lo schema assoluto proprio perché le scelte cercano una evoluzione individuale e non l'adesione ad uno schema prefissato. In quest'ottica una parte dell'articolo linkato ieri è interessante: Throughout the 12 initial years with increases in training load, our participant had two major changes in “training philosophy”, in which rapid performance improvements also occurred. The first of these periods was in an early stage of her senior career, where extensive blocks of HIT were included. This led to rapid performance improvements that stagnated after a few years, during which the progression in training load and/or variation in stimulus were limited. The next major performance improvement coincided with a change to a more even distribution of training volume/intensity, a reduction in the amount of HIT, and the implementation of relatively large amounts of LIT.
Per esempio, da lunedi prossimo 8-10 ore a disposizione, come le impiegheresti. Obbiettivo prime granfondo a marzo. Livello medio, quindi persina che gia pedala da diversi anni ma con margine. Profilo potenza bilanciato, nella norma.

Inviato dall'India
 

Roberto Massa

t.me/massarob
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Esagerare con le intensità é l'errore più comune.

L'enfasi, supportato da domanda/esempio che fa alla platea nel finale, è sull' "esagerare" in merito a errate intensità; errate poiché meno utili in termini di costo beneficio e adattamento.

"Troppo intenso nei gg "facili" perché "facile" da fare/sostenere...per poi essere stanchi quando è richiesto un carico QUALITATIVAMENTE utile/necessario".**

Il principio/concetto vale anche indipendentemente dal volume.
L'errore è anziché alternare uno stimolo/adattamento "metabolico" ad uno più strettamente "condizionale" optare per una protratta (lo ripete più volte anche nella presentazione: "stagnante") ricerca di un valore medio "gestibile ma non troppo intenso". Oppure nel caso più estremo nel "modello no pain no gain" (in questo caso la cattiva gestione di volume può generare oltre ad un non ritorno in termini di costi/benefici anche sovraccarichi fisici e psicofisici).

** concordo pienamente con Seiler che è sicuramente l'errore più comune, soprattutto in atleti sotto il proprio reale potenziale (nonché possibile causa/concausa di ciò).
 
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hjan

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2 Maggio 2010
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Seiler pensa, almeno in modo informale, che anche con due sessioni settimanali la scelta migliore possa essere quella di una sessione quanto più possibile lunga (chiaramente non in termini assoluti, ma relativi a contesto, caratteristiche e livello) a intensità ridotta, ed una con intervalli lunghi (indicativamente 5-8 min, 88-92% HRmax).
Ovviamente è molto generico, ma d'altra parte per definire uno schema settimanale servono altre informazioni fra cui esperienza, livello e tipologia di appartenenza (CP/W'), sempre tenendo conto dei principi di base dell'allenamento per non perdere di vista a che punto si è.
Sicuramente non ci sarà lo schema assoluto proprio perché le scelte cercano una evoluzione individuale e non l'adesione ad uno schema prefissato. In quest'ottica una parte dell'articolo linkato ieri è interessante: Throughout the 12 initial years with increases in training load, our participant had two major changes in “training philosophy”, in which rapid performance improvements also occurred. The first of these periods was in an early stage of her senior career, where extensive blocks of HIT were included. This led to rapid performance improvements that stagnated after a few years, during which the progression in training load and/or variation in stimulus were limited. The next major performance improvement coincided with a change to a more even distribution of training volume/intensity, a reduction in the amount of HIT, and the implementation of relatively large amounts of LIT.
Supponi un atleta con 290W CP e un carico settimanale di 8h.
Quanto tempo ad intensità elevata faresti?
Perché se prendi un 80:20 su 8h sono 96 minuti, che fatti ad intensità - se ho capito bene - CP / Vo2Max non sono pochini..
Anche facendo le serie 8'-12'sono quantomeno due allenamenti con 4*12..
Uno schema potrebbe diventare lun blando martedì e mercoledì carico giovedì blando venerdì blando oppure lun blando martedì mercoledì giove carico (alternando tratti da 12 con 8 e magari mettendo degli on off) venerdì blando.

Forse ho detto pirlate da mattino presto [emoji4]

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Salvo@ing

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23 Luglio 2011
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Seiler pensa, almeno in modo informale, che anche con due sessioni settimanali la scelta migliore possa essere quella di una sessione quanto più possibile lunga (chiaramente non in termini assoluti, ma relativi a contesto, caratteristiche e livello) a intensità ridotta, ed una con intervalli lunghi (indicativamente 5-8 min, 88-92% HRmax).
Ovviamente è molto generico, ma d'altra parte per definire uno schema settimanale servono altre informazioni fra cui esperienza, livello e tipologia di appartenenza (CP/W'), sempre tenendo conto dei principi di base dell'allenamento per non perdere di vista a che punto si è.
Sicuramente non ci sarà lo schema assoluto proprio perché le scelte cercano una evoluzione individuale e non l'adesione ad uno schema prefissato. In quest'ottica una parte dell'articolo linkato ieri è interessante: Throughout the 12 initial years with increases in training load, our participant had two major changes in “training philosophy”, in which rapid performance improvements also occurred. The first of these periods was in an early stage of her senior career, where extensive blocks of HIT were included. This led to rapid performance improvements that stagnated after a few years, during which the progression in training load and/or variation in stimulus were limited. The next major performance improvement coincided with a change to a more even distribution of training volume/intensity, a reduction in the amount of HIT, and the implementation of relatively large amounts of LIT.

88-92% HRmax dovremmo essere in piana black hole in quanto nell’interno della Ftp.
Almeno secondo i miei parametri.
Mia HRmax 183bpm, 88-92%~161-168bpm, mia HR@ftp~168-171 (valori estremi rilevati negli ultimi 4 test).
Quindi secondo Seiler il miglior compromesso per chi ha poco tempo è allenarsi in black hole?

Riguardo le intensità, concordo per logica ed esperienza, ma anche per scienza, che il risultato migliore e la “quantità della qualità” (qualche tecnico vincente dell’atletica la chiama resistenza alla potenza (aerobica)), ovvero 30’ sopra CP è molto meglio realizzarli come 6x5’ a CP piuttosto che 3x5x2’ al 108%CP, sempre che non si ricerchi altro. Effetto sul miglioramento dell’endurance decisamente alto, stress psichico e fisico decisamente minore rispetto al secondo esempio. Quindi recupero più rapido e possibilità di ripetere fase di carico in tempi più ravvicinati, anche nelle 24h successive.


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gioadelu

Novellino
7 Giugno 2010
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ma @gioadelu può tranquillamente approfondire il concetto di 8h polarizzate, anzi sarebbe gradito...magari fornendo un esempio concreto di settimana polarizzata o-o
possibilmente senza toccare temi che non c'entrano nulla e che poi generano una serie infinita di ot. Al limite parliamo di altri temi nei 3d appositi o-o
ahaha sono stato oscurato ahaha! Senza la pretesa di diventare un professionista, una settimana del periodo generale, con 2 sedute di vo2max che possono diventare 3 nel periodo speciale. Una settimana dice poco di tutto il progetto, però senza perdersi in mille conti.. ho 2 sedute di vo2max di cui una si conclude con potenza lipidica dopo la deplezione di glicogeno legata al vo2max, una a corpo libero in cui inevitabilmente lavorerò molto con il core, una seduta "lunga il sabato" in cui col farlek posso esercirtare forza su tutti i tratti di salita a basse rpm o coordinazione ad altissime rpm in discesa e godermi la compagnia degli amici
Questo è un esempio molto semplice, non si va a fare le olimpiadi, ed è solo un microciclo esemplificativo però è ben bilanciato.

Lunedi: bike 60' - Vo2max - 8x30/30 z5 + 5x60/60 z5 + 2x3'/3' z5 - (tot 16' Vo2max) - 5' z1 - 2x7' z3
Martedi 60' z2-z1
Mercoledì 60' z2
Giovedi Forza e vo2max 3x(circuit training composto da stazioni a corpo libero della durata di 30'', pausa tra stazioni 30'', con esercizi di pliometria-squat-affondi-burpee-trazioni) tot 12' a Vo2max - tot 40'
Venerdi 60' z2
Sabato bike 200', la seconda ora in fartlek
Domenica Riposo

8 ore - polarizzazione 80/10/10
Fartlek si può scrivere o vado fuori tema...
 

gx2

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ahaha sono stato oscurato ahaha! Senza la pretesa di diventare un professionista, una settimana del periodo generale, con 2 sedute di vo2max che possono diventare 3 nel periodo speciale. Una settimana dice poco di tutto il progetto, però senza perdersi in mille conti.. ho 2 sedute di vo2max di cui una si conclude con potenza lipidica dopo la deplezione di glicogeno legata al vo2max, una a corpo libero in cui inevitabilmente lavorerò molto con il core, una seduta "lunga il sabato" in cui col farlek posso esercirtare forza su tutti i tratti di salita a basse rpm o coordinazione ad altissime rpm in discesa e godermi la compagnia degli amici
Questo è un esempio molto semplice, non si va a fare le olimpiadi, ed è solo un microciclo esemplificativo però è ben bilanciato.

Lunedi: bike 60' - Vo2max - 8x30/30 z5 + 5x60/60 z5 + 2x3'/3' z5 - (tot 16' Vo2max) - 5' z1 - 2x7' z3
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Giovedi Forza e vo2max 3x(circuit training composto da stazioni a corpo libero della durata di 30'', pausa tra stazioni 30'', con esercizi di pliometria-squat-affondi-burpee-trazioni) tot 12' a Vo2max - tot 40'
Venerdi 60' z2
Sabato bike 200', la seconda ora in fartlek
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8 ore - polarizzazione 80/10/10
Fartlek si può scrivere o vado fuori tema...

mi piace l'idea di allenare il vo2max nello stesso allenamento in modi diversi, in modo da allenare anche altro (lo faccio anche in base alle carenza che voglio limare). In uno degli allenaemtni che avevo postato pagine addietro avevo fatto una cosa del genere.
Piuttosto che fare 4 ripetute tutte uguali. Magari se facessi 4*4 o 4*8 svilupperei il vo2max 10 i nuna scala da 1-10. In questo modo svlluppi...9 (giusto per rendere l'idea) ma sviluppi più specificatamente anche altre caratteristiche che poi ti tornano più utili in gara.
Come vedi invece allenare anche la forza durante una seduta dedicata al vo2max?
ad esempioi facendo dei 30/30 partendo da fermo o quasi
 

