Questa storia inizia a novembre 2018, con uno sbadato tassista che non pago di avere parcheggiato con due ruote in mezzo alla carreggiata pensa bene di aprire lo sportello proprio durante il mio passaggio con la Trek Madone H2 che ha preceduto quella che vedete in foto. Risultato: grandissimo volo carpiato degno degli action movie di Hollywood, dito mignolo della mano destra con frattura scompostissima, danni marginali alla bici. Il dito è stato operato due volte, è rimasto contorto come un quadro cubista, mi ha costretto a stare fermo circa tre mesi ma funziona regolarmente e soprattutto è stato spunto per passare alla nuova Trek Madone.
Premesso che senza incidente e relativo indennizzo dell'assicurazione, nonché una certa benevolenza del mio Trek Store nel valutare la permuta, non avrei potuto permettermi l'upgrade, mi piaceva l'idea che un incidente, un'esperienza negativa, si trasformassero in un trampolino di lancio per una nuova bici, rinnovato entusiasmo e una nuova avventura. Nei miei desideri c'è sempre stata una Trek Madone colorazione Team Segafredo, che qui vedete così allestita ovvero portando i componenti della precedente sulla nuova:
- Taglia 54
- Ruote Campagnolo Bora One 50 copertoncino
- Cambio Sram Red Etap
- Guarnitura Sram Red con pedivelle 172,5
- Sella Most prodotta da Selle Italia che è la cosa più vicina alla Slr Team Edition che avevo prima e che è diventata introvabile, ma sono praticamente identiche e mi ci trovo bene.
- Garmin Varia che per me è diventato indispensabile dalla prima uscita, l'unica cosa che non riesco a capire è come Garmin possa produrre uno strumento tanto tecnicamente avanzato quanto inconcepibile nell'attacco, macchinoso e orrendo con quei due elastici neri per legarlo al reggisella.
Immagino di essere l'unico qui sul forum e tra i pochi in giro, almeno a Roma, ad averla rim e non disc. Motivo: inizialmente non avendo intenzione di cambiare bici avevo da poco preso le Bora One e avrei dovuto cambiarle con aggiunta economica che concettualmente non mi andava di sostenere, visto che per le mie esigenze, i percorsi che faccio e le mie caratteristiche (vado piano ovunque, pianura, salita, discesa) non ho mai avvertito la necessità di una frenata più potente e le Bora mi hanno sorpreso le volte in cui sono stato costretto a pedalarci sotto la pioggia. Ci metto in mezzo qualche granfondo ogni tanto ma prevalentemente mi piace pedalare da solo, tendo a essere competitivo con me stesso in maniera agonistica (tradotto, mi piace migliorare i miei PR anche di pochi secondi e a volte quei pochi secondi per la mia soddisfazione valgono tutti i soldi che ci spendo) ma raramente con altri ciclisti (se uno a parità di allenamento va più forte di me, va più forte di me e nessuna bici o ruota al mondo compenserà mai la differenza), conosco ormai molto bene le mie tendenze di ciclista (mi piace spingere i rapporti quando posso, salgo sempre di progressione e mai di strappi, raramente mi alzo in piedi sui pedali) e so che la Madone è la bici che più si sposa con le mie caratteristiche, o meglio è quella che mi permette di ottenere i migliori risultati all'interno della mia sfera di interesse (ottimizzare la pedalata, efficienza contro il vento visto che uscendo da solo me lo prendo sempre in faccia, capacità di pedalare con minore fatica complessiva).
Madone 2019 vs 2016
Rispetto alla precedente Madone rim, per chi mi chiedeva un paragone, la frenata è più potente e questo si percepisce subito anche se non credo che si possa mai paragonarla a una disc, la logica della regolazione dei freni è stata migliorata ma non modificata nel suo funzionamento, sono più veloci da regolare ma non saranno mai freni intuitivi su cui mettere le mani. Mi sembra un upgrade rispetto alla precedente versione, la trovo un po' più reattiva, veloce e stabile in discesa, ma non è chiaramente una differenza abissale in termini di sensazioni come mi era sembrata passando dalla Dogma alla Madone. La posizione H1.5 è un compromesso tra la H1 e la H2 della precedente generazione ma rispetto alla H2 ha un reach più lungo e uno stack più basso perciò c'è stato bisogno di qualche adattamento prima di trovare la posizione ideale. Ho spostato l'Isospeed da metà a tutto morbido ma non mi è sembrato di avvertire differenze significative. Mi piaceva di più esteticamente la precedente piega, ma devo riconoscere che la nuova a due pezzi è più comoda e soprattutto la possibilità di inclinarla +/- 5° permette dei piccoli aggiustamenti che aiutano a ottimizzare ancora di più la posizione senza intervenire sugli spessori.
Continuo a ripetere che una bici rispetto a un'altra non può 'andare meglio' in assoluto (così come nessuna chitarra da sola farà mai suonare meglio un chitarrista) ma ce ne sono alcune che 'ti fanno andare meglio' combinando le loro caratteristiche a quelle del ciclista che ci pedala sopra (così come alcune chitarre permettono al chitarrista di esprimersi meglio). A me per esempio, indipendentemente dai risultati su strada e su Strava, piace l'idea di essere a bordo di una bici quanto più avanzata tecnologicamente possibile e lo stesso vale per i componenti, adoro la Madone e le bici dalle forme moderne il che è assolutamente soggettivo, mi piace la possibilità quando posso permettermelo di spendere anche molti soldi per fare avanzare questa passione e questo concetto di pari passo. Per me le bici sono oggetti meravigliosi non solo per farci 10000 km all'anno ma anche da guardare, da maneggiare, da modificare e da curare. Questo nella mia scala di valori vale molto di più di quanto veloce riesco a andare, genera in qualche modo un equilibrio fisico, tangibile, in un mondo sempre più digitale. E da questo punto di vista la Madone è per i miei gusti lo stato dell'arte assoluto.
