Estratto da comunicato fci
Proprio l’aspetto della sicurezza, della salute e delle norme ci porta alle questioni legate alla Bike Card. Prima di tutto vale la pena ricordare che non si tratta di una tassa, come erroneamente e demagogicamente è stata descritta. Si tratta di un card richiesta solo ai NON TESSERATI FCI, ACSI e UISP che vogliano gareggiare in manifestazioni organizzate da questi tre Enti. Non c’è nessun obbligo a partecipare alle nostre manifestazioni; si può tranquillamente svolgere la propria attività senza acquistare la bike card. Del resto se qualcuno ha sentito la necessità di tesserarsi per uno specifico ente perché, come scritto da qualche parte, “più vicino alla propria cultura o credo..” è giusto che faccia attività amatoriale con quello. Se, però, vuole correre in manifestazioni della FCI (o di UISP e ACSI), dove la SALUTE e la SICUREZZA sono al primo posto, dove le regole previste dal legislatore vengo applicate, allora deve acquistare la bike card. Del resto nessuno si sognerebbe di definire “tassa” una quota di iscrizione che si paga in occasione della partecipazione ad una gara. Definirla “tassa” e indurre il pubblico a credere che ognuno debba pagarla per il solo fatto che va in bicicletta o che pratica ciclismo amatoriale credo che sia stato un pessimo servizio di informazione.
La vera essenza della bike card è un'altra. Si tratta di un messaggio/provocazione inviato a tutti gli Enti. La sicurezza in gara e la tutela della salute degli amatori sono beni preziosi e da salvaguardare, come diverse leggi dello Stato, giustamente, impongono. Non rispettare questi obblighi non rende un buon servizio alla pratica e alla diffusione dello sport. Per questo motivo, in questi anni, si è cercato di regolamentare la reciprocità con una serie di convenzioni che alla fine, però, non sono mai state rispettate da tutti. Essere d’accordo sulla carta, ma poi comportarsi in modo differente è un atteggiamento che non possiamo più tollerare.
Per questo abbiamo deciso di procedere con un accordo ristretto solo con gli Enti che si impegnano a fare rispettare, nelle proprie organizzazioni e nelle loro attività di tesseramento, tutte le disposizioni previste dalla legge. Imporre questa card è stata una necessità a tutela prima di tutto dell’attività delle nostre società organizzatrici e dei nostri tesserati, poi della qualità complessiva dell’attività amatoriale.
Inoltre vorrei sottoporre una riflessione, direi di carattere psicologico. Per partecipare ad alcune granfondo viene richiesto l’esborso di cifre multiple dell’importo della bike card, l’unica lamentela che si legge sui social è quella scritta da coloro che non sono riusciti ad iscriversi per via del numero chiuso. L’attività amatoriale è passione. E quando c’è di mezzo la passione difficilmente i soldi sono un deterrente. Sarà per questo che ogni amatore, di qualsiasi sport, investe tempo e denaro per il cambiare il proprio mezzo, per acquistare il miglior abbigliamento, per partecipare alle manifestazioni che ama, per essere sempre informato e consapevole sulla propria “disciplina”.
Questa vicenda mi ricorda quando la Federazione obbligò i ciclosportivi a controlli medici più completi per partecipare alle nostre attività, vi fu un generale sollevamento di scudi. La critica ancora una volta era sul maggiore esborso, circa venti euro, richiesti per ottenere il certificato. Per la Federazione si trattava di una battaglia di civiltà e rispetto delle disposizioni vigenti, per tutelare la salute degli atleti. Quella “levata di scudi” è pian piano rientrata, perché ci si è resi conto che è inutile rischiare. E’ passato il concetto di tutela della salute e in pochi anni abbiamo elevato gli standard complessivi.
Adesso la “battaglia” riguarda la sicurezza durante le manifestazioni. La Bikecard ricorda a tutti gli Enti poco attenti che non siamo più disposti a chiudere un occhio. Speculare su pochi euro per fare cassa in una corsa al ribasso dei costi a scapito della sicurezza e della qualità delle manifestazioni è una pratica che, come Federazione, non accettiamo più. La nostra funzione e il nostro ruolo ce lo impongono.
Concludo, infine, ricordando che gli introiti derivanti dalle Bike Card saranno interamente reinvestiti per la creazione di una serie di servizi a disposizione del mondo amatoriale: gestione unica della giustizia sportiva; creazione e gestione di un database dell’elenco degli atleti autorizzati allo svolgimento delle manifestazioni che sarà messo a disposizione degli enti e degli organizzatori per semplificare il lavoro di segreteria in occasione dello svolgimento delle manifestazioni; creazione e gestione di un elenco degli atleti inibiti a partecipare alle manifestazioni perché non etici; creazione e gestione dell’elenco degli atleti ex agonisti. Confermo che gli eventuali residue saranno poi reinvestiti sul settore giovanile agonistico."