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Supponi un atleta con 290W CP e un carico settimanale di 8h.
Quanto tempo ad intensità elevata faresti?
Perché se prendi un 80:20 su 8h sono 96 minuti, che fatti ad intensità - se ho capito bene - CP / Vo2Max non sono pochini..
Anche facendo le serie 8'-12'sono quantomeno due allenamenti con 4*12..
Uno schema potrebbe diventare lun blando martedì e mercoledì carico giovedì blando venerdì blando oppure lun blando martedì mercoledì giove carico (alternando tratti da 12 con 8 e magari mettendo degli on off) venerdì blando.
Però con un solo parametro diventa difficile capire capacità aerobica ed anaerobica, dal cui sviluppo relativo dipende quanto e quanto a lungo (per quanto tempo) può essere consigliabile applicare un certo stimolo. E non è scritto da nessuna parte che si debba usare uno schema 80:(0):20, potrebbe non essere la scelta più ragionevole (a prescindere dal discorso periodizzazione). Chiaro che gli adattamenti si sviluppano in modo così articolato ed interconnesso che un risultato lo si ottiene comunque, ma magari non è la scelta più ragionevole per impostare uno sviluppo sul lungo periodo. Magari le tue qualità ti permettono di sopperire senza grossi problemi (tipicamente se sei più aerobico), ma magari no.
Inventare non è difficile, ma deve essere ragionevole :-)xxxx
88-92% HRmax dovremmo essere in piana black hole in quanto nell’interno della Ftp.
Almeno secondo i miei parametri.
Mia HRmax 183bpm, 88-92%~161-168bpm, mia HR@ftp~168-171 (valori estremi rilevati negli ultimi 4 test).
Quindi secondo Seiler il miglior compromesso per chi ha poco tempo è allenarsi in black hole?
Premesso che non può che essere un’indicazione di massima, a mio parere la questione è: la quantità di esercizio “zona III” che mi servirebbe per aderire allo schema è fattibile nel caso particolare? Mi permette di svolgere qualitativamente bene e rendere produttiva la restante parte in “zona I”, andando nel frattempo a correggere i miei fattori limitanti? Altrimenti è ragionevole che ci possa essere una scelta di miglior compromesso, che ricadrà in una distribuzione meno polarizzata.
In fondo, se si suppone che ci siano limitate possibilità di allenarsi, si sarà comunque più distanti dal massimo fitness accumulabile / massima capacità esprimibile rispetto a chi ha a disposizione il doppio delle ore, per esempio. E il fatto che l’utilità del volume a intensità “media“ (ma anche “alta”) necessario per evolvere tenda a ridursi man mano che un atleta è più evoluto, magari anche perché c'è meno margine per evolvere in senso assoluto, è indicazione abbastanza diffusa e coerente.
Sebastian Weber ha fatto notare che spesso un ciclista amatore ha una capacità anaerobica “troppo” sviluppata rispetto alla propria capacità aerobica, se confrontato con un elite dell’endurance: il che non significa che bisogna limitarsi alle basse intensità, ma che i due casi generali (amatore vs elite, pur essendo una suddivisione troppo categorica) possono avere necessità piuttosto differenti, che dipendono ovviamente da quanto è il “troppo”. Il che equivale a cercare uno stimolo (combinazioni di volume e intensità, suddividendo i due aspetti rispetto ad una unica informazione di carico complessivo), anche di alta intensità, che permetta di andare nella direzione cercata (vedi Olbrecht).
Riguardo le intensità, concordo per logica ed esperienza, ma anche per scienza, che il risultato migliore e la “quantità della qualità” (qualche tecnico vincente dell’atletica la chiama resistenza alla potenza (aerobica)), ovvero 30’ sopra CP è molto meglio realizzarli come 6x5’ a CP piuttosto che 3x5x2’ al 108%CP, sempre che non si ricerchi altro. Effetto sul miglioramento dell’endurance decisamente alto, stress psichico e fisico decisamente minore rispetto al secondo esempio.
Quindi recupero più rapido e possibilità di ripetere fase di carico in tempi più ravvicinati, anche nelle 24h successive.
E’ appunto “meglio” se sei in una fase in cui quello rappresenta un obiettivo ragionevole. Altrimenti non è detto :-)xxxx In generale sono d’accordo, anche se ovviamente non puoi fare la stessa cosa con tutti proprio perché non tutti dispongono della stessa capacità di tollerare e rendere produttivi certi stimoli.
 

gioadelu

Novellino
7 Giugno 2010
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mi piace l'idea di allenare il vo2max nello stesso allenamento in modi diversi, in modo da allenare anche altro (lo faccio anche in base alle carenza che voglio limare). In uno degli allenaemtni che avevo postato pagine addietro avevo fatto una cosa del genere.
Piuttosto che fare 4 ripetute tutte uguali. Magari se facessi 4*4 o 4*8 svilupperei il vo2max 10 i nuna scala da 1-10. In questo modo svlluppi...9 (giusto per rendere l'idea) ma sviluppi più specificatamente anche altre caratteristiche che poi ti tornano più utili in gara.
Come vedi invece allenare anche la forza durante una seduta dedicata al vo2max?
ad esempioi facendo dei 30/30 partendo da fermo o quasi
vedo derivare la seduta verso una tolleranza lattacida, in quanto il time under tension nei lavori di forza si allunga causando un maggior accumulo di acido lattico e altri metaboliti, ed aumenta la latenza cardiaca la qual cosa forse limita le necessarie rapide escursioni cardiache utili al potenziamento del miocardio.
Io partirei da bassa velocita più che da fermo
 

gioadelu

Novellino
7 Giugno 2010
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concordo, sarebbe interessante se facesse un esempio del tipo:
atleta età tot, tot ore di allenamento polarizzato (compreso scarico) e tot di gara in stagione (e tipo gara).... e w/kg di cp/ftp.

Giusto per capire esattamente di cosa stiamo parlando, perchè se uno in stagione fa gare dure e lunghe tutti i we, sono d'accordo che bastano (anche molto) meno di 8h di allenamento nei 5 giorni rimanenti (ma se uno ha tempo può pure allungare con della rigorosissima z1).

Se poi stiamo parlando di atleti da meno di 4w/kg (o addirittura 4.5) e con scarsa ripetibilità, sono ancora più d'accordo che bastano 8h a settimana con gare brevi.
:) eh ma diventa una tesi... E mi bannano.
Provo a rispondere appena ho tempo..
 

gioadelu

Novellino
7 Giugno 2010
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Però con un solo parametro diventa difficile capire capacità aerobica ed anaerobica, dal cui sviluppo relativo dipende quanto e quanto a lungo (per quanto tempo) può essere consigliabile applicare un certo stimolo. E non è scritto da nessuna parte che si debba usare uno schema 80:(0):20, potrebbe non essere la scelta più ragionevole (a prescindere dal discorso periodizzazione). Chiaro che gli adattamenti si sviluppano in modo così articolato ed interconnesso che un risultato lo si ottiene comunque, ma magari non è la scelta più ragionevole per impostare uno sviluppo sul lungo periodo. Magari le tue qualità ti permettono di sopperire senza grossi problemi (tipicamente se sei più aerobico), ma magari no.
Inventare non è difficile, ma deve essere ragionevole :-)xxxx

Premesso che non può che essere un’indicazione di massima, a mio parere la questione è: la quantità di esercizio “zona III” che mi servirebbe per aderire allo schema è fattibile nel caso particolare? Mi permette di svolgere qualitativamente bene e rendere produttiva la restante parte in “zona I”, andando nel frattempo a correggere i miei fattori limitanti? Altrimenti è ragionevole che ci possa essere una scelta di miglior compromesso, che ricadrà in una distribuzione meno polarizzata.
In fondo, se si suppone che ci siano limitate possibilità di allenarsi, si sarà comunque più distanti dal massimo fitness accumulabile / massima capacità esprimibile rispetto a chi ha a disposizione il doppio delle ore, per esempio. E il fatto che l’utilità del volume a intensità “media“ (ma anche “alta”) necessario per evolvere tenda a ridursi man mano che un atleta è più evoluto, magari anche perché c'è meno margine per evolvere in senso assoluto, è indicazione abbastanza diffusa e coerente.
Sebastian Weber ha fatto notare che spesso un ciclista amatore ha una capacità anaerobica “troppo” sviluppata rispetto alla propria capacità aerobica, se confrontato con un elite dell’endurance: il che non significa che bisogna limitarsi alle basse intensità, ma che i due casi generali (amatore vs elite, pur essendo una suddivisione troppo categorica) possono avere necessità piuttosto differenti, che dipendono ovviamente da quanto è il “troppo”. Il che equivale a cercare uno stimolo (combinazioni di volume e intensità, suddividendo i due aspetti rispetto ad una unica informazione di carico complessivo), anche di alta intensità, che permetta di andare nella direzione cercata (vedi Olbrecht).

E’ appunto “meglio” se sei in una fase in cui quello rappresenta un obiettivo ragionevole. Altrimenti non è detto :-)xxxx In generale sono d’accordo, anche se ovviamente non puoi fare la stessa cosa con tutti proprio perché non tutti dispongono della stessa capacità di tollerare e rendere produttivi certi stimoli.
sono pienamente d'accordo con te.
Mi permetto solo di aggiungere che,nel caso di atleti amatori, quindi anche lavoratori,non si può prescindere dal considerare il lavoro,la famiglia,come elementi stressanti e limitanti.
Fenomeni a parte, la quantità di lavoro sostenibile da un amatore è certamente inferiore a quella teoricamente ipotizzabile se lo stesso atleta,fosse senza famiglia e senza lavoro. Mia esperienza personale è che molti atleti raccolgono meno proporzionalmente a qianto si allenano perché sovrastimano la loro capacità di sostenere i programmi allenanti. A molti è bastato ridurre proporzionalmente tutto il programma allenante per entrare in perfetto equilibrio con gli stressor aggiuntivi,la loro vita in generale, migliorando la performance in gara nettamemte
 
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23 Ottobre 2015
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ahaha sono stato oscurato ahaha! Senza la pretesa di diventare un professionista, una settimana del periodo generale, con 2 sedute di vo2max che possono diventare 3 nel periodo speciale. Una settimana dice poco di tutto il progetto, però senza perdersi in mille conti.. ho 2 sedute di vo2max di cui una si conclude con potenza lipidica dopo la deplezione di glicogeno legata al vo2max, una a corpo libero in cui inevitabilmente lavorerò molto con il core, una seduta "lunga il sabato" in cui col farlek posso esercirtare forza su tutti i tratti di salita a basse rpm o coordinazione ad altissime rpm in discesa e godermi la compagnia degli amici
Questo è un esempio molto semplice, non si va a fare le olimpiadi, ed è solo un microciclo esemplificativo però è ben bilanciato.

Lunedi: bike 60' - Vo2max - 8x30/30 z5 + 5x60/60 z5 + 2x3'/3' z5 - (tot 16' Vo2max) - 5' z1 - 2x7' z3
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Venerdi 60' z2
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Fartlek si può scrivere o vado fuori tema...
La tirata d'orecchi diffusa ha fatto bene alla discussione.
Giusto qualche curiosità, nell'allenamento a circuito come alleni vo2max?
Con gli esercizi che dici mi sembra sia chiamata in causa la forza.
Poi secondo te è meglio una settimana con 6 sessioni filate e una di riposo, come il tuo esempio, o due blocchi da 3 con una di riposo in mezzo?
Ci sono sostanziali differenze?
 

gioadelu

Novellino
7 Giugno 2010
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Tagliaro
La tirata d'orecchi diffusa ha fatto bene alla discussione.
Giusto qualche curiosità, nell'allenamento a circuito come alleni vo2max?
Con gli esercizi che dici mi sembra sia chiamata in causa la forza.
Poi secondo te è meglio una settimana con 6 sessioni filate e una di riposo, come il tuo esempio, o due blocchi da 3 con una di riposo in mezzo?
Ci sono sostanziali differenze?
Ciao ti risp velocemente..
nel circuit training a corpo libero, Burpee, pliometria, squat, affondi, squat esplosivi, piegamenti, il trucco è, dopo la fase di adattamento, cercare di eseguire più ripetizioni possibili nell'unità di tempo prefissata, es. 15'', o 30''. La fase passiva è praticamente il tempo di spostarsi da una stazione all'altra e prepararsi all'esercizio. Come fai notare tu, eserciti anche la forza, ma la forza entra sempre in gioco dal momento che apriamo gli occhi la mattina. Nel circuit entra in gioco forza esplosiva particolarmente, ma questo non entra in contrasto con il lavoro a regime di vo2max, diverso sarebbe se tutti gli esercizi fossero con sovraccarico, la qual cosa ne rallenterebbe anche notevolmente l'esecuzione, allungando il TUT time ander tension.
L'effetto non secondario del circuit così strutturato è di sollecitare notevolmente il core, da cui NASCE il movimento che si trasmette dai piedi vrerso la testa.
In merito alla ripartizione delle sedute, tutto lascia intendere che non esiste uno schema migliore degli altri ma solo un saggio alternarsi di schemi diversi, per minimizzare l'effetto "abitudine" e fornire sempre le intensità necessarie ma con schemi differenti che impongano un continuo riadattamento nervoso, anche.
Considera che ogni 3/4 settimane, lo schema di ripartizione debba essere messo i discussione, uscendo a volte anche dalla suddivisione polarizzata, per cercare sovraccarichi programmati magari con blocchi POSSENTI di 10 giorni di cui 7, 8, di carico...

Il principio generale che dovrebbe guidarci è di caricarew sempre da fRESCHI, ma anche questo macroschema crea omeostasi alla lunga, pertanto ogni tot è molto proficui programmare un sovraccarico per uscire più forti dall'omeostasi
 
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Il principio generale che dovrebbe guidarci è di caricarew sempre da fRESCHI, ma anche questo macroschema crea omeostasi alla lunga, pertanto ogni tot è molto proficui programmare un sovraccarico per uscire più forti dall'omeostasi

da solito ignorante capra ( :mrgreen: ) quale sono mi sento di straquotare questo passaggio. Non è un concetto nuovo, ma assai ignorato.
Personalmente ogni tanto inserisco 3-4 gg consecutivi (con il giusto recupero prima e soprattutto dopo) di carichi e/o giri impegnativi.

Intanto al netto della filosofia oggi 2*10*15/15, una ripetuta completamente da seduto e una accelerando in piedi, entrambe agili. poi 5*60/30 a intensità a cavallo tra z5 e z6 a cadenza autoscelta, circa 90rpm. Domani recupero attivo.
 
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gioadelu

Novellino
7 Giugno 2010
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da solito ignorante capra ( :mrgreen: ) quale sono mi sento di straquotare questo passaggio. Non è un concetto nuovo, ma assai ignorato.
Personalmente ogni tanto inserisco 3-4 gg consecutivi (con il giusto recupero prima e soprattutto dopo) di carichi e/o giri impegnativi.

Intanto al netto della filosofia oggi 2*10*15/15, una ripetuta completamente da seduto e una accelerando in piedi, entrambe agili. poi 5*60/30 a intensità a cavallo tra z5 e z6 a cadenza autoscelta, circa 90rpm. Domani recupero attivo.
Non hai idea di quanti spunti si potrebbero prendere da ciò che hai detto, ma siamo nel forum dei polarizzati.. quindi niente. Da una seduta come la tua, ne esci in poco tempo con il 60% del glicogeno in meno, quindi hai lo scenario ideale per esercitare la potenza lipidica e "spingere" il tuo corpo ad un risparmio di zuccheri, attraverso la composizione di una miscela energetica più ricca di acidi grassi. Che per un granfondista....tanta roba! Linfa vitale!
Dopo la seduta che dici di fare, ti basta molto poco in z3, cosa che se invece dovessi fare da fresco ti porterebbe via il triplo del tempo.
 

never give up!

max_good
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krypton xroad - 0 slr
ci sono decine di discussioni per parlare di argomenti differenti, alimentazione, sviluppo della potenza lipidica, dimagrimento, paradigma FTP, paradigma CP-W', ecc...

è stucchevole leggere, ad ogni messaggio, una lamentela perchè sono stati cancellati dei messaggi chiaramente OT...
 

Salvo@ing

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23 Luglio 2011
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Non hai idea di quanti spunti si potrebbero prendere da ciò che hai detto, ma siamo nel forum dei polarizzati.. quindi niente. Da una seduta come la tua, ne esci in poco tempo con il 60% del glicogeno in meno, quindi hai lo scenario ideale per esercitare la potenza lipidica e "spingere" il tuo corpo ad un risparmio di zuccheri, attraverso la composizione di una miscela energetica più ricca di acidi grassi. Che per un granfondista....tanta roba! Linfa vitale!
Dopo la seduta che dici di fare, ti basta molto poco in z3, cosa che se invece dovessi fare da fresco ti porterebbe via il triplo del tempo.

Difatti le esercitazioni On/Off, ma con fase On da almeno 30” e pause non maggiori di 60”, servono forse più alla deplezione del glicogeno per poi sfruttare allenamenti al 62-65% della Va_max più che per il miglioramento del Va_max in se.


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all_i_need_is_bike

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human-powered
Mi permetto solo di aggiungere che,nel caso di atleti amatori, quindi anche lavoratori,non si può prescindere dal considerare il lavoro,la famiglia,come elementi stressanti e limitanti.
Certamente! Ho solo pensato di limitarmi agli aspetti più legati all'argomento principale della discussione, nonostante ovviamente tutti i fattori diretti ed indiretti continuino ad interagire (ed i dettagli continuino a definire certe scelte) :-)xxxx