Negli anni 60 sui muri di una Londra in pieno fermento artistico e culturale iniziava a comparire sui muri la frase "Clapton is God".
Alcuni storcevano il naso e opponevano a quel dissacrante accostamento il Genio di Jimi Hendrix: se Clapton era Dio, Jimi Hendrix cos'era allora?.
Quando si parla dei propri beniamini si perde sempre, inevitabilmente, un po' di lucidità: si diventa permalosi se gli altri non ne rimangono affascinati e sottomessi: è normale.
Io stesso me ne rendo conto quando parlo di calcio, della mia squadra del cuore.
E quando mi sono accorto che le litigate più feroci, coi miei migliori amici le avevo fatte solo per la squadra del cuore e per il calcio, e quando ho constatato che non sarei riuscito a cambiare il mio approccio con la passione e l'infervoramento che mi veniva indotto, ho deciso di allontanarmici - progressivamente - e di affacciarmi ad uno sport dove le passioni e le simpatie dovrebbero essere più temperate, il ciclismo, appunto, perché "un avversario prima di tutto è uno con cui dividi la fatica ed il mal di gambe, uno a cui la buca la segnali e la borraccia la passi se è senza".
Riconoscere la forza dell'avversario, rispettare le opinioni altrui e ricordarsi che qui, in fondo, discutiamo di biciclette e di chi le guida.
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