Premesso che senza incidente e relativo indennizzo dell'assicurazione, nonché una certa benevolenza del mio Trek Store nel valutare la permuta, non avrei potuto permettermi l'upgrade, mi piaceva l'idea che un incidente, un'esperienza negativa, si trasformassero in un trampolino di lancio per una nuova bici, rinnovato entusiasmo e una nuova avventura. Nei miei desideri c'è sempre stata una Trek Madone colorazione Team Segafredo, che qui vedete così allestita ovvero portando i componenti della precedente sulla nuova:
- Taglia 54
- Ruote Campagnolo Bora One 50 copertoncino
- Cambio Sram Red Etap
- Guarnitura Sram Red con pedivelle 172,5
- Sella Most prodotta da Selle Italia che è la cosa più vicina alla Slr Team Edition che avevo prima e che è diventata introvabile, ma sono praticamente identiche e mi ci trovo bene.
- Garmin Varia che per me è diventato indispensabile dalla prima uscita, l'unica cosa che non riesco a capire è come Garmin possa produrre uno strumento tanto tecnicamente avanzato quanto inconcepibile nell'attacco, macchinoso e orrendo con quei due elastici neri per legarlo al reggisella.
Immagino di essere l'unico qui sul forum e tra i pochi in giro, almeno a Roma, ad averla rim e non disc. Motivo: inizialmente non avendo intenzione di cambiare bici avevo da poco preso le Bora One e avrei dovuto cambiarle con aggiunta economica che concettualmente non mi andava di sostenere, visto che per le mie esigenze, i percorsi che faccio e le mie caratteristiche (vado piano ovunque, pianura, salita, discesa) non ho mai avvertito la necessità di una frenata più potente e le Bora mi hanno sorpreso le volte in cui sono stato costretto a pedalarci sotto la pioggia. Ci metto in mezzo qualche granfondo ogni tanto ma prevalentemente mi piace pedalare da solo, tendo a essere competitivo con me stesso in maniera agonistica (tradotto, mi piace migliorare i miei PR anche di pochi secondi e a volte quei pochi secondi per la mia soddisfazione valgono tutti i soldi che ci spendo) ma raramente con altri ciclisti (se uno a parità di allenamento va più forte di me, va più forte di me e nessuna bici o ruota al mondo compenserà mai la differenza), conosco ormai molto bene le mie tendenze di ciclista (mi piace spingere i rapporti quando posso, salgo sempre di progressione e mai di strappi, raramente mi alzo in piedi sui pedali) e so che la Madone è la bici che più si sposa con le mie caratteristiche, o meglio è quella che mi permette di ottenere i migliori risultati all'interno della mia sfera di interesse (ottimizzare la pedalata, efficienza contro il vento visto che uscendo da solo me lo prendo sempre in faccia, capacità di pedalare con minore fatica complessiva).
Madone 2019 vs 2016
Rispetto alla precedente Madone rim, per chi mi chiedeva un paragone, la frenata è più potente e questo si percepisce subito anche se non credo che si possa mai paragonarla a una disc, la logica della regolazione dei freni è stata migliorata ma non modificata nel suo funzionamento, sono più veloci da regolare ma non saranno mai freni intuitivi su cui mettere le mani. Mi sembra un upgrade rispetto alla precedente versione, la trovo un po' più reattiva, veloce e stabile in discesa, ma non è chiaramente una differenza abissale in termini di sensazioni come mi era sembrata passando dalla Dogma alla Madone. La posizione H1.5 è un compromesso tra la H1 e la H2 della precedente generazione ma rispetto alla H2 ha un reach più lungo e uno stack più basso perciò c'è stato bisogno di qualche adattamento prima di trovare la posizione ideale. Ho spostato l'Isospeed da metà a tutto morbido ma non mi è sembrato di avvertire differenze significative. Mi piaceva di più esteticamente la precedente piega, ma devo riconoscere che la nuova a due pezzi è più comoda e soprattutto la possibilità di inclinarla +/- 5° permette dei piccoli aggiustamenti che aiutano a ottimizzare ancora di più la posizione senza intervenire sugli spessori.
Continuo a ripetere che una bici rispetto a un'altra non può 'andare meglio' in assoluto (così come nessuna chitarra da sola farà mai suonare meglio un chitarrista) ma ce ne sono alcune che 'ti fanno andare meglio' combinando le loro caratteristiche a quelle del ciclista che ci pedala sopra (così come alcune chitarre permettono al chitarrista di esprimersi meglio). A me per esempio, indipendentemente dai risultati su strada e su Strava, piace l'idea di essere a bordo di una bici quanto più avanzata tecnologicamente possibile e lo stesso vale per i componenti, adoro la Madone e le bici dalle forme moderne il che è assolutamente soggettivo, mi piace la possibilità quando posso permettermelo di spendere anche molti soldi per fare avanzare questa passione e questo concetto di pari passo. Per me le bici sono oggetti meravigliosi non solo per farci 10000 km all'anno ma anche da guardare, da maneggiare, da modificare e da curare. Questo nella mia scala di valori vale molto di più di quanto veloce riesco a andare, genera in qualche modo un equilibrio fisico, tangibile, in un mondo sempre più digitale. E da questo punto di vista la Madone è per i miei gusti lo stato dell'arte assoluto.